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Autore: MissHoney    07/05/2015    2 recensioni
Valar morghulis, tutti gli uomini devono morire.
Valar dohaeris, tutti gli uomini devono servire.
Il dio dai mille volti ha una richiesta, e la sua serva più giovane ha il compito di esaudirla. Il dio dai mille volti vuole Jon Snow.
Riuscirà la ragazzina a compiere la sua missione, o Arya Stark tornerà in superficie?
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya Stark, Jon Snow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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<< Sword. Mask. Wolf >>



Aveva nevicato ininterrottamente per sette giorni e sette notti, ma Leeden aveva resistito, imperterrita, nel suo giaciglio di fortuna nella foresta stregata. Era un luogo orribile, dicevano alcuni, un luogo tenebroso, ma  Leeden aveva imparato molto tempo prima a non avere paura. La paura ferisce più della spada, le aveva detto qualcuno, o forse se l'era solo immaginato.

L'ottavo giorno dal suo arrivo, però, il sole decise di venir nuovamente fuori, e lei capì che era arrivato il momento. 

"Quando smetterà di nevicare" si era detta, "Quando smetterà di nevicare..."

E aveva smesso. Forse la ragazzina che era stata un tempo aveva sperato non cessasse mai, ma quella ragazzina non esisteva più, e per  Leeden i suoi desideri non avevano alcun valore. 

 

A testa bassa, osservava le impronte che i suoi piedi lasciavano sul terreno candido mentre percorreva lo stesso percorso di ogni giorno. Ma quel giorno non si sarebbe fermata. Quel giorno sarebbe andata oltre

Guardò in alto, verso il cielo, accorgendosi che non mancava molto al tramonto. Un brivido le corse lungo la schiena, un brivido che nulla aveva a che fare col freddo.

Per sette giorni aveva osservato e origliato, silenziosa come un'ombra. Per sette giorni si era posta la stessa, identica domanda: come eluderò la sentinella?

In realtà se ne era poste molte altre, ma quella era l'unica a cui aveva il dovere di trovare una risposta.

Una volta, tanto tempo prima, una ragazza che conosceva avrebbe risolto tutto con una spada: una morte veloce, silenziosa. Ma questo era fuori discussione per Leeden, perché non stava a lei decidere a chi concedere il dono. Lei era una serva, e i servi ubbidiscono, senza obiettare. Il suo dio sapeva sempre quale era la cosa giusta. E se non si fidava del suo dio, cosa le restava?

Aveva optato quindi per un piano diverso, un piano che avrebbe dovuto esserle più congeniale, in quanto richiedeva semplicemente che lei recitasse una parte.

 

<< Chi va là? >>

Senza rendersene conto, era già arrivata dinanzi alla porta.

Il ragazzo, vestito completamente di nero, non doveva essere di molto più grande di Leeden. 

<< S-sto cercando il Lord Comandante >> rispose, fingendosi infreddolita. Il ragazzo cambiò all'istante espressione, rilassandosi. Probabilmente pensava che una ragazzina scarmigliata non rappresentasse alcun pericolo.

<< Perché lo cerchi? >>

<< Io s-sono sua sorella... >>

<< Sua sorella? >>

<< Arya Stark. >>

Lo disse con una tale convinzione che, se non avesse saputo che si trattava di una bugia, ci avrebbe creduto anche lei. 

Di certo il ragazzo ci credette all'istante, come Leeden aveva sperato. Del resto era in ogni caso preferibile far passare una ragazzina indifesa, anche se non si fosse dimostrata chi diceva di essere, piuttosto che correre il rischio di negare l'accesso alla sorella del lord comandante. 

<< Dove trovo mio fratello? Ho affrontato un lungo viaggio e vorrei vederlo subito. >>

<< Lord Snow è solito salire in cima alla barriera, al tramonto >> rispose il ragazzo, dandole un'informazione che Leeden aveva già raccolto. "Snow sale su quella cazzo di barriera ogni fottuto giorno, quando cala la sera. Scommetto che pensa alla donna dei bruti che si scopava" aveva sentito dire ad un ranger, andato in perlustrazione con i confratelli. Leeden non sapeva chi fosse questa donna dei bruti, ma, se esisteva davvero, significava che il Lord Comandante non aveva tenuto fede al suo giuramento. Tanto bastava, per lei. 

