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Autore: Gomizzle    09/05/2015    4 recensioni
Due normalissimi ragazzi,Justin Bieber e Selena Gomez si ritrovano ad affrontare l'ultimo anno di superiori.
Quest'ultimo sarà pieno di emozioni,amore,amicizia,felicità,tristezza,debolezze e problemi adolescenziali.
Come si comporteranno i ragazzi in questa situazione?!
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Selena Gomez, Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*dopo due giorni*


SELENA'S POV

Come ogni mattina suonò la sveglia, alle sette in punto. Mi alzai senza fare storie-strano ma vero-per poi dirigermi subito in bagno. Aprii l'acqua e la feci scorrere un po', aspettai che diventasse gelida per sciacquarmi il viso perchè amavo quel brivido di freddo che mi procurava e poi l'acqua fredda fa bene alla circolazione.
Mi guardai allo specchio e pensai alla mail di risposta che mi aveva inviato mio padre, aveva scritto delle cose bellissime, mi commossi quando le lessi, ma la cosa che mi fece più felice fu leggere questo piccolo incoraggiamento: "credi sempre nei tuoi sogni, fidati di te stessa e del tuo cuore. Ama con tutta te stessa, soffri, piangi e sfogati. Verrai ripagata, ne son sicuro, ricorda che le vittorie cancellano tutto il dolore che hai avuto in precedenza.".
Al solo pensiero sorrisi, mi persi un po' fra i ricordi, poi quando notai la mia faccia impresentabile accelerai e cominciai a truccarmi. Sistemai in fine i capelli e mi lavai i denti. 
Avevo un po' di mal di stomaco quella mattina, probabilmente mi aveva dato fastidio qualcosa che avevo mangiato il giorno precedente, così non feci colazione. Per andare a scuola dovevo aspettare Kylie che mi disse che sarebbe venuta lei a prendermi, erano le sette e venti, avevo ancora un po' di tempo da dedicare ai miei frastagliati pensieri.
Mi rimisi sul letto a fissare il paesaggio fuori dalla mia finestra, c'era il sole ed era un bella giornata, si sentivano gli uccellini cantare e quando spostai l'attenzione sul dondolo in giardino mi ritornò alla mente un bellissimo pomeriggio passato con Justin. Eravamo lì seduti, parlavamo di tatuaggi e della mia famiglia, fu lì che cominciai a capire di provare, davvero, qualcosa di serio per lui. Quel pomeriggio passò il suo indice sulla 'S' del mio braccialetto e presa dai ricordi lo rifeci anche io. Sentii un brivido sulla schiena, un sorrisetto si espanse sul mio viso e... il campanello stridulo rovinò l'atmosfera.
"ARRIVO" urlai.
Presi velocemente la borsa e mi diressi verso la porta, aprii e c'era Kylie che molto entusiasta mi salutò.
"Ciao tesoro" disse dirigendosi verso la macchina;
"Ciao" risposi con ancora il sorriso sul viso;
"Come mai sorridente?" chiese mettendo in moto l'auto;
"Niente, oggi è una bella giornata. Non trovi?" risposi abbassando il finestrino;
"Si, hai ragione." disse sorridendo, ma guardandomi un po' perplessa;
"Ho un po' di mal di stomaco, vedi di andar piano se no ti imbratto l'auto" dissi ridendo mantenendo lo sguardo fisso sulla strada;
"Selena sei troppo di buon umore stamane." disse a sua volta ridendo;
"Non posso essere felice?" risposi ridendo, però dovevo ammettere che neanche io riuscivo a capacitarmene.
Tralasciammo, comunque, il discorso e aprimmo una parentesi, ovvero il compito per letteratura. Dovevamo scrivere un tema sulla felicità, non sapevo bene cosa scriverci, insomma avevo molte idee per la testa ma non sapevo come descriverle, ho sempre pensato che i sentimenti, a parole, non si possano manifestare. Kylie invece ha sempre avuto le idee chiare e non ha mai avuto problemi a descrivere ciò che prova, anche per questo l'ammiravo molto.
Passammo tutto il viaggio a parlare di ciò, nel discorso aggiungemmo anche qualche presa in giro alla prof o a qualche nostro compagno. Insomma non ci annoiammo.
