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Autore: Anghia    07/05/2015    0 recensioni
oveva essere una vacanza come le altre, si aspettava anzi di passare un noioso Natale ad Aversa, vicino Napoli, in compagnia di suo padre e dei suoi fratelli...
Ma fu tutto il contrario...
Due ragazzi, Nicola e Marco.
Un sogno; diventare una cantante famosa.
Mille pensieri per la testa, delusioni, rifiuti, dubbi e incertezze.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ero da poco arrivata ad Aversa con mio fratello Mattia per passare le vacanze di Natale con mio padre, la compagna Maria e loro figlio, mio fratello, Andrea ed era imbarazzante entrare nel locale con mio padre, il proprietario del posto. Erano le 5 del pomeriggio del 30 Dicembre. Non conoscevo nessuno, mi sentivo un'estranea in quel luogo pieno di ragazzi della mia età o poco più che sembravano conoscere mio padre meglio di me. Il tempo che mio padre posa la giacca nello stanzino che già mi presenta ad un ragazzo... Gli fa il gesto con il dito, davanti a tutti, di raggiungerci... "Ma che diavolo gli passa per la testa!? Mi vuole mettere in imbarazzo fin da subito?" Sì avvicina e cominciano le presentazioni. 《Gerardo, questa è mia figlia Sara》 Dice, mentre Gerardo mi guarda e mi porge la mano. In quel momento ho solo pensato che fosse più carino di quanto mio padre mi avesse accennato. 《Verrà a stare qui a Napoli per le vacanze! Vi chiedo la gentilezza di farla integrare nel vostro gruppo...》 《Ma papà, dai!! Mi metti in imbarazzo》 Replicai diventando rossa peperone come non mai e notando che anche Gerardo era paonazzo. 《Se per favore, quando vi andate a fare un giro la invitate, almeno non rimane qui ad annoiarsi》 《Papààà!》 Lo ripresi a denti stretti mentre gli lanciavo un'occhiataccia. 《Certo Massimo, nessun problema》 Quando l'ho sentito parlare ho pensato subito che aveva una voce davvero sexy, ma sapevo che non avrei mai potuto provarci con lui, considerando che era fidanzato da 6 mesi con una certa Marica. Mi tolsi la giacca, stavo morendo di caldo dopo quella figura, la riposi vicino a quella di mio padre e andai dietro al bancone non sapendo cosa fare, mentre continuavo a guardare i ragazzi divertirsi a giocare a carte o a biliardino con mio padre che giocava con loro. Così presi il cellulare e cominciai a scrivere a Marco, un ragazzo che ho conosciuto in chat grazie alla mia migliore amica. È spettacolare. Ha degli occhi di un azzurro mare da togliere il fiato, i capelli mori, ricci e ribelli da teppista. Non ho mai conosciuto un ragazzo così. Avremmo dovuto vederci quando stavo a Roma, ma i genitori non lo avrebbero mai mandato. Ma comunque stavo bene, sapere che c'era una persona che teneva a me e che voleva vedermi e conoscermi meglio era la cosa più bella. * * * Verso le 8 di sera arrivarono alcuni ragazzi mentre altri se ne andarono. Avevo appena finito di parlare con Marco e non sapevo cosa fare, così mi misi a dialogare alla cassa con Francesca, una dipendente di mio padre, iniziando una conversazione sulla musica, non sapendo che canzone mettere al computer. 《Metti a musica che ti piace!》 《Ma non so che mettere...Magari neanche gli piace la musica che ascolto io...》 《Ma va, tranquilla. Non faranno nemmeno caso a quello che metterai》 《Non lo so...》 Presi coraggio, mi avvicinai al computer e scrissi il titolo di una canzone house, "Tremor" di "Martin Garrix" che sicuramente conoscevano e andando così sul sicuro. Man mano che le canzoni finivano mi sentivo sempre un po' più sicura di me e cambiavo brano senza che me ne accorgessi e cambiando anche genere, diciamo, da una canzone house ad una pop. * * * Alle 11 il locale era completamente vuoto, e mentre mio padre e Francesca davano una pulita io spengevo computer e luci. * * * Usciti di li e chiuso tutto andammo ognuno nelle rispettive direzioni. Io e papà raggiungemmo la macchina e appena entrata la prima cosa che feci fu prendere cellulare e cuffiette e far partire la mia solita Playlist indecisa se iniziare con "Tomorrow never dies" o "Close as strangers" dei "5 Seconds of Summer". Papà entra, mette in moto e partiamo in direzione casa. Un'oretta di viaggio, ma sapevo perfettamente come passarla...Mi piaceva da impazzire cantare per finta con la musica nelle orecchie ed immaginare come sarebbe stato calcare un palco scenico con i miei fan sotto ad acclamarmi ed applaudirmi, mentre davo il meglio di me, interpretando le canzoni come solo io sapevo fare. Ma sarebbe rimasto solo un vago sogno molto probabilmente. * * * Papà parcheggiò la macchina. Non mi accorsi neanche che eravamo arrivati, peccato, mi sarebbe piaciuto sognare ancora un po'... Scesi, mio padre aprì il portone di casa, salimmo le scale, aprì la porta e corsi in punta di piedi in camera mia, attenta a non svegliare Maria, Andrea e Mattia. Misi il pigiama, salutai mio padre con un bacio stampato sulla guancia, mi infilai sotto le coperte e mi addormentai sperando che il giorno dopo sarei riuscita a fare amicizia nel locale. - - - - {Questa è la prima teenfiction che scrivo in vita mia... È partito tutto grazie ad una mia compagna di classe se ho cominciato a scrivere, non credo potrà essere una vera e propria passione, ma è bello cimentarsi in nuove esperienze. Spero vi sia piaciuta e vi chiedo di commentare senza problemi e farmi sapere che cosa ne pensate. Grazie di aver letto ♡}
  
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