<< Posso accompagnarti da Edd, il suo attendente, che ti scorterà... >>

<< No. Preferisco fargli una sorpresa. Non lo vedo da moltissimo tempo. >> lo interruppe, superandolo prima che potesse ribattere.

Voci raccontavano che il Castello Nero ospitava non più solo confratelli, ma anche Stannis Baratheon, con tutto il suo seguito, e bruti, e Leeden constatò che quelle voci erano vere. Vide tantissime persone diverse, e la maggior parte di esse non era vestita di nero. Per Leeden tutto ciò era un bene: più gente, più possibilità di passare inosservata.

Arya Stark avrebbe adorato esplorare ogni lato del Castello Nero,  scoprirne i passaggi segreti, battersi con le reclute. Si sarebbe trovata bene lì, se Amory Lorch non avesse assaltato il fortino, uccidendo Yoren e le sue speranze di raggiungere la Barriera, tanto tempo prima. O almeno questo era quello che immaginava Leeden. Come poteva sapere quello che Arya Stark avrebbe fatto o pensato? Lei non sapeva nulla, se non il fatto che aveva una missione, ed era ora di compierla.

Si guardò attorno, e notò un argano di legno, che saliva fino alla cima della barriera. Utile, indubbiamente, ma lei avrebbe usato la scala. Aveva bisogno di sgranchirsi le gambe, e di attirare meno attenzioni possibile.

Il sole stava lentamente iniziando la sua discesa, e la Barriera pareva lacrimare, come se già sapesse a cosa avrebbe dovuto assistere. 

Arrivata in cima, Leeden restò senza fiato. Tutto sembrava infinitamente piccolo, visto da lassù. In compenso, anche il più piccolo degli uomini si sarebbe sentito il padrone del mondo, a quell'altezza. Ma lei non si sentì padrona di nulla. Improvvisamente le tornò alla mente tutto: quello che suo zio Benjen le aveva raccontato sulla barriera e sulla Confraternita, le storie della Vecchia Nan e le esecuzioni che il Lord suo padre, in quanto protettore del nord, aveva dovuto effettuare. Anche lei aveva ucciso un disertore, una volta. Si chiamava Dareon e lei lo detestava. Lo detestava perché aveva disubbidito agli ordini, perché aveva disertato per godersi la vita di Braavos, perché aveva violato il giuramento per qualcosa di così futile, quando suo fratello non l'aveva fatto, neanche per aiutare il loro padre, neanche per scendere in guerra con il loro fratello, neanche per venire a cercare lei. "Eppure per la donna dei bruti lo ha violato, se quel ranger ha detto il vero" si ritrovò a pensare, lottando per trattenere lacrime di collera. "Tutto questo non mi riguarda. Tutto questo riguarda Arya Stark, ed Arya Stark non esiste più." Doveva ficcarselo in testa, doveva ricordare chi era, altrimenti non sarebbe mai stata capace di concedere il dono.

Il fruscio di un mantello la costrinse a voltarsi. Lui era arrivato. Aveva il capo chino e - Leeden sentì il cuore sprofondare - non portava la spada. "Crede di essere al sicuro, quassù."

In un primo momento non si rese conto di non esser solo, poi parve percepire una presenza estranea e sollevò lo sguardo. Rimase impietrito, a pochi passi da lei, immobile, incerto sul da farsi. 

Era più alto dell'ultima volta che lo aveva visto, o meglio era più alto di come lo aveva immaginato, perché Leeden non aveva mai visto Jon Snow. Non si conoscevano, non avevano condiviso nulla, non avevano un passato in comune.

<< Chi sei? >> chiese, fissandola con sguardo indecifrabile. 

Leeden non rispose. Il suo nome non aveva significato per lui, così come il suo volto. Un nome nuovo, un nuovo viso. Mosse qualche passo nella sua direzione.

<< Chi sei? >> ripetè il guardiano della notte, e ancora una volta non ricevette risposta. 