Arrivammo, poi, a scuola e visto che eravamo in ritardo ci dirigemmo subito nelle rispettive aule, mentre ero nel corridoio vidi Justin appoggiato al muro, con gli occhi chiusi, che ascoltava la musica. Mi fermai e mi morsi il labbro e lui con ottimo tempismo aprii gli occhi in quell'istante. Diventai rossa come un pomodoro, lo potevo sentire, le mie guance andavano a fuoco, volevo sparire.
"Hei Gomez" disse accennando un sorriso pieno di malizia;
"C-c-ciao Bieber" risposi lasciando il mio labbro inferiore quasi sanguinante;
"Che ci fai qui?" chiese;
"Sai oggi non avevo nulla da fare allora per passare il tempo ho deciso di venire a scuola." risposi ironicamente, acquisendo sicurezza;
"Mh mi sembra buona come risposta. Bhè allora andiamo in classe." disse fasciandomi le spalle con il suo braccio. Rimasi impietrita, ma mi piaceva stare abbracciata a lui così dopo una risatina isterica cercai di rimanere tranquilla.
Entrammo in classe con dieci minuti di ritardo, il prof per punizione ci interrogò. Io ero ancora 'abbracciata' a Justin e mentre il prof introduceva l'interrogazione alcuni nostri compagni cominciarono a fare commenti del tipo:
"Bieber il cuore di ghiaccio innamorato della Gomez la lunatica." oppure "Che bella coppia." o "I pezzi di ghiaccio stanno insieme, wow." e per finire "Adesso arriva Stephenie Meyer e scriverà una nuova saga ispirata a questa nuova coppia di vampiri.", insomma tutti quanti ci calcolavano come i freddi della classe. Effettivamente eravamo molto indifferenti a tutto e sempre scazzati con le persone che non ci stavano simpatiche e Justin, poi, incuteva timore perfino a me. Non rispondemmo a queste 'battute', si girò solo Justin che con uno sguardo pietrificò tutti. Ecco in quell'istante gli sarei voluta saltare addosso, amavo l'aria da tenebroso che aveva.
Il professore tuttavia non commentò, ci disse solo di staccarci e ci fece varie domande riguardanti le corde vocali, la gola in generale, il diaframma e la laringe. Fortunatamente erano argomenti vecchi e qualche cosina ce la ricordavamo, così riuscimmo a prendere un bell'otto, uno dei primi otto in tutta la mia vita. Quella giornata era iniziata davvero bene e si stava sviluppando altrettanto.
"Dopo questo otto posso anche non studiare più" disse Justin, tranquillo, mettendosi seduto al suo banco;
"Dopo questo otto posso anche non venire più a scuola" dissi io a mia volta cercando di imitarlo;
"Mi prendi in giro?" chiese cercando di fare io serio;
"No. Come potrei prendere in giro te, Justin Bieber. E poi io chi sono per farlo?! Insomma sono solo Selena Gomez." risposi con la risatina sotto i baffi;
"Gomez non prenderti gioco di me." disse con il sorrisetto malizioso, stavo per sciogliermi. Mi sentivo così bene e avere una conversazione così stupida con lui mi rendeva ancora più gioiosa. 
Anche il prof, con ottimo tempismo, ci sgridò. Justin mi guardò e sempre con il sorriso sotto i baffi mi disse di stare in silenzio, io lo guardai e sorrisi, poi poggiai il viso sul banco e fissai il pavimento. Mi era presa una forte fitta allo stomaco, avevo la nausea e mi girava la testa. Tutto da un momento all'altro, non sapevo cosa mi stesse succedendo e Justin notò la mia ansia. Si alzò dal banco e mi venne vicino. Avevo dei forti crampi e non riuscivo a muovermi, glielo dissi e ad occhi serrati cercai di combattere contro il dolore.
Di solito mi prendevano questi 'malanni' ma mai così all'improvviso.
"Prof Selena si sente male, posso accompagnarla fuori." chiese Justin prendendomi per un polso, le sue mani grandi e fredde mi fecero scorrere un brivido di sollievo dietro la schiena. Mi sentivo in imbarazzo, non mi piaceva stare al centro dell'attenzione, ma in quell'istante avevo altro a cui pensare.
