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Autore: DreamEater    10/05/2015    0 recensioni
Ciò che so dell'alchimia scritto in rima. L'alchimia è una scienza troppo ermetica per conoscerla in tutte le sue facce. Questo è quello che so. Buona lettura.
Genere: Mistero, Poesia, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'alchimista



‘Senza sacrificio l'uomo non può ottenere nulla. Per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcos'altro che abbia il medesimo valore. In alchimia è chiamato "il principio dello scambio equivalente".’

L’essenza primitiva di tutte le arti, una donna che ti  pugnala per poi aiutarti,
la scienza del tutto e del nulla assoluto, devi abbandonare ogni sentimento per cercare aiuto.
Simbolismo ermetico nella storia che non c’è, in quanto ‘ogni cosa fu, e l’alambicco è’.
Non è chimica, né fisica, tantomeno matematica, l’alchimia è la ricerca di risposte nella semiotica.

Da Zosimo a Fulcanelli quante trasmutazioni sperimenterai, e col tempo scoprirai che il primo oro non si scora mai.
Dopo aver modificato la legge della natura ne sarai fiero, diventerai vento per sopravvivere, come l’alchimista di Coelho.
La ricerca disperata dell’oro fa ancora impazzire la gente, perché ancora non credono che l’oro risiede nelle fondamenta della mente.
Invocano la pietra filosofale, ma non l’hanno ancora trovata. Credendosi sapienti, cadono nella fossa da essi stessi creata.

Si ciba la mia mente di tutti questi simboli, vomito Mercurio e Zolfo e creo senza preamboli.
Disegno un cerchio alchemico sulla pleiade, sacrifico il mio sangue per creare una pura monade.
Pitagora mi aiuta, ho in mente la Tetractis, mi servono i tre principi e le due sostanze nobili per ottenere il Rebis.
Sono immortale, creo oro quando mi pare, vivo e muoio dentro grazie a questa eterea pietra filosofale.

Il tempo è d’oro e da esso non si fugge; ouroboro: ‘nulla si crea e nulla si distrugge’.
Ho distrutto ed ora sono nella Nigredo, nell’opera al nero il corvo dissolve la materia, dunque non lo vedo.
La sostanza si putrifica sublimandosi nell’opera al bianco, l’Albedo preannuncia della Fenice il canto.
E’ la Rubedo, opera al rosso, la materia si ricompone fissandosi e ritorna a vivere da morto.

E’ l’arte delle arti.
E’ la scienza delle scienze.
E’ quello che non è.
E’ ciò che nessuno sa e che nessuno saprà mai.
   
 
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