Videogiochi > Dragon Age
Ricorda la storia  |      
Autore: Inglorious    09/05/2015    2 recensioni
Lothering è andata perduta ma Redcliffe è finalmente stata salvata dalla piaga dei non morti ed i sopravvissuti di Kinloch Hold hanno dato la parola ai Custodi Grigi di combattere al loro fianco contro l'Arcidemone e la sua armata dei prole oscura.
Non resta che trovare l'Urna delle Sacre Ceneri per poter ottenere l'aiuto dei cavalieri di Arle Eamon, ma qualcosa si muove dentro Ashra Amell, i recenti eventi l'hanno scossa molto più di quanto le sia possibile ammettere e prima di potersi concentrare integralmente sulla propria missione una scelta deve essere compiuta.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Cullen, Custode
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ashra2.0

[N.B.: Durante la narrazione si può incappare in alcuni accenni su Surana, ma anche Aeducan o Mahariel e Tabris, la verità è che dopo aver finito il prologo di ciascuna origine, non ho più potuto fare preferenze su un singolo Custode, per me sono tutti lì, tutti insieme ad affrontare il mondo ciascuno a modo suo. Scusate per il disguido.
N.B.2: Non mi piaceva l'idea di usare “Custode GrigiA” è deliberatamente al maschile, mi sembrava un poco più solenne.]





Dopo l'Unione arrivano anche i sogni.

Era stato un sollievo udire quelle parole da Alistair stesso, davanti al fuoco scoppiettante del piccolo accampamento, oramai mesi prima.
Si era sentita immediatamente più sicura Ashra, incredibilmente sollevata a differenza degli altri nuovi Custodi, ed anche se Surana poteva intenderne facilmente il motivo, rimaneva confusa da quella soddisfazione che danzava sulla punta della sua lingua mentre confermava agli altri di aver sognato l'orribile orda di prole oscura e l'Arcidemone.
Era un
vero sollievo per lei, quasi una sorta di liberazione sognare quelle creature mostruose ma materiali invece di rischiare spiacevoli incontri nell'Oblio con il suo demone, il tentatore così interessato a lei e che con aria quasi imperiosa e solenne le aveva annunciato che la vera sfida non si sarebbe mai conclusa, come avrebbe potuto tormentarla e corromperla se non poteva più sibilarle nell'orecchio?
Ricordava bene come si era sentita durante la sua prova, quando non solo aveva convinto lo spirito del valore ad aiutarla, ma aveva anche svelato l'inganno del demone, così forte, così viva e, tristemente,
così piena di sé, che soddisfazione aveva provato e fatto provare a quella creatura?
Si era sentita al sicuro da se stessa nel momento in cui il rituale era stato portato a compimento, salva e protetta, ingenuamente convinta che l'essere un Custode Grigio l'avrebbe resa definitivamente immune da quell'orribile piaga, il pericolo costante che s'accompagnava alle sue doti di maga,
ma il demone era astuto, paziente e, forse, questa sua condizione l'aveva deliziato ed annoiato al contempo, sciocca, sciocca Amell.

Quasi un anno oramai la separava dalla sfida, da quel suo glorioso risveglio che segnava il suo passaggio dallo stato di apprendista a maga vera e propria, e Wynne certo non aveva mancato di farglielo notare, domandandole come si sentiva in quel momento.
Che avrebbe dovuto rispondere, e cosa la donna avrebbe voluto realmente sapere?
Non una parola fuori posto era uscita dalle sue labbra né tanto meno da quelle di Amalia, oh dolce piccola elfa, quanto le era cara e con quale gioia l'aveva vista risvegliarsi accanto a sé dopo l'Unione.
Non aveva detto niente a nessuno, aveva sviato ogni ragionevole sospetto, cambiando discorso e parlando esclusivamente con lei in via privata.
Ricordava bene quando, di ritorno dal Circolo,
l'aveva presa in disparte, trascinandola in una delle tante stanze del castello di Redcliffe, raccontandole con estrema cura ciò che era accaduto, offrendole il suo sostegno, comprendendo poi il suo silenzio.
Lui non
poteva...
E lei non avrebbe dovuto indugiarvi.
Non poteva concedersi una cosa simile, che senso aveva poi? Quanto poteva esser sciocco agitarsi a quel modo quando si trattava di un qualcosa che non avrebbe dovuto poi tanto sfiorarla?
I racconti riguardo l'unico templare sopravvissuto,
ad opera dell'indelicato lord Aeducan la dilaniavano interiormente, avrebbe voluto spaccare il cranio a sua altezza e avrebbe voluto non essersi proposta per vegliare su Connor e Redcliffe mentre gli altri si occupavano di Kinlock Hold.
Cosa le era passato per la testa?
Forse...
No, no.
Basta riperterselo, basta pensarci.