Il prof gli diede il permesso di accompagnarmi fuori, ma non riuscivo ad alzarmi così, Justin, mi prese in braccio. Ero ferma e rigida come una roccia. Ero fra le sue braccia, il respiro già affannato si affaticò ancora di più, i giramenti di testa mi si alleviarono, il suo profumo dolce e delicato mi trascinava in un universo parallelo, mi aiutò in oltre a non pensare al dolore e far si che si alleviasse. Justin era come il mio antidoto. 
Arrivati davanti ai bagni mi mise vicino al muro, per terra. Entrò in bagno e si sciacquò le mani per poi passarmele sui polsi e sulla fronte. Era lì seduto vicino a me che mi fissava dritto dritto negli occhi, era agitato tanto quanto me, le sue iridi erano diventate di un color caramello tendente al rosso, erano così luminosi che mi abbagliavano. 
Avevo le gambe pressate contro la pancia, ero seduta sul pavimento ed ero lì spaesata, un po' accecata da Justin un po' stritolata dal dolore. Non riuscivo a riprendermi e le fitte si facevano sempre più forti, lanciai un piccolo gridolino e subito dopo una mano afferrò il mio polso. Mi prese delicatamente in braccio, io chiusi gli occhi e poggiai la testa al suo petto, potevo sentire il suo battito leggermente accelerato e il respiro affannato. Questo mi fece capire che a me ci teneva e anche tanto. 
Mi concentrai sul rumore del suo cuore, dopo di che non sentii più nulla. Il vuoto più totale.
***
"Selena, svegliati." sussurrò una voce toccandomi delicatamente la fronte.
Avevo gli occhi socchiusi e non riuscivo a mettere a fuoco il viso di questa persona. Notai i suoi capelli folti e disordinati, biondi e lucidi, sembravano fili d'oro, i suoi occhi grandi, le sue labbra ben definite, non riuscivo a vederlo bene, ma mi bastò sentire il profumo della sua mano, che aveva ancora sulla mia fronte, per farmi capire chi era. Era lui, Justin. 
Non riuscivo a collegare, ero spaesata e avevo perso la concezione del tempo.
"Justin..." dissi cercando di prendere la sua mano "Dove sono?" chiesi per poi continuare "Da quanto tempo siamo qui?". Mi ricordai solo i lancinanti dolori alla pancia e il cuore di Justin battere, poi il resto era tutto svanito;
"Siamo nell'infermeria della scuola, siamo qui da un'ora, non è tanto." chiese stringendomi la mano;
"Mmh. Grazie, comunque." risposi ancora con gli occhi socchiusi, potevo sentire la sua mano fredda fasciare la mia, era una sensazione indescrivibile, sarei potuta stare lì per ore, giorni, mesi e anni...
"Figurati, piccola." disse a sua volta poggiando l'altra mano sulla mia gamba fasciata dai miei skinny neri. Ci misi qualche istante per realizzare che mi aveva chiamato 'piccola', quando realizzai sbarrai gli occhi e strinsi fortissimo la sua mano, sorrisi e cercai di abbracciarlo. Inizialmente rimase perplesso poi non disse nulla e ricambiò l'abbraccio.
Mi aveva chiamata piccola. MI AVEVA CHIAMATA PICCOLA! Ero euforica, ma ovviamente cercai di contenermi.
Quando arrivò l'infermiera mi disse che potevamo tornare a lezione e lui da gentiluomo si offrì per accompagnarmi in classe. Questa volta mi mise un braccio in torno alla vita e sull'altra spalla prese la mia borsa che, mentre 'dormivo', era andato a prendere in classe. Ero felicissima e mi sentivo bene, per me era come se non fosse successo nulla. Ero ancora un po' scombussolata, ma durante il cammino verso la classe non feci altro che fissare il suo viso così serio e cupo. Aveva la mascella contratta e gli occhi ben puntati verso la fine dei corridoi, pensavo fosse arrabbiato, così cercai di staccarmi dalla sua presa, ma per mia sorpresa mi strinse ancora più forte.
Rimasi basita e non sapevo cosa pensare...
*durante il pranzo*
"Come stai Gomez?" mi saltò addosso Michael durante l'ora di pranzo;
"Bene." risposi guardando Justin mangiare;
"Che mangi?" chiese sempre sorridente;
"Non so..." risposi continuando a fissare Justin, era così perfetto;
"Dai offro io." rispose Mickey a sua volta;
"Non farle mangiare niente di pesante o che comunque possa farle male." disse con la sua voce roca e profonda, ebbene si Justin si stava preoccupando per me. Mi morsi il labbro, come al mio solito, e abbassai lo sguardo, lui lo notò e con la coda dell'occhio lo vidi sorridere. Era così bello e dolce che mi ispirava tante coccole e devo ammettere che mi ispirava tante altro cose...
