Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: gemini    23/06/2003    3 recensioni
Tre ragazze decidono di partire per un viaggio, per capire meglio se stesse e cosa vogliono realmente dalla loro vita...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ON THE ROAD

 

CAPITOLO DUE: LA SCOPERTA

 

Tokyo, ore 10.30

La luce sta invadendo la stanza attraverso le persiane semichiuse.Cerco di evitarla stringendo gli occhi, ma mi rendo conto di essere ormai completamente sveglio.Istintivamente allungo una mano verso l’altra parte del letto, cercando Yayoi, ma con stupore mi rendo conto che non c’è.Mi sollevo sui gomiti. Niente, evidentemente si è già alzata.Strano però….di solito quando mi sveglio la trovo ancora di fianco a me che dorme…

Decido di alzarmi, probabilmente si starà facendo la doccia.Niente nemmeno in bagno.

Scendo di sotto, chiamando il suo nome, ma nessuno mi risponde.La casa sembra assolutamente deserta.Non capisco dove diavolo possa essersi andata a cacciare.

In cucina. Niente, vuota, con i piatti della cena di ieri sera ancora abbandonati nel lavello.

Non è da nessuna parte, e inizio a preoccuparmi. Com’è possibile che se ne sia andata così, senza dire niente?

Poi mi tranquillizzo.Probabilmente è in giardino.Ma no, non è nemmeno lì.Forse è uscita a comperare qualcosa, ma mi sembra strano.

Torno di sopra in camera da letto, per vedere se abbia portato via qualcosa con sé.Mi viene quasi un colpo quando mi accorgo che ha portato via tutte le sue cose.Non riesco a capire….

Mi siedo sul letto cercando di riflettere, e vedo qualcosa sul comodino che colpisce la mia attenzione.E’ una busta, e sopra c’è scritto il mio nome.Riconosco immediatamente la sua calligrafia.

La apro, il cuore mi batte fortissimo, come se avessi corso per una partita intera.Non riesco a capire….

 

Caro Jun,

rimarrai sicuramente sorpreso quando troverai questa lettera, e forse ti sentirai ferito, e ti giuro che mi dispiace.Non puoi immaginare come mi sento in questo momento.Forse sono solo un’egoista e una vigliacca ma….ho deciso di andarmene per un po’.Mi dispiace di non avertene parlato, e mi sento terribilmente in colpa per essere rimasta qui stanotte nonostante la decisione che avevo già preso. Credimi, non l’ho fatto per farti soffrire. L’ho fatto perché avevo bisogno di te, stanotte più che mai.

Vado via per qualche giorno con Sanae e Yoshiko.Non so dove andremo, mi farò viva io.Abbiamo bisogno di stare un po’ per conto nostro e riflettere.

Non so più chi sono, cosa voglio dalla vita.Mi sono trascinata finora in un’esistenza passiva, senza compiere una sola scelta autonoma, senza fare progetti per il futuro, senza chiedermi niente.Mi sono dedicata solamente a te, ma adesso dentro di me qualcosa si è spezzato.Ho bisogno di pensare un po’ anche a me stessa.

Non è assolutamente colpa tua.Sono io che non sono mai riuscita a parlarti dei miei problemi.Ho preteso di farmi carico di tutti i tuoi problemi e le tue sofferenze, di prendermi cura di te, ma non ti ho permesso di fare altrettanto. C’erano le tue esigenze prima di tutto, io venivo dopo.Per te, e soprattutto per me stessa.Mi sono annullata.E facendo così, è come se non ti avessi dato nulla di me.Hai amato un involucro, perché la persona dentro si è nascosta chissà dove e da chissà quanto tempo. E io voglio ritrovarla.Solo così potrò darti quello che meriti, e potrò finalmente ricevere quello che anch’io merito.

Non pretendo che capirai le mie motivazioni, nemmeno io capisco cosa mi sta succedendo.Buffo…sono la prima a non sapere cosa voglio e cosa cerco.Sono davvero una stupida, e una vigliacca.Forse non mi merito il tuo amore.

Solo una cosa ti prego di credere, e di non dimenticare mai: io ti amo.Non ho mai amato nessuno in vita mia quanto amo te, e non amerò mai nessuno in questo modo. Mai, mai più, qualunque cosa il destino possa riservarci.Vivo sempre con la paura di perderti, perché non saprei vivere senza di te.

E c’è dell’altro.Io per te sono diventata un’abitudine.Sai che potrai sempre contare su di me, che ci sarò in ogni momento e per qualsiasi necessità.Un giorno diventerò un peso per te. Sì, forse ora non te ne rendi conto, ma se continuerà così, se io continuerò ad essere la tua ombra senza personalità, alla fine ti stancherai.Vorrai avere al tuo fianco una donna diversa, più stimolante, più vera.Smetterai di amarmi, di desiderarmi, di volermi accanto a te a condividere la tua vita. E io ho paura, non voglio che venga questo momento, ne morirei.Devo trovare me stessa, per me e per te.

Spero che quando tornerò, sarò una persona nuova.E spero che amerai la nuova Yayoi quanto e più della vecchia.Il mio amore per te rimarrà immutato.

Ti prego, perdonami.

Con amore, Yayoi.

 

Sento il cuore stretto in una morsa.Continuo a leggere e rileggere la lettera, e stento ancora a credere a quello che c’è scritto.Se n’è andata…alla ricerca di se stessa….si sente annullata…

In tutti questi anni lei mi è sempre stata accanto, come un’ombra vigile e affettuosa.Si è sempre presa cura di me, nella buona e nella cattiva sorte. C’era nei momenti belli, e in quelli brutti.Mi ha dato forza, coraggio, appoggio incondizionato.Mi ha dato l’energia e la voglia di lottare, di vivere, anche nei momenti più bui e tristi.Sapevo di poter contare su di lei in qualunque momento, e per qualunque cosa.Sapevo che era sempre lì, al mio fianco, pronta ad ascoltarmi, ad aiutarmi, a gioire e soffrire con me. Un’ombra senza personalità….un’abitudine….

No, non ho mai pensato queste cose di lei.Anche se so che lei c’è sempre, non l’ho mai data per scontata.Ogni volta che ho un problema, e ne parlo con lei, provo una grandissima gioia nel vedere che lei è disponibile a sostenermi e starmi accanto.

Sono stato un cretino….

Avevo paura che prima o poi sarebbe stata lei a stancarsi di me. A stancarsi di essere la mia infermiera personale, a stancarsi di prendersi cura di me e di accollarsi i miei problemi, a stancarsi delle continue angosce che, io lo so bene, provava sempre per me, ogni volta che giocavo, che subivo un intervento, che dovevo fare degli esami medici.Temevo che prima o poi mi avrebbe sentito come un peso,e che avrebbe voluto liberarsi di me. E invece….invece lei pensava proprio il contrario…temeva che fossi io a stancarmi di lei,a sentirla come una palla al piede. A desiderare un’altra donna.

Se siamo arrivati entrambi a questo punto…vuol dire che qualcosa nel nostro rapporto non va.

Se solo le avessi parlato…le avessi rivelato le mie paure…i miei pensieri….Magari lei avrebbe fatto lo stesso,e ci saremmo chiariti,senza che dovesse andarsene.Ma dove,poi,dove maledizione?

E se alla fine,dopo aver riflettuto,decidesse di troncare?Sì,ha scritto che mi ama,e che il suo amore per me rimarrà immutato ma…ma forse….oh,maledizione!

