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Autore: Ramocla    08/05/2015    0 recensioni
“Non ho bisogno che mi difenda una sudicia sanguesporco”
Erano queste parole che risuonavano nella testa di Lily Evans mentre correva verso il castello. Severus Piton, il suo primo amico, il suo unico e principale confidente l’aveva ferita profondamente con quelle uniche due parole.
“Chi vuole vedere le mutande di Mocciosus?”
La voce di James Potter la fece bloccare, e quasi inconsapevolmente si girò verso la riva del lago nero, pronta a scattare, ma poi le calde lacrime che bagnavano il suo viso le ricordarono che quello non era più un suo problema, e prima che qualcuno potesse vederla in quelle condizioni pietose, riprese la sua corsa verso il dormitorio.
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Salve a tutti, questa è la mia seconda FF e prima per quanto riguarda i Malandrini. Spero vi piaccia! Quindi vi auguro buona lettura e spero che lasciate delle recensioni per farmi sapere cosa ne pensate! Un bacio!
P.S. tutti i personaggi appartengono alla Rowling a parte Violet, i genitori di Lily, la famiglia di Marlene ecc.
sostanzialmente quelli che non sono della Rowling li ho inventati io! Buona lettura! :*
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Potter, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“Non ho bisogno che mi difenda una sudicia sanguesporco
Erano queste parole che risuonavano nella testa di Lily Evans mentre correva verso il castello. Severus Piton, il suo primo amico, il suo unico e principale confidente l’aveva ferita profondamente con quelle uniche due parole.
“Chi vuole vedere le mutande di Mocciosus?”
La voce di James Potter la fece bloccare, e quasi inconsapevolmente si girò verso la riva del lago nero, pronta a scattare, ma poi le calde lacrime che bagnavano il suo viso le ricordarono che quello non era più un suo problema, e prima che qualcuno potesse vederla in quelle condizioni pietose, riprese la sua corsa verso il dormitorio.
 
Marlene McKinnon, quinto anno Grifondoro, era una delle ragazze più ambite nella scuola. Cacciatrice della squadra della sua casa, ottima studentessa con una grande predilezione per Incantesimi, fisico asciutto e reso muscoloso dal Quiddich, biondissima con occhi blu mare. Unica nota a suo sfavore era il suo comportamento da maschiaccio: ultima di tre figli, era cresciuta con il padre e i due fratelli più grandi, mentre sua madre era stata torturata fino alla pazzia dai Mangiamorte nelle loro prime rappresaglie contro i “babbanofili” e i “sanguesporco”, ed infine era stata uccisa. La sua unica colpa era stata sostenere l’uguaglianza tra Babbani e Maghi e tra Purosangue, Mezzosangue e Nati Babbani attraverso gli articoli che scriveva per il Profeta. Suo padre da quel giorno era ossessionato nel dare la caccia ai Mangiamorte, e con lui i suoi fratelli. Ovviamente tutti e tre erano Auror.
Non aveva molte amicizie all’interno della scuola, probabilmente perché le ragazze la trovavano troppo strana, mentre i maschi erano intimoriti dalla sua sicurezza ed indipendenza. Certamente l’episodio della rissa del quarto anno tra lei e il Capitano dei Serpeverde dopo la vittoria di Grifondoro alla Coppa di Quiddich aveva diminuito i suoi pretendenti, dato che il povero malcapitato era rimasto in infermeria per una settimana, mentre lei aveva scontato un mese di punizione con James Potter e il resto della squadra. Da quel momento il suo rapporto con Potter, e di conseguenza con i Malandrini era passato dall’indifferenza ad una bella amicizia, tanto che quei quattro le avevano affibiato il nomignolo Mascotte.
Si trovava abbastanza bene anche con le sue compagne di stanza:
Mary Mcdonald giocava come cacciatrice anche lei e avevano un buon rapporto basato sul rispetto reciproco.
Con Alice Prewett invece erano gli opposti. Per esempio, lei non si curava mai dei pettegolezzi, mentre per Alice erano essenziali e divertenti, Marlene odiava le frivolezze delle coppiette, mentre l’altra era una romanticona. Però in fin dei conti non avevano mai litigato, ed ognuna si faceva i fatti propri mantenendo un rapporto cordiale ma distaccato.