"Va bene Justin, agli ordini." rispose Michael all'inizio perplesso.
Quando Michael si alzò arrivarono Ryan, Kylie, Kendall e il resto della 'gang'.
"Allora, biglietti presi!" annunciò Luke mettendosi vicino a me.
Quando pronunciò quella frase mi tornarono in mente tutti i miei pensieri strani e illusionistici che mi ero fatta i giorni precedenti. 
"DAVVERO?" Mi alzai entusiasta;
"Davvero" rispose Luke sorridendo;
"Luke non posso crederci!" dissi abbracciandolo. Ero felicissima, ora mancava solo il countdown e aspettare.
Mentre aspettavamo da mangiare cominciammo ad organizzarci per andare al concerto. 
"Potremmo andare separati e vederci davanti l'arena" propose Luke; 
"Potremmo invece andare tutti insieme" propose Ryan;
"Venite a casa nostra e poi da lì andiamo tutti insieme" aggiunse Kendall guardando Kylie che stava fissando Ryan;
"Per me è un'ottima idea." aggiunse Justin;
"Per me va bene tutto. Basta che andiamo." risposi sorridendo, sembravo una bimba innocente e ingenua;
"Allora ci vediamo tutti a casa delle Jenner. Okay? Okay." concluse Luke.
Nel frattempo arrivò Michael con il mio vassoio, dentro c'erano delle patate lesse e un'insalata di pollo. Guardai quel piatto triste e feci una smorfia di disgusto, poi d'un tratto Justin si alzò e venne vicino a me.
"Dai che è buono" commentò scoppiando a ridere;
"Non scherzare su queste cose" risposi a muso lungo. Ero davvero triste, non volevo mangiare quella roba;
"Allora se non mangi quello, non mangi nulla." rispose ridacchiando;
"Non prenderti gioco di me." risposi secca;
"Dai Selena, mangia quel coso." disse a sua volta sorridendo. Io rimasi ferma a fissare i suoi occhi, le sue iridi così brillanti mi convinsero.
Presi una forchetta e infilzai qualche ciuffo d'insalata, chiusi gli occhi e diressi la forchetta verso la mia bocca, sentii un'odore strano e così, con l'altra mano, mi chiusi il naso. Avevo il volta stomaco, così feci due bocconi e poi rinunciai.
Quando gettai la forchetta sul tavolo tutti risero e Justin stava per morire, ridevano così tanto che mi sentii stupida.
Mi alzai dal tavolo e facendo la finta offesa presi i soldi per ridarli a Michael visto che glieli avevo fatti sprecare, a quel mio gesto Justin smise di ridere e fece un'espressione a me molto familiare: sembrava mio padre quando facevo qualcosa che lo rendeva fiero di me. Lo guardai e sorrisi, poi richiusi la borsa e dopo aver salutato tutti m'incamminai insieme a Kylie verso l'aula di Letteratura.
***
"Ora leggiamo qualche tema sulla felicità" disse la prof facendo avanti e indietro davanti la cattedra. Stavo pregando Dio che non mi chiedesse di leggere il mio, in classe c'era Justin e molti riferimenti erano stati fatti a lui, cioè su tre pagine due erano dedicate solo ed esclusivamente a lui, se lo avessi letto avrebbe sicuramente capito.
"Leggiamone circa una decina, visto che abbiamo tempo." continuò la prof, avevo l'ansia e non sapevo come calmarmi.
Iniziò una mia compagna di classe, la secchiona della classe che scrisse cose del tipo 'leggere un libro' o 'ascoltare Mozart', continuò poi l'incapace, seguito dalla 'vip'.
Ne sentii di tutti i colori, quei ragazzi erano robot. Non sapevano cosa fosse la felicità, o almeno io non condividevo il loro concetto di 'essere felici'. Per loro era fare shopping o vincere una partita di calcio, per me era ben altro! La cosa che mi meravigliò di più è che lì dentro venivo calcolata io la ragazza 'di ghiaccio che non sorride mai'. Queste cose mi facevano incazzare e come.