Dice che non potrebbe vivere senza di me.Forse crede che io invece potrei cavarmela lo stesso senza di lei.Non c’è niente di più falso di questo.Senza di lei io non sarei più nulla,non riuscirei più a muovere un passo.E’ lei a darmi la forza,la voglia di vivere,di lottare,di andare avanti ogni giorno nonostante i problemi,i timori,le difficoltà.Lei è indispensabile per me,è la mia guida,il mio sostegno,è la mia amante,è la mia amica,è tutto.E’ il faro che mi guida attraverso la nebbia.

E’ l’unica donna che voglio e che potrei mai volere al mio fianco.E’ l’aria stessa che respiro.

Devo trovarla….devo trovarla assolutamente.Ma come,dannazione?

Dice che è andata via con Sanae e Yoshiko.Forse Tsubasa sa qualcosa….mmm,ne dubito,lui non è mai stato sveglio per queste cose.Forse potrei provare a chiamare Hikaru…

 

Furano,ore 10.40

Sono pronto per la mia solita corsetta mattutina.Mi serve per tenermi in allenamento,in attesa delle prossime partite.Poi passerò a salutare Yoshiko,ieri sera mi è sembrata un po’ depressa. A pensarci bene,è da quando è successo quel maledetto incidente che è strana,anche se si rifiuta di ammettere che c’è qualcosa che non va.Ma forse è normale,dopo quello che ha passato…Il suono del telefono mi distrae dai miei pensieri.Non c’è nessuno in casa,e quindi tocca a me rispondere.Rimango stupito nel sentire la voce di Misugi,decisamente sconvolto e alterato.

 

Conversazione telefonica

-Ehi,amico,cosa ti succede?Qualche problema?-

-Non dirmi che ancora non sai niente-

-Ma di cosa stai parlando?Ti senti male per caso?E’ successo qualcosa di grave?-

Ci fu una lunga pausa dall’altro capo del filo.

-Vuoi dirmi che Yoshiko non ti ha detto nulla?-

Matsuyama rimase spiazzato per un istante.Cosa c’entrava la ragazza adesso?

-Vuoi spiegarmi cosa è successo,e soprattutto,cosa c’entra Yoshiko?-

-Si tratta di Yayoi…stamattina ho trovato una lettera…se n’è andata…dice che ha bisogno di riflettere qualche giorno,di ritrovare se stessa…sono sconvolto,credimi-

-Accidenti,lo immagino…ma cosa c’entra Yoshiko?-

-C’ entra eccome,perché Yayoi ha scritto che è partita insieme a Yoshiko e Sanae-

-Cooooosa?-,esclamò Hikaru sbigottito.

-Ti assicuro che è la verità.Dice che hanno bisogno di riflettere da sole per qualche giorno-

-Ma è impossibile,te lo assicuro…ho parlato con Yoshiko ieri sera e non mi ha detto nulla-

-Cavolo,Yayoi ha dormito a casa mia e l’ho saputo solo stamattina,quando mi sono svegliato e anziché lei ho trovato quella lettera-,ribatté Jun.

-Ma è impossibile-,insistette il ragazzo ancora interdetto.

-Sembra assurdo anche a me…quindi non hai idea di dove possano essere andate?-

-No,assolutamente.Ma …io non posso crederci….-

-Senti,non hai notato niente di strano in Yoshiko negli ultimi giorni?-,indagò Misugi con circospezione.

-Se devo essere sincero,è da quando è successo l’incidente che si comporta in modo strano.Non saprei spiegarti….è sempre tesa,pensierosa,sfuggente,come se avesse qualcosa che la tormenta.Ma quando provo a chiederle qualcosa nega,dice che va tutto bene e si rifiuta di confidarsi-,ammise il ragazzo.

-Ma dove possono essere andate?-,ripeta Jun.

-Non ne ho la più pallida idea….senti,non può essere andata via così,deve avermi lasciato una lettera,un messaggio.Voglio provare ad andare a vedere a casa sua-,insistette Hikaru.

-Mi sembra un’ottima idea.Richiamami quando sai qualcosa,mi raccomando-

-Certo,certo-,disse l’amico,ancora incredulo.

-E senti…credi sia il caso di avvertire Tsubasa?-

Matsuyama rimase in silenzio per un attimo.-Credo di sì….magari Sanae gli ha detto qualcosa-.

-Ok.Allora adesso lo chiamo. -

 

Rimetto giù la cornetta.Devo sedermi,le gambe sembrano non voler più reggere il peso del mio corpo.Stento ancora a credere a quello che è successo,è come se tutto mi stesse crollando di nuovo addosso.Continuo a ripetere dentro di me che non è possibile,che è assurdo….che non può essere andata via così,senza dirmi nulla,senza confidarsi prima con me.Ma che razza di idiota sono?La mia ragazza sta male,è in crisi,e preferisce andarsene lontano,di nascosto,piuttosto che venire da me e raccontarmi i suoi problemi…vuol dire che proprio non sono stato in grado di conquistarmi la sua fiducia,di farmi sentire da lei come un sostegno.

Non ho capito un bel nulla….quando lei si è ripresa fisicamente,dopo quel dannato incidente,ho pensato che fosse tutto finito lì. Insomma,il peggio era passato,quel terribile incubo era finalmente finito,e pensavo che sarebbe tornato tutto come prima.Certo non ho tenuto in minimo conto quelle che potevano essere le conseguenze psicologiche.In fondo non ero stato io a vivere quella terribile esperienza,era stata lei.

Ho avuto una dannata paura di perderla per sempre,credo che sarei impazzito sicuramente se non si fosse più svegliata dal coma. A vederla così,inerme,su quel letto,sentivo il cuore stringersi in una morsa…avrei dato la mia vita per trovarmi lì,al suo posto.Ancora adesso,tutte le volte che ci ripenso,mi sembra di uscire di senno….se penso che a quest’ora….

Ma poi lei si è svegliata,ha parlato,si è ripresa,e nel mio immenso sollievo ho pensato che fosse tornato tutto a posto.Continuavo a ripetermi che era viva e stava bene come se fosse un ritornello,era salva e non c’era più niente di cui avere paura.Sarebbe tornato tutto perfetto,come era prima,come era da quando lei era finalmente ritornata da New York.Certo che,fin dall’inizio,non ne ho mai combinata una giusta con lei….Innanzitutto sono stato l’unico a non accorgermi dei suoi sentimenti,quando tutti quanti,a partire dai miei compagni di squadra della Furano,si erano perfettamente resi conto che lei era innamorata di me…e,ancora peggio,non mi ero reso conto nemmeno dei miei sentimenti,non avevo capito quanto la sua presenza fosse importante per me,quanto fosse forte e intenso l’affetto che sentivo nei suoi confronti.Mi ero svegliato solamente quando avevo letto quell’ “I love you” ricamato sulla mia fascetta…in quel momento è stato come se il velo che oscurava i miei occhi fosse caduto,e ho capito…ho capito che ero uno sciocco,e che se non mi sbrigavo a dirle quello che provavo l’avrei persa per sempre.Lei ha avuto molto più coraggio di me,in fondo.Vederla salire su quell’aereo che la portava così lontano da me è stato straziante,non avrei mai pensato di poter sentire così tanto la sua mancanza.In fondo,avevo considerato così ovvia,così scontata la sua silenziosa,quasi invisibile,presenza nella mia vita,che avevo dovuto perderla per rendermi conto di cosa significasse realmente. I suoi occhi erano sempre stati rivolti su di me,senza dirmi niente,senza chiedermi niente…e io non avevo idea di quanto contasse per me sapere che in ogni momento potevo voltarmi e trovarla lì,sorridente e dolce come sempre.Quando giocavo a calcio riuscivo un po’ meglio a sopportare il peso della sua assenza…anche se,a volte,dopo aver segnato un gol,rivolgevo il mio sguardo verso la panchina per vedere la gioia e l’esultanza dipinte sul suo volto,e poi mi accorgevo che lei non c’era,che non era lì accanto a me.

