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Autore: MrRaider    10/05/2015    0 recensioni
Dopo la morte di Terzo, Deus ha deciso di sostituirlo con un altro partecipante, e ha scelto l'eroe americano Jack Bauer, che ha da poco salvato Londra da un altro attentato terroristico e che ha accettato di partecipare. Se la caverà Jack? Riuscirà a vincere il Survival Game?
____
"-Credetemi.- disse ora Jack. -Voi non sapete di cosa sono capace. E se qualcuno di voi si metterà sulla mia strada lo ucciderò.-"
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Yukiteru Amano, Yuno Gasai
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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Rapimento


Il giorno dopo Yukiteru si svegliò tranquillamente. Era disteso sul letto, in una stanza del nascondiglio sotterraneo del tempio. Non c’erano finestre, soltanto due letti singoli. Nell’altro letto Yuno dormiva beatamente.
Cercando di non svegliarla si alzò dal letto e si cambiò i vestiti nel bagno lì vicino. Appena uscì vide Yuno svegia

-Buongiorno Yukki.- e arrossì timidamente

-B… buongiorno Yuno…-

Era veramente carina agli occhi di Yukiteru. Il loro rapporto era diventato molto più stretto rispetto a prima. Nonostante fosse un po’ pazza, Yukiteru era attratto da lei. Dopo tutto quello che avevano passato insieme ora i suoi sentimenti verso di lei gli erano molto più chiari.
Ancora in pigiama lei si guardò intorno come se stesse cercando qualcosa

-Non ci sono telecamere…- puntualizzò mentre osservava i muri.-

-Eh? Perché dovrebbero esser cenere? Hai paura?-

-No. Non ho paura. Voglio solo stare attenta.-

-Andrà tutto bene. Rilassati, qui siamo al sicuro. Appena risolveremo la faccenda di Kurusu, potremo andarcene di qui. Tu promettimi di non…-

Qualcuno bussò alla porta, e Yukiteru si bloccò di colpo. Si avvicinò e aprì la porta ad un adepto di Kasugano

-Ehm… Buongiorno.-

-Buongiorno. Vedo che siete svegli. Il signor Bauer e la sacerdotessa vi attendono nella sala riunioni. Avete la vostra colazione lì.- e detto questo se ne andò.

Yukiteru si voltò verso, cercando di mantenere la calma e di sorriderle. Il fatto era che non era affatto calmo. Per niente. L’espressione della sua fidanzata lo turbava e sperava con tutto se stesso che non mandasse all’aria tutto.

-Dai, dovremmo andare.-

 
Jack era seduto a capotavola della sala riunioni e sorseggiava il caffè, passandosi una mano negli occhi ancora assonnati. Kasugano entrò proprio in quel momento.

-Brutta dormita?- chiese lei sedendosi vicino.

-Non me ne parlare. I vecchi ricordi continuano a tormentarmi. Non riesco a sognare altro.-

-Cosa hai sognato?- chiese lei curiosa.

