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Autore: M4RT1    07/05/2015    3 recensioni
Ricordi d'infanzia, di vita vissuta, bella o brutta.
Una Raccolta di Missing Moments. Un capitolo per ogni personaggio ucciso, per i suoi rapporti con gli altri e i loro ricordi insieme.
Dal I Capitolo:
Alla fine è sempre lei a perdere. Le parole sono l'arma più potente di tutte.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Finnick Odair, Haymitch Abernathy, Johanna Mason, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per la Prima Fase dell’iniziativa “Ready, Set, Prompt” indetta dal gruppo Facebook The Capitol. Il prompt è: Invece le parole sono fatte di niente, non puoi vederle, non puoi toccarle, non puoi tenerle tra le mani. Di solito con le parole puoi solo farti male." ["Batti il Muro" - Antonio Ferrara]



 
Le parole feriscono più della lama.


 
Odia essere guardata, Finnick lo sa, eppure non evita di farlo.

"Non sei una di tante parole, vero?" domanda invece, inclinando la testa. La osserva, la studia. E' un animale raro nel mondo dei Vincitori - tutti così tronfi, gloriosi, tutti a tre metri da terra. Ma non lei.

"Tu invece sì, vero?" ribatte, secca. Gli Hunger Games non sono finiti, bisogna combattere. Gli Hunger Games non finiscono mai, per chi vive.

"Non c'è niente di male, a usarle".

Ha sempre la risposta pronta, ma in questo caso si è tradito: usare non è come parlare, è questo il punto. Lui non chiacchiera, lui si difende; lui non conversa, lui lotta. Le parole sono la sua arma, le parole sono il mezzo che ha usato per vincere.

"Preferisco un'ascia, è più sicura" sbotta lei. "Un'ascia è facile da usare" risponde allo sguardo interrogativo di lui. Non ha capito, probabilmente, o forse finge, ma Johanna non è la tipa che fa la misteriosa. "Invece le parole sono fatte di niente," dice. "Non puoi vederle, non puoi toccarle, non puoi tenerle tra le mani. Di solito con le parole puoi solo farti male."

L'ha disarmato. Finnick Odair ha gli occhi spalancati e la bocca chiusa, le mani lungo i fianchi. Non sa che dire - è come una vittoria, per lei, perché togliergli le parole è come lasciarlo nudo.

Ghigna, allontanandosi. E' quasi all'ascensore quando lui, finalmente, recupera il controllo di sé. "Dipende da come le usi" mormora.
"Come le armi. Puoi usarle per attaccare, ma anche per difenderti."

Alla fine è sempre lei a perdere. Le parole sono l'arma più potente di tutte.



 
*Il titolo della Raccolta è tratto dal film "Remember me".
  
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