Dopo che è tornata,è stato tutto bellissimo.Ed io ero veramente convinto di essere riuscito a renderla felice,a darle quella stessa felicità che lei dava a me ogni giorno.Invece…invece non mi sono accorto che aveva dei problemi,non mi sono accorto del suo disagio,e lei ha preferito andarsene anziché confidarsi con me e chiedermi aiuto.Sono davvero un fallimento,non c’è che dire.Ora però è inutile starsene qui a rimuginare,e piangere sul latte versato.Devo sapere dove è andata.Forse ha lasciato detto qualcosa ai suoi genitori,o forse mi ha lasciato una lettera. Andrò subito a casa sua,e durante il tragitto chiamerò Tsubasa…sperando che magari Sanae gli abbia detto qualcosa.

 

Fujisawa,casa Ozora,ore 11.

Il telefono squillò insistentemente.Il piccolo Daichi si avvicinò all’apparecchio per rispondere,ma venne anticipato da sua madre,che sorridendogli dolcemente sollevò la cornetta,mentre il bambino,un po’ deluso,tornava a giocare con il suo pallone(ma allora è un vizio di famiglia!!).

-Pronto,qui casa Ozora-,disse la donna continuando a osservare il figlioletto che palleggiava con sorprendente abilità.

-Buongiorno signora,è in casa Tsubasa?-,domandò piuttosto ansiosamente Matsuyama dall’altra parte del filo.

-Mi dispiace,è andato al campo di calcio con Misaki e gli altri.E’ partito piuttosto presto stamattina-,rispose la signora.

-Capisco…-,fece il ragazzo deluso.

-Se mi lasci il tuo nome e il tuo numero ti farò richiamare appena torna-

-Non importa,signora,grazie comunque-,rispose Hikaru,e chiuse il telefono.

“Maledizione!”,pensò piuttosto alterato,”E ti pareva che quello stupido non era già andato al campo di calcio?Evidentemente ancora non sa nulla.Certo che non è mai stato molto sveglio per le cose che non riguardano il calcio,ma questa è una cosa seria accidenti!”.Poi si ricordò che poco tempo prima l’amico aveva acquistato un cellulare. Controllò nella rubrica,e infatti gli comparve subito il numero.Premette il tasto per effettuare la chiamata e attese.

 

Campo da calcio della Nankatsu,ore 11.

Oggi è una bellissima giornata,è caldo e il sole è alto nel cielo.La giornata ideale per una bella partita di pallone.(perché,se nevicasse cambierebbe qualcosa?).Stamattina mi sono svegliato prestissimo,non erano nemmeno le sette,e dopo la mia abituale corsetta mattutina ho deciso di andare a chiamare Misaki e gli altri per fare una partitella al campo.Taro era già in piedi,mentre gli altri li abbiamo praticamente buttati giù dal letto(poveri!),ma sono stati ben felici di venire con noi(seee,ci credi solo tu).Ishizaki si è un po’ lamentato come suo solito,ma si vedeva che non vedeva l’ora di tirare quattro calci al pallone.Alle otto circa eravamo già tutti al campo,e abbiamo iniziato subito a giocare.Mi sento in perfetta forma,e sono sicuro che quando tornerò in Brasile potrò far subito faville al campionato carioca.Non vedo l’ora di giocare nuovamente contro Carlos Santana,la finale del campionato mondiale è stata davvero emozionantissima!

Pensando al Brasile mi è venuta in mente Sanae.Non la sento ormai da un paio di giorni,spero solo che non si sia offesa per l’altra sera.Non è che non avessi voglia di uscire con lei e starcene un po’ in pace da soli,ma ormai erano alcuni giorni che avevamo progettato quella partita con la squadra di Nitta…presto io ripartirò per il Brasile,e anche Taro mi ha detto che andrà in un centro di riabilitazione per completare la fisioterapia.La sua gamba va già molto meglio,ma ovviamente sta ben attento a non sforzarla troppo,vuole riprendersi completamente per tornare nuovamente ai massimi livelli.Immagino quanto debba essere stata dura per lui starsene fuori per quasi tutto il campionato,senza sapere se avrebbe potuto giocare almeno la finale.Ma per fortuna è potuto scendere in campo,e con lui al mio fianco è davvero tutta un’altra cosa!Grazie a lui e Shingo so sempre di potermi esprimere ai massimi livelli.

Chissà come sta Shingo…se n’è tornato subito in Italia,e sono sicuro che nell’Inter sta facendo vedere di cosa è capace.Mi sento davvero fiero ed onorato di essere il suo idolo,e anche di essere stato io a fargli nascere la passione per il calcio.

Comunque,è stato bello tornare qui a casa,e poter giocare di nuovo con i miei vecchi compagni della Nankatsu,come non succedeva da tantissimo tempo.Mi rendo conto di essere stato talmente preso da aver trascurato un po’ Sanae…ma non penso che si possa essere arrabbiata per un motivo del genere,lei sa benissimo che il calcio per me è importantissimo,è la cosa che da un significato alla mia vita.Ma sa benissimo che anche lei è importantissima per me,che è l’unica ragazza a cui tengo e che desidero avere al mio fianco,e sicuramente non si sente in competizione con il pallone.Sono due cose diverse,per me,e altrettanto importanti(anche a questo ci credi solo tu).Non ne abbiamo ancora parlato,ma quando ripartirò per il Brasile mi piacerebbe che lei venisse con me.Immagino che si sia sentita molto sola durante la mia assenza,e anche a me è mancato il suo sostegno,il suo tifo scatenato…riesce sempre a rendermi sereno e a cancellare la tensione pre-partita.Sono sicuro che accetterà di venire con me.Probabilmente mi terrà il muso per qualche giorno per la faccenda dell’altra sera,ma faremo sicuramente la pace.Non riesce mai a rimanere arrabbiata con me a lungo. Anzi,magari stasera la chiamo e ce ne andiamo da qualche parte insieme,così mi faccio perdonare.

-Sei pensieroso,eh?-,sento improvvisamente la voce di Misaki dietro di me.Stiamo facendo una breve pausa,visto che Ishizaki si lamentava a gran voce di non poterne più.

-Pensavo a Sanae,sicuramente mi sta tenendo il muso per l’altra sera-.

-In effetti…non hai trascorso molto tempo con lei da quando sei tornato in città-,mi fa notare Taro con il suo solito sorriso.

-Beh,forse hai ragione…ma sai…-

-Quando vedi un pallone e un campo non capisci più niente!-,mi risponde,e scoppiamo entrambi a ridere.In quel momento sento una suoneria nota….è il mio cellulare.Probabilmente è proprio Sanae…visto,non riesce a tenermi a lungo il muso!

