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Autore: Lotus Flower    10/05/2015    5 recensioni
Il ragazzo voltò il capo, prima a destra e poi a sinistra. Niente, ancora niente, solo le fiamme e le macerie della sua amata scuola.
Che fosse...che fosse già troppo tardi?
No, non doveva arrendersi così facilmente. Inspirò a pieni polmoni e urlò...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiro Hamada, Professor Robert Callaghan/Yokai, Tadashi Hamada
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo voltò il capo, prima a destra e poi a sinistra. Niente, ancora niente, solo le fiamme e le macerie della sua amata scuola. Che fosse...che fosse già troppo tardi? No, non doveva arrendersi così facilmente. Inspirò a pieni polmoni e urlò... "Professor Callaghan! Professore!". Nulla. Nel frattempo l’aria si stava facendo sempre più irrespirabile e Tadashi Hamada faceva fatica a vedere oltre la coltre di fumo nero prodotte dal incendio. "Professor...coff coff...professore". Doveva trovarlo, doveva. Non aveva abbandonato Hiro per tornare a mani vuote. Già...Hiro. Il ragazzo si bloccò ,si mise una mano tra i capelli , non si accorse neanche che il suo cappello era rimasto là fuori, insieme a suo fratello, non se ne accorse perchè era perso nei suoi pensieri. "Che...che cosa ho fatto?" Che razza di fratello maggiore era? Abbandonare Hiro...la persona più importante della sua intera esistenza in quello che probabilmente era uno dei giorni più belli della sua vita "Qualcuno deve aiutarlo"gli aveva detto. Si qualcuno ma non lui! Che cosa credeva di fare lui? Un ragazzo di appena diciotto anni? Se ne sarebbero occupati la polizia, i vigili del fuoco o qualcun altro, ma non lui. "Volevi fare l’esibizionista" gli sussurrava una suadente vocetta nella sua testa. "Hai sempre sofferto di manie di protagonismo ricordi? Anche da bambino ti elevavi sempre una spanna al di sopra degli altri tuoi coetanei a causa della tua innata intelligenza. Hai sempre voluto che Hiro ti vedesse come una figura da cui prendere esempio...volevi che ti stimasse, volevi la stima di tutti. Anche il fatto di costruire Baymax...puro egocentrismo. Volevi che la gente ti ammirasse e volevi essere conosciuto in tutto il mondo per questa tua invenzione. Hai abbandonato tuo fratello per un semplice impulso di voler fare l’eroe. E ora? Non potrai più tornare da lui perchè è troppo tardi". Era vero, si Tadashi lo ammetteva. Era entrato dentro quella trappola infernale non solo per salvare il professore ma soprattutto per far vedere a Hiro quanto fosse coraggioso ed eroico. Era stato uno stupido. Mettere a repentaglio la sua vita per farsi bello agli occhi del fratellino. Ma su una cosa non concordava con la vocetta fastidiosa della sua testa. Non era troppo tardi. Poteva tornare da Hiro, tenerlo stretto tra le sue braccia, tranquilizzarlo e dirgli che non se ne sarebbe mai andato...che sarebbe sempre stato lì con lui. Si! Avrebbe fatto così. Tadashi si alzò il colletto della giacca per crecare di inalare il meno possibile quei fumi pestilenziali e si affrettò verso la porta che conduceva fuori dalla scuola. Quando a un certo punto il ragazzo andò a sbattere contro qualcosa che si rovesciò rivelandone il contenuto. Si era appena scontrato con i contenitori dei microbot creati dal fratello. Ripensò su quanto lavoro ci aveva impiegato Hiro a fabbricarli, riflettè . Quanto tempo ci sarebbe voluto a riprodurli senza avere almeno una basa da cui cominciare. Abbozzò un sorriso. "No! Non tornerò a mani vuote". Il giovane prese una manciata dei piccoli robot e vagò con lo sguardo alla ricerca del trasmettitore neurale che permetteva il controllo dei microbot. Proprio in quel momento tutti i piccoli oggettini che si trovavano sul palmo della sua mano ,tutti gli altri che si trovavano sul pavimento incadescente e anche quelli all’interno dei contenitori vennero come attirati da qualcosa lontano da lui. Il ragazzo ci impiegò un secondo per capire che ... "Qualcuno stà...stà usando il trasmettitore neurale". Tadashi si voltò di scatto e tossendo e strizzando gli occhi potè intravedere una figura di uomo a poci metri da lui che stava richiamando a sè i microbot. Quest’ultimi stavano man mano formando una specie di scudo attorno all’ uomo. "P...professore?" il giovane Hamada non riusciva a credere ai suoi occhi. Si avvicinò lentamente alla sfera formata da microbot. "Professore...è lei? Mi sente?". In quel mentre un piccolo varco si formò attravero la coltre di robot lasciando scoperti duo occhi di un blu intenso. "T...Tadashi? Che cosa diavolo ci fai qui?" "Io ero venuta a salvarla, ma a quanto pare..." Il ragazzo guardò con una smorfia di disgusto la bariera che lo divideva da Callaghan. "Non ne aveva alcun bisogno." "Ragazzo te ne devi andare, subito!" "Prima mi spieghi perchè. Perchè ha rubato l’invenzione di Hiro? O forse aveva intenzione di restituirgliela subito dopo essersi salvato?" alzò un sopracciglio con fare ironico. "Te lo spiegherò dopo, ti prego figliolo..." l’uomo allungò la mano oltre i microbot nel tentativo di afferrare il giovane. "Non osi toccarmi. Mi spieghi per quale motivo..." Tadashi c’è una bomba! C’è una bomba all’interno della scuola". "Co-cos..." "Tadashi! Tadashi!" sembrava incredibile quanta aria avesse nei polmoni quel ragazzino cosi gracile e minuto per poter urlare in quel modo disumano. "Mi dispiace ragazzo." un uomo vestito con un uniforme da vigile del fuoco si tolse il casco e poggiò una mano sulla spalla di Hiro. "Siamo arrivati troppo tardi".
   
 
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