E lentamente i ricordi del Circolo per come lei lo conosceva riuscivano a sovrastare le visioni dell'Arcidemone, le immagini di quella che poteva essere la sua vecchia casa mentre loro marciavano su Denerim in cerca di Genitivi opprimevano i suoi sogni, così come i volti dei superstiti e dei colpevoli, così come il volto di lui.

Ed i sussurri, tutti quegli invitanti “se” prendevano ad accarezzare dolcemente ed in maniera suadente la sua mente.

Di nuovo a casa, di nuovo tra quelle mura sicure, lungo i corridoi dei piani superiori, le solite malelingue nella grande biblioteca, i pettegolezzi più sciocchi ed ingenui, le insinuazioni su di lei, su di lui, su chiunque e qualsiasi cosa e, naturalmente, di nuovo lui.
Fermo nel corridoio, concentrato in quello che fa
ceva ed al contempo sereno, affatto minaccioso e per niente minacciato da chissà quale spirito maligno ed oppressore.
Cullen.
Vorrebbe chiamarlo, vorrebbe parlargli proprio come lui l'aveva invitata a fare.
“Puoi parlare con me tutte le volte che vuoi.”
Ricordava quelle parole come fossero state pronunciate appena qualche minuto prima, rassicuranti
ed anche cariche di quelli che erano gli ideali del giovane templare.
Era stata inappropriata appena qualche istante prima, azzardando di suggerire un'udienza privata, che le era saltato in mente?
E lui era stato gentile, imbarazzato indubbiamente, ma pur sempre gentile.
Adesso Ashra avrebbe voluto raggiungerlo, chiedergli aiuto, supplicarlo di venire via con lei, di salvarsi, o forse semplicemente fare quello che allora non aveva fatto, aprirsi con lui, lasciargli fare ciò che pensava fosse giusto e appropriato, farsi aiutare da lui, confessare che quello sciocco e inopportuno tamburellare nel petto lo sentiva anche lei.

Ed ecco infine che una più inesperta Ashra Amell, l'Ashra fresca di Tormento raggiungeva il giovane templare, la conversazione si ripeteva ma stavolta lei insisteva, sensuale e tentatrice, dispettosa richiedeva la sua presenza altrove.
Il Custode Grigio si ritrovò ad aggrottare le sopracciglia castane, in contrasto con la candida pelle del viso, nell'assistere a quell'ardito scenario.
Nemmeno nei suoi sogni più roventi era riuscita ad andare oltre quel sacro tabù, e non era forse la perseveranza ed il senso del dovere dell'altro ad affascinarla particolarmente? Perché spezzarlo adesso?
La risposta macabramente si svelava mentre le labbra di quell'altra sé andavano a sigillarsi sulla bocca del templare, non era
semplicemente lei, ecco perché.
Piccole crepe si propagavano dalle labbra
lungo il viso sicuramente più riposato e vivace di quanto non fosse ora, raggiungendo le tempie, pulsando vertiginosamente, rivelando uno strato sottocutaneo di pelle grigio-argentea, i capelli che parevano sfuggire alla forza di gravità, sollevandosi e prendendo rapidamente fuoco, un fuoco fatuo violaceo ed impossibile.
Le vesti lasciavano spazio alla pelle nuda e la colonna vertebrale si auto dotava di una lunga e minacciosa appendice.
Un demone del desiderio.
Ed un demone che rapidamente consumava il giovane uomo, visibilmente più debilitato da quel bacio ora vorace e quasi violento, letale.
A cosa stava assistendo?
Doveva svegliarsi, doveva fermare quell'essere, doveva...
Una risata divertita e familiare le riempì le orecchie.
Un volto
altrettanto conosciuto si aggiunse a quello spettacolo che stava osservando, camminando al fianco di quella sbagliata coppia, lanciando uno sguardo divertito e fissando lei che di quella visione era solo uno spettatore distante.
Topo.
O meglio, come aveva imparato poi, il demone della superbia.
Un breve inchino da parte dello spirito, un sorriso più macabro.

