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Autore: Anne_Wolf    07/05/2015    0 recensioni
Immaginate che una ragazza dal passato turbolento incontri un ragazzo pieno di allegria. Immaginate ora che questi due giovani intraprendano un viaggio che li farà avvicinare sempre di più.
Quando il passato ritorna portando con sé vecchie ombre e incertezza, quando il presente si tramuta in un orrendo futuro, quando il nostro mondo incontra il Loro... In momenti come questi si può nuovamente assaporare il gusto del terrore.
Due ragazzi dai caratteri totalmente opposti, con idee e visioni del mondo diverse.
Lei, che vede il mondo come una disgrazia.
Lui, che lo vede come un posto ricolmo di amore e pace.
Il Bene e il Male coesistono in questo universo in perfetta armonia...Cosa succederebbe se entrambi si unissero fino a diventare un tutt'uno? Che ne sarebbe di questo eterno equilibrio?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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PROLOGO (parte 1): MOLTI ANNI PRIMA…
 
Grida che si spengono in lontananza, l’odore pungente del fumo che scompare, almeno in parte. L’unica cosa che  ora riesco a sentire è il mio respiro affannoso e il battito cardiaco che mi martella violentemente nelle orecchie, un dolore silenzioso che porta con sé il cedimento. Corro lasciandomi alle spalle un paesaggio di capanne in fiamme, corro fino a scomparire nel cuore della foresta, fino a quando smetto di sentire quelle lancinanti grida di dolore che mi perforano i timpani. Corro fino ad arrivare sotto una quercia secolare. Mi fermo perdendomi nel mio fiatone. Continuo a guardarmi indietro terrorizzata e ad ogni rumore, anche se minimo, mi metto sugli attenti, pronta a scappare nuovamente. Quando credo di essere finalmente al sicuro, sotto quell’albero che sembra proteggermi con i suoi enormi rami, ecco che riecheggia, a pochi metri da me, l’urlo della creatura.
Con un sussulto riprendo a correre, scivolando nel fango e nelle fredde foglie che cadono dagli alberi come se morissero. Le gambe sembrano potermi cedere da un momento all’altro. Tutto, tranne la direzione che sto seguendo, sembra sparire. Mi isolo totalmente con un solo pensiero che rimbomba nella mia testa.
“Scappa!”
Mentre cerco di nascondermi, di sparire in mezzo a qualche cespuglio, sento che la creatura si fa sempre più vicina … talmente tanto vicina che probabilmente, allungando un braccio, o qualunque altra cosa abbia al posto di quell’arto, potrebbe afferrarmi e uccidermi. Cerco in ogni modo di concentrarmi sui suoi movimenti, sul suo respiro.
Arrivo alla fine della foresta ansimando e guardandomi disperatamente in giro. Un piccolo gemito di terrore mi scappa dalla gola quando mi rendo conto di essere al capolinea. Oramai sono in trappola, oramai non mi è più permesso fuggire. Sono un topo in trappola. Un piccolo topo di due anni che fugge dal suo oscuro inseguitore.
Oramai sono pronta ad arrendermi. Scappare è totalmente inutile. Il freddo pungente, che mi penetra fin nelle ossa, mi rende impossibile anche solo fare un ulteriore passo. È la fine.
Mentre penso questo una mano mi afferra la spalla con una presa salda. Subito sento partire una scarica di adrenalina, forse dovuta al mio istinto di sopravvivenza che, seppure debole, ancora esiste nel mio animo. Inizio a scalciare per liberarmi, mi dimeno furiosamente. Vengo trascinata dietro un albero dal tronco possente e, una dolce e gentile, mi esorta a calmarmi con un sussurro. Quel tono, tanto sicuro quanto amorevole, mi priva totalmente di quella breve scarica di adrenalina. Alzo lo sguardo e, nell’oscurità della notte, scorgo l’esile figura di un umano. Un uomo, probabilmente. Lo capisco dalla forma robusta seppur gentile delle spalle e dalle grandi ma delicate mani che mi stringono dolcemente le spalle. Mi irrigidisco non appena vedo passare la creatura che mi inseguiva. Mi cerca … ancora non è stanca. Nell’oscurità non distinguo la sua figura. Noto solo un piccolo particolare. Un pentagramma sulla spalla, segno di un’evocazione demoniaca. L’essere si gira verso di noi e l’umano si appiattisce contro la superficie dell’albero, mimetizzando i nostri corpi il più possibile. La creatura fa qualche passo verso di noi. Di sicuro ci ha notati. Arriva a pochi passi dal tronco dell’albero che ci stava offrendo riparo e, come a rispondere ad un lontano richiamo, scompare. Quando siamo sicuri che la via sia libera, usciamo allo scoperto. L’uomo mi prende la mano, esortandomi dolcemente di seguirlo.
Sollevò un ombrello da terra e si avviò verso la città degli uomini, un posto assolutamente sconosciuto per me. Lo seguii senza proferir parola. Per tutto il tragitto stetti in silenzio, troppo scioccata per riuscire a parlare. Invece continuai a fissare le gocce di pioggia che cadevano al suolo. Intenta com’ero a scappare, non mi ero resa conto della pioggia che mi batteva sul viso e sui vestiti, bagnandomi totalmente.
Quella pioggia sembrava rappresentare le lacrime che il cielo stava versando per il destino di quella piccola creatura di due anni senza casa né famiglia.
 
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Angolo dell’autrice:
Eccomi tornata! Questa storia l’ho pubblicata anche su Wattpad con il nickname di Okami01. Nel pubblicarla qui ho tuttavia apportato delle modifiche stratosferiche. Spero vi piaccia e, se doveste trovare qualche errore grammaticale e non, vi prego di specificarlo perché, come già detto, certe volte queste cose mi sfuggono. Detto questo… mi auguro che vi possa piacere.
Ah si…esattamente come “The queen of the light and the prince of the shadow” i vari capitoli saranno suddivisi in varie parti per evitare di creare disagi nella lettura.
Baci e alla prossima
_Anne
 
   
 
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