Lily Evans era tutta un’altra storia. Non la poteva sopportare. Secchiona, bacchettona, moralista. Sostanzialmente tutto ciò che lei odiava. L’aveva sempre ritenuta una persona superficiale e senza midollo osseo, insomma, una femminuccia rammollita. Poi passava tutte le sue giornate con Piton, e solo per questo motivo la considerava un po’ sciroccata. Con lei aveva litigato invece, più di una volta e principalmente per due soli argomenti: Malandrini e Piton. Ovviamente Marlene patteggiava per i ragazzi ed odiava quell’untuoso Serpeverde con la puzza sotto il naso. Inoltre il fatto che avessero entrambe un carattere forte e testardo le portava allo scontro molto spesso.
Insomma Marlene Mckinnon era una ragazza solitaria, forte ed indipendente. Almeno questo era ciò che voleva far credere agl’altri. E quella prima Domenica del quinto anno si rese anche conto che anche Lily Evans non era ciò che mostrava agl’altri.
 
Era ormai pomeriggio inoltrato quando Marlene aprì gl’occhi. Doveva smetterla di partecipare alle feste dei Malandrini: questo era stato il suo primo pensiero. La testa le doleva, ed era andata a dormire vestita. Aprì le tende del letto e la luce del pomeriggio la investì in pieno: “Credo che sia questo quello che provano i vampiri, cazzo.” Sibilò con gl’occhi socchiusi e le mani sul volto. Dopo vari minuti passati a cercare di ricordare come fosse arrivata fin nella sua stanza, decise di rimanere col dubbio e si rese conto che aveva un braccio pieno di righe di pennarello, che nel linguaggio universale dei sabati sera malandrini erano il promemoria dei colpi che si bevevano. Le contò tutte: 20. Conoscendosi erano 20 shottini di Wisky incendiario. Bene. Ora più che prima si chiedeva come fosse arrivata fin in camera.
Decise di farsi una doccia, così si alzò dal letto, ma i suoi buoni propositi furono infranti da una furia rossa, che a testa china entrò nella stanza travolgendola: “Cazzo Evans, guarda dove vai!” esclamò indignata, ma quando alzò lo sguardo sulla compagna, la vide per la prima volta piangere, con gl’occhi arrossati e le guancie umide.
“Scusa, credevo foste tutte fuori vista la bella giornata…” le rispose Lily con voce flebile asciugandosi velocemente il volto per nascondere le lacrime.
“Godric sei davvero sconvolta! Cos’è successo?” le chiese lei shoccata. In cinque anni di convivenza non l’aveva mai vista piangere. O meglio, non aveva mai notato nessuna emozione trapelare dalla sua persona, per questo si era chiesta più di una volta se fosse umana.
“Nulla… l’allergia…” le rispose Lily attorcigliandosi una ciocca attorno al dito, segnale che dopo cinque anni interpretava come “sto raccontando una cazzata”.
“Si… l’allergia a settembre?” le chiese lei sarcastica innalzando un sopracciglio mentre si metteva seduta con un enorme sforzo dovuto alla post sbornia.
“Ho litigato con Potter…” le rispose la rossa che intanto si era voltata e faceva (palesemente) finta di rovistare nel baule.
“Ti prego, tu che piangi per Potter?! Nemmeno se ti vedo!” esclamò indignata, e dopo due minuti di silenzio terminò dicendo: “Comunque fa un po’ come vuoi, io vado a farmi la doccia!” alzandosi e dirigendosi nuovamente verso il bagno.
“Ma che hai fatto al braccio?” le chiese Lily. Marlene la conosceva bene dopo cinque anni di convivenza, e sapeva che Lily Evans era la persona più curiosa della Terra, ma in modo diverso da Alice che poi faceva sapere a mezza scuola i fatti tuoi, perché Lily si teneva i segreti per se.
“Se mi dici perché piangevi te lo dico!” le rispose lei con fare malizioso sventolando l’avambraccio con le 20 righe. “Anche perché è una cosa immorale che non approveresti, ma anche irregolare e soprattutto perché centrano i Malandrini!” Ormai l’aveva in pugno, lo sapeva, perché Lily Evans non era solo curiosa, ma anche una rompipluffe puritana casa e chiesa che godeva nel rendere impossibile ogni divertimento.
“Ok! Va bene, ho litigato con Sev-Piton.” Disse Lily tutto d’un fiato proprio mentre lei stava per chiudersi la porta del bagno alle spalle.
“Cavolo, dev’essere qualcosa di grave se lo chiami addirittura per cognome!” disse sorpresa riaprendo la porta ed appoggiandosi allo stipite con fare mascolino.
“Avanti, ora dimmi come mai ti sei segnata col pennarello il braccio!” rispose la rossa incrociando le braccia sul petto e guardandola con fare da mammina cattolica.