La guardò per qualche secondo, per poi risponderle
-Nina Myers.-
 
FLASHBACK

Giorno 2, ore 15:57
Jack Bauer a 36 anni

Un anno. Un anno dalla tragedia che lo aveva portato alla perdita di sua moglie Teri, uccisa da Nina, che si era rivelata una traditrice. Nina era stata arrestata il giorno della morte di Teri. Ma lui non riusciva a togliersela dalla testa. La odiava con tutto se stesso, per avergli rovinato la vita. Kim non riusciva più a vivere con suo padre, i ricordi di sua madre le riaffioravano ogni volta che lo vedeva. Aveva bisogno di tempo.
La sua vita era diventata uno schifo, e più volte aveva tentato di suicidarsi.
E a un anno di distanza ecco che la CTU e il presidente David Palmer lo chiamano per risolvere un’altra crisi. Un ordigno nucleare, che sarebbe scoppiato a Los Angeles entro quel giorno, e Jack decise di aiutarli, scoprendo che dietro a tutto Nina aveva dato il suo contributo. A quanto pare aveva venduto le piante della CTU a qualcuno, prima di venir arrestata dal governo. La CTU quel giorno era stata attaccata da una bomba per limitare l’intercettazione dell’ordigno nucleare. La portarono alla CTU: lei conosceva un uomo di origini mediorientali che poteva sapere l’ubicazione della bomba. Se avesse collaborato il Presidente le avrebbe offerto l’immunità per i suoi crimini passati. Jack non lo accettava. Lei non lo meritava, non dopo quello che gli aveva fatto.
Ci misero qualche ora a catturare il sospetto, che si trovava a Visalia, una città della California. Stavano tornando a Los Angeles, in aereo. Nina cercava di far parlare il terrorista, ma non otteneva niente di niente. Rimaneva zitto e dava della traditrice a Nina. E mentre Jack e gli altri rimanevano occupati (Jack stava parlando con sua figlia al telefono, si era cacciata in qualche guaio) Nina parlava sottovoce con quell’uomo e lo uccise con un taglierino. Da dove l’aveva preso, Jack non lo sapeva, ma aveva ucciso il loro uomo. Ma Nina adesso sapeva dov’era la bomba.
Ora era seduto davanti a lei, ammanettata che dormiva cercando di ignorarlo. Lui la guardava con odio e disprezzo. Non l’avrebbe mai perdonata.
-La domenica prima che tu la uccidessi, io e Teri eravamo andati a Venice…-
Lei si svegliò e guardò Jack con una faccia seria.
-…Per guardare i pattinatori e i musicisti, e ridere guardando quei matti. Era solo per passare del tempo assieme. E Teri aveva visto un banchetto che vendeva granite. Si è messa a ridere come una bambina, ed è corsa  a mettersi in fila.... Ne voleva una… Ricordo che la guardavo… non potevo farne a meno. Parlava con una vecchia signora in fila dietro di lei… ridevano. Ricordo di aver pensato: “Come diavolo fa? Come fa ad attaccare discorso con un’estranea?”. E si sono messe a ridere, come se fossero amiche da sempre. E’ una dote. Ricordo di aver pensato: “Dio, vorrei saperlo fare anch’io”. Ma non ne sono capace. Questa era Teri. Mia moglie. E’ questo che hai tolto al mondo, Nina. Ed è questo che hai tolto a me, e a mia figlia. Volevo solo che lo sapessi.-
Lei lo guardava con odio, senza interesse, come se pensasse “E a me cosa dovrebbe importare?”
Si alzò, andando a parlare con uno dei suoi uomini, prima che l’aereo ricevette una scossa. Qualcosa li aveva colpiti. Jack cercava di tenersi in piedi, aggrappandosi, mentre uno degli agenti sbattè forte la testa in un muro dell’aereo.
-Abbiamo perso un uomo!-

Ore 16:40
Erano atterrati in piena savana. Soltanto lui, uno degli agenti gravemente ferito e Nina erano sopravissuti. A quanto pare un missile aveva colpito l’aereo,e  mentre Jack cercava di uscire dalle macerie dell’aereo con Nina notarono un gruppo armato di soldati, probabilmente americani. Ma questi volevano ucciderli, non si sapeva perché. Jack aveva tolto le manette a Nina, e aveva bisogno del suo aiuto per scampare da quella situazione. Aveva preso un fucile dei militari che li stavano cercando, e Nina lo aiutava dicendogli le loro posizioni e dandogli i caricatori.
-Sono pronto. Dove sono?- chiese rivolto a Nina, riparandosi in una rientranza del terreno.
-Ore 11, 90 metri, si spostano verso sinistra.-
Uscì dal riparo armato di fucile e sparò, uccidendo uno dei militari. Si rimise al riparo mentre quelli cercavano di sparargli
-Sono a secco!-
-Ultimo caricatore, Jack!-
Nina gli lanciò la cartuccia e Jack caricò l’arma. Nina gli disse un’altra volta le loro posizioni e lui riuscì dal riparo sparando a ripetizione riuscendo ad ucciderne uno. Il fucile si era scaricato, così lo lanciò a terra e utilizzò la pistola, ma era in difficoltà. Erano troppi, così restò al riparo. Ad un tratto però i due avevano sentito il rumore di un elicottero. Alzarono lo sguardo: i rinforzi della CTU erano arrivati.
-E’ l’elicottero della CTU! Apriranno il fuoco! Stai giù!-
Rimasero coperti, mentre la squadra alleata uccideva a bordo dell’elicottero quella nemica. Dopo qualche secondo, Jack uscì, ordinando a Nina di restare lì, e si diresse verso la squadra atterrata lì vicino, puntando la pistola. Fece qualche metro, fino a quando non sentì il rumore di un fucile che veniva ricaricato.
-Buttala Jack. Ho detto di buttarla!- urlò Nina a qualche metro di distanza dietro di lui, puntandogli il fucile.
A quanto pare doveva essersi tenuta un caricatore e ora aveva un arma carica verso Jack. Sparò qualche colpo vicino a Jack, cercando di obbligarlo a buttare l’arma.
-Non voglio spararti, non ancora, ma lo farò se necessario.-
Non aveva altra scelta, così buttò l’arma a terra, mentre la squadra arrivò di fronte a lui, ordinando a Nina di buttare il fucile
-State indietro o è morto!-
-State indietro! Solo lei può indicarci dov’è la bomba!-
Uno della squadra fece un gesto col braccio, segno di abbassare le armi.
-Voglio parlare col Presidente! ORA!-

