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Autore: BradipoYo    08/05/2015    0 recensioni
Esiste un'antica leggenda, che narra di una montagna, molto particolare, quasi magica, la quale, se attraversata portava ad un grande tesoro dal valore inestimabile. Questa montagna era anche la dimora di antiche creature mitologiche. Riusciranno i due ragazzi a sopravvivere e conquistare il misterioso tesoro?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La leggenda della montagna
 

 
Federico era un ragazzo di 17 anni e viveva in città, ma spesso andava in un paesino di montagna lì vicino visto che tutta quella confusione cittadina l’aveva stancato.
Era un giorno come gli altri e durante la sua quotidiana passeggiata nel bosco, immerso nel silenzio e nella natura, si scontrò con un ragazzo. Era molto agitato e stava correndo continuando a guardarsi indietro. Fede gli chiese come mai stesse correndo, ma il ragazzo non rispose, lo prese per un braccio, lo trascinò dietro alcuni cespugli e gli intimò di fare silenzio. Fede notò che si stava avvicinando un anziano signore furibondo e appena si allontanò abbastanza il ragazzo si presentò. Si chiamava Enzo e stava scappando da quel signore, che in realtà era suo nonno Gino, perché lo aveva fatto infuriare. I due ragazzi decisero di spostarsi su una collina appena fuori dal bosco ed rimasero lì a parlare per diverse ore. Arrivò il tramonto e Fede dovette andare a casa, ma promise ad Enzo che sarebbe tornato il giorno seguente. Fede mantenne la promessa fatta e più i giorni passavano, più capiva che ormai erano diventati grandi amici e passavano tutto il loro tempo libero insieme.
In un caldo  giorno d’ estate i due decisero di andare a visitare un piccolo villaggio, non molto distante, dove c’ era un grande lago in cui si poteva fare il bagno. Partirono immediatamente, erano molto elettrizzati all’idea di potersi rinfrescare data la calda giornata. Quando arrivarono però trovarono il villaggio deserto e incuriositi, si diressero verso il lago. Una volta arrivati vi trovarono un anziano signore sulla sponda, con una barba molto lunga e grigia. Enzo andò a chiedergli se sapeva come mai non c’ era anima viva nel villaggio. Il vecchio rispose che era stata colpa di un cane leggendario, che ogni tanto scendeva dalla sua montagna per attaccare un qualche villaggio e portarsi gli abitanti sul suo monte per poi renderli suoi schiavi.
Il vecchio, vedendo i ragazzi perplessi, si voltò verso Enzo, lo guardò e gli chiese come stava suo nonno. Il ragazzo, scioccato, gli chiese come faceva a conoscerlo e il vecchio prontamente rispose che era un suo vecchio amico e che insieme avevano avuto un'avventura incredibile. Subito dopo iniziò a raccontare di un'antica leggenda, che narra di una montagna, molto particolare, quasi magica, la quale, se attraversata portava ad un grande tesoro dal valore inestimabile. Disse anche che questa montagna era anche la dimora di antiche creature mitologiche, compreso il cane leggendario.
I due ragazzi non capivano come mai il vecchio gli stesse raccontando quella storiella ma, Enzo, si ricordò immediatamente di una storia simile, che gli aveva raccontato il nonno e decise di credere alle parole del vecchio. Il signore inoltre, aggiunse che fino ad ora nessuno era riuscito a conquistare quella montagna leggendaria. Fede, confuso, chiese perché gli stava raccontando quella storiella e il vecchio rispose che il suo scopo era quello di convincerli ad intraprendere quell'avventura alla conquista della montagna in modo che salvassero i prigionieri del villaggio. Enzo chiese al vecchio perché non ci pensava lui, visto che sapeva molte più cose rispetto a loro, ma rispose che ormai era troppo vecchio per avventurarsi in un viaggio simile. Per affrontare le innumerevoli sfide e i molteplici ostacoli che erano presenti su quella montagna serviva una gran forza e per riuscire a sfuggire agli animali mitologici che l'abitavano avrebbero avuto bisogno di un intenso e duro allenamento, dato che così com’erano non ce l’avrebbero mai fatta. Ora però toccava a Fede ed a Enzo decidere se accettare o meno la proposta del signore.