Tralasciando ciò...
Pregavo, pregavo e pregavo. Non volevo essere chiamata, però ero curiosa di sentire il tema di Justin. Probabilmente tutti avrebbero capito chi era il vero Justin, che aveva un cuore e che anche lui aveva una vita felice e serena... e poi io avrei capito ciò che per lui significasse essere felici.
Mi passai le mani fra i capelli e sospirai.
Non volevo più ascoltare quella gentaccia parlare di cazzate che loro definivano 'felicità'. Suonò finalmente la campanella e deglutii rumorosamente a mia volta, la professoressa interruppe le letture e prese il libro per spiegare. Tirai un sospiro di sollievo e mi girai verso Kylie che sghignazzava, lei sapeva cosa stavo passando in quel momento.
Mentre cercavo il libro nella borsa sentii il mio telefono vibrare, mi era arrivato un messaggio. Non so perchè ma pensai subito a Zedd, ma con mia sorpresa era Justin:
-"non posso dirtelo a voce perchè se no la vecchiaccia ci punisce, ma dopo la scuola ti posso portare in un posto diciamo segreto?"- lessi il messaggio e sorrisi, mi voltai verso Kylie, mi morsi il labbro e fissai Justin che con i suoi occhioni sembrava m'implorasse.
Non risposi con un messaggio, è bastato guardarlo per fargli capire che la risposta era, ovviamente, si.
Passai così tutte le ultime ore con un nodo in gola dovuto all'ansia eppure ero felicissima. Volevo passare del tempo con Justin, avremmo parlato, parlato e parlato. Sentivo il bisogno di dirgli ciò che avevo passato l'ultimo periodo e sentivo il bisogno di capire cosa era successo nel suo ultimo periodo. Ero nervosissima. Ora che Hailey se ne era andata però potevo stare più tranquilla, insomma Justin le dava molte attenzioni e devo dire che mi sentivo molto inferiore a lei. Ora invece che era a Parigi e che il rapporto fra me e Justin era tornato come quello di prima, ero più serena.
Restava il fatto che la curiosità e la fretta di sapere mi si stavano mangiando.
In oltre ero estasiata per la notizia dei biglietti, ero piena di gioia. Non riuscivo a controllarmi e sorridevo come non mai, cosa che non mi succedeva spesso.
***
"Luke, i soldi per i biglietti potresti passare a prenderli questa sera a casa mia?" gli dissi appoggiata all'albero che era vicino il cancello d'uscita dell'accademia;
"Ti mando un messaggio quando sto per arrivare" rispose uscendo insieme a Michael e Kendall;
"Perfetto" non feci in tempo a salutarli che mi corse in contro Shay;
"Hei Selena" disse abbracciandomi;
"Ciao" risposi ricambiando;
"Senti, ho parlato con Taylor, ovviamente ho girato un po' intorno al discorso, ma in poche parole le ho chiesto se fosse interessata al prof o se avesse qualcosa in 'sospeso' con lui, ma niente, ovviamente ha negato tutto." mi annunciò ancora con il fiatone dovuto alla corsa;
"In questo momento non m'interessa. Se lei vuole dircelo ce lo dice, se no son fatti suoi. Negli anni ho imparato a farmi i cazzi miei e si, so che tu lo stai facendo per il suo bene ma le opzioni sono due, uno non è vero nulla e gli 'indizi' che hai raccolto fino ad ora sono solo coincidenze, compresa la foto del bacio, nel senso, potrebbe essere un'illusione ottica, due non vuole dircelo e noi non possiamo intrometterci nella sua vita. Sai che c'è? L'importante è che sia felice. Shay, vivi e lascia vivere, fidati è la cosa migliore." le risposi con tranquillità, forse in quelle parole c'era un po' di egoismo, ma a me non interessava della probabile relazione fra Taylor e il prof, insomma non erano problemi miei;
"Questo è il tuo pensiero, io voglio aiutarla. Insomma voglio almeno cercare di capire cosa sta succedendo. Siamo sue amiche, Selena. Se dovesse succedere qualcosa sarebbe la fine." rispose a sua volta giustificando le sua 'indagini';
"Ok, forse un po' hai ragione, ma non essere così tragica. Cosa può succedere di così tanto brutto? Comunque, scusami, ma al momento non posso stare dietro a questa cosa." risposi indifferente alla situazione, insomma Taylor ci aveva letteralmente abbandonate, non si era più fatta viva e ora io mi sarei dovuta preoccupare per lei? Lei per noi non ha mai fatto nulla, o insomma ha sempre fatto poco e io, con lei, farò lo stesso. Ero stata molto egoista, anche un po' cinica, ma pur troppo faceva parte del mio carattere. 