16:52
Jack era inginocchiato, con le mani che gli proteggevano la testa, e dietro di lui Nina continuava a tenerlo sotto tiro. Vicino a Jack c’era un cellulare acceso in vivavoce. Stavano per parlare col Presidente.
E i due sentirono una voce proveniente dal cellulare
-Miss Myers, sono Mike Novick, il capo dello staff del Presidente.-
-Ho chiesto di parlare con il Presidente.- disse Nina.
-Non è disponibile.-
-Volete trovarla questa bomba o no?-
-Certamente.-
-Allora mi passi il Presidente.-
-Sono stato autorizzato a negoziare in sua voce.-
-Quello che voglio non è negoziabile.-
-E che cosa vuole?-
-Vi dirò dove si trova la bomba in cambio dell’immunità.-
Non aveva senso, aveva già avuto l’immunità dando le informazioni sull’uomo di Visalia. Che senso aveva adesso? Anche il Presidente, che stava ascoltando la conversazione, aveva dei dubbi a riguardo, e guardò stranamente il suo collega Mike come per dire “ma che sta dicendo?”.
-Il Presidente le ha già concesso la grazia.- disse Mike
-Questa volta si tratta di un crimine che non ho ancora commesso.-
-Quale?-
-L’assassinio di Jack Bauer.-
Sia Mike che il Presidente sbiancarono alle sua parole. Jack invece rimaneva impassibile, se l’aspettava da una come Nina
-Aggiungetelo alla mia grazia e vi dirò dov’è la bomba.-
-E se non accettiamo?-
Stavolta a parlare fu Jack
-Dovete farlo.-
-E’ lei Mr. Bauer?-
-Sì. La prego, dica al Presidente che non può far altro che accettare l’offerta.-
Il Presidente era furioso. Non voleva permettere che quella donna uccidesse un suo caro amico. L’uomo che gli aveva salvato la vita due volte in un solo giorno. Il Presidente chiamò su un’altra linea la CTU, chiedendo qualche punto debole per fregare la donna, ma non avevano nulla. Arrivarono alla conclusione che Nina Myers era la loro unica occasione per trovare la bomba.
-Miss Myers, sono il Presidente Palmer.-
-L’ascolto.-
-Jack Bauer è lì?-
-Sì signor Presidente. Sono qui anch’io.-
Purtroppo doveva prendere una decisione importante. Lui non avrebbe voluto farlo ma non aveva altra scelta. Strinse i denti e parlò
-Miss Myers, se le informazioni che ci fornirà  porteranno all’intercettazione dell’ordigno nucleare, le verrà concesso tutto ciò che ha chiesto. Verrà graziata in anticipo per l’assassinio di Jack Bauer.-
-Mi sta bene!-
-Comincia a parlare Nina.- disse Jack
-La bomba verrà fatta esplodere da un uomo di nome Syed Ali. Si trova in una casa di Chatworth, Starling Court.
Riparlò il Presidente
-Miss Myers, non faccia nulla finchè non mettiamo le mani sulla bomba.-
-Intesi.-
Jack ormai aveva accettato il suo destino. Presto Nina l’avrebbe fatto fuori, e lei avrebbe ottenuto la grazia. Palmer aveva gli occhi rossi, e stava cercando di trattenere le lacrime. Si era pentito di averlo fatto.
-Jack?- chiese il Presidente
-Sì signore?-
-C’è qualcosa che posso fare?-
-La prego di fare in modo che mia figlia sia al sicuro, signore. Le dica che le voglio bene.-
-Lo farò.-
Ci furono un paio di secondo di silenzio. Jack cercava di restare tranquillo, di mantenere la calma, mentre il Presidente stava per cedere dalle lacrime.
-Grazie, signor Presidente.-
-Jack?-
-Signor Presidente. La prego, non c’è bisogno che dica niente, signore. La scelta giusta era una sola e lei l’ha fatta.-
-Mi dispiace Jack.-
Staccò la chiamata, e guardò la finestra dello studio mentre le lacrime gli scendevano e diceva addio a un suo caro amico.