I due ragazzi erano molto confusi e non sapevano che decisione prendere. L’ anziano signore, allora, decise di lasciarli tre giorni di tempo per decidere e poi si sarebbero incontrati di nuovo su quella stessa sponda dandogli un verdetto.
I ragazzi così lo salutarono e se ne andarono. Erano molto scossi e durante tutto il tragitto di ritorno non dissero neanche una parola.
Passarono i tre giorni e i due si incontrarono come d'abitudine sulla loro collina. Entrambi avevano preso la stessa decisione: ANDARE A CONQUISTARE LA MONTAGNA LEGGENDARIA!
Partirono immediatamente in direzione del lago e quando arrivarono il vecchio signore era già lì che li aspettava con aria moto impaziente.
I ragazzi gli comunicarono la decisione che avevano preso. Il vecchio, sollevato, li disse che avrebbero iniziato subito l’allenamento e che sarebbe durato 1 mese. Passavano i giorni e i ragazzi miglioravano sempre di più.
Il vecchio li faceva correre avanti e indietro, fare pesi, arrampicarsi... . Ogni giorno che passava diventava sempre più severo e duro. I due ragazzi pur essendo stanchi di tutta quella fatica, dovevano resistere per essere in grado di scalare quella montagna e portare in salvo gli abitanti del villaggio.
I giorni passavano velocemente e ormai mancava solamente una settimana al termine del loro allenamento. Il signore decise quindi, che era arrivato il momento di insegnare ai due ragazzi l'arte del combattimento. Fede ed Enzo, ascoltando le parole del vecchio, pensarono che fosse tutta un'assurdità. “In fondo a che cosa serviva saper combattere se stavano per scalare una montagna?”  Il vecchio rispose loro, che una volta arrivati su quel monte avrebbero capito a cosa sarebbe servito saper combattere. Inoltre egli ricordò, come detto in precedenza, che quel monte era la dimora di antiche creature mitologiche, e che, di sicuro, non avrebbero fatto passare degli intrusi senza fare nulla.
Il vecchio era incredibilmente agile e riusciva sempre a mettere al tappeto i due ragazzi con un solo dito. Ad un certo punto sfoderò tre spade e due le passò ai ragazzi. Disse che quelle sciabole sarebbero diventate le nuove compagne dei giovani durante la loro avventura suicida, ma non erano delle normalissime e comunissime spade. Avevano racchiuso dentro di loro un grande potere magico che solo poche persone al mondo avrebbero potuto risvegliarlo e due di quelle persone erano proprio Fede ed Enzo.
Terminò la loro ultima settimana di allenamento e ormai i due ragazzi erano diventati degli abili combattenti. Ora, avevano a disposizione un giorno per riprendersi fisicamente e per prepararsi mentalmente alla missione che li attendeva e poi sarebbero partiti.