“Perfetto Prefetto, questo indica il numero di Shottini di Whisky che mi sono fatta ieri sera!” esclamò lei con fare superiore. Erano proprio gli opposti. Lily era molto femminile nelle sue cose: indossava sempre gonne e mai i Jeans, girava con la camicetta anche nei weekend e le ballerine. Lei invece odiava la gonna dell’uniforme, che aveva accorciato fin sopra il ginocchio, con tanto di ire della Mcgranit che si era stancata di toglierle punti e che dal terzo anno cercava semplicemente di ignorarla. Nel tempo libero portava magliette colorate con stampe dalla dubbia moralità e di band Babbane, giacca di pelle nera e Jeans a zampa di elefante con All Stars al seguito.
“Sei minorenne, chi te l’ha venduto?!” esclamò indignata.
“Perché hai litigato con Piton?” le chiese lei. Si, perché in realtà una cosa in comune l’avevano: la maledettissima curiosità, e Marlene non avrebbe mai avuto pace fino a quando Lily non le avesse confessato tutto.
“Non sono affari tuoi!” le rispose Lily stizzita, mentre si sedeva sul suo letto.
“Beh nemmeno chi mi ha dato il Whisky è affar tuo!” le rispose lei con tono svogliato mentre si guardava le unghie delle mani. Questa affermazione fece scattare Lily in piedi che arrabbiata la guardò negl’occhi e le disse “Certo che è affar mio, sono un prefetto e devo denunciare queste cosse alla Mcgranit!” Marlene si mise a ridere e la osservava, mentre diventava dello stesso rosso fuoco dei suoi capelli. Era così divertente farla arrabbiare, ora capiva perché Potter l’avesse presa così di mira.
“Allora dimmi perché hai litigato con Piton e ti dico dove ho preso il Whisky!” le rispose lei divertita. Passarono un paio di minuti in silenzio, ma poi Lily si decise a parlare.
“Mi ha insultata.” Disse solamente, e Marlene quasi si pentì di averla ricattata per parlare perché una lacrima solitaria solcò il volto della rossa , mentre si lasciava cadere pesantemente di nuovo sul letto.
“Erano ad una festa, non so chi li abbia portati…” le rispose lei con dolcezza mentre si avvicinava al letto per sederle accanto. Era davvero distrutta, perché ora piangeva a dirotto singhiozzando. Marlene non era mai stata una coccolona, forse perché quando sua madre morì aveva solo sei anni ed era cresciuta come un maschiaccio, ma in quel momento quasi senza rendersene conto, con un braccio avvolse Lily, proprio come suo fratello faceva con lei quando piangeva per la mamma.
“Cavoli, u-una f-festa e non v-vi hanno b-beccati?” chiese Lily cercando di sorridere tra tutti quei singhiozzi. Marlene sapeva che per Lily era difficile quel momento, perché non mostrava mai le sue emozioni a nessuno, ed ora che ci pensava bene l’unica persona con cui sorrideva e si confidava era Piton.
“Beh i Malandrini sono dei geni per quanto riguarda le feste ed infrangere le regole” esclamò lei imitando la voce di James e strappandole così una risata sincera. “Inoltre conosci i fratelli Prewett? I cugini di Alice? Hanno organizzato tutto loro!”
“Fabian e Gideon?” chiese Lily asciugandosi il viso con una mano.
“Si… sai che l’anno scorso i loro genitori sono morti vero? Beh, Gideon, il maggiore era sparito senza dire nulla e ha perso l’ultimo anno, quindi si sono ritrovati insieme in classe… la Mcgranit sta impazzendo!” esclamò Marlene divertita.
“Già… non lo sapevo, mi dispiace molto. Sono un po’ irruenti, ma perdere i genitori deve essere una cosa orribile, soprattutto se si è così giovani, ma hanno una sorella maggiore loro vero?” chiese Lily che pareva essersi calmata, anche se i suoi occhi erano ancora velati di lacrime.
“Sì, si è sposata da poco, credo un mese! È più grande di loro, ed ora credo vivano con lei… i loro genitori erano babbanofili, sai, e lavoravano al Ministero. Hai letto la notizia sul Profeta credo…”
“Sono morti nell’incendio? Quello provocato dall’Ardemonio?” chiese la rossa stupefatta.
“Già, lo hanno fatto passare per un incidente, ma mio padre dice che non è così, lui crede che li abbiano uccisi perché volevano denunciare delle spie di Tu-Sai-Chi… brutta storia.” Le spiegò lei senza smettere di abbracciarla amichevolmente.