Ma appena prendo in mano l’apparecchio mi accorgo che non è affatto il numero di Sanae.Chi può essere?

-Pronto?-

-Ciao Tsubasa,sono Matsuyama-.

-Matsuyama,che sorpresa!-,rispondo allegramente,ma poi mi rendo conto che la sua voce è insolitamente seria.Che sia successo qualcosa di brutto?

-Senti,devo parlarti di una cosa molto importante.Hai un minuto?-

Deve essere proprio successo qualcosa.-Certo ,dimmi.E’ successo qualcosa di grave?-

-Diciamo di sì.Mi ha telefonato Misugi pochi minuti fa-

-Per caso ha avuto dei problemi di salute?-,domando ansiosamente.

-No,no lui sta benissimo.Si tratta di Yayoi-

-Le è accaduto qualcosa?-

-E’ sparita.Gli ha lasciato una lettera dove dice che parte per qualche giorno perché si sente in crisi e ha bisogno di ritrovare se stessa-,mi informa.

Rimango decisamente sorpreso.Conosco Yayoi da quando eravamo piccoli,e l’ho sempre considerata una ragazza tranquilla ed equilibrata.E’ sempre serena,sorridente,e lei e Misugi formano una bellissima coppia.Si vede subito quanto sono affiatati ed innamorati,e mi sembra veramente strano che lei se ne sia andata così,di punto in bianco.

-Un atteggiamento davvero strano,da parte sua-.Continuo però a non capire cosa c’entro io.Non vedo e non sento Yayoi dalla fine del mondiale.Ma certo,forse Misugi pensa che Sanae possa sapere qualcosa,in fondo lei e Yayoi sono diventate buone amiche negli ultimi tempi.Ma perché non mi ha chiamato lui personalmente,allora?

-Ma non è solo questo.Non è andata via da sola. Senti,Sanae non ti ha accennato a dove avevano intenzione di andare?-

Avevano?Avevano chi?

-Scusa Matsuyama,cosa c’entra Sanae?-,domando un po’ spaesato,senza capire bene la situazione.

-Quindi nemmeno tu sai niente…-,commenta Matsuyama,e avverto una nota di delusione nella sua voce.

-Ma si può sapere di cosa parli?Cosa dovrei sapere?-.Vedo Taro e gli altri che mi guardano interrogativamente.

-Yayoi ha lasciato detto nella lettera che andava via per qualche giorno con Sanae e Yoshiko-.

E’ come se mi fosse caduta una tegola in testa. Sanae…andata via…per qualche giorno?Senza dirmi niente?Allora la sua era ben più di una semplice arrabbiatura. C’era qualcosa di serio di cui lei non mi ha mai parlato. Insomma,non può aver preso una decisione simile per un motivo tanto sciocco!(hai mai sentito parlare della classica goccia che fa traboccare il vaso?!).

-Coome?Ecco vedi…io e Sanae non ci siamo sentiti negli ultimi giorni…pensavo che lei mi stesse tenendo il muso…-,inizio a dire confusamente.

-Avete avuto dei problemi?-,indaga cautamente Matsuyama.

-No,niente di serio…diciamo che qualche sera fa le ho tirato una specie di bidone e lei se l’è presa un po’, tutto qui…pensavo che fosse per quello che non si faceva viva.Non sapevo niente di questa partenza….Tu sapevi qualcosa?Yoshiko te ne aveva parlato?-

-Macchè!L’ho vista ieri sera,e non mi ha detto nulla.Ho notato che era un po’ strana…ma è da quando siamo tornati da Parigi che si comporta in modo insolito,è sempre pensierosa,sfuggente…Io non so cosa devo pensare,Tsubasa.Speravamo che Sanae ti avesse lasciato detto qualcosa-.

Dalla voce si capisce chiaramente che anche lui è a pezzi.Non riesco a capire cosa sia successo…non è un comportamento da Sanae,decisamente.Lei non è mai stata il tipo che fa le cose di nascosto,senza un valido motivo.Doveva veramente soffrire parecchio per arrivare a prendere una decisione del genere…e io,da bravo idiota,non avevo capito un tubo!

-Senti,Matsuyama,proverò a chiamare Sanae nel cellulare.Magari riesco a farmi dare delle spiegazioni-,propongo,sperando con tutto il cuore che mi risponda.

-D’accordo.Allora ci risentiamo-.

-Perfetto-.Chiudo la conversazione sentendomi l’anima pesare come il piombo,e eludendo le domande di Misaki e degli altri ragazzi compongo immediatamente il numero di Sanae.

 

Aeroporto di Narita,ore 11.30

-Il volo 5149 proveniente da Sapporo è in arrivo al cancello 14-,disse una voce all’altoparlante.

-Finalmente-,dissero insieme Yayoi e Sanae,che erano sedute su un divanetto nell’atrio dell’aeroporto e stavano aspettando da circa mezz’ora l’arrivo del volo di Yoshiko.Le due ragazze erano silenziose,ciascuna immersa nei propri pensieri.Non vedevano l’ora che l’amica arrivasse,almeno sarebbero potute partire,anche se ancora non avevano neppure pensato a una possibile meta.

In quel momento il telefonino di Sanae squillò.La ragazza lo tirò fuori dalla borsetta,e quando vide il nome che lampeggiava sul display rimase scioccata:Tsubasa.

-Ehi,perché non rispondi?-,le domandò Yayoi,vedendo che l’amica era rimasta immobile a guardare il telefonino come ipnotizzata.

-E’ Tsubasa-,mormorò Sanae ancora sotto shock.

-Vuoi che ci parli io?-,le chiese l’amica.

Sanae la guardò.-Io…io non ce la faccio a parlargli…non ancora-,disse un po’ agitata,e porse il telefonino all’amica. Yayoi tirò un profondo sospiro e schiacciò il tasto per accettare la chiamata.

-Pronto?-,disse sforzandosi di parlare con tono naturale.

-Sanae?-,chiese titubante la voce di Tsubasa dall’altra parte.

-No,sono Yayoi. Sanae in questo momento non può rispondere-,disse la ragazza,lanciando un’occhiata all’amica,che era ancora pallida e tesa.

-Ah…senti,Yayoi,posso sapere dove siete?-,domandò il ragazzo.

-Mi dispiace,questo non posso dirtelo-,fece la giovane con decisione.

-Ma perché?-

Yayoi rimase sorpresa.In tanti anni che conosceva Tsubasa non gli aveva mai sentito un tono di voce così alterato.

-Mi dispiace,non posso-,ripeta imperterrita.

-Senti,noi siamo tutti preoccupati per voi.Ve ne siete andate così all’improvviso,senza dire nulla-,proseguì Tsubasa.

La voce di Yayoi si fece fredda.-Abbiamo bisogno di starcene un po’ per conto nostro.Spero che vogliate rispettare la nostra decisione-.

-Ma perché senza dire nulla?-,insistette il ragazzo.

La ragazza sospirò.Quella conversazione stava diventando molto difficile da sostenere.-Tsubasa,ti prego…-,mormorò.

-Per favore,passami Sanae,è assolutamente necessario che io parli con lei-.

Yayoi guardò interrogativamente Sanae,che però scosse vigorosamente la testa.

-Mi dispiace,purtroppo in questo momento è impossibile.Non può venire a rispondere-.

