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Autore: Juicygoose95    11/05/2015    0 recensioni
I Mugiwara trovano una botte in mezzo al mare al cui interno vi è una ragazza: chi sarà? che cosa le sarà successo? e come reagirà la ciurma venendo a conoscenza della verità?
E se nel frattempo in un altro universo succedesse un piccolo inconveniente...?
(Questa è una storia che avevo pubblicato precedentemente ma che poi ho cancellato. Il titolo è lo stesso ma la trama è diversa).
Buona lettura
P.s. A causa di impegni e problemi con la trama , vi avviso che i miei aggiornamenti saranno in ritardo, e mi scuso infinitamente.
Inoltre è IMPORTANTE che leggiate TUTTI i capitoli , senza saltarne nessuno perché ci sono dei dettagli fondamentali per lo svolgimento della storia.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Luce si presentò a noi il giorno seguente di buon mattino, proprio come ci aveva detto Irina.

L:”Vi porto da Marquise. Io e le mie guerriere combatteremo con voi.”

Detto ciò spiccò il volo, e ci condusse fino all’antica e altissima torre in cui viveva Marquise.

Una volta arrivati ai piedi dell’imponente struttura, vidi Luce risplendere intensamente, e dopo pochi secondi attorno a lei  apparvero una decina di angeli dalle

ali bianche , con le sembianze di donna ,tra i quali riconobbi Irina.

Dopo che li ebbe radunati tutti si voltò verso di noi, e ci disse che ogni angelo avrebbe trasportato una persona all’interno della torre.

Noi eravamo in tredici, quindi un angelo avrebbe fatto due turni.

Ma Rufy disse che per lui non c’era problema , e che sarebbe entrato come l’altra volta.

N:”Un attimo! Come facciamo a sapere dove si trova Emilia? Noi non possiamo vederla e nemmeno sentirla!”

L:”Vi guideremo noi. Sulla parete in fondo alla stanza c’è uno specchio ovale , riccamente decorato. Dobbiamo romperlo. Ma Marquise ci ostacolerà in tutti i

modi. Se rompiamo lo specchio Emilia ritornerà visibile. Noi comunque possiamo vederla e sentirla.”

Detto ciò sentii uno degli angeli mettermi un braccio attorno alla vita e spiccare un salto.

In pochi istanti vidi il terreno sotto i miei piedi allontanarsi sempre di più, mentre Rufy si fiondava letteralmente all’interno della torre.

La stanza in cui entrammo era enorme, e metteva i brividi.

Ricchi e pesanti tendaggi ricoprivano un letto a baldacchino, sul quale era adagiata una mummia elegantemente vestita.

Ampolle e ampolline piene di strani liquidi colorati e animali bizzarri erano appoggiati ovunque, così come i libri , e un calderone borbottava pigramente al
centro della stanza.

C’erano inoltre scheletri umani e di animali, appoggiati malamente alle pareti.

M:”Bene. Bene. Bene. Cosa abbiamo qui?”

Una figura minuta uscì dall’ombra , e si avvicinò a noi.

Era bellissima: lunghi capelli mossi nerissimi e occhi color smeraldo che ci scrutavano maligni e alteri.

M:”Beh .. ho già parecchia gente da parte ma penso proprio che vi metterò insieme a loro.”

R:”Devi liberarli! E lo devi fare subito brutta strega!”

M:”Cosa? Brutta strega a chi bamboccio?!”

R:”Quante altre streghe vedi in giro?”

N:”Rufy smettila! Così non fai altro che farla arrabbiare!”

R:”Io la distraggo. Voi pensate allo specchio.”
M:”Quello specchio non si tocca!”

R:”Vedremo!”

Lo vidi prepararsi allo scontro, mentre la sua pelle diventava rossastra e uno strano vapore usciva dal suo corpo, e le sue mani , le sue braccia , le sue

gambe e i suoi piedi assumevano un’insolita colorazione grigiastra.

