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Autore: tylica_tmr    10/05/2015    0 recensioni
Sono quel genere di persona a cui piace trovare le parole.
Che è sempre in cerca di esse.
Ma stasera un ragazzo di nome Ashton me le ha tolte tutte.
E tra tutto ciò che non potrò mai dimenticare c'è qualcosa che mi rimarrà per sempre.
Forse non è la stessa cosa.
Perché lui ci ha chiesto:
"Vi sentite vivi?"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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​"Are you feeling alive?"


In questo momento sono nel buio della notte, ho il cuore che mi sta per scoppiare di gioia, le orecchie tappate e due tra le persone più importanti della mia vita appoggiate una su una mia spalla e una sull'altra.
Non sono mai stata tanto felice.
Ecco come finirà il giorno più bello della mia vita.


Sono quel genere di persona a cui piace trovare le parole.
Che è sempre in cerca di esse.
Ma stasera un ragazzo di nome Ashton me le ha tolte tutte.
E tra tutto ciò che non potrò mai dimenticare c'è qualcosa che mi rimarrà per sempre.
Forse non è la stessa cosa.
Perché lui ci ha chiesto: 
"Vi sentite vivi?"
Ci ho pensato, ho ripensato a tutte le situazioni e le azioni e i momenti e le esperienze e mai nessuna mi ha fatto sentire tanto viva quanto quella di questa sera.
La gola in fiamme, le gambe doloranti, il battito cardiaco velocissimo e la lingua secca erano cose piccole e relative, perché, in definitiva, mi tremava il cuore.
Ero viva e lo sono ancora.
Tenetevi strette le persone che vi fanno sentire così e non ve ne pentirete mai.
Perché, a ben pensarci, nulla è stato tanto imprevedibile e casuale quanto questi quattro ragazzi, ma mai nessuno mi ha saputo rendere più felice.
A parte loro due, che erano e sono sedute a fianco a me e che hanno condiviso ogni mia emozione.
Ora provate a convincermi che sia stupido e infantile appassionarsi così tanto ad una band, sprecare lacrime e sentimenti.
Vi risponderò che i sentimenti non possono essere sprecati, ma solo vissuti e che io sono ricca e voi siete poveri.
Ed è la verità.


"Milano puoi cantare per me stasera? Voglio che la sia la serata più bella della vostra vita. Dateci tutto il vostro cuore stasera, dateci tutto ciò che avete e saremo per voi la band migliore"
È in quel momento che ti rendi conto di quanto loro abbiano bisogno di te, di quanto tu, pezzo infinitesimale, sia necessario e fondamentale.
Non mi ero mai sentita così.
Quando ringravaziavano le fan in generale non riuscivo a sentirmi veramente parte delle loro attenzioni.
Troppo grandi, troppo lontane, troppo vaghe.
Sapevo di esserci ma non mi vedevo.
Ma stasera è stato diverso.
Perché ho dato tutto e loro mi hanno restituito altrettanto, in uno scambio continuo di intere esistenze.
Faccio parte di qualcosa di grande.
Ho pensato che il mondo può ancora essere salvato se esistono emozioni come queste e persone in grado di fartele provare.


A Dicembre ho studiato Platone e questo è ciò che mi ricordo.
Le immagini che noi vediamo, inclusi gli schermi dei telefoni e dei televisori, sono finte.
Quando ti guardi allo specchio ci sono solo due cose autentiche: tu è lo specchio. Il tuo riflesso non è nulla.
L'immagine non è vera, l'immagine non vive, l'immagine non è.
Si vede, ma non esiste.
E mentre guardavo il video di un loro concerto mi sono resa conto che stavo gurdando solo dei pixel.
Mi sono sentita truffata, perché se l'amore e la dedizione nei confronti di qualcuno hanno basi false, allora sono falsi anch'essi.
E il mio piccolo mondo ha tremato.
Ma, ancora una volta, questa sera si sono ribaltate le mie prospettive.
Perché erano lì, davanti ai miei occhi, non dei fotogrammi.
E non serviva a nulla stringere forte le palpebre tra loro e tapparsi le orecchie, immaginando di sognare, come era già capitato così tante volte.
Perché, quando riaprivo gli occhi, convinta che mi sarei ritrovata in camera mia, li vedevo e li sentivo esattamente davanti a me.
Loro, in carne ed ossa.
Ero certa che fossero reali.
Allora ho raccolto tutti i pezzi e mi sono innamorata di nuovo, con le lacrime agli occhi e le gambe che tremavano, ma in modo indelebile e definitivo.
È tutto.


C'è un vecchio detto che sostiene che l'uomo muoia due volte.
La prima volta quando la sua vita a finisce e la seconda quando sulla terra viene detto il suo nome per l'ultima volta.
Molto probabilmente gran parte i miei ricordi svaniranno come polvere in un giorno ventoso.
Per effetto del tempo, come è giusto che sia.
E così sarà per le 13.000 persone che mi hanno accompagnato oggi.
Verrà tutto dimenticato: quell'assurdo miscuglio di trepidazione, ansia, incredulità, divertimento, follia, commozione, isteria, confusione, gratitudine. La meravigliosa e spaventosa impressione che ti si possano strappare le corde vocali e che la cassa toracica possa esplodere.
E poi felicità, come mai prima.
La certezza di non voler essere in nessun altro posto, forse per la prima volta.
La speranza che non sia l'ultima.
Tutto perso.
E so che non è giusto.
Ma sono convinta che qualcosa rimarrà. 
Volti, nomi, flash veloci, un particolare, un colore, un suono, un'emozione strappata dalle grinfie del tempo.
E ci sarà qualcos'altro.
Energia.
L'energia che durante questa sera è stata trasmessa da loro a noi.
Devastante, potentissima, surreale.
È un fuoco vivo che brucia esattamente al centro del petto e distrugge tutto il dolore che ha intorno.
È il regalo migliore che potessero farci.
È qualcosa che mi porterò dentro per sempre, che crescerà giorno per giorno.
Indelebile anch'essa.
Così sarà anche per tutti gli altri ragazzi che erano lì.
Andremo avanti con le nostre vite, ma qualcosa resterà sempre, negli angoli più remoti della memoria.
Arriverà anche il giorno in cui qualcuno dirà per l'ultima volta i loro nomi.
Ma stasera questi quattro ragazzi sono immortali.


A metà concerto Calum ha suonato l'introduzione da solo in mezzo al palco.
Nel buio più totale, una luce illuminava solo lui.
Era strano pensare che potesse essere l'immagine che meglio rappresentava la mia vita, ma non era vero.
Comunque il pubblico l'ha accompagnato cantando tutta l'introduzione.
O meglio l'abbiamo accompagnato.
Era una bellissima ed unica collaborazione tra la voce di una folla e lo strumento di un ragazzo.
Finita la sua parte è tornato al suo posto. 
Aveva gli occhi lucidi.
Anche io.
Magari i nostri cuori sono stati toccati dalle stesse emozioni, dagli stessi pensieri.
Sono quasi certa che sia stato così, perché c'è stata una sinergia particolare.
Era commosso perché, insieme ai suoi migliori amici, aveva realizzato il suo sogno.
Ed io ero commossa perché, insieme alle mie migliori amiche, avevo realizzato il mio sogno.
Per farlo abbiamo avuto l'uno bisogno dell'altra.
Complementari.
   
 
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