-Come ho già detto, mia cara, l
a vera sfida non finisce mai, ti sono mancato?-

La maga si ritrovò a digrignare i denti senza però proferire parola alcuna, cercando di mantenere lo sguardo fisso sulla nuova presenza, per quanto difficile fosse distoglierlo dal macabro spettacolo che aveva davanti agli occhi.

-Oh, fai pure, guardalo mentre lo prosciuga, guarda
il tuo templare mentre assapora le gioie dell'Oblio e mette da parte te, avrei forse dovuto cederti a quel demone dell'Ira che abbiamo sconfitto insieme?-

Quelle parole
la fecero infuriare eppure cercò di non concedergli nulla, non avrebbe dovuto starlo a sentire, bensì semplicemente scacciarlo come aveva già fatto in passato.
Stavolta la risata del demone si fece meno umana e più demoniaca nonché vicina, la mano che si posava sulla sua spalla.

-Certo che no, non si danno le perle ai porci.-

Fu rapida nel prendere le distanze, pronta a combattere con le unghie e con i denti se necessario.

-Perché non ti mostri nella tua vera forma demone, perché non smetti di vestire questi panni umani?-

La sua esortazione provocò il più divertito e maligno dei sorrisi sulla bocca dell'altro.

-Cosicché il mio aspetto ti possa aiutare a non darmi retta? Astuta, sfortunatamente non a sufficienza, ma non temere, non intendo combattere né darti più pena di quanto tu non ne stia già provando. Piuttosto dimmi, cosa provi nel vedere tutto questo?-

La creatura le indicò lentamente lo spettacolo cui l'aveva sottratta, lasciandole spazio e sistemandosi appena poco distante da lei.
Cosa provava?
Ah negava la risposta perfino a se stessa, come sperava il demone di poterla ottenere?
Sbuffò con un mezzo sorriso per poi provare un immenso disgusto nel sentire pollice ed indice d
ell'altro, di “Topo” come si era fatto chiamare la prima volta, solleticarle la punta del mento.

-Così testarda e piena di te, come sei deliziosa mia cara, e riesci ancora a domandarti perché vorrei essere
nel tuo corpo.-

-
Non è affar tuo, sparisci demone, non ti offrirò mai un lascia passare per il mio mondo.-

Stavolta il riso dell'altro si fece più freddo e distante.

-Non ho certo bisogno di un tuo lascia passare, troverò in ogni caso il modo di raggiungere il vostro mondo, forse,
però, tu hai bisogno di me piuttosto?-

E finalmente il Custode Grigio ebbe l'occasione di smorzare la sua
tensione, abbandonandosi a sua volta ad una risata.

-Tu non puoi darmi niente ed io non ho niente da desiderare.-

Mentre lo
affermava, un ansimo da parte del demone del desiderio che in quella visione aveva preso il suo posto tra le braccia di Cullen, le fece semplicemente gelare il sangue. Si rese subito conto di stare apertamente mentendo, del suono tremolante che la sua voce aveva avuto nel mettere insieme quelle poche parole, delle dita che lentamente andavano a chiudersi a pugno e di quel buco al petto che doleva più di mille colpi di freccia.
L'incarnazione della Superbia rimase in opportuno silenzio, lasciandola crogiolare in quella rivelazione.