I due si trovarono come di consuetudine sulla loro collina, dove arrivò anche il vecchio per salutarli e dar loro gli ultimi consigli. Disse ai giovani che se avessero incontrato un tale di nome Giangi sulla montagna, gli avrebbero dovuto dire che era Lucius che li mandava. Fino a quel momento nessuno sapeva come si chiamava il vecchio, dato che non lo aveva mai detto, ma finalmente lo scoprirono. I ragazzi partirono immediatamente, attrezzati di tutto punto: avevano un grande zaino pieno di corde ed attrezzi per l'arrampicata, viveri, vestiti e una piccola tenda. Il vecchio però non aveva dato ai ragazzi delle indicazioni precise, ma li disse solamente che si sarebbero dovuti dirigere verso nord e di andare dove il loro istinto diceva. Loro, d'altro canto, non diedero troppo peso alle parole del vecchio, finché ad un certo punto ebbero dei ripensamenti. In fondo non conoscevano proprio nulla della vita di Lucius. Sapevano solamente quello che li aveva insegnato, che era incredibilmente forte e molto anziano. Dopo svariate ore di cammino arrivarono davanti ad un enorme cartello, era scritto in una lingua sconosciuta e nessuno dei due aveva mai visto qualcosa di simile. Rimasero lì diverso tempo a cercare di decifrare quel misterioso messaggio finché, ad un certo punto spuntò davanti a loro una ragazza ed incuriosita da loro decise di presentarsi. Si chiamava Bessy e viveva su un monte non molto lontano da lì. Enzo le chiese se sapeva cos'erano quegli strani caratteri sul cartello e lei immediatamente spiegò loro che si trattava di una lingua molto antica, la lingua madre da cui discendono tutte le altre lingue esistite nel corso degli anni e disse che dove viveva lei si parlava ancora quella lingua. Bessy lesse a voce alta il cartello: “Per il monte leggendario andate sempre dritti!”. Bessy disse che il cartello indicava la strada per il monte dove viveva lei, ma era un posto dove agli estranei non era permesso entrare. I due ragazzi partirono e si aggregò a loro anche Bessy. “Chi meglio di lei poteva mostrar loro la strada?”. La ragazza chiese perché volevano recarsi proprio su quel monte e così Fede le raccontò tutta la storia. La ragazza però non sembrava sorpresa, anzi, era proprio l'opposto. Aveva capito subito per quale motivo erano lì quei ragazzi. Bessy disse immediatamente a Fede ed a Enzo che li avrebbe aiutati nella loro folle impresa, dato che, aveva un conto in sospeso con il padrone della montagna. I giovani chiesero chi fosse il padrone della montagna e la ragazza spiegò che, in realtà, non era una persona vera e propria, ma che si trattava di una creatura mitologica malvagia, che viveva ai piedi di una statua, sulla cima del monte e che il suo compito era quello di difenderla e di attaccare chiunque fosse arrivato sulla vetta. Bessy raccontò anche ai ragazzi che nessuno era mai riuscito ad attraversare la montagna e che ci furono solamente quattro persone che riuscirono ad arrivare in cima per poi essere stati sconfitti dal guardiano leggendario. I ragazzi, ascoltando l parole di Bessy, le chiesero come mai lei viveva proprio lì, ma Bessy fece la vaga e abilmente cambiò discorso. La ragazza puntualizzò che la montagna era costituita da un solo elemento: le tenebre. Poco dopo arrivarono ai piedi del monte. I due erano parecchio spaventati, ma allo stesso tempo molto curiosi. Notarono subito che era presente una coltre di nebbia molto densa, quasi nera, e i ragazzi capirono subito che quel monte non faceva presagire niente di buono. Si avviarono su per un ripido ed impervio sentiero e più camminavano più saliva un vento forte e violento. Fede si guardò intorno e notò che la vegetazione era molto raggrinzita e più salivano più notavano che sembrava una terra inquietante, dov'era presente solo la morte. Su quel monte non era mai presente la luce del sole, ma era avvolto nell'oscurità più totale. C' erano anche molti animali, ma erano molto magri e raggrinziti ed avevano dei brandelli di vestiti addosso. Tutto d'un tratto si udì un grosso boato provenire da più in alto rispetto a loro. Pian piano in lontananza si iniziò a scorgere una figura sinistra scendere lungo il sentiero a tutta velocità. Bessy intimò ai ragazzi di nascondersi perché quella figura in realtà era un orso, ma non uno come gli altri. Disse ai ragazzi che il guardiano del monte gli aveva donato una piccola parte del suo potere e che l'aveva trasformato in un mostro dotato di una spaventosa e innaturale forza. In pochi secondi il mostro li raggiunse, ma Enzo colpito dall'istinto saltò in avanti e nel giro di una frazione di secondo sfoderò la sua spada e tagliò in due l'orso. I due giovani capirono quindi che quel duro ed intenso allenamento era servito per eliminare tutti gli ostacoli che si sarebbero presentati sulla loro strada. Avevano sconfitto quel mostro molto facilmente e tirando un sospiro di sollievo continuarono il loro cammino. Passarono diverse ore e molte creature tentarono di sbarrar loro la strada, ma inutilmente. La scalata durò molti giorni e ancora non si vedeva la cima.
