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Autore: _Alien_    10/05/2015    3 recensioni
[Ispirata da "Ghost Town" di Adam Lambert] [CoB]
La musica, dal ritmo intrigante e sensuale, continuava a pompare nelle sue orecchie. Aveva scelto quella canzone lui stesso, anche se di preciso non sapeva perché. Forse perché da tempo il suo cuore era una città fantasma.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono morto ieri sera nei miei sogni
Camminando per le strade
Di qualche vecchia città fantasma
Ho cercato di credere
In Dio e James Dean
Ma ad Hollywood era tutto esaurito


La musica, dal ritmo intrigante e sensuale, continuava a pompare nelle sue orecchie. Aveva scelto quella canzone lui stesso, anche se di preciso non sapeva perché. Forse perché da tempo il suo cuore era una città fantasma. Lo era sempre stato. Sempre considerato diverso, un mostro. La sua presenza era stata così devastante da far suicidare sua madre e da portare il suo patrigno a tentare di ucciderlo. Invece era stato Magnus ad uccidere lui. Poi era scappato via, lontano da casa, senza nessun punto di riferimento, senza nessuno che lo aiutasse. Tutto per via di quegli occhi da gatto, occhi simili a quelli del suo vero padre, un demone.

Ho visto tutti i santi
Bloccare le porte
Non riuscivo a entrare
Ho camminato tra le fiamme
Ho chiamato il tuo nome
Ma non c'è stata risposta


Nessuno era stato disposto ad aiutarlo. Eppure era solo un bambino, non era ancora il potente, sarcastico, egocentrico stregone che poi sarebbe diventato. Alla fine, più per pietà che altro, dopo tutto quello scappare e nascondersi, un uomo con un lungo cappuccio grigio e il volto sfigurato l’aveva raccolto dalla strada e l’aveva portato nella Città Silente, spiegandogli tutto. Cos’era, che poteri aveva, cosa significava far parte del Mondo Invisibile. E poi, una volta adulto, l’aveva spinto ad affrontare il mondo là fuori. Un mondo che non l’avrebbe mai accettato davvero. Ma questo, a diciotto anni, Magnus non poteva ancora capirlo. E così, completamente solo, aveva cominciato quella strabiliante avventura che era stata la sua vita fino a quel momento, a quella festa nel suo loft a New York.

E ora so che il mio cuore è una città fantasma

Cominciava a preoccuparsi seriamente. Dopo Etta, quasi cinquant’anni prima, non c’era stato più nessuno. O meglio, nessuna relazione seria. Nessuno di cui si fosse innamorato davvero. E aveva paura. Lui voleva innamorarsi, provare emozioni, sapere di essere vivo. Non poteva permettersi la fossilizzazione. Ma in fondo, non poteva succedere ad uno come lui, no? Lui sarebbe rimasto per sempre giovane, per sempre libero. Non poteva aver già perso la gioia di vivere. E allora perché non sentiva più niente?

Sono morto ieri sera nei miei sogni
Tutte le macchine
Sono state staccate
Il tempo è stato gettato al vento

E tutti i miei amici
Erano scontenti


Ne era passato di tempo, da quando era uscito dalla Città Silente. Ed erano successe così tante cose, così tante persone. Aveva sprecato così tanto tempo, credeva di poterlo fare. Uno dei vantaggi di essere immortale era proprio questo: poter sprecare tutto il tempo che voleva senza rimpiangerlo. Aveva attraversato epoche diverse, apprezzandole e amandole tutte per ciò che le distingueva le une dalle altre, e aveva amato persone diverse. Aveva gettato via il suo cuore tante volte.

Ora, sto cercando la fiducia
In una città di ruggine
Una città di vampiri
Stasera, Elvis è morto
E tutti si sono allargati
E l'amore è una satira

E ora so che il mio cuore è una città fantasma

Camille, Woosley, Etta, Imasu, Axel… se li era lasciati tutti alle spalle. L’amore era questo, per lui: un fulmine, intenso e feroce, ma effimero. Eppure da un po’di tempo si era sorpreso nel cercare qualcos’altro. Qualcuno di cui fidarsi, a cui restare saldamente aggrappato. Qualcuno di puro, innocente. Rise fra sé. Come poteva essere ancora così sciocco? Quel genere di persona non esisteva, almeno non per lui.

Non c'è nessuno rimasto al mondo
Sto sparando


Qualcuno suonò bruscamente al campanello. Si alzò sbuffando dal divano, oltrepassando la folla di corpi che ondeggiava a ritmo di musica. Per poter camminare, era costretto a ballare a sua volta. Avrebbe voluto farlo, abbandonarsi alla musica e dimenticarsi di tutto il resto. Ma il campanello suonò di nuovo.

Non me ne frega niente se vado
Giù, giù, giù


Dovevano per forza avere un buon motivo, che suonavano alla sua porta. O almeno così sperava, altrimenti li avrebbe inceneriti. Era Magnus Bane, Sommo Stregone di Brooklyn, poteva fare quello che voleva. Nessuno si sarebbe lamentato per la puzza di fumo.

Ho una voce nella mia testa che continua a cantare

Aprì la porta, bruscamente, e vide la combriccola di adolescenti davanti a sé. La piccola Clary Fray l’avrebbe riconosciuta dovunque, con i suoi capelli rossi, le lentiggini e gli occhi verdi e brillanti. L’accompagnavano un mondano occhialuto con una maglietta simpatica e tre Shadowhunters: il biondo sbruffone, la mora altezzosa e… il suo cuore smise di battere.
Capelli neri, occhi azzurri, pelle d’avorio a contrasto con le rune, zigomi alti leggermente arrossati, fisico statuario. E lo sguardo più timido e luminoso che avesse mai visto.

Oh, il mio cuore è una città fantasma

Lo fissò per tutta la sera, non poté farne a meno. Era bello da paura  e probabilmente non se ne rendeva nemmeno conto, un rubacuori inconsapevole. Era stato gentile con lui, aveva ridacchiato sommessamente ad una sua battuta ed era arrossito quando gli aveva chiesto di chiamarlo.

Il mio cuore è una città fantasma

Quel disperato cercare forse era finito? Quella voglia di vivere ancora, di sentire tutto, sarebbe stata soddisfatta solo con l’affondare nei suoi occhi blu? Non lo sapeva e non ci sperava. Ma gli sarebbe piaciuto.
Alexander Lightwood era un enigma che voleva risolvere per il solo gusto di farlo. Non c’era sentimento, non ancora. O forse non voleva ancora pensarci, all’amore. Dopotutto, il suo cuore era ancora una città fantasma.

Somewhere in time, we don't know where we are...
SONO VIVAAA (cit.Mushu) Ebbene sì, incredibile ma vero. E' stato un periodo piuttosto incasinato e sinceramente non c'è stato proprio il tempo di scrivere qualcosa. Poi ho ascoltato il nuovo singolo di Adam Lambert e mi è venuta l'ispirazione, questa canzone mi ha urlato letteralmente "SCRIVI" e quindi.... eccomi qua. Ne approfitto per salutare Chesy, ci sentiamo presto, promesso!, e liquid_sun che ringrazio per aver recensito TFIOP, continua così con i tuoi lavori, anzi, sempre meglio!
A presto (stavolta per davvero ;) )
_Alien_
 
  
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