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Autore: Daughter_Of_The_Moon    09/05/2015    2 recensioni
È il giorno di San Valentino al campo e Leo ha avuto la splendida idea di organizzare una festa, con grande gioia delle figlie di Afrodite. Nico non è del tutto d'accordo, anzi, proprio per niente. Quasi quasi era meglio Gea.
[Solangelo]
Giuro sullo Stige che la storia non fa così schifo come sembra. Sono solo negata nell'introduzione.
Buona lettura!
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di feste e rating vari (~ course of a love...Solangelo) '
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Ratings:  Verdissimo.
Genere: Fluff, un filo introspettivo, ma solo se lo andate a cercare con la lente.
Pairing: SOLANGELO
Contesto: Dopo la sconfitta di Gea *-^  Buona lettura!




ODORE DI SOLE ED ERBA TAGLIATA

Happy Valentine's Day, Nico. 

 

 

Nico non amava festeggiare. Non gli piaceva il chiasso delle feste, né la costante compagnia dei vivi. E, sicuramente, non andava pazzo di simpatia per quel Leo Valdez, sempre con la battuta pronta e la voglia di divertirsi. Insomma, a chi piacerebbe stare in compagnia con uno che passa le sue giornate a parlare con un drago di bronzo-una testa di un drago di bronzo, per la precisione- e a scherzare?! Ma la cosa che Nico detestava più di lui era la sua immancabile voglia di festeggiare ogni singolo evento, dagli onomastici ai compleanni alle feste natalizie. Ci mancava poco che si mettesse a gioire ogni giorno, magari per un santo qualsiasi. 

Così, Leo Valdez, quando si era svegliato quel 14 febbraio, aveva gridato a tutti un “buon San Valentino!” e organizzato-con grande entusiasmo delle figlie di Afrodite-una festa, invitando tutto-TUTTO!-il campo, nessuno escluso, ad aiutare nell'organizzazione. Il figlio di Ade aveva liquidato gli altri con la scusa di aver già un impegno, così adesso era costretto a non farsi vedere in giro, cosa non facile con tutti quei semidei in circolazione, pazzi quanto Leo, dato che lo ascoltavano.

Ecco cosa pensava il nostro Nico mentre camminava per il bosco, cupo più che mai-il ragazzo eh, non il bosco. Quel posto era sempre scuro. 

«Una festa. Che scemenza...non aveva nient'altro da fare quell'idiota?» borbottò per l'ennesima volta Nico, e probabilmente qualche driade si era suicidata per non sentire più quella frase, anche se lui non percepì nessuna morte nei dintorni. 

Nico si pentiva di non essere andato negli Inferi, da suo padre, ma non aveva voglia di affrontare Demetra, che si lamentava costantemente di quanto fosse magro e pallido. E, soprattutto, cosa avrebbe detto al padre? 

Non mi piace festeggiare questo giorno, come gli altri, perché sono un depresso di prima categoria” ? 

Così quella sera avrebbe doveva subirsi una festa e fingere di essere felice, cosa che gli capitava sempre più difficile.

Come se prima non lo fosse stato, pensò in uno stato di apatia. 

Improvvisamente sentì un rumore, proveniente da alcuni alberi lì accanto. Subito estrasse la spada-ferro temprato dello Stige, in grado di chiamare e dominare morti-viventi! Roba che non si vede mica tutti i giorni(in realtà si, se sei un semidio amico o conoscente di Nico)-, pronto a fronteggiare un mostro, ma quando sentì una voce umana parlare, in preda al panico, si nascose dietro un cespuglio. Era da bambini, lo sapeva, ma non aveva voglia di incontrare nessuno, che sicuramente gli avrebbe ordinato di aiutare a preparare la festa. 

«Perché non hai voluto accettare? Era carina.» disse una voce, che somigliava a quella di Cecil.

«Te l'ho già detto.»

Il cuore di Nico saltò un battito. Aveva riconosciuto l'accento meridionale e anche il lieve odore di sole ed erba appena tagliata, che mandava in subbuglio lo stomaco del ragazzo. No, non per il maldipancia. 

La voce di Will proveniva da lì accanto, proprio sopra di lui. Istintivamente trattené il respiro per non essere scoperto. Cosa avrebbe detto, in quel caso? Sicuramente peggio di quanto avrebbe detto ad Ade, se in quel momento fosse stato da lui. 

Dal suo poco furbo nascondiglio sentì Cecil rispondere.

«Ah, già. Il tuo amore impossibile! Allora perché non...AHIO! Ma che ti ho fatto?»

Nico si diede mentalmente dello stupido. Alle prime parole del figlio di Ermes, aveva digrignato i denti, chiedendosi se nella sua vita precedente avesse infastidito in qualche modo Afrodite. Peccato che il rumore, aveva allarmato Will. 

«Shh! Ho sentito un rumore.» sussurrò lui, dando conferma ai sospetti del figlio di Ade.

«Rumore? Io non ho sentito nulla.»

«Ma io si, quindi taci!»