Marquise dal canto suo fece apparire dal nulla un lungo bastone di legno, sulla cui cima splendeva una pietra biancastra, ricca di riflessi arcobaleno.

Un fiotto di luce venne scagliato in direzione di Rufy, che venne preso in pieno .

Ma non si fece niente, e si rialzò come se non fosse successo nulla , mentre la collana che aveva al collo brillava intensamente.

M:”Quel maledetto di un Tremotino!”

Scagliò contro Rufy altre folgori ma vennero tutte respinte.

Mentre Rufy teneva impegnata Marquise noi ci dirigemmo verso lo specchio, ma poco prima di raggiungerlo fummo costretti a fermarci: delle creature
mostruose ci sbarravano la strada. Il loro viso era umano ma il loro corpo di leone , e la coda di serpente. I loro occhi erano completamente bianchi, e
mancanti di pupilla.

I loro denti erano affilatissimi e il pelo sembrava coperto di squame.

Avanzarono verso di noi con aria minacciosa, e Sanji e Franky si misero subito davanti a me, mentre Itachi e Nami proteggevano Kathleen.

 
Sasuke, Itachi, Brook e Robin, insieme a Chopper e Zoro, erano in prima fila.

Fu uno scontro duro, perché la loro pelle era resistentissima.

Ma Nami ebbe un’idea: La spada di Cristallo ce l’aveva Zoro, e Nami gli disse di usarla.

Io non riuscii a credere ai miei occhi: in pochi secondi le distrusse e di loro non rimase altro che una sottilissima polverina dorata.
E la stessa cosa accadde a tutte le altre creature mostruose  che ci sbarrarono la strada.

Quella spada era portentosa.

Rufy intanto teneva egregiamente a bada Marquise e gli angeli si occupavano di tutte le mostruosità che uscivano dagli angoli.

Con fatica raggiungemmo lo specchio e lo mandammo in frantumi, mentre le schegge volavano per tutta la stanza e il grido spacca timpani di Marquise ci

avvolgeva penetrante.

Nell’istante in cui lo specchio si ruppe, alla destra dell’oggetto, in un angolino appoggiata a una parete apparve una ragazza .

Avrà avuto presso a poco la mia età, e capelli assurdamente lunghi. Talmente lunghi che l’aggettivo lunghissimi non bastava.

Notai che quei capelli sembravano oro puro.

Zoro si avvicinò a lei con la spada in mano.

M:”NO FERMO!”

Con un colpo la lunga chioma ricadde sul pavimento, e vidi Marquise invecchiare improvvisamente e tramutarsi in cenere.

R:”E’ finita”

Cha:”Non credo proprio!”

Avvertii un leggero fastidio, come se qualcosa avesse cercato di incenerirmi..

R:”Chi sei ?! Cosa vuoi?!”

Cha:”Charlotte. Ma non ha importanza.”

La vidi avvicinarsi al corpo di Marquise e inalarne le polveri, finché non ne rimase niente.

Gli occhi della sconosciuta divennero gialli.

Cha:”TI UCCIDERO’ ANNA!”

Prima che chiunque di noi potesse reagire, accanto a me vidi la ragazza di poco prima, con lampade azzurre al posto degli occhi.

A:”Perché mi vuoi morta?!”

Cha:”Come credi di esserci finita a Nemesis? Con la forza del pensiero? Sono stata IO a far mandare lì te e tua sorella! Volevo che moriste entrambe! Ho

pagato quelli del Governo perché vi rapissero e vi portassero lì. Prima hanno preso te ,Anna, e poi qualche giorno dopo hanno portato via anche tua sorella! ”

Mi sentii invadere dalla rabbia verso quella donna.

A:”COME HAI OSATO FARCI QUESTO?! ABBIAMO SOFFERTO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER CAUSA TUA!”

Sentii Rufy afferrarmi e trattenermi.