Un po' innervosita dal discorso trattato con Shay, mi accesi una sigaretta e nel momento esatto che feci il primo tiro arrivò Justin.
Mi prese per un polso, aveva uno sguardo freddo e la mascella contratta. Mi intimoriva, non riuscivo a capire se fosse arrabbiato o semplicemente pensieroso. Non dissi nulla ed evitai di incrociare il suo sguardo ghiacciato. 
Continuavo a fumare la mia sigaretta, poi d'un tratto si girò e fece un sorrisetto che all'apparenza sembrava quasi forzato e gentilmente mi disse di spegnerla se volevo salire in macchina.
Seguii ciò che mi aveva detto ed entrai nella sua auto.
Non so dove eravamo diretti, mentre lui cercava una stazione radio decente mandai un messaggio a mamma dove le dicevo che stavo andando a casa di Kylie, poi ne mandai uno a Ky per dirle di coprirmi. Non volevo dire a mia madre con chi stavo... non so, volevo tenerlo per me.
D'un tratto, dopo una sosta di silenzio imbarazzante, Justin, con lo sguardo fisso sulla strada, sorrise.
"Che hai da ridere?" chiesi fissandolo;
"Sono felice." rispose mantenendo il sorriso;
"Sai, a volte mi metti paura. Penso tu sia bipolare. Prima quando sei uscito da scuola avevi uno sguardo così freddo e duro..." gli confessai guardando fuori il finestrino;
"Anche tu sei bipolare, anche tu fai così. Inizialmente sorridi, poi i tuoi occhi diventano cupi e la tua pelle pallida s'impallidisce ancora di più. A volte mi sembri di pietra." disse a sua volta. Non risposi, ma rimasi a riflettere su ciò che mi aveva detto. Effettivamente, da questo punto di vista eravamo molto simili.

JUSTIN'S POV.

Durante il viaggio non parlammo molto, ci limitammo ad ascoltare un p0' di buona musica, come i Coldplay o i One Republic.
Arrivammo a destinazione dopo una quarantina di minuti. Erano le quattro e lei non sapeva dove fosse.
"Allora ti piace?" le chiesi indicandole con lo sguardo la distesa di prato che avevamo davanti gli occhi;
"E' bellissimo." rispose girovagando con lo sguardo fra gli alberi rosso fuoco che ci circondavano.
"Vieni qui" le dissi prendendole il polso in modo deciso. La portai sotto uno degli alberi più grandi, sotto c'era un piccolo materasso azzurro, le foglie rosse che ci circondavano e il canto degli uccelli che rendevano il tutto ancora più sereno e ... romantico.
"Non ti facevo così" disse lei spezzando il silenzio;
"Così come?" risposi sedendomi sul materasso che io e Ryan avevamo posto lì anni fa, ci venivamo sempre per stare soli e, o, per liberarci la mente;
"Così...così..." cercò di rispondermi non trovando le parole;
"Va bene, tralasciamo." la interruppi ridendo fissando la lunga distesa azzurra sopra le nostre teste;
"No, cioè, davvero, non ti facevo così" continuò imperterrita;
"Compra una vocale" dissi apparentemente serio;
"Ecco. Hai contratto la mascella e sei serio. Mi fai paura quando fai così." disse cambiando argomento, era seria e uno dei suoi boccoli clor cioccolato le scivolarono sulla spalla. Sembrava un bambolina, era così bella e ingenua;
"Ma non lo faccio  a posta." risposi in mia difesa, in realtà lo facevo a posta. Era un modo per trattenermi, un modo per bloccare la voglia di baciarla;
"Sei spaventoso" disse seria giocherellando con il fogliame attorno a noi;
"Sono spaventoso? Davvero? Bhè Gomez allora ora son cazzi tuoi." aggiunsi per poi prenderle i polsi e sdraiarla sul materasso. Mi stavo lasciando andare, ma ne avevo bisogno, le sue labbra erano come ossigeno per me, dovevo sfiorarle, dovevo assaporarle, ma avevo paura...