17:02
Passarono degli interminabili minuti. Jack era ancora sotto tiro, e doveva restare così fino a quando la CTU non avrebbe trovato la bomba.
-Non doveva andare così. Non intendevo metterla sul piano personale.- disse lei mentre puntava il fucile a Jack
-L’ho presa molto sul personale quando hai ucciso mia moglie.-
-Ho dovuto farlo. Teri conosceva dei dettagli che avrebbero compromesso la mia fuga.-
-E l’esplosione alla CTU? Erano tute persone con cui prima lavoravi-
-Non sono stata io a far saltare la CTU. Ho solo venduto le planimetrie.-
-Sei libera di pensarla come vuoi Nina, ma hai ucciso i tuoi amici.-
-Sta zitto, Jack! Sta zitto! La conversazione finisce qui. Aspetteremo che Palmer telefoni e poi sarà tutto finito. Hai capito?-
Jack guardò in alto a destra. Un uomo della sua squadra si era messo in posizione di tiro. Lui riusciva a vederlo, ma Nina no. E allora gli venne un’idea.
-Hai ragione Nina. Non mi va di stare qui fermo ad aspettare di morire.-
 Tolse le mani dalla testa e si alzò, camminando per qualche metro.
-Jack non muoverti!-
Lei si mosse per qualche metro, e sparò per terra. Lui si fermò e sorrise, guardandola.
-Se mi uccidi prima che verifichino le informazioni, violerai gli accordi. Ti sbatteranno in prigione.
-E tu sarai morto.-
Lui fece spallucce e sorrise di nuovo, camminando all’indietro. E Nina si muoveva lentamente verso di lui, rimanendo a distanza.
-Lo sono già.- scherzò lui.
-E’ l’ultimo avvertimento. Un altro passo e ti sparo.-
Nina cadde a terra, colpita da uno della squadra. Jack si accovacciò, mentre la squadra si muoveva e metteva sotto in custodia Nina. Si alzò, guardando Nina a terra, mentre la squadra gli metteva le manette nella schiena. E sorrise di nuovo.

Ti sta bene.

FINE FLASHBACK
 
Nina. Una delle persone che aveva odiato di più nella sua vita. La prima che gli aveva strappato parte della sua vita. Quella notte è stata un vero incubo, rivivere quel ricordo.

-Parlando d’altro.- disse Kasugano, cercando di cambiare argomento e togliere Jack da quel pensiero
-Cosa hai detto a Nona ieri notte?-

Si aspettava quella domanda, così finì di sorseggiare il caffè e le rispose
-Ieri durante la riunione aveva detto che Kurusu voleva patteggiare con lei, perché Nona non aveva intenzione di distruggere il mondo. Così ieri sono andato da lei e le ho chiesto chiarimenti.-

-E cosa ti ha detto?-

-Che da piccola aveva perso i genitori durante la guerra. Da allora era furiosa, e quando divenne più grande entrò in un gruppo di terroristi. La rabbia l’aveva accecata per la perdita dei suoi cari e solo dopo ha capito il male che aveva causato agli altri. Nona se dovesse vincere vuole fare del mondo un posto migliore.-

-Non me lo sarei mai aspettato da lei… e tu le credi?-

-Penso di sì. Era sincera. Perciò credo che per ora possiamo fidarci di lei, fino a quando non finiremo questa storia con Keigo.-

Entrarono nella sala Yukiteru e Yuno. Diedero buongiorno a Jacke a Kasugano e presero posto a tavla, ammirando la colazione che si trovavano di fronte.