Rimasero in silenzio per almeno dieci minuti, e Marlene non poté fare a meno di ammettere che infondo Lily non era così male.
“Severus mi ha chiamata Sanguesporco…” disse con tono duro e deciso.
“COME?!” le rispose lei indignata. “Come si permette quella viscida serpe?!” Ancora più arrabbiata prese la bacchetta e si lanciò fuori dalla stanza, diretta ad ammazzare quel verme.
“Marlene! Aspetta, dove vai?!” le urlava dietro Lily, ma lei non l’ascoltava più ormai. Sanguesporco. Sua madre era una nata babbana, sosteneva l’uguaglianza tra i maghi e per quello era stata uccisa e Mocciosus osava insultare la sua compagna in quella maniera?! Gliel’avrebbe fatta pagare molto cara. Aveva ormai raggiunto il buco quando fu travolta da quattro ragazzi che nel medesimo momento stavano entrando. Andò a sbattere contro uno di loro, che riconobbe subito per l’altezza e l’odore di biancospino.
“McKinnon, quanta fretta! Volevi saltarmi addosso come ringraziamento per riaverti accompagnata sana e salva dopo la festa?” le chiese in tono malizioso Sirius, che la scrutava con i suoi occhi grigi.
“Spiacente, ma non sono io che salto addosso ai ragazzi, solitamente è il contrario!” esclamò furiosa. Non aveva tempo di battibeccare con quel canide da strapazzo.
“Caspita Lene, che diamine ti è successo? Sei di un umore peggiore del solito, e ho detto tutto!” esclamò James mentre si tirava indietro i capelli ribelli che gli cadevano sul viso.
“Sto per intraprendere una spedizione punitiva, se volete scusarmi…” esclamò lei mentre spingendoli si faceva largo tra loro e con la bacchetta in mano uscì dalla sala comune diretta ad uccidere Piton, ignorando i quattro che le chiedevano spiegazioni.
Stava scendendo la prima rampa di scale quando incontrò Mary ed Alice che chiacchieravano amichevolmente appoggiate al corrimano. Avevano il mantello da passeggio, e Alice aveva tra le mani un mazzo di gigli.
“Ciao Lene!” le dissero all’unisono “Cavolo, ma come sei conciata?! Sembra che tu ti sia appena svegliata!” le fece osservare Mary che la guardava accigliata.
“Perché teoricamente mi sono appena svegliata!” esclamò lei esasperata mentre si guardava la maglia che portava la scritta “Fuck the system” che aveva rubato a suo fratello Teo, ed i suoi inseparabili Jeans a zampa di elefante.
“Almeno potevi fartela una doccia! Sento l’odore di Alcol da qua! Ma a che ora sei ornata ieri sera?” le chiese Alice mentre con una mano le sollevava una ciocca di capelli che era appiccicaticcia, e Marlene non voleva sapere che cosa fosse quella sostanza.
“Tardi, e per la cronaca, SI, ho dormito vestita, ora se mi volete scusare…” ma la sua frase venne bloccata a metà da una Lily che urlava il suo nome “MARLENE MCKINNON!”
“Cavolo, sta arrivando ed è furiosa, avete litigato di nuovo?” le chiese Mary, ma ne lei ne Alice la guardarono. Erano piuttosto impegnate a tenere d’occhio  Lily che scendeva la rampa praticamente saltando tre gradini alla volta.
“Ciao Lily, eravamo venute a cercarti visto che non sei venuta all’appuntamento!” disse Alice leggermente intimorita quando Lily arrivò vicino a noi ansimando.
“Oh, cavolo! Mi sono dimenticata! Ragazze scusate…” rispose la rossa battendosi una mano sulla fronte cambiando completamente tono di voce: da furioso a dispiaciuto.
“Avete litigato di nuovo voi due? I Malandrini se la sono presa di nuovo con Piton?” chiese Mary con tono esasperato, aspettandosi un furente scambio di battute tra le due, come ormai era solito dall’anno scorso, ma invece si stupì perché ne da Lily ne da Marlene arrivò un fiato, anzi, quest’ultima scrutava Lily con uno sguardo preoccupato, mentre la rossa si guardava le scarpe ignorandola.
“A dire la verità Lily stava cercando di fermarmi perché stavo per andare ad annegare la Serpe nel Lago Nero!” esclamò Marlene col suo solito finto tono distaccato.
“Cosa?! Perché? Che è successo?” chiese Alice apprensiva.