-Sai che avresti potuto evitare ogni cosa, tu sei forte, tu sei in grado di fare
tutto quello che vuoi, e sei molto meglio di quel demone del desiderio, non è così? Puoi lenire le sue ferite, solo tu e nessun altro.-

Non doveva ascoltarlo, non doveva guardare, doveva
anzi lottare, combatterlo... ma il demone era decisamente più esperto di lei, più saggio, più insidioso, non poteva non rendergliene atto.
Un battito di ciglia e si ritrovò lei stessa tra le braccia del templare, così vicina alle sue labbra, quelle mani sul suo corpo così reali e salde.

-Assaggiando le tue labbra scorderebbe le torture, saprebbe di non dover temere più i propri sogni perché la realtà è molto meglio. Cercherebbe solo l
a tua bocca e non cadrebbe nell'inganno del demone del desiderio, lo avresti soltanto per te, come potrebbe mai desiderare altro quando sei il meglio che possa trovare? Non hai bisogno di me per averne la conferma.-

Guardava rapita quelle labbra, gli occhi scivolavano sull'armatura da templare, senza mancare di indugiare su quella leggera barba che aveva, che sensazione avrebbe provato nel sentirla contro la propria pelle?

-Qual'è il tuo punto, Topo?-

Sentì il demone ancor più vicino per poi intravvederlo con la coda dell'occhio,
il sorriso sulle labbra.

-Ti ammiro, lo sai, sei semplicemente deliziosa ed invitante, la tua conoscenza e la consapevolezza che hai di essa, vederti infelice nuoce a me come a te, il problema è che ciò che brami ha assaporato qualcosa che questo mondo non possiede, l'incarnazione del desiderio concentra in sé ogni genere di piacere del resto, temo
che stavolta tu abbia realmente bisogno di me se ciò che vuoi è liberare il tuo cavaliere dall'armatura scintillante. Io posso spezzare la morsa invisibile che lo attanaglia e allontanare il demone da lui, chi meglio di me del resto può sapere come funzionaneo queste cose?-

-Pensi di potermi
soggiogare alla tua volontà con una promessa che non manterrai?-

-Indubbiamente no, ti ho scelta per un motivo, tu puoi controllarmi, puoi piegarmi al tuo volere e farmi fare ciò che vuoi senza quelle che consideri spiacevoli conseguenze, sei perfettamente consapevole che se voglio posso trovare un modo diverso, non è così?
Sei più forte degli altri, più furba, non potrei mai piegarti. E' la tua superiorità a tentarmi. Non parliamo di noi adesso, parliamo di lui piuttosto. Guardalo ora, tu puoi averlo.-

Ashra si ritrovò quasi a sussultare schiudendo le labbra nel sentire l'abbraccio del templare farsi più consistente, intimo in un certo senso, per la prima volta nella sua vita si ritrovava a litigare con le proprie reazioni corporee, sentendo i brividi ripercorrerle la schiena e le guance pizzicare.
Forse avrebbe perfino potuto baciarlo a quel punto, travolta dall'eccitazione di quella situazione, disperata per via della realtà, bisognosa anche di una piccola carezza.
Un bacio che avrebbe potuto fare? Non stava stringendo un patto con il demone né tanto meno il demone la stava ora cedendo ad un altro, avrebbe dovuto semplicemente trattenersi dopo, null'altro.
Un assaggio, proprio come lui le aveva suggerito, sapeva quando fermarsi dopotutto e...
Oh ci era quasi riuscito, il suo sguardo risalì lungo il viso del templare solo ed esclusivamente per sondare degli occhi vitrei, terribili, portatori di vuoto.
La maga sorrise ponendo le mani sul petto del templare.