-Colazione abbondante.- disse Yukiteru prima di prendere un boccone.

E ciò causò una piccola risata a Jack
-Abbondante? Dannazione, è un pranzo più che una colazione. Come diavolo fate a mangiare tutto quello in piena mattina?-

Yukiteru rise
-Questione di abitudine. E la nostra tradizione è così. Se non sbaglio in America è molto più leggera, vero?-

-Già. Uova strapazzata, a volte col bacon sopra, pancake, toast… mi manca l’America.- rispose Jack guardando il soffitto.

La porta si aprì di nuovo e Minene entrò. Salutò gli altri e prese posto a tavola, senza manette, per prendere la sua colazione. Ma ricevette solo occhiatacce da Yuno

-Cosa?- chiese alla ragazza
-Ora una non può neanche fare colazione?-

-Non ho voglia di farla vicino a te.- rispose Yuno

-Ragazze, calmatevi.- si intromise Jack
-Vi ho portato qui per decidere su come muoverci. Non creiamo liti adesso. Se collaboriamo andrete per la vostra strada senza che ve ne accorgiate. Ora…-
Prese un telecomando e lo puntò sullo schermo attaccato al muro. Cliccò il pulsante, facendo scorrere sullo schermo un mosaico di video di sorveglianza del tempio e altri che mostravano il commissariato
-I nostri uomini sono appostati vicino al commissariato e sono ben nascosti. Da qui potremo capire dove andrà Keigo, ma conoscendo il pericolo che corre non penso che uscirà. A meno che non lo costringiamo.-

-Costringerlo?- chiese Yukiteru mentre prendeva un altro boccone della sua colazione.

-Sì- Dobbiamo trovare un modo per farlo uscire allo scoperto. Scovare un suo punto debole.-

-Suo figlio.- si intromise Nona.

Kasugano era stupita dalle parole della terrorista
-Sei impazzita? Vuoi mettere in gioco la vita di un ragazzo?!-

-Non c’è altra scelta, Sesta. Quarto non ha altri punti deboli, se non suo figlio morente. Noi lo prenderemo in ostaggio e costringeremo Quarto a salvarlo.-

-Ma…-

-Kasugaano.- Jack alzò la mano alla ragazza, dandole segno di fermarsi. Lei notò il suo sguardo calmo e questo la intimorì
-Minene purtroppo ha ragione. Vorrei un'altra carta da giocare, ma non ne abbiamo altre. Il figlio di Kurusu è la nostra unica chance per renderlo vulnerabile.-
Sentita la sua risposta Kasugano rimase immobile guardandolo. Non si aspettava che Jack Bauer mettesse in pericolo la vita di un ragazzo, già in fin di vita, per sconfiggere un loro nemico.

-Non ci credo! Ti importa di quel ragazzo?!-

-SI’! Mi importa! Kasugano, odio doverlo fare,ma è la nostra unica possibilità per prendere Kurusu. E comunque non faremo del male al ragazzo, dobbiamo solo intimorire Kurusu.-

E mentre Jack e Kasugano parlavano Yuno e Yukiteru osservarono lo schermo, ancora pieno di diversi video di sorveglianza

-Forse non ce ne sarà bisogno. Guardate!- disse Yuno indicando lo schermo.

Tutti quanti si girarono, vedendo  sullo schermo l’esterno del commissariato, dal quale uscivano diverse persone. Una di queste era proprio Kurusu, che aveva parte della testa bendata, colpa di una ferita.
Kurusu entrò in una macchina della polizia, scortato dai suoi uomini.
Jack prese un auricolare, ordinando ai suoi uomini di seguirli. I suoi uomini appostati in una macchina parcheggiata lì vicino seguirono il tragitto della volante della polizia, fino a quando questa non si fermò in un enorme cancello di legno, che proteggeva un tempio.-

-Non ci credo…- sussurrò Kasugano

Yuno si girò verso Jack
-Maledetto! Ora siamo fregati! Quarto è qui!-

Lui la ignorò. Premette di nuovo sul telecomando, mettendo in primo piano il video della telecamera che mostrava l’ingresso.
Kurusu uscì dalla macchina e si avvicinò al cancello, aspettando che un monaco l’aprisse.

-Vorrei parlare con la sacerdotessa Kasugano Tsubaki.-

Tutti quanti si girarono vero di lei.