Durante il loro cammino trovarono una grotta, dove al suo interno trovarono un vecchio signore. Sembrava molto vecchio, era quasi impossibile immaginare che riuscisse a reggersi sulle gambe da quanto erano scarne e deboli. Il vecchio appena vide i ragazzi tentò di scappare, ma poi, quando capì che non erano lì per fargli del male si tranquillizzò e li accolse nella sua umile grotta. I ragazzi e  l'anziano rimasero lì a parlare per molto tempo. Il vecchio notò le spade dei due giovani e li chiese dove le avevano prese. Fede ed Enzo gli dissero che era stato Lucius a donargliele. Quando il vecchio udì quel nome gli si illuminarono gli occhi e si alzò di scatto, andò a prendere un vecchio flauto malridotto e consegnandolo ai ragazzi disse loro che era un oggetto magico molto potente e che avrebbero dovuto suonarlo solo se il padrone della montagna fosse stato sconfitto. Il vecchio gli rivelò di chiamarsi Giangi e che molti anni fa anche lui aveva provato a sconfiggere il cane leggendario, ma fallì, perdendo anche un suo compagno e che da allora viveva su quel monte. I ragazzi capirono così che Lucius e Giangi avevano affrontato insieme quella folle avventura, ed ecco perché Lucius sapeva così tante cose su quella montagna. I giovani decisero però di ripartire, dato che la cima distava ancora alcuni giorni di cammino. Il sentiero si faceva sempre più ripido, la vegetazione ormai si era estinta ed ora davanti a loro c'era solo un deserto avvolto nell'oscurità.
Ormai dopo tutte le avventure che avevano vissuto insieme i tre ragazzi divennero grandi amici e finalmente raggiunsero la cima del monte. Giunti alla meta, Fede si guardò intorno, ma non riuscì a vedere né il padrone della montagna né dov'erano tenuti prigionieri gli abitanti del villaggio. Tutto ad un tratto ci fu un gran boato e davanti a Fede ed Enzo comparve un cane gigantesco a tre teste, il leggendario Cerbero. Era completamente nero, molto possente, aveva un cicatrice sull'occhio destro della testa centrale ed emanava una forte energia malvagia. Fede iniziò a cercare Bessy, ma non la vide da nessuna parte e così intimò al Cerbero di dirgli che cosa le aveva fatto, ma lui rispose che non le aveva fatto proprio nulla. Il cane si scagliò, a tutta velocità, contro i due ragazzi che subito sfoderarono le loro spade. La spada di Fede si infuocò, mentre quella di Enzo divenne bianca e cambiò la forma assumendone una a “S”. Il vecchio Lucius durante l'allenamento aveva spiegato ai ragazzi, che ogni spada magica prendeva il nome del potere che era racchiuso dentro di essa. Il cane rimase stupito, dato che solo pochissime persone al mondo erano in grado di maneggiare una spada magica e di risvegliarne il suo potere. I due ragazzi si avventarono sul Cerbero. Enzo riuscì a mettere un colpo a segno su una delle teste, che subito si pietrificò. La sua spada, racchiudeva infatti il potere di Medusa, ed era quindi in grado di pietrificare qualsiasi cosa lui toccasse, mentre quella di Fede racchiudeva la forza della Fenice ed era quindi capace di bruciare qualsiasi cosa con il fuoco. Cerbero andò su tutte le furie e colpì Enzo con una zampa. Fede si avventò sul cane, per vendicare l'amico, ma non fece in tempo a colpirlo che lui lo atterrò facendolo sbattere violentemente a terra. I due giovani erano ormai entrambi distesi