-Maledizione!-,imprecò Tsubasa. -Riesci a immaginare come ci stiamo sentendo noi in questo momento?-

La ragazza divenne pallidissima,come se avesse ricevuto una botta,ma poi la sua espressione divenne severa.-So che state soffrendo.Ma credete che noi ci stiamo divertendo?Credete che abbiamo preso questa decisione per farci quattro risate alle vostre spalle?Cosa credi che abbiamo provato nell’ultimo periodo,tutte e tre,per arrivare a fare una scelta simile?-,disse,con un tono duro e dolente che lasciò il ragazzo sorpreso.

Tsubasa non credeva alle proprie orecchie.Non si sarebbe mai aspettato da Yayoi una tale aggressività,era evidente che le tre ragazze stavano veramente soffrendo,ma non riusciva ancora a capire. D’accordo,non poteva parlare per gli altri due,ma era convinto di non aver mai fatto nulla di talmente grave da far soffrire Sanae così tanto.

-Yayoi,è inutile che discutiamo io e te,non siamo noi due ad avere problemi.Quindi ti prego,passami Sanae-,insistette.

-Allora se vuoi te la dico schietta,ma poi non prendertela con me. Sanae non vuole parlarti-,disse Yayoi seccamente.

Il ragazzo rimase immobile come se lo avesse colpito un fulmine.Per un attimo non trovò le parole adatte per rispondere,il suo cervello rifiutava di elaborare quanto l’amica gli aveva appena detto.-Come…cosa significa che Sanae non vuole parlarmi?-,domandò ancora inebetito.

-Esattamente quello che ho detto. Sanae sta soffrendo moltissimo,e la cosa peggiore è che tu non te ne sei mai accorto-,continuò la ragazza,mentre Sanae la guardava con stupore.

Altra tegola sulla testa del povero Tsubasa. -Ma io….-,balbettò ancora sconvolto.

-Tu pensi solo al tuo dannato pallone,ecco la verità. E Sanae…lasciamo perdere,non sta a me dirtelo-,tagliò corto Yayoi cogliendo lo sguardo implorante di Sanae.

-Esatto,non sta a te parlarmi dei problemi di Sanae-,ribatté bruscamente Tsubasa,riprendendo pian piano colore.-Quindi…-

-Tsubasa,è inutile,lei non vuole parlare con te-,lo interruppe la ragazza,che iniziava a innervosirsi.

-Io…io non ti riconosco più,Yayoi,veramente.Non è da te comportarti così-,fece il ragazzo,sempre più sconcertato dal comportamento dell’amica.-Sei sempre stata una ragazza tranquilla,serena,pronta a consigliarmi…-

-Basta!Basta con queste sciocchezze!-,disse Yayoi a voce altissima,facendo voltare nella sua direzione tutta la sala d’attesa di Narita. -Sono stufa!Non sta a te giudicarmi,dirmi come sono. Basta!Nessuno sa chi sono,come sono veramente,a nessuno importa.Come ti permetti di dire quale comportamento è o non è da me?-.

Sanae guardò l’amica un po’ meravigliata,ma riusciva a comprendere benissimo il suo stato d’animo. Solo,le dispiaceva un po’ per Tsubasa,che magari non si meritava quella sfuriata in piena regola.

-Scusami,io…mi dispiace-,disse Tsubasa,sempre più incredulo.Era evidente che c’era qualcosa che non andava.

-Io….non so nemmeno io cosa voglio dire,Tsubasa,scusami.Non è giusto che me la prenda con te per un problema che è solo mio,e non ti riguarda-,disse la ragazza calmandosi un po’,e sforzandosi di trattenere le lacrime.

-Yayoi….perché non tornate a casa?Forse,parlandone…tutti insieme…potremmo superare tutto,non credete?-,disse Tsubasa,che ancora non riusciva ad afferrare appieno la situazione.

-No,dobbiamo stare un po’ da sole prima di…di poter affrontare con voi la situazione.Parlo anche a nome delle altre.Quindi vi prego…dillo anche a Matsuyama…e a Jun…non cercateci per un po’.Promettiamo che…quando ci sentiremo pronte…ci faremo vive noi-,rispose la ragazza con voce rotta,mentre le lacrime iniziavano a scorrerle sulle guance.

-Ma come…ma…-,cercò di farle cambiare idea Tsubasa,ma Yayoi chiuse il telefono,e lo riconsegnò a Sanae senza guardarla in faccia.

-Mi dispiace,Sanae-,disse guardando distrattamente verso il tabellone degli arrivi,-forse ho esagerato-.

L’amica le passò un braccio intorno alle spalle.-No,sta tranquilla.Non avrei saputo comportarmi meglio,al tuo posto-,la rassicurò.

-Grazie-,sussurrò la ragazza.

-Senti,non abbiamo ancora pensato a dove andare,quando finalmente Yoshiko sarà qui.Hai qualche posto in mente?-,domandò Sanae,pur rendendosi conto che qualunque meta avessero scelto,non sarebbe poi cambiato molto.Il peso che avevano nel cuore sarebbe rimasto,anche se fossero andate fino in capo al mondo.

-Mi piacerebbe vedere il mare-,disse Yayoi in tono bassissimo,continuando a guardare un punto imprecisato della stanza.

-Già…il mare-,sussurrò Sanae di rimando.-Potremmo andare a Okinawa,a salutare Maki-,propose.

L’amica rimase in silenzio per un attimo.-Già,potrebbe essere un’idea-,disse poi in tono incolore.

-Ragazze!-,le richiamò una voce alle loro spalle.Le due ragazze si alzarono dal divanetto e videro Yoshiko che si stava avviando verso di loro,con un borsone in mano e sforzandosi di abbozzare un sorriso.Sorriso che svanì immediatamente nel vedere le espressioni serie,quasi accigliate,delle due amiche.

-Qualcosa non va?-,domandò preoccupata.

-Ha appena chiamato Tsubasa. A quanto pare,hanno già scoperto che ce ne siamo andate-,le spiegò Sanae.

-Ah. E cosa gli avete detto?-,chiese ancora Yoshiko,poggiando la borsa a terra.

-Che non devono cercarci,e che saremo noi a farci vive quando ci sentiremo pronte ad affrontarli-,intervenne Yayoi.

-Mi sembra la cosa più giusta….-,disse la ragazza,rimanendo poi in silenzio con espressione malinconica.-Come l’ hanno presa?-,chiese poi.

-Non so…mi sembra che Tsubasa non abbia capito il motivo del nostro viaggio-,disse Yayoi,guardando Sanae.

-Non gli ho lasciato nessuna lettera in cui gliene parlavo-,aggiunse quest’ultima in tono serio.

-Capisco…beh,ormai è andata,no?Possiamo solo proseguire sulla nostra strada…-,fece Yoshiko cercando di mantenersi calma,-o preferite tornare indietro?-.

Sanae scosse la testa.-No,questo non è possibile-,disse in tono convinto.

Le due ragazze guardarono contemporaneamente Yayoi.

-La penso così anch’io-,le rassicurò,abbozzando un sorriso di circostanza.

-Senti,Yoshiko,che te ne pare di Okinawa come meta?-,domandò Sanae,mentre si avviavano verso il parcheggio.

-E’ una buona idea,ho voglia di vedere il mare-,approvò la ragazza.

-D’accordo,allora come prima tappa andiamo lì-,decisero,sforzandosi di sentirsi più tranquille e di scacciare i pensieri tristi.