-Vuole parlare con me…-

Si alzò dalla sedia e tolse dalla sua tunica rossa una pergamena, consegnandola a Jack.

-Se per caso succedesse qualcosa, proteggi il Diario. Io vado a vedere che cosa vuole.-

-Sei sicura? Non sei costretta…-

-Sì, sono sicura. Se non mi farà vedere si insospettirà. Speriamo che se ne vada subito.-

E uscì dalla stanza, assieme a due adepti. Dopo qualche minuto i presenti tornarono a guardare lo schermo: apparve Kasugano, scortata dagli adepti di prima di fronte a Kurusu.

-Commissario…- lo salutò lei.

-Sacerdotessa. Vedo che sta bene.-

-Come mai lei è qui?-

-Beh, credo che lei forse potrebbe aiutarmi. Ieri notte, Amano Yukiteru e Gasai Yuno sono fuggiti da un interrogatorio in commissariato. Hanno sparato a me a un mio uomo come può vedere,  perciò sono dei fuorilegge. Mentre tentavano di scappare, un elicottero è arrivato in commissariato e li ha portati via. E a quanto ci risulta l’elicottero si è avvicinato qui, e poi è scomparso. Lei non ne sa nulla?-

-No, affatto. E’ vero, ieri notte ho sentito il rumore di un elicottero, ma non l’ho visto. Sa, il rumore mi ha svegliata. C’è altro che deve dirmi?-

-Sì.-
Kurusu mise una mano su una sua tasca e tolse delle manette
-Kasugano Tsubaki, lei è in arresto.-

La ragazza si spaventò udendo le sue parole. Indietreggio di qualche passo e i due adepti si misero davanti per proteggerla. Lei però si armò di coraggio e fece spostare i suoi uomini, dicendogli di non intervenire, e riguardò il commissario

-Con quali accuse?-

-Complice di aver aiutato un fuorilegge.-

-E’ un accusa molto grave, commissario. I miei uomini avevano catturato la terrorista Uryuu Minene ed eravamo pronti a consegnarla alla giustizia.-

-Io non sto parlando di Uryuu Minene. Ma di Jack Bauer.-

Sbiancò di nuovo. Aveva sentito bene. Il commissario aveva fatto il nome di Jack
-Jack Buaer?! Jack non è un terrorista, e lei lo sa più di me. Lo ha aiutato anche lei.-

-Mi spiace ma io stavo tentando di avvicinarlo, per poterlo acciuffare, Lei non sa chi è veramente, vero?-

-Certo che lo so! Ha aiutato il suo Pauese durante le crisi terroristiche per più di 10 anni! Come può essere un terrorista?!-

-A quanto pare lei non sa tutto. Lo sa perché è scomparso per quattro anni, e perché si è rifatto vivo da poco?-

Distolse lo sguardo dal commissario con disgusto. Non credeva alle sue parole: conosceva Jack, e sapeva che aveva salvato persone innocenti per tanti anni. Lui un terrorista? No, impossibile.

-Mi spiace, signora sacerdotessa. Ora è meglio che mi segua. Non renda le cose più difficili.-

Non poteva fare altro. Se chiedeva aiuto ai suoi uomini, Keigo avrebbe potuto fargli del male, e magari Jack sarebbe uscito allo scoperto. Non poteva rischiare.
Si avvicinò a lui e mostrò le mani. Il commissario in automatico le indossò le manette.

-Signora…- disse un adepto.

-Andrà tutto bene.-
Lei si girò sorridendo al suo adepto.
-Non dovete preoccuparvi di me.-

Jack non potè fare niente, soltanto guardare Kurusu che arrestava Kasugano e che la portava in macchina.
-No! No, no! Figlio di puttana, NO!-

Si alzò, prese la pistola dalla tasca si diresse verso la porta

-Jack, dove vai?!- chiese Yukiteru.

