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Autore: Chiara_mlmlml    10/05/2015    3 recensioni
Haru che si dichiara a Makoto attraverso un disegno, questo era un commento trovato durante la notte bianca indetta da " No, ma io free lo guardo per la trama eh". Non l'ho pubblicata lì, quindi spero che la persona che ha commentato la legga.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sherlock è un nome da femmina”
- Oh mio Dio, hai visto l’ultima puntata di Sherlock? – Di questo Gou parlava con la sua amica, intanto Haru, camminava solitario e silenzioso per i corridoi della scuola.
- Sì, cavolo, sì. “Sherlock è un nome da femmina”, io lì sono quasi morta. Quella è una dichiarazione in tutto e per tutto. Lì passava Haru e udendo questa frase, stranamente interessato, si fermò, proprio a fianco della ragazza che l’aveva pronunciata e alla manager del club di nuoto, in maniera a dir poco inquietante.
-Ciao Nanase-kun
- Ciao
La rossa un pochino confusa disse – Hai bisogno di qualcosa? – Il ragazzo fece cenno di no con la testa.  Miyu, l’altra ragazza ancora più confusa guardò lo strano interlocutore con una faccia tipo “ che razza di problemi ha questo ragazzo?”. Sì creò così un fantastico silenzio imbarazzante, condito di sguardi perplessi tra le due fanciulle. Per sbloccare l’odiosa situazione creatasi, Gou cercava disperatamente una domanda per capire cosa avesse suscitato l’interesse del ragazzo, e con uno sguardo tra l’interrogativo e lo speranzoso, alla fine chiese – Vuoi sapere ciò di cui stavamo parlando?
Haru annuì, poi fissò l’altra ragazza che con chiaro disagio si congedò – Be’, io credo di dover andare.  A dopo Gou. Arrivederci tipo strano.
-Allora che vuoi sapere? – Il nuotatore guardò in basso e a mezza bocca sbiascicò un – Perché quella era una dichiarazione?
Gli occhi della ragazza s'illuminarono e il suo animo da fangirl la pervase, Sorrise intenerita iniziando a spiegare perché quella frase fosse così importante e qual era il suo vero significato, parlando per ore riuscì a spiegarsi fin troppo bene.
Haru tornato a casa si mise a cercare informazione su Sherlock della BBC, trovando tra le immagini l’esatto momento della così detta dichiarazione. La fissò per un po’, poi quasi ammaliato prese un foglio e una matita. “ Devo disegnarlo, ha degli zigomi fantastici”. Ridisegnò la scena in ogni minimo dettaglio, aggiungendo un fumetto con la fatidica frase.
Poi pensò a Makoto.
Sorrise.
Poi tornò il solito imperturbabile Haru e si fece un bagno.
Il giorno dopo, portò il disegno con sé a scuola, passò buona parte della mattinata a fissare la cartella del suo amico.  A un certo punto Makoto provò a chiedere cosa avesse di sbagliato la sua cartella, Haru, ovviamente, rispose nella sua testa, senza ricordarsi di rendere partecipe il suo interlocutore, così decise di lasciar correre. Ormai era abituato a quella stranezza che, come pochi, trovava incredibilmente adorabile.
Haru aspettò che si allontanasse dalla classe senza di lui, imprese alquanto ardua a quanto pare, cosa che fino ad ora non aveva mai notato. All’ora di pranzo lo mandò a comprare un panino, che dovette anche mangiare rinunciando al suo amato sgombro, ma riuscì nel suo intento. Verso la fine delle lezioni il corvino uscì dalla classe lasciando l’altro a prepararsi la cartella, finalmente notò il disegno, sul retro c’era un messaggio “ aspettami in classe”.
La felicità gli si leggeva negli’occhi, al contrario dell’altro le sue espressioni erano cristalline. Aspettò che tornasse quello che lui riteneva il ragazzo più tenero di questo mondo, inutile dire che SOLO lui lo poteva associare a questo appellativo. Al suo rientro, lo aspettava poggiato sul banco con il disegno dietro di lui. Haru rimase in silenzio, così l’altro intervenne – anch’io Haru, anch’io. – quegli occhi color oceano espressero sorpresa e anche un po’ di felicità celata mentre puntavano verso Makoto. Poi li abbassò e disse – E’ imbarazzante.
 – Cosa?
– Io, te, in una classe vuota, al tramonto, sembra uno shoujo, è davvero imbarazzante.  
Il ragazzo alto sorrise, poi si avvicinò all’altro e gli prese la mano.
– Forse lo è, ma che importa, siamo solo noi, va bene no?
– Credo di sì. – fece una pausa di qualche secondo. – Tu mi capisci sempre.
– Lo so, però questa volta devo ringraziare Gou e la sua parlantina.


n.d.t.
Il finale fa schifo, lo so da me, ma spero comunque che mi perdoniate. Grazie per essere arrivati fin qui :)
   
 
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