Cecil rispose con un borbottio che Nico non capì, troppo preso a pregare suo padre, sua nonna ed ogni santa divinità di fargliela passare liscia. 

Solo per una volta, supplicò in silenzio, sacrificherò un tacchino in vostro onore. E, se non vi piace il tacchino o preferite un dolce, ve lo cucinerò.

 

Più tardi, Nico si diede dell'idiota, ma era proprio disperato. Avrebbe preferito combattere contro qualche mostro che farsi scoprire dal ragazzo che gli piaceva in quella situazione. 

Già, perché ormai era chiaro che i suoi sentimenti per il biondino andavano oltre l'amicizia. Ogni volta che lo vedeva, che parlavano o che semplicemente si sfioravano Nico sentiva una scossa attraversarlo e mille farfalle scheletriche frullavano nel suo stomaco. Ed ora, veniva a scoprire che a Will piaceva qualcuno, sicuramente di sesso femminile. 

Intanto, Will e Cecil avevano teso le orecchie alla ricerca di un rumore particolare. Il figlio dell'oltretomba si morse le labbra, per evitare di respirare affannosamente o maledire-o pregare-gli dei. E poi accadde l'inevitabile: Will fischiò. 

Due parole sul fischio dei figli di Apollo(soprattutto Will): da evitare. Non scherzo, quando il ragazzo fischiava si rischiava seriamente di perdere l'udito. I gradi andavano da “sordità momentanea” “meglio svenire o faccio una brutta fine” e ancora “Amplifon: la sicurezza del comunicare meglio”. In quel caso, il fischio di Will stordì solamente Nico, che però cadde a terra, con un rumore sordo. Maledizione. Sentì un urlo, qualcuno correre verso di lui e poi silenzio. Gli unici rumori che si sentivano erano quelli osceni dei mostri che gironzolavano allegramente e il fruscio del vento tra i rami degli alberi. 

Una voce spezzò il silenzio:«Nico?»

Ecco, sono morto. Sono sopravvissuto a due grandi battaglie e finisco per venire ucciso da un paio di semidei 

Nico teneva gli occhi rigorosamente chiusi, quasi avesse paura di aprirli. Anzi, aveva proprio paura di aprirli. 

Ma che diamine gli era passato per la testa?! Si era nascosto dietro ad un cespuglio, nemmeno stesse giocando a nascondino. E, tra l'altro, era stato davvero stupido. Perché, invece di pregare ogni dio(e Dio), non aveva usato il viaggio nell'ombra? In poco tempo si sarebbe ritrovato da un'altra parte. 

Nico sentì la risatina di Cecil, che subito dopo disse:«Vi lascio da soli, credo che avrete un bel po' da parlare», poi, corse via il prima possibile. 

Io lo ammazzo!

«Io lo ammazzo!» disse Will, dando voce ai pensieri di Nico. Sorprendentemente, però, la voce del figlio di Apollo non era rabbiosa, né in qualche modo delusa. Piuttosto, sembrava divertita e leggermente in imbarazzo, cosa che Will non era mai. Fu proprio questo che spinse Nico a guardare la morte (alias Will Solace) in faccia. Aprì prima un occhio, poi l'altro. 

Si, Will era decisamente in imbarazzo. Il sorriso era splendente come al solito, e l'odore di erba era ancora più forte, ma un velo di rosso tingeva le guance del ragazzo, che evitava il suo sguardo. Nico doveva aver preso una botta davvero forte, perché si ritrovò a pensare che Solace, in quel momento, era davvero tenero. E Nico non diceva mai che qualcosa fosse tenera, né la pensava. Eppure, il figlio di Ade, se solo avesse avuto più coraggio, avrebbe baciato su due piedi, ora, l'altro ragazzo. 

Invece, dato che lui non era coraggioso, disse una scemenza, di quelle grosse. 

«Ehm...passeggiata nel bosco?», e, si, Nico doveva nominarsi Re delle cavolate, decisamente. La risata di Will confermò il tutto. 

E, mentre il maggiore gli tendeva la mano, un pensiero gli attraversò la mente: dopo tutto, se la giornata sarebbe proseguita così, figuracce a parte, San Valentino non sarebbe stato male. 

 

 

Angolo della scrittrice pazza: 

PRE-SLASH! (che entrata ad effetto, eh?)

questa è la mia prima pre-slash. So di aver già scritto delle slash, ma non mi convinco per niente, quindi la mia prima slash sarà la prossima! Vi avverto solo che sarà su Shadowhunter (per chi non lo conosca, vergogna!, leggetelo subito! Sono tanti libri ma fantastici), e avete già capito tutto!

Allora, sta roba la dovevo pubblicare per San Valentino, ma non mi era riuscita, quindi la pubblico ora. AMATEMI, E' FLUFF! Ve l'avevo promesso, no?

Non so voi, ma io amo Nico, e la Solangelo è stato amore dalla prima parola! Sicuramente scriverò altro su questi due, magari un continuo a questa shot! 

Ora mi levo di mezzo, lasciare una recensione non ha mai fatto male a nessunoByeBye!

   
 
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