-Non posso permettere che la porti via. Vado a prenderla.-

-Bauer, fermati!-

Minene si avvicinò velocemente verso di lui. Lo fermò prendendolo per le spalle, guardandolo negli occhi
-Così fai il suo gioco. Rifletti: vuole che tu esca fuori per salvarla. Se esci, ti farà fuori subito.-

La guardò capendo che aveva ragione, ma non poteva farla passare liscia a quel bastardo. Ripose la pistola e fece un cenno a Nona di staccarsi

-Cosa proponi?-

Lei gli sorrise
-Ho un piano. E penso che ti piacerà.-
 

Erano le 11 di notte. Jack era in posizione, ossia nelle fogne, esattamente sotto il commissariato. Alcuni suoi uomini erano appostati intorno alla struttura, ed erano ben nascosti. Doveva prendere Kasugano e uscire da lì senza causare problemi. Per questo aveva portato con se anche una pistola non letale, armata di dardi che mandavano a nanna i suoi nemici.

Vibrò il cellulare, così rispose: era Minene.
-Sono in posizione.- disse lui

-Bene, anche noi. Appena le squadre corazzate usciranno, allora avrai campo libero e potrai portarla via da lì.-

-Ricevuto, voi fate attenzione e cercate di non uccidere nessuno.-

-Va bene, buona fortuna Bauer.-

-Anche a voi.-

Appena staccò la chiamata, diede uno sguardo alla mappa delle fogne: si trovava precisamente sotto la sala interrogatori. Prese quattro  cariche esplosive,meno potenti del C4 e che facevano poco rumore, e le appese al soffitto formando un quadrato. Ora doveva solo aspettare che i poliziotti uscissero.
Il piano di Minene era questo: lei, Yukiteru e Yuno dovevano prendere in ostaggio il figlio e la moglie di Kurusu nell’ospedale, costringendolo Kurusu ad uscire, assieme alla maggior parte dei suoi uomini. In questo modo Minene e gli altri avrebbero dato a Jack il tempo necessario per salvare Tsubaki.
Guardò la pergamena di Tsubaki: le squadre nemiche stavano uscendo, entrando a bordo di furgoni blindati. Aspettò qualche minuto che le squadre fossero abbastanza lontane. Riguardò la pergamena: uno dei suoi uomini era in posizione, di fronte al terminale elettrico dell’edificio.

Prese l’auricolare e disse
-Stacca la corrente, ora!-

Nel preciso momento in cui il suo uomo mise fuori uso l’elettricità, Jack premette il bottone e le cariche esplosero assieme al soffitto. Salì ed entrò nella sala interrogatori. Per sua fortuna era vuota. Secondo il Diario dovevano esserci soltanto sei uomini. Troppo pochi.
Prese il Dairio e la pistola: due uomini pattugliavano il corridoio dietro la porta. Si avvicinò ad essa, e si appoggiò al muro, aspettando che i due uomini si allontanassero. Appena lo fecero, Jack la aprì di soppiatto e si avvicinò lentamente: sparò un proiettile in testa al primo, e al secondo lo stordì con il calcio della pistola sulla nuca.
Dopo averli nascosti nella stanza di prima continuò il corridoio. Doveva essere vicino all’ingresso.
Riguardò il Diario: quattro uomini vicino all’ingresso cercavano di capire come fosse saltata la corrente.
Lui prese una granata flashbang e la lanciò verso di loro. I quattro furono colpiti dall’esplosione che gli accecò la vista per un po’. In quel preciso momento Jack stordì due di loro con la pistola, un altro con un potente pugno in faccia, e il quarto lo lasciò stare. Nel mentre che quello cercava di rivedere, Jack ripose la pistola ai tranquillanti e prese quella vera. Doveva spaventarlo. Appena quello ritrovò la vista notò Jack di fronte che gli puntava la pistola, e si spaventò.

-B… Bauer?!-

-Portami da lei.- gli ordinò Jack

Si guardò intorno, vedendo i colleghi a terra, svenuti. Poi guardò la telecamera sul  muro, ancora spenta, poi di nuovo Jack

-Ho disattivato la corrente. Non puoi attivare l’allarme. Ora portami da lei.-

Il tono di Jack era cupo e freddo. Era senza dubbio molto arrabbiato. Il poliziotto gli annuì e si girò di spalle, cominciando a camminare.
Proseguirono per i corridoio della stazione di polizia, con l’agente davanti e Jack dietro, che gli puntava la pistola alla schiena e qualche volta ai corridoi che superavano.
Arrivarono di fronte ad una porta. L’agente prese le chiavi e l’aprì. Entrarono in un enorme sala, con diverse stanze più piccole piene di grate, le celle.
Jack guardò le celle in cerca di Kasugano, fino a quando non vide in una di esse una figura distesa su un letto, con indosso la sua tunica. Jack indicò al poliziotto di aprire quella cella. Lui si avvicinò e fece due giri di chiave sbloccandola. Una volta tolta la serratura, Jack prese la pistola non letale sparò un proiettile nel collo del’agente, e questi cadde a terra

