Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: RadioPotter    08/05/2015    2 recensioni
A Rodolphus viene affidata una missione dall'Oscuro Signore, una missione diversa dalle altre. Come reagirebbe Bellatrix, se qualcosa andasse storto?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Power and LoveLunaLovegoodHP

Love is not only a sentiment, not for me. If someone wants my love, it has to have power, too much power and never be afraid. 

Sono indecisa. Forse dovrei prestargli più attenzioni, ma non ci riesco. Io sono cattiva e forse anche lui lo è, ma mi sembra un po’ debole per essere un cattivo, non riesco ad amarlo. Si dice che per amare qualcuno bisogna farlo con il cuore, non con la mente, ma io con lui riesco solo così.
Sono seduta in un angolo della casa a pensare: non è da me. Di solito sfogo la rabbia su qualche oggetto, ma stavolta semplicemente penso. Sono arrabbiata perché lui non mi lascia respirare. Forse mi ama, ma deve capire che io ho la mia vita, lavoro solo e soltanto per il Signore Oscuro, per il quale forse provo attrazione, chissà. 
Mi alzo rapidamente quando sento dei rumori provenire dalla cucina, la stanza accanto. Non voglio andare lì, so già cosa sta succedendo: Rodolphus mi starà preparando qualcosa da mangiare. E’ irritante ogni giorno di più, ma almeno ci prova; forse dovrei cedere.
- Amore! – mi chiama. Non so se muovermi o fingere di non sentirlo, ma presto decido di ignorarlo. Lui non ha detto niente, non mi ha mai chiamata. Tiro un calcio alla sedia più vicina: è un buon segno, forse non mi sta succedendo niente.
- Dannazione! – urlo, però, quando urto il muro con il mignolo. Sento un forte dolore al dito e comincio a saltellare. Neanche questo è da me, niente riesce a farmi del male. Mi abbasso per vedere come sta il dito, ma dimentico di avere le scarpe ai piedi e quindi di non poter controllare la situazione. Succedono cose strane, penso.
Sento dei passi e mi giro. Vicino alla porta c’è Rodolphus. Non lo degno neanche di uno sguardo e mi giro. Sento ancora il suo sguardo su di me, ma continuo ad ignorarlo, anche se la tentazione è forte. 
- Bella... – inizia. Mi aspetto un discorso noioso de suoi e così sbuffo, ma, non so perché, decido di voltarmi. Lo guardo negli occhi e non vedo la solita tristezza, quel senso di solitudine: vedo timore, paura, disperazione. Sento che c’è qualcosa che non va e, dannazione, mi dispiace. – Devo dirti una cosa importante – ricomincia. Odio quando comincia questi discorsi. Sì, certo, certo, ho visto tutte quelle cose nei suoi occhi, ma quando esordisce così di solito si prospetta un discorso fastidiosamente lungo. Sbuffo di nuovo.
-Rodolphus... Se è un altro di quei tuoi discorsetti sul fatto che tu mi ami eccetera, puoi anche andartene – lo avverto, ma lui non si muove. Ma dove crede di essere? A casa ssss... Ops, questa è casa sua. Non importa, deve muoversi, non ho intenzione di stare tutto il tempo così, piazzata di fronte a lui. Con le mani sui fianchi giro il collo per guardarlo meglio, senza muovermi neanche un po’.
- No no... Ti amo, questo è vero e in effetti vvv.. .– inizia, ma uno dei miei sguardi taglienti gli fa cambiare idea e finalmente dice ciò che era venuto a dirmi: – Il Signore Oscuro mi ha assegnato una missione. – mi dice con tono tremante. Non ci posso credere! No, non al fatto che il Signore Oscuro abbia assegnato una missione a mio marito e a me no, ma alla paura che leggo nei suoi occhi!
- E che c’è di male?! – esulto irritata, spingendo una sedia fino a farla cadere a terra. In me si scatena la furia. Non capisco bene perché, ma sono arrabbiata. – Che c’è di male in questo?! Sei venuto qui solo per dirmi questo?! – comincio a gridare. Poi, quando mi accorgo di aver esagerato, mi tappo le orecchie e cado a terra, per non ascoltare più nessuno. A volte, per scherzare, penso che sia la vecchiaia a rendermi così, ma non è vero, purtroppo sono giovane, non ho neanche trent’anni. Questa è semplicemente pazzia. Io sono pazza.
