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Autore: timscrivello    01/01/2009    0 recensioni
Ranocervi, Illusionatici, Fantasmi di oggetti e regni incantati per una favola dalle tinte nere
Genere: Dark, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’elenco onirico delle voci trapassate

In un satellite naturale appartenente alla terra, c’è un piccolo mondo popolato da personaggi provenienti dall’onirico.
Questo piccolo villaggio accoglie delle botteghe che vendono qualunque cosa che nel mondo dei creatori del sogno non ha valore.
Ma proprio all’incrocio della Via degli spettri meccanici, ove si possono avvistare rottami di lavatrici, di aspirapolvere e di frigoriferi vagare nell’aria; con la Via delle tempeste d’umore, tre negozi rubano lo sguardo dei passanti.
Uno è “L’artigianato degli occhi”: Il proprietario, un elfo verde, crea occhi per fare qualsiasi cosa, occhi per guardare, occhi per mangiare con gli occhi, occhi per parlare.
Un altro piccolo antro è usato per far nascere “La bottega dei giochi sottratti all’integrità”, ove si vende qualunque peluche strappato, qualunque scatola di mattoncini senza un pezzo, qualunque destino di un giocattolo nelle mani di un bambino creatore del sogno.
Ma la piccola porta che rapì lo sguardo del Viandante Ricco Cieco Vedente era la porta per “Il mercatino delle voci trapassate”.
Il Viandante Ricco Cieco Vedente era un tipo basso, sognatore e di grandi vedute. Aveva solo un occhio funzionante che copriva con una benda cromaticamente indescrivibile.
Copriva l’occhio agile alla vista perché diceva che l’anima di una persona va vista con l’anima.
Entrando nel piccolo negozio che era tinto da un alone di mistero e di paura, il Viandante vide subito nel bancone un grosso libro con su scritto “Voci dei trapassati dalla A alla M” e poi, scritto in caratteri minuscoli, quasi non visibili ad occhio nudo, c’era la seguente frase.

Vita eterna non c’è, non la cercare

Per il viandante quella frase nel contesto in cui si trovava non aveva senso; ma in quel mondo, cosa aveva senso?
Da dietro il bancone un Ranocervo, Una creatura sognata da uno scrittore abitante nel mondo del toccabile, gracchiava e rideva cercando di non farsi accorgere dal Viandante, nascondendo il suo muso viscido sotto un cappello usato dagli illusionatici per far apparire un elefante.
Il viandante, guardando con attenzione e con l’anima la copertina, sentì che dentro quel libro non c’era niente di buono, però chiese:
-Scusi, perché il libro arriva solo fino alla lettera M? c’è un altro volume?-
-No non c’è nessun altro volume, solo questo perché oltre la M non serve più…- Disse in modo teatrale il Ranocervo,  acchiappando con la lingua una mosca inesistente appoggiatasi sulle sue corna.
-Ah, capisco…-Disse il Viandante  -E cosa offre lei in questo negozio?-.
-Beh, io offro la certezza di un altro mondo fatto di anime, facendo ascoltare tramite questo libro le voci dei trapassati e potrai sentire talvolta consigli saggi che le persone hanno per te, altre volte solo frasi per dimostrare il loro affetto nei tuoi confronti…-.
Qualcosa in quello strano posto e in quelle strane parole non lo convinceva, ma voleva provare.
-Quanto costa una voce?- chiese il Viandante curioso di sapere chi si nascondeva nell’elenco.
-Solo un soldo bucato senza buco…- Rispose il Ranocervo con aria da sufficienza.
Il Viandante prese dalla tasca quel soldo che serviva ad aprire un varco di comunicazione.
Spulciò tra l’elenco e vide il nome di Arioldo Rettilratto, un filosofo del nulla, e il Viandante voleva sapere da lui, ormai morto, il senso della vita.
Diede il soldo bucato senza buco al Ranocervo che disse:
-Arioldo Rettilratto, comunica a questo giovane il senso della vita!-
Appena il Ranocervo disse questo, dal libro si levò una voce rauca e una luce dal colore blu-rosso:
-Il senso della vita è l’istante più bello…- e come la voce venne, la voce scomparve.
-La tua risposta è stata data, vuoi continuare a visionare l’elenco?- Il Ranocervo aveva un ghigno falso, qualcosa che turbava il Viandante nell’anima.
Continuò a spulciare qua e là nell’elenco, ma a parte qualche nome familiare, non trovò niente di veramente importante fino alla lettere M.
Qui vide la parola Mamma, ecco l’istante .
Sua madre era scomparsa da 15 anni, da quando il suo sognatore era morto.
Voleva sapere cosa gli voleva dire sua madre. Prese il soldo bucato non bucato e sua madre parlò, anzi gridò con luce verde:
-Non continuare! Non conti…- Il Ranocervo chiuse il libro facendo sobbalzare il Viandante.
-Ehm…Stava per uscire dal mondo sognato dei morti, e se combino qualche guaio con le anime, il fornitore delle voci mi licenzia…- si giustificò il Ranocervo.
Il Viandante capì che stava mentendo, e disse:
-Mia madre non ha mai voluto che io vagassi per i mondi onirici lunari ne quantomeno terrestri, forse mi stava implorando di non continuare a viaggiare…-
continuò a cercare una voce per il suo ultimo soldo rimasto.
Arrivò nell’ultimo rigo dell’ultima pagina, e quando vide il nome riportato non credè  ai suoi occhi, il nome riportato era Morte.
-Eh si, anche lei era un corpo prima di morire…-Intervenne il Ranocervo.
- Ma è fantastico!- disse il Viandante –Posso sentire la sua voce così quando sta per sopraggiungere e sentirò la sua voce, io saprò chi è e scapperò! Sarò immortale!-
Euforicamente lanciò il soldo al Ranocervo che lo prese grazie alla sua lingua.
La Morte stava per parlare, accompagnata da una luce nera:
-La mia prossima vittima sarai tu!- E il Viandante morì, sorpreso dall’inganno e rallegrato dall’istante che è il senso della vita.
L’istante in cui lesse la parola Mamma, e la possibilità di sentire la sua voce.
Il Ranocervo  sogghignò, prese il corpo morto, lo porto nel regno dove tutto è vero e toccabile e lo adagiò sul letto dove il corpo senza vita si svegliò, si vestì e andò a lavorare senza ricordarsi le cose fantastiche successe quella notte.




  
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