A seguito di quella domanda la situazione si congelò. Mary guardava Alice, Alice Marlene, Marlene Lily, Lily guardava nuovamente le sue scarpe.
“Evans devi dirglielo, non ti devi vergognare te, ma lui di quello che ha fatto!” le disse Marlene usando un tono gentile, che con la rossa non aveva mai utilizzato, lasciando sbigottite le due compagne.
“Non è successo nulla, Sev-Piton” si corresse “si è dimostrato per com’è realmente… alla fine avevate ragione voi due…” rispose sibillina Lily. Ma ad Alice e Mary quella risposta non bastava di certo.
“Che ha fatto Lils?” le chiese Mary alla fine, con tono preoccupato. Dopo vari minuti passati ad osservarsi le scarpe, Lily rialzò lo sguardo sulle altre due compagne, che si preoccuparono vedendolo per la prima volta in cinque anni pieno di lacrime.
“Mi ha chiamata sanguesporco….” Disse con tono flebile ma deciso.
Dopo un paio di minuti di shock durante i quali Mary ed Alice avevano la mascella che toccava per terra da quanto avevano spalancato la bocca iniziarono ad urlare contemporaneamente insulti e sfoderando le bacchette si lanciarono verso i sotterranei, seguite da una Marlene compiaciuta.
“QUELLO STUPIDO SERPEVERDE!”
“PEZZO DI LETAME DI TROLL!”
“LO AMMAZZO QUEL DEFICIENTE! A COSTO DI FINIRE AD AZKABAN PER IL RESTO DEI MIEI GIORNI”
“IRRISPETTOSO”
“CODARDO”
Ormai camminavano velocemente per i corridoi con le bacchette sfoderate e gl’occhi iniettati di sangue, tanto che gli studenti quando le vedevano passare si appiccicavano alle pareti, quando Lily, correndo, le superò e bloccò loro la strada.
“FERME!” disse ansimando, e dopo aver ripreso fiato disse “Ci hanno già pensato Potter e gl’altri! Lo hanno appeso ad un albero…” disse lei
“Non mi sembra abbastanza per quello che ha fatto!” esclamò Marlene, mentre con le altre due la superavano nuovamente.
“Potter gli ha tolto i pantaloni davanti a mezza scuola per quello che mi ha detto, direi che per ora mi basta così!” urlò loro Lily, e le tre si fermarono di colpo, voltandosi verso Lily con sguardi differenti: Alice stupefatta, Mary dubbiosa e Marlene soddisfatta.
“Uffi, ci ha tolto il divertimento…” sbuffò ironicamente a Mary, che come Alice riponeva nella tasca la bacchetta e si incamminava verso Lily.
“Beh, direi che se l’è meritato! Non trovi?” le chiese Alice, e la rossa la guardò con aria un po’ colpevole dicendole: “L’ho anche chiamato Moccisus…” disse.
Marlene si mise a ridere ed esclamò: “Beh gli hai dato il colpo di grazia, ma al prossimo che ti insulta lo affatturo, capito?”
Lily le fece un sorriso sincero, ed allungandole la mano le chiese: “Amiche?”
Marlene la osservò, leggermente dubbiosa, ma poi prese la sua mano e sorrise a sua volta dicendo “Amiche!” ed alla fine tutte e quattro ritornarono al dormitorio, parlando della prima partita di Quiddich che sarebbe stata tra due settimane e Lily pensava che il detto “Non tutto il male vien per nuocere” alla fine era vero, perché grazie al litigio con Severus si rese conto di poter contare davvero sulle sue compagne di scuola per la prima volta.




Salve a tutti, allora, primo capitolo incentrato sulle ragazze protagoniste, soprattutto su Marlene per spiegarvi la sua psicologia e in parte la sua vita e il suo carattere. Ho voluto far intuire la somiglianza tra lei e Lily anche se all'apparenza potrebbero sembrare molto diverse. Inoltre volevo far capire come Lily fosse affezionata a Piton, tanto che in cinque anni non aveva stretto una vera e propria amicizia con le altre ragazze, che si sono dimostrate leali con la compagna di dormitorio e anche protettive. 
Dunque dalla fine di una amicizia profonda ne sbocciano quattro nuove, ecco spiegato il titolo!
Spero vi sia piaciuta, e cercherò di aggiornare ogni Venerdì quando avrò finito i primi capitoli che ho già pronti!
Un bacio a tutti, fatemi sapere cosa ne pensate !
-xoxo Ramocla :*
  
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