- Bella... – lo sento parlare a bassa voce. Mi tolgo le mani dalle orecchie e lo guardo con occhi infuriati, simili al fuoco ardente. Sta tremando e manca poco perché si metta a piangere: eccolo qui, il piagnucolone. E poi mi chiedono perché non lo sopporto. Ma chi mi ha condannata a sposare un uomo così? – Non è questo il problema. Ho fatto tante missioni del Signore Oscuro in passato e ammetto che allora mi piaceva... Ma ora no. Mi pento di quello che ho fatto e so che questa missione non sarà come le altre. Magari sarà più crudele, magari sarà una trappola, ma lo sento... Questa missione mi porterà alla distruzione – conclude, pronunciando le ultime parole mentre trema più del solito. Sto avendo un incubo: appena un secondo fa, il mio marito Mangiamorte mi ha detto che si pente di quello che ha fatto. Dovrei subito chiamare il Signore Oscuro e fargli uccidere mio marito, ma qualcosa mi frena.
- Verrò con te – non so perché glielo dico, ma noto che si calma un po’. Non che mi piaccia aiutare gli altri, ma se sarà come dice lui, ci sarà da divertirsi!
- Grazie – mi sussurra e, fissando il pavimento, esce dalla stanza. Non mi ha neanche degnata di un ultimo sguardo prima del viaggio! Che disprezzo!
Cado a terra per ripensare a ciò che ho fatto. Ho appena deciso di assistere alla morte di mio marito, che bello! Rido maleficamente finché non sento in bocca alcuni dei miei capelli neri, che ogni volta che rido in questo modo, finiscono in bocca come per magia.
Non mi accorgo nemmeno di addormentarmi lì, seduta a terra, ma appena mi sveglio sento che c’è qualcosa che non va. Nessuno è in cucina a prepararmi la “colazione del giorno”, nessuno si sta lavando, nessuno oltre a me è in casa. Prendo la bacchetta che trovo a terra in mezzo alla polvere e avanzo lentamente aprendo la porta della stanza, per arrivare in cucina. Silenzio, buio, non c’è nessuno.
- Lumos – dico irritata e una luce bianca mi illumina la strada. La stanza è vuota e la poltrona è sottosopra. Anzi, tutta la casa sembra essere sottosopra. Le pareti sono graffiate e da qualche parte anche bruciate. Tutte le poltrone sono strappate e bruciate. Il lavandino, o meglio, quello che una volta era il lavandino, è staccato e bruciato, mentre l’acqua sta lentamente allagando la casa. I vetri della finestra sono spaccati ed è tutto molto triste, ma la cosa che mi terrorizza di più è che, accanto alla finestra, c’è un corpo che giace in silenzio.
Mi avvicino silenziosamente con il cuore in gola. Ho sempre odiato mio marito, ma se il corpo è il suo, posso dire addio al buono che c’è in me. Finalmente arrivo. Giro il corpo e con una sensazione di sollievo noto che è solo un lurido babbano con i vestiti di mio mar... Non va comunque bene.
Mi giro e lo cerco con lo sguardo, ma non c’è. Dovrei andare a cercarlo, ma non so neanche dove. Sarà di sicuro partito per la missione! Non so cosa fare, finché non decido di andare a cercare mia sorella Narcissa. Arrivo di corsa a Villa Malfoy, un’enorme e bellissima villa che a confronto con casa mia sembra misteriosa, adatta solo a Mangiamorte veterani. Entro e noto subito che mia sorella mi sta aspettando con un’espressione triste sul volto.
- Ho tentato di fare il possibile – dice con le lacrime agli occhi. Non la ascolto, la sposto e sul divano vedo Rodolphus  tutto coperto di sangue, bianco in viso e... morto. Non riesco a comprendere come sia potuto succedere tutto in una notte senza che me ne accorgessi, ma poi noto un dettaglio: il calendario appeso al muro non indica il giorno in cui credevo di essere. Sono passati ben cinque giorni, ma come può essere successo?!
- Cosa è successo? – chiedo infuriata, non badando ai toni.
- Ti ha addormentata con un incantesimo del sonno e poi è partito per la missione. Con le ultime forze ha chiamato Lucius, che l’ha portato qui. E’ tutto quello che so, mi dispiace... – mi dice mia sorella piangendo. Io non piango, ma solo ora, che lo vedo morto, mi accorgo di quanto io abbia bisogno di lui.
Cado disperata a terra. Non piango, ma do pugni al pavimento e mi strappo i capelli.
E finalmente mi accorgo che forse provo qualcosa per lui.

And then I understand I loved him, when I lost him




Questi luoghi e personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joanne Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: RadioPotter