Non rispose, strizzò gli occhi e sorrise, insomma fece la solita espressione che si fa quando qualcuno fa finta di darci uno schiaffo;
"Non scherzare" disse ridendo, amavo la sua fottuta risata così fragorosa e pulita;
"Non sto scherzando." ero sopra di lei, accennai un sorriso e cominciai a farle il solletico.
Lei rideva e, sdraiata sul materasso, si dimenava. I suoi occhi erano così lucidi e le iridi così chiare e profonde. Le sue labbra così rosee e morbide alla sola vista m'ispiravano troppo...
"Bieber. Stai attento a ciò che fai." disse poi trattenendo la risata afferrandomi il viso fra le sue mani fredde e affusolate.
Ci fu un istante di silenzio, non so perchè ma la paura di baciarla era svanita. Potevo leggere nei suoi occhi che era calma, tranquilla, serena, che i suoi sorrisi erano sinceri, insomma era felice. Le nostre facce erano così vicine, talmente tanto vicine che potevo sentire il profumo della sua pelle candida.
Dovevo però restare fermo e concentrato così sorridendo mi alzai e mi misi seduto, lei fece lo stesso portandosi le gambe al petto e poggiando il mento sulle ginocchia.
"La nostra amicizia è molto speciale." dissi dopo un attimo di silenzio;
"Hai ragione. E' una delle cose più importanti della mia vita." aggiunse lei fissando il prato.
Io annuii semplicemente, aveva pienamente ragione, anche per me era una delle poche cose importanti, una delle poche cose che mi rendeva davvero felice. D'un tratto lei si voltò verso di me e mi chiese una cosa...mi sorprese, devo ammettere, ma prima o poi sapevo che il momento sarebbe arrivato.
"Justin, perchè durante quell'arco di tempo ti sei comportato in quel modo?" chiese, la domanda era un po' imprecisa e qualsiasi altra persona avrebbe potuto divagare facendo domande stupide del tipo 'quale arco di tempo?' oppure 'come mi sono comportato?', ma io sapevo di cosa stava parlando, lo sapevo perfettamente così dopo una frazione di silenzio e di gelo decisi di risponderle, come era giusto fare;
"Selena, so che sono stato un coglione. So che avvicinarmi ad Hailey è stata una gran cazzata, ma lei mi attirava, lei mi stregava eppure il mio cuore apparteneva già ad una persona. Bevevo, fumavo, non dormivo, non venivo a scuola... perchè pensavo fosse il modo migliore per non pensare e per estraniarmi dal mondo. Ho deluso tutti, ho deluso me stesso... tutti a scuola mi credono il fattone della situazione, il 'bad boy' come dicono le ragazzine, le affascino, ma io non sono così e tu lo sai. Ora ho capito il mio errore e non lo ripeterò più." le dissi guardandola dritto negli occhi;
"Sei un ragazzo d'oro. Sei profondo, intelligente e anche bello, hai molte qualità, ma le mostri solo alle persone a cui tieni. Con le persone che non conosci, a scuola, ovunque tu vada assumi un'aria indifferente e fredda, ma poi quando sei con i tuoi amici, con i tuoi famigliari sei un fuoco ardente. Il tuo sorriso fa invidia al mondo e sei dieci volte più bello quando sorridi o fai lo stupido, ma devo ammettere che amo anche il tuo lato freddo e tenebroso, insomma ti ammiro per questo. Il tuo unico difetto è che hai poca fiducia in te stesso, è stato questo che ti ha trascinato nel mondo dei tossico dipendenti." rispose passando l'indice sulle cuciture del materasso;
"Non ero un tossico dipendete." dissi sdrammatizzando;
"Sei un idiota" commentò annunciando un piccolo sorriso;
"Scherzi a parte, grazie per le parole che hai detto. Mi ritrovo molto nella descrizione che mi hai fatto, ma sai vero che anche tu sei così? Cioè sei così bella e solare, ma anche cupa e fredda...anche io ti ammiro molto per questo." aggiunsi serio, praticamente le stavo facendo una dichiarazione d'amore;
"A volte penso sia un gran svantaggio essere così e il mio egoismo mi fa paura, ma ho imparato a dare me stessa solo alle persone di cui mi fido ciecamente e poi mi fa piacere sapere che questa mia caratteristica, diciamo, ti affascina." disse a sua volta sorridendo;