 

Furano,21 giugno,ore 11.30

Il colloquio con Tsubasa non mi ha affatto tranquillizzato.Nemmeno lui sapeva niente,e dubito che parlando con Sanae riuscirà a cavare un ragno dal buco.Ho la sensazione che le ragazze siano determinate ad andare fino in fondo.Quello che mi tormenta è non sapere qual è il problema,non riuscire a capire cosa possa aver spinto Yoshiko ad andarsene. E questo mi fa sentire così dannatamente impotente che mi metterei a urlare.Sono arrivato davanti alla porta di casa sua,ma non ho il coraggio di bussare.Con che faccia posso presentarmi davanti ai suoi genitori?Con la faccia dell’imbecille che fa soffrire la loro figlia e nemmeno se ne rende conto?

Eppure…se lei avesse lasciato una lettera per me…anche solo due righe…due righe per capire cosa ha dentro,cosa l’ ha spinta ad allontanarsi da me,forse…forse saprei cosa devo fare,se devo partire per andare a cercarla chissà dove,o se devo rimanere qui con le mani in mano ad aspettare il suo ritorno.

Mi apre la porta sua madre,e con sguardo inespressivo mi dice che Yoshiko non c’è,che ha deciso di andare via per qualche giorno con una sua amica.Cerco di essere disinvolto,e le dico che lo sapevo già,e volevo solo vedere se per caso aveva lasciato qualcosa per me.Sua madre ci pensa su un attimo,e poi sparisce di là.Quando torna ha in mano una busta con su scritto il mio nome.

-Questa è per te-,mi dice in tono piatto e incolore.

La ringrazio e me ne vado da quella casa quasi correndo.Non mi sono mai sentito troppo a suo agio con i suoi genitori,forse inconsciamente ho sempre paura che vogliano portarmela via come è successo quando partirono per New York.Arrivato nel parco mi fermo,e mi siedo su una panchina,continuando a rigirarmi la busta tra le mani senza avere il coraggio di aprirla.Ho paura,come se stessi attendendo un verdetto che potrebbe cambiare per sempre la mia vita. E se avesse deciso di lasciarmi?Se avesse deciso che,in fin dei conti,starebbe meglio senza di me?No,non potrei sopportare di rimanere di nuovo senza di lei,solo l’idea di perderla potrebbe farmi impazzire.

Apro la busta ed estraggo il foglio lentamente,come se potesse mordermi.Mi sento un idiota,ma non posso fare niente contro questa orribile sensazione di angoscia che mi attanaglia il cuore.

 

Le parole servono a ben poco in circostanze come questa,e ad ogni modo non riesco,per quanto mi sforzi,a trovare il modo adatto per dire come mi sento.Ho deciso di andare via per qualche giorno.Forse ti stupirà che non te ne abbia parlato prima,e ti sentirai ferito dal mio comportamento.Ma sappi che per me è stata una decisione molto difficile e dolorosa,e se non ti ho detto nulla è solo perché non sopportavo l’idea di vedere la preoccupazione e il dolore nei tuoi occhi.Non è giusto che ti scarichi addosso i miei problemi,devo riuscire ad affrontarli da sola,e posso farcela solo allontanandomi da te per un po’, perché è giusto che impari a camminare con le mie gambe.

Mi sento smarrita in questo ultimo periodo,faccio fatica a riconoscermi.Dal giorno dell’incidente sento che qualcosa è cambiato:non intorno a me,perché tutto è rimasto uguale a se stesso,ma dentro di me.Io non sono più la stessa,e questo mi spaventa.Perché non so più nemmeno io chi sono e cosa voglio,e perché mi sento così insoddisfatta quando ripenso alla mia vita,e al fatto che non ho concluso praticamente niente.Tu sei stata l’unica cosa bella che ho avuto dalla vita,l’unica soddisfazione,un premio che non avrei mai pensato di meritare.Ma non posso affidarti la responsabilità di rendermi felice e soddisfatta,io non voglio essere un peso per te,e soprattutto non voglio essere un peso per me stessa.Tu conosci la tua strada,e la stai percorrendo,io devo ancora trovare la mia.  E per farlo devo prima capire chi sono,cosa voglio e cosa c’è che non va.So che la mia spiegazione è poco chiara,ma in questo momento ho in testa una confusione tale…non so nemmeno io cosa ti voglio dire,scusami.Adesso mi sento anche in colpa,perché so che ti preoccuperai per me.Ma ricordati sempre una cosa:l’unica certezza che mi è rimasta in questo momento sono i miei sentimenti per te,e quelli non cambieranno mai.Io sarò sempre e soltanto tua,finchè avrò vita,e di questo non dubiterò mai.Per favore,non cercarmi.Mi farò viva io.Fino a quel momento,ti prego,ricordati solo che ti amo,e che non potrei stare senza di te.Scusami se mi comporto come una ragazzina egoista. Yoshiko.

 

Finita di leggere questa lettera,mi sento ancora più idiota. Perché?Perché ha preferito andarsene lontano da me,da sola,a cercare se stessa,anziché confidarsi con me,dirmi cosa provava,farmi partecipe dei suoi problemi?

Non si fida di me?Pensa che non potrei aiutarla,darle il mio appoggio?

Ma no,me lo dice chiaramente.Non vuole essere un peso per me,non vuole accollarmi la responsabilità di renderla felice.

“Tu hai già trovato la tua strada e la stai percorrendo”.Sono stato talmente preso da me stesso,dalla mia soddisfazione,dalla mia felicità,da non capire che lei aveva dei problemi,che soffriva,che si sentiva confusa e smarrita.Io ero tranquillo,sereno,pienamente realizzato dalla vita che stavo conducendo:il calcio mi riempiva di soddisfazioni,avevo vinto il campionato del mondo con la nazionale realizzando ancora così giovane il sogno più grande della mia vita,e avevo sempre accanto a me,in ogni momento,la ragazza che amo.Come potevo pensare che lei non si sentisse altrettanto serena,altrettanto realizzata?Lo davo praticamente per scontato.Invece adesso mi rendo conto…quelle erano le mie soddisfazioni,le mie gratificazioni,i miei successi.Lei viveva di riflesso la mia felicità.Invece voleva costruire qualcosa di suo. E,anche se non lo dice chiaramente,voleva costruirla con me,mentre io ero talmente sereno e soddisfatto che non mi preoccupavo di costruire qualcosa,avevo già tutto quello che potevo desiderare dalla vita.

“Scusami se mi comporto come una ragazzina egoista”.No,Yoshiko,tu non sei mai stata egoista,e soprattutto sei sempre stata più matura e più saggia di me.Mi hai sempre sostenuto e appoggiato in ogni istante,quando avevo bisogno di te. E io…io invece non sono mai stato capace di accorgermi di quando eri tu ad avere bisogno di me.Sono stato io il vero egoista,sono stato io a pensare solo a me stesso.Se adesso mi sento così triste e deluso di me stesso,è perché posso vedermi attraverso i tuoi occhi,e non è un bello spettacolo.Mi vergogno di me stesso,in questo momento.Che imbecille sono stato…ero convinto che quello che ti davo fosse abbastanza,ma ora mi rendo conto di non averti dato nemmeno la metà di quello che meritavi,e che tu hai dato a me.Ma devo assolutamente rimediare ai miei sbagli,fosse l’ultima cosa che faccio.Anche se questo significasse non rispettare il tuo desiderio,quello di non essere cercata,di riflettere da sola lontano da me.Devo cercarti,devo trovarti,devo farlo.Ho un bisogno disperato di dirti tutto quello che sento dentro in questo momento,di dirti quanto ti amo e quanto ho bisogno di te,e di chiederti cosa devo fare per vederti finalmente felice.Ho bisogno di chiederti scusa per essere stato così sciocco ed egoista,e per non essermi accorto che stavi soffrendo.Sempre che tu possa perdonarmi…

Te ne sei andata per non darmi una preoccupazione,per non farmi soffrire,hai pensato a me anche in quest’occasione.Hai preferito affrontare i tuoi problemi da sola per non pesare su di me.Ma non è questo che voglio…io voglio che tu condivida con me i tuoi problemi,perché solo insieme possiamo trovare una soluzione,solo insieme possiamo trovare la strada da percorrere per essere felici.Devo assolutamente dirti tutto questo,devo trovarti.Non posso starmene qui con le mani in mano ad aspettare il tuo ritorno,mentre tu sei chissà dove.Non posso farlo,non lo sopporterei.