Leeden si concentrò sui suoi occhi: occhi grigi, quasi neri. Li aveva sognati per molto tempo, quegli occhi, anche da sveglia. E aveva sognato quelle labbra e i sorrisi che erano capaci di regalarle. Le braccia che la facevano sentire al sicuro e le mani che le scompigliavano i capelli. Aveva provato a trattenere i ricordi e a rammentare le sue parole. "Strade diverse a volte portano allo stesso castello." Ci aveva visto giusto, Leeden non poté far a meno che pensarlo, ma neanche Jon Snow avrebbe potuto immaginare quanto sarebbe stata diversa e tortuosa la strada di Arya Stark, e come Arya Stark, giorno dopo giorno, lungo quel cammino, si fosse persa, fino a non far più ritorno in superficie. Potevano appartenerle ancora i suoi ricordi, ma niente di più. Arya Stark era spezzata e distrutta. Arya Stark aveva sofferto. Aveva ucciso per lenire il dolore, ma non le era stato di alcun aiuto. Leeden, al contrario, era forte e imperturbabile. Lei non assassinava, lei concedeva il dono. E, quando anche quel dono fosse stato consegnato, l'uomo gentile e il dio dai mille volti sarebbero stati fieri di lei, perché aveva superato il più importante dei test. Dopo quel giorno, più nessuno avrebbe dubitato della sua fedeltà. Aveva di fronte la persona che Arya Stark aveva amato di più al mondo. Se non avesse fatto ritorno per lui, non sarebbe tornata mai più.

<< Lupo. Lupo. >>

Leeden non aveva notato il corvo, sino a quel momento. Vide Jon corrugare le sopracciglia, l'espressione ancora più spaesata mentre si voltava verso l'animale. << Lupo? >>

<< Lupo. Lupo. Spada. >>

Il corvo lasciò la sua spalla ed inizio a volare in tondo, inquieto.

<< Spada. Maschera. Lupo. >>

Per la prima volta quel giorno, Leeden ebbe davvero paura, e capì di dover agire in fretta. Colmò la distanza tra lei e il ragazzo e, sempre senza parlare, gli tese la mano destra, il palmo rivolto verso l'alto.

Jon sembrava ancora incerto, ma, forse per istinto, decise di fidarsi, e prese ciò che lei gli porgeva. Per un lungo istante fissò la moneta, poi sollevò lo sguardo, spaventato. Ma Leeden era pronta e, prima che potesse avere una qualsiasi reazione, lo pugnalò con la mano sinistra. 

Una coltellata. "Il dio dai mille volti lo desidera. È giusto così."

Jon gemette, preso alla sprovvista. 

Due coltellate. "Ha rotto il giuramento. È andato con una bruta. Ha preferito infrangerlo per una sconosciuta, piuttosto che per la sua sorellina."

<< Perchè...? >> 

Provò ad afferrarla, ma Leeden era veloce. Si muoveva attorno a lui, colpendolo sempre in posti diversi.

Tre coltellate. "Lui non è un lupo, un lupo fa di tutto per il suo branco."

Sentì il sangue che le lordava le mani, ma ormai nulla avrebbe potuto fermarla, e non si accorse neanche del corvo che continuava a gracchiare. 

Quattro coltellate. "La vecchia Nan parlava di mostri al di là della barriera, ma qui l'unico mostro sono io. Io sono il fantasma del Castello Nero."

Jon Snow si accasciò, lungo disteso sulla barriera. I suoi gemiti erano sussurri, il fiato che si condensava in nuvolette. Leeden si piegò su di lui.

<< Fermati. Ti prego, chiunque tu sia, fermati. >>

Quelle parole parvero costargli una fatica immane, ma erano del tutto inutili.

Finalmente, lei gli disse qualcosa. << Non posso, me lo hai insegnato tu. Colpiscili con la parte appuntita. >> E infilzò ancora la lama.

Gli occhi di Jon Snow si spalancarono, mentre guardava il viso della ragazza, la moneta che ancora aveva in mano, e poi di nuovo la ragazza. Occhi scuri, proprio come quelli di lei.

<< N-non è possibile... >>

Era sempre stato sveglio, come la sua sorellina. << Arya... >>

<< Stark >> gracchiò il corvo << Arya Stark >>

<< Io non sono Arya. >> ribatté la fanciulla, mentre una lacrima solitaria le scendeva lungo la guancia. << Io sono Nessuno. >>


 

First: se siete arrivati sin qui, significa che avete letto la mia storia, quindi GRAZIE.
Adoro il rapporto tra Arya e Jon. I pensieri che si rivolgono in continuazione mi fanno letteralmente morire, e ho deciso che scriverò varie brevi storie su di loro (questa è la seconda).
Nulla da dire, spero vi sia piaciuta ed accetto qualsiasi critica :)
  
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