a terra inermi. La speranza di vincere contro Cerbero sembrava ormai scomparsa, ma improvvisamente davanti ai loro occhi comparve Bessy, che iniziò a parlare con il guardiano. Il cane andò su tutte le furie, nel vederla in difesa dei ragazzi, ma prima che potesse fare qualcosa Bessy lo attaccò con il suo bastone. Fede ed Enzo si alzarono doloranti e il cane rimessosi in piedi, iniziò a chiedere ai due ragazzi se conoscevano veramente Bessy e li disse che, in realtà, la ragazza era una sua allieva e che per tutto questo tempo li aveva spiati per conto suo, riferendogli ogni loro singola mossa. Bessy, mortificata, si mise a piangere e li confermò che era tutta la verità, ma che in loro aveva trovato due veri amici e che avrebbe fatto di tutto per proteggerli. Per Fede ed Enzo però, contava solamente che ora Bessy era una loro amica, perdonandola e lanciandosi in una brutale battaglia contro Cerbero, alla quale si unì anche l'amica. Ora i tre, insieme, riuscivano a competere con la creatura e dopo un lungo combattimento riuscirono a metterlo in difficoltà. Il cane leggendario era furibondo e balzando all'indietro decise di sferrare contro i ragazzi la sua arma segreta: una gigantesca sfera nera, in cui era concentrata una malvagità tale, che per loro avrebbe significato la fine. Cerbero lanciò la sfera e i ragazzi terrorizzati, non sapevano più che fare per evitarla, finché ad un tratto qualcuno si mise davanti alla sfera, che lo colpì in pieno, salvando i ragazzi e facendolo cadere a terra ormai esanime.  I ragazzi scoprirono che era Giangi e che si era sacrificato per salvar loro la vita. Il vecchio non riuscì a dire nemmeno una parola prima di morire, ma aveva un grande sorriso stampato in faccia, come se fosse contento di ricongiungersi al suo compagno scomparso. Fede, Enzo e Bessy si lanciarono all'attacco colpendo tutte e tre le teste del cerbero, che ormai non si reggeva più in piedi dallo sforzo utilizzato per la sfera. I tre ragazzi, ne approfittarono e gli diedero così il colpo finale con le loro spade magiche ed il Cerbero cadde a terra privo di vita. I ragazzi avevano vinto, ma caddero a terra stremati, esausti, ma felici. Una volta ripresi, andarono a cercare gli abitanti, ma non li trovarono da nessuna parte, finché a Bessy non venne in mente di provare a suonare il flauto che li aveva lasciato Giangi. Suonandolo uscì un suono meraviglioso e tutto d'un tratto le tenebre scomparvero, tutte le piante ripresero vigore ed iniziarono a crescere rigogliosi e splendidi fiori ovunque e gli animali si trasformarono in umani. Il Cerbero aveva infatti trasformato i prigionieri in animali. Enzo si mise a cercare il tesoro di cui aveva parlato Lucius, ma non trovò niente. Fede ed Enzo erano veramente fieri di essere riusciti nella loro impresa e successivamente radunarono i prigionieri e partirono verso il fondo valle. Gli abitanti ringraziarono enormemente i tre ragazzi per averli salvati e pian piano se ne tornarono verso il villaggio. Bessy decise infine, che si sarebbe trasferita più vicino ai due ragazzi così si sarebbero potuti incontrare tutti i giorni. Enzo e Fede, anche se non trovarono un vero e proprio tesoro, capirono che su quel monte avevano trovato una fortuna di inestimabile valore: l'AMICIZIA!
   
 
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