Ma cosa devo fare?Cosa?Come devo fare a trovarti?

 

Autostrada,21 giugno,ore 11.30

Non so se è la decisione giusta,ma non potevo più restarmene a casa a lambiccarmi il cervello,nell’attesa che qualcuno mi telefonasse per darmi notizie,o che fosse finalmente lei a farsi viva.Ho preso la macchina di mia madre dal garage e sono partito.Lì per lì non sapevo nemmeno dove sarei dovuto andare,ma alla fine ho deciso di andare in Hokkaido,da Matsuyama.Sono sicuro che vorrà accompagnarmi,forse in due possiamo avere più speranze di ritrovare le ragazze.So che la mia è un’idea assolutamente folle,il Giappone è grande e noi non abbiamo la minima idea di dove possano essere andate,ci vorrebbe un miracolo per riuscire a ritrovarle.Ma qualunque cosa,anche una ricerca inutile e senza la minima speranza di riuscita,è da preferirsi allo stillicidio di rimanere a casa senza sapere niente,senza poter far niente,a tormentarmi chiedendomi dov’è,se sta bene,se sta soffrendo.Io devo trovarla,devo parlarle…Sono soltanto poche ore che è andata via,e già mi manca in modo insopportabile…è come se mi avessero tolto l’aria.

Ho portato con me la lettera che mi ha scritto,e che ho riletto ormai così tante volte da consumare il foglio.Ancora non riesco a farmi una ragione di quello che è accaduto,ancora non riesco a capire.Sembrava tutto così perfetto,eppure non sono riuscito a vedere la realtà nascosta dietro le apparenze.Siamo stati due stupidi,e ci siamo entrambi nascosti dietro una maschera di apparente serenità per nascondere le nostre paure più profonde,quelle che ci tormentavano.Se solo ripenso a quante volte,nei miei incubi,Yayoi mi diceva che si era stancata di me,che era stufa di fare l’infermiera personale di un povero malato e che aveva deciso di andarsene,di lasciarmi per qualcun altro.Il dolore che provavo in quei sogni era indescrivibile,come lo era il sollievo che provavo quando invece mi svegliavo e vedevo che era lì,accanto a me,che sorrideva nel sonno e mi teneva abbracciato stretto.Non le ho mai raccontato questi sogni,non volevo addossarle il peso di un altro mio problema. E ora scopro che anche lei faceva gli stessi brutti pensieri,e sognava che ero io a stancarmi di lei e a decidere di lasciarla.Se forse ci fossimo raccontati questi timori…avremmo potuto rassicurarci a vicenda…ma è inutile starsene a piangere sul latte versato,e poi commiserarmi è una cosa che non mi è mai piaciuta.La vita mi ha insegnato che se voglio ottenere qualcosa devo sempre essere forte,e non ho certo intenzione di iniziare in questa occasione con le recriminazioni e le lamentele.Ma nonostante questo,non riesco a soffocare l’enorme tristezza che provo….quel senso di vuoto che mi assale se soltanto penso che poche ore fa era tra le mie braccia,e adesso non so nemmeno dov’è.

Lo squillo del cellulare mi distrae dai miei pensieri.Per un istante mi illudo che possa essere lei,ma poi riconosco la voce di Matsuyama.

-Ho parlato con Tsubasa-,mi dice in tono molto triste,-ha detto che proverà a chiamare Sanae,ma ho paura che sia un tentativo inutile-.

Dalla sua voce capisco che sta provando la stessa sensazione di sofferenza e di vuoto che sento io dentro di me.

-Lo temo anch’io.Se hanno deciso di andarsene,non sarà certo Tsubasa a farle tornare sui propri passi-.

Lo sento sospirare pesantemente.-Comunque,nemmeno lui sapeva niente.E’ letteralmente cascato dalle nuvole.Ha detto che era qualche giorno che non sentiva Sanae per via di un litigio,ma credeva fosse una cosa da niente,che gli stesse semplicemente tenendo il muso-.

-Hanno litigato?-,domando incuriosito. Chissà,forse proprio da Sanae è partita la decisione di partire.In fondo,molte volte mi sono domandato come fosse il rapporto tra lei e Tsubasa.Lui era da sempre “innamorato” del pallone,ma negli ultimi tempi sembrava essersi reso conto dell’importanza che Sanae aveva per lui,dei sentimenti che lei aveva sempre provato nei suoi confronti,e che avesse deciso di darle il giusto spazio nella sua vita. Yayoi però,che si è sempre mantenuta in costante contatto con Sanae,parecchie volte mi ha raccontato che lei si lamentava perché si sentiva sempre seconda al pallone,e trascurata in virtù del calcio,il vero grande amore di Tsubasa. Yayoi questo lo sapeva bene,perché,come mi aveva raccontato tanti anni fa,anche lei da bambina era stata innamorata di Tsubasa ma lui,talmente preso dal pallone,non se ne era nemmeno accorto.

-Non mi ha spiegato molto bene la situazione,ma ha detto che le ha tirato una specie di bidone,o qualcosa del genere,e lei si è arrabbiata. Ma,per quanto grave possa essere stato questo bidone,non penso possa essere stato un motivo sufficiente per decidere addirittura di andarsene-,mi spiega Matsuyama.

-No,certamente.Sicuramente è stato l’evento che ha fatto precipitare una situazione già critica-.

-Già. Sai,ho trovato una lettera di Yoshiko-,aggiunge poi,e la sua voce diventa ancora più bassa e triste.

-Davvero?-.

-Sì. E ora mi sento in colpa.Lei si sente smarrita,confusa,e per non farmi preoccupare per lei ha preferito decidere di affrontare tutto quanto da sola-,mi dice,e sento la sua voce tremare impercettibilmente.

-Matsuyama,dobbiamo trovarle-.Mi stupisco io stesso di quanto sia deciso il tono della mia voce.

-Lo so.Ma come?-.

-Sto venendo da te,sono in autostrada-.

-Cooooooosa?-,esclama meravigliato.

-Conto di essere a Sapporo tra tre ore al massimo.Pensi di riuscire a farti trovare lì?-,gli chiedo.

-Certo,posso prendere il primo treno.Ma…ma….-.

-Forse è una follia,non abbiamo la minima idea di dove siano dirette,e per trovarle ci vorrebbe un miracolo.Ma non potevo più sopportare di starmene a casa con le mani in mano-.

Silenzio per un attimo.-Sì,hai ragione tu.Mi faccio trovare a Sapporo tra tre ore-,mi dice.