-Sbagli a starmi attorno, e sì, avresti dovuto lasciarmi ad un demone dell'ira, forse ad uno del desiderio
a questo punto, sono soltanto una sciocca, non sono degna del tuo interesse caro Topo.-

Una pausa, un respiro profondo, il capo che si chinava lasciando che le morbide ciocche castane le ricadessero sul viso, un attimo e subito si riprese.
Risollevò lo sguardo con determinazione, trovando la forza di fare quello che fino a quel momento non era riuscita a fare, solo
poche parole fuoriuscirono dalle sue labbra poco prima che il suo piano si compisse.

-Mi dispiace.-

Colpì il templare con tutta la propria forza e con tutto ciò che poteva, nocche, magia, ginocchia, ogni cosa,
e l'essere che fino a quel momento aveva agito come esatta copia dell'uomo ora si esprimeva in versi innaturali, digrignando i denti, cercando di svincolarsi dalla forma che aveva assunto per poter reagire ai suoi attacchi e doveva fare in fretta Amell, oh se doveva fare in fretta o non sarebbe mai riuscita nel proprio intento.
Uno sbuffo annoiato le giunse alle orecchie, non certo proveniente da chi la combatteva quanto piuttosto dal suo mandante che subito si espresse con voce inumana, demoniaca.

-Basta così.-

Il demone della Superbia ancora una volta agì in suo favore come un tempo aveva fatt
o nel tentativo di abbindolarla, dando il colpo di grazia a quello stesso spirito che era stato al suo servizio, concedendole il tempo di respirare, recuperare le energie e fissare gli occhi azzurri su di lui senza però proferire parola alcuna.
L'altro le sorrise, riprendendo la propria vera mostruosa forma.

-Verrà un momento in cui cederai, oh se verrà, ed io sarò qui ad attenderti.-

Scossa, sudata ma ancora padrona del proprio corpo il Custode Grigio si mise a sedere lasciandosi investire dal buio che regnava nella tenda divisa con Surana e Wynne.
Le ci volle del tempo prima di poter riuscire a riprendere fiato nella maniera più cauta e silenziosa possibile, non volendo ricevere domande da parte delle due donne, ritrovandosi a pensare che forse, il modo migliore per scacciare via le orrende sensazioni che ancora la rendevano agitata, fosse
quello di uscire e fare due passi.
Probabilmente Mahariel era di guardia in quel momento, intenta a studiare il mabari, o magari ad insegnare a Daeron quel che c'era da sapere sugli Elvhen, cosa che al mattino avrebbe ribadito per Surana.
Il sol pensiero la portò a volgere lentamente lo sguardo verso l'amica, che sembrava essersi fatta più vicina nel corso della notte, una cosa che riuscì a sollevarla e al contempo far tremare incredibilmente.
Quante volte si era detta disposta ad ascoltare le sue paure?

Proprio come lui. Proprio come Cullen.

Forse avrebbe dovuto parlarle, almeno di questo, per provare insomma.

-Lo hai sognato, non è così?-

La voce dell'altra seppur flebile ebbe il potere di farla sussultare e quelle parole poi... sentì gli occhi pizzicarle, il cuore le doleva ma non aveva parole, non sarebbe mai riuscita a spiegarle cosa
era avvenuto, cosa fosse successo.
Tornò a sdraiarsi senza dire niente, semplicemente lottando contro quel bisogno di esplodere o di far esplodere qualcosa per compensazione.


-
Ti ho sentita chiamare il suo nome Ashra, puoi dirmi tutto, lo sai.-

Era semplicemente troppo eppure sapeva bene di doverlo fare, sapeva bene di doverlo dire. Le parole avevano un certo potere e forse per una volta avrebbero potuto aiutarla.

-Non parlarmi più di quel templare, siamo Custodi Grigi ora, non torneremo nel Circolo quando tutto questo sarà finito, non lo rivedremo e non c'è mai stato niente tra me e lui, tu questo lo sai, e mai ci sarà. -

Le diede immediatamente le spalle
, il cuore trafitto e le lacrime silenziose che lentamente le prosciugavano l'anima, realizzando per la prima volta in vita sua quanto doloroso potesse essere fare “la cosa giusta”.




   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: Inglorious