"Comunque anche tu hai avuto un periodo 'no', vero? E non negare perchè ti si leggeva in faccia che non eri felice." aggiunsi guardandomi le punte dei piedi, ero serio, volevo davvero sapere cosa le era successo;
"Si è vero, anche io ho avuto un periodo no." rispose dopo un momento;
"Mi manca la mia famiglia al completo" continuò "poi mi mancava la mia felicità. Insomma non parlavo più con te, non ci guardavamo nemmeno in faccia e ciò faceva male. In quel periodo pensavo di aver perso tutto, pensavo che la mia vita sarebbe stata uno schifo. Avevo bisogno di amore. Avevo bisogno anche io di distrarmi e così mi sono affidata a una persona con la quale non mi trovavo bene..." rispose portandosi nuovamente le gambe al petto;
"Eravamo nella stessa situazione." commentai fissando il vuoto;
"Già." aggiunse lei, si poteva percepire un pizzico di angoscia nella sua voce;
"Ma ora è tutto finito." dissi cercando di addolcire l'atmosfera diventata ormai gelida;
"Hai ragione. Ora siamo tornati insieme...ora andremo al concerto...ora siamo felici." disse sorridendo;
"Ora mi manca solo un pezzo del puzzle per essere felice al completo" risposi voltandomi verso di lei;
"Si...un solo pezzo del puzzle." rispose come se sapesse di ciò che stavo parlando, insomma per me l'ultimo pezzo del puzzle era lei, così feci un respiro profondo sperando che il suo ultimo pezzo fossi io.  
***
"Sei un cretino" disse ridendo;
"Oh adesso mi dici che sono un cretino?" risposi correndole dietro;
"Tanto non puoi prendermi." rispose mettendosi dietro un albero, il sole stava tramontando dietro le colline e io e Selena eravamo ancora lì a giocare e a cazzeggiare;
"Se lo dici tu." le dissi avvicinandomi con cautela;
"Si, lo dico io." commentò;
"Convinta" aggiunsi fermo;
"Convintissima" rispose mettendosi una mano sullo stomaco, capii che dovevamo fermarmi, di solito quando faceva così era perchè non si sentiva bene.
"Dai Selena andiamo" dissi dopo un attimo di silenzio;
"Si forse è meglio." rispose afferrandomi un braccio;
"Non ti preoccupare, a quest'ora non c'è nessuno per strada, arriviamo  a casa in men che non si dica. Te lo prometto." le misi un braccio in torno alla vita e la portai verso l'auto;
"Come sei premuroso" disse ridacchiando entrando nell'auto.
Ero diretto a casa sua, durante il viaggio ascoltammo solo della musica, a basso volume. Lei era seduta sul sedile del passeggero con una mano che le ciondolava fuori il finestrino e con l'altra poggiata sullo stomaco. Non volevo farlo vedere, ma stava letteralmente lottando contro i crampi e la nausea.
Era pallida e i suoi capelli boccolosi, scompigliati dal vento, le incorniciavano quel bellissimo viso dolce e ingenuo. Arrivammo a casa in una ventina di minuti.
L'aiutai a scendere e con permesso entrai con lei.
"Bene, qualsiasi cosa chiamami." le dissi dandole un bacio sulla guancia;
"Grazie. Mi stupisci sempre di più." aggiunse seria, dandomi una pacca sulla spalla;
"Hei Gomez, sai come sono fatto. E poi... anche io ho un cuore." le risposi alzando un'estremità della bocca;
"Si...lo so" ammise scostandosi i capelli dal viso.
Uscii da quella casa confuso, ma le emozioni che in quel momento mi divoravano erano l'ansia, per via del concerto e la felicità, dovuta a Selena.


CIAO GIENTE!
Grazie per le 60 recensioni, per me sono tantissime! WOW.
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Il momento che tutte probabilmente state aspettando sta per arrivare eheheh
Scrivetemi tutto ciò che vi è piaciuto e che non vi è piaciuto.

*potrebbero esserci errori di battitura*
Detto questo, lasciate una recensione, se volete facciamo anche degli scambi eeeee alla prossima, bye. 

 
  
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