-Perfetto.Adesso chiamo Tsubasa,per sapere se ha avuto qualche notizia. E gli dirò se vuole essere dei nostri-.

-D’accordo.Ci vediamo dopo allora-,dice prima di riattaccare,ancora stupito.

Rimango un attimo immobile,con gli occhi fissi sulla strada,senza pensare a nulla.Poi accosto un attimo in una piazzola d’emergenza,e compongo il numero di cellulare di Tsubasa.

 

Fujisawa,21 giugno,ore 11.45

Sono ancora sconvolto,non riesco a credere a quello che è appena successo,e continuo a domandarmi se sia tutto vero o se stia facendo un terribile,assurdo sogno.

Yayoi è stata così strana al telefono,non sembrava nemmeno lei.Era sconvolta,nervosa,un’altra persona rispetto alla ragazza dolce e sorridente che ho sempre conosciuto. E il modo in cui mi ha aggredito…ma,a pensarci bene,non è stato questo ciò che mi ha sconvolto di più.E’ stato il fatto che Sanae non volesse parlarmi.

“Tu pensi solo al tuo dannato pallone,ecco la verità”.Le parole di Yayoi,così secche e dure,continuavano a ronzarmi per la testa.Le aveva dette con rabbia,è vero,ma se fosse stato questo ciò che Sanae pensava?Ciò che Sanae pensava di me?Ciò che la faceva soffrire così tanto e che l’aveva spinta ad allontanarsi da me?

Il pallone….Il pallone è il mio migliore amico,e mi ha dato tante cose,fin da quando ero piccolo.Il pallone mi da la voglia di vivere e di sognare,di lottare per realizzare i miei desideri.E’ al pallone che sono legati i miei ricordi più belli,e le mie soddisfazioni più grandi…gli allenamenti con Roberto,i campionati nazionali vinti con la Nankatsu,le sfide vissute con i miei amici,i duri allenamenti in Brasile,le vittorie mondiali con la nazionale.E’ una cosa importantissima per me.E’ sempre stato così e lo sarà per sempre,non potrei mai vivere senza il calcio.Questo Sanae lo sa,l’ ha sempre saputo.Il calcio è la mia vita.

Ma anche Sanae è la mia vita.Una parte importantissima della mia vita.Il suo sostegno,il suo affetto,hanno sempre significato molto per me,non potrò mai dimenticare quanto mi è stata vicina in tutte le occasioni più importanti e cruciali.Il saperla sempre al mio fianco,a condividere tutte le mie battaglie,a sostenermi con tutta la sua energia e la sua vitalità mi dava una carica pazzesca.Non ho mai considerato Sanae e il pallone come due cose in rivalità tra loro,non ho mai pensato di trascurare il pallone per Sanae,ma nemmeno di trascurare Sanae per il pallone.

Non l’ ho mai pensato,certo….ma l’ ho fatto.Gli appuntamenti rimandati per giocare una partita di pallone…le occasioni di starcene da soli io e lei sfumate per andare ad allenarmi con Misaki e gli altri ragazzi…Sì,mi rendo conto che ho trascurato Sanae,in tante,troppe occasioni.Ho dato per scontato il fatto che lei sapesse quanto era importante per me,e che questo le bastasse.Ho sempre pensato che fosse perfettamente contenta e soddisfatta di starsene a bordo campo ad osservare le partite e gli allenamenti e a fare il tifo,e non ho mai immaginato che avrebbe potuto invece desiderare qualcosa di diverso,qualcosa che riguardasse soltanto lei e me.Anche perché….beh,mi sento un po’ stupido a riconoscerlo,ma mi sono sempre sentito un po’ a disagio,un po’ intimidito quando sono da solo con lei.Non so mai come devo comportarmi,non so che cosa lei si aspetti da me.Non ho la minima idea di cosa debba fare un uomo per rendere felice una ragazza.

E per farmi capire che non era soddisfatta Sanae ha dovuto arrivare a un’azione drastica come andare via,partire,senza dirmi niente,dove andava,quando sarebbe tornata.Senza darmi spiegazioni.Sicuramente si è stancata di cercare inutilmente di farmi capire che qualcosa tra noi non funziona.Ho vissuto con le fette di prosciutto sugli occhi,ecco la verità.

Suona il mio telefonino. Oh,ti prego,fa che sia Sanae che ha cambiato idea e ha deciso di parlarmi.Anche solo per mandarmi al diavolo,lo preferisco al silenzio,al rifiuto.

-Pronto?-,chiedo subito ansiosamente.

-Ciao,Tsubasa,sono Misugi- .

-Oh-,faccio io,vagamente deluso.

-Sei riuscito a parlare con Sanae?-,mi chiede andando direttamente al nocciolo della questione.

-No,purtroppo.Si è rifiutata di parlarmi,e ha lasciato parlare con me Yayoi-.

-Davvero?Hai parlato con Yayoi?Cosa ti ha detto?Dove sono?-,mi domanda agitatissimo.

-Ecco…non so come spiegarti. L’ ho trovata molto strana,praticamente mi ha aggredito.Era sconvolta,nervosa,dura…sembrava un’altra persona,credimi-.

Sento un lungo silenzio.Immagino come debba sentirsi in questo momento,e mi dispiace.

-Ma almeno ti ha detto dove sono?-,mi chiede infine.

-Purtroppo no.Si è rifiutata di dirmelo.Ha detto che…che non dobbiamo cercarle,e che si faranno vive loro quando…quando si sentiranno pronte. E poi ha chiuso il telefono.Ha detto che ancora non se la sentono di parlare con noi,hanno bisogno prima di riflettere da sole-.

Altro lungo,triste silenzio da parte di Misugi.

-Maledizione!-,impreca poi con rabbia.

-Mi dispiace-,dico mortificato,sentendomi una vera nullità.

-La colpa non è solo tua-,mi rassicura.-Senti…io sto andando a Hokkaido,a prendere Matsuyama.Abbiamo deciso di andare a cercare le ragazze,anche se non sappiamo nemmeno da dove cominciare.Ma non ce la facevo più a stare a casa ad aspettare e a tormentarmi.Sei anche tu dei nostri?-,mi dice.

Rifletto per un attimo.Cercare le ragazze…un’impresa ardua,se non impossibile.Ma sarebbe altrettanto impossibile stare a casa ad aspettare,come dice lui,e a continuare a rimuginare in eterno sui miei stupidi errori.-Certo-,rispondo convinto.

-Perfetto-,dice Misugi,un po’ sollevato.

-Senti,io posso raggiungervi a metà strada…che ne dici di Iwate?-.

-Benissimo.Passo a prendere Matsuyama a Sapporo e poi vengo da te a Iwate. All’aeroporto,ok?-.

-Sì,d’accordo.Ci vediamo lì tra tre o quattro ore-.

Chiudo il telefono e scendo per avvertire mia madre,prima di fare le valigie e recarmi in aeroporto a prendere il primo volo per Iwate.Magari riuscissimo a trovarle…magari…..

 

I ragazzi hanno deciso di partire anche loro alla ricerca delle loro amate…riusciranno a trovarle?Intanto  le loro dolci metà,sulla spiaggia di Okinawa,fanno un incontro destinate a metterle in crisi…soprattutto Yayoi!!

Per saperne di più…non perdetevi il terzo capitolo di “ON THE ROAD”!!! J

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: gemini