-Kasugano!-

Jack entrò nella cella, e si avvicinò al letto. Provò a svegliarla ma lei rimaneva immobile. Tolse una ciocca dei capelli, rivelando un volto vuoto: non aveva faccia, niente occhi, niente bocca o naso. Era un manichino.

-Non è qui…- sussurrò lui.

Notò sul etto un oggetto rettangolare e metallico. Lo prese in mano: era un registratore.

Premette il pulsante, sentendo la voce del suo traditore, Keigo Kurusu
-Non so che stratagemma avrai fatto, ma so sicuramente che riuscirai ad arrivare qui. E saprai che Kasugano non c’è. L’ho spostata già da tempo, e non credo che tu sappia dove si trova. Inutile dirti che la ucciderò Jack, a meno che tu non ti consegni a me. Se sei interessato a tenerla in vita, c’è una registrazione qui dentro che ti spiega cosa devi fare. Se vuoi che la lasci andare prendila. Sono un uomo di parola. Scegli bene cosa fare.-

Era in preda alla furia. Appena la registrazione finì, diede un forte pugno al muro

Maledetto bastardo! Mi ha fregato!

Prese l’auricolare
-La sacerdotessa non è qui. Ripeto, Kasugano Tsubaki non è qui. L’hanno spostata da un'altra parte. Sto tornando.-

-Ricevuto, signore.-

Uscì dalla stanza delle celle e prese il tragitto di prima. Mentre camminava sentì un rumore strano, proveniente dal corridoio vicino. Erano dei passi.
Si appoggiò al muro vicino al corridoio e prese il diario. Non c’era segnato nulla. Nessun nemico. Forse era un errore.
I passi si fecero sempre più vicini, e appena fu all’angolo, Jack prese il tizio che faceva quel baccano e lo sbattè al muro, puntandogli la pistola

-Nishijima?!
Era il vice di Kurusu, Nishijima. Un ragazzo molto giovane dedito a seguire le regole, ed era simpatico a Jack. E stranamente Nishijima era felice di vederlo.

-Jack, sapevo di trovarti qui.-

-Lo sapevi?-

-Sì. Kurusu ha detto che arrestando la sacerdotessa avrebbe avuto l’occasione per prenderti.-

-Perché me lo stai dicendo?-

-Perché sto dalla tua parte.-

Guardò perplesso Nishijima, ma lasciò la presa su di lui, smettendo di puntargli la pistola

-Dalla mia parte?-

-Sì. Non approvo i metodi che sta usando il commissario. Ha arrestato la sacerdotessa sneza un mandato d’arresto e l’ha portata da qualche parte.-

-Dove?-

-Non lo so, non ha voluto dirmelo. Mi ha tenuto all’oscuro ma un mio collega mi ha detto che voleva usarla per catturarti. Ecco perché ti aspettavo. Portami con te. Ti aiuterò a fermarlo.-

Jack non era molto convinto di portare con se Nishijima. Quella era faccenda nella quale lui non c’entrava nulla. Ma stranamente il Diaio non aveva segnato Nishijima. Il suo Diario aveva il potere di indicare la posizione dei suoi nemici. A quanto pare, Nishijima non era un suo nemico, e voleva davvero aiutarlo.

-Seguimi.-

Angolo dell'autore
Ok, forse ho un pò esagerato con questo capitolo, forse era troppo lungo, ma mi è piaciuto tanto scriverlo che alla fine non mi sono accorto quanto è diventato lungo. Ho infatti modificato la disposizione delle scritte nel flashback, per cercare di non rendere il capitlo troppo lungo a causa degli spazi.
Spero che vi sia piaciuto lo stesso nonostante la lunghezza troppo eccessiva e... vi aspetto al prossimo ;)
-Mr Raider

Mike Novick (Capo dello staff del Presidente Palmer nella stagione 2 e nella stagione 5 col Presidente Logan)
   
 
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