Cha:”Semplicemente perché se tu fossi morta, se entrambe foste morte, Lucian ne avrebbe sofferto intensamente e sarebbe morto di dolore sapendo che le

sue figlie erano andate entrambe all’altro mondo!”

A:”Chi è Lucian?”

Cha:”Lucian è tuo padre! “

Scossi la testa sconvolta.

A:”Non è vero! Mio padre si chiama Marcus!”

Cha:”No! Tua madre Jane si risposò con Marcus per non lasciare te e tua sorella senza una figura paterna!”

Em:”Tu stai mentendo! Lucian era il padre di Marquise!”

Cha:”Certo che era suo padre, perché io ho voluto che lei pensasse che fosse così ma erano tutte bugie. Io ho mischiato i miei ricordi con quelli di Marquise e

le ho modificato la memoria, facendole credere che Lucian fosse malvagio quando in realtà non lo é! Lucian era mio marito ma mi ha tradita con Jane! Io lo

amavo e lui mi ha solo presa in giro! Facendo soffrire Anna e Kathleen anche Lucian è straziato dal dolore e questo è un punto a mio favore! Tu Emilia sei

servita al mio scopo, perché grazie a te i poteri di questa servetta sono aumentati e di conseguenza sono diventata più potente anch’io! Lucian è soltanto mio

e di nessun’altra! ”

R:”E dove sono gli abitanti del villaggio ?!”

Cha:”Ma in mano mia sciocco! E Marquise è servita al mio scopo! è rarissimo che mi sporca le mani. Faccio agire altri per mio conto, è molto più comodo! Ma

adesso è ora di finirla. Addio ragazze!”

Vidi qualcosa frapporsi fra noi e la folgore lanciataci contro, che rimbalzò e tornò al mittente.

Un uomo alto , dai capelli neri come ali di corvo era di fronte a me e a mia sorella, che si era avvicinata a Emilia nel tentativo di spostarci.

Era giovane, e avrà avuto al massimo trent’anni, forse meno.

Il corpo di Charlotte era a terra carbonizzato, eppure era ancora viva.

L:”Sei stata una sciocca Charlotte! Come potevi sperare di battermi? COME HAI OSATO FARE DEL MALE ALLE MIE FIGLIE E A JANE?!”

C:”Io sono molto più potente di te! Credi che perché mi hai colpita sei in diritto di considerarti superiore? Visto che sei uscito allo scoperto Lucian vorrà dire

che ti ucciderò una volta per tutte con le mie mani! E’ comodo tirare i fili dietro le quinte ma adesso mi sono stancata che mi vengano messi i bastoni tra le

ruote. Ho cercato di uccidere tua figlia Anna in tutti i modi, tra arpie, nereidi, mummie, statue di terracotta, e Baba Yaga aveva tentato di trasformarla in una

Bambola di Carne credendo di agire per conto di Marquise ma ho sempre fallito. Quindi ora, dopo che avrò ucciso sia lei che la sua cara sorellina sotto i tuoi

occhi mi sbarazzerò anche di te!”

L:” Sono stato costretto a nascondermi per proteggere ciò che avevo a cuore e non ti permetterò più di torcere loro nemmeno un capello!”

Ch:” Tu eri sposato con me! CON ME! IO TI AMAVO E TU INVECE MI HAI TRADITA! SEI STATA L’UNICA PERSONA AD AVERMI TRATTATA CON UN

MINIMO DI RISPETTO E GUARDA!”

L:”IL RISPETTO BISOGNA GUADAGNARSELO! TU SAPEVI BENISSIMO CHE IO NON TI AMAVO QUANDO CI SIAMO SPOSATI! IL NOSTRO ERA UN

MATRIMONIO D’INTERESSE, RICORDATELO! I NOSTRI GENITORI CI HANNO COSTRETTO A FIRMARE QUEL CONTRATTO MA IL NOSTRO ERA UN

MATRIMONIO SENZA AMORE!”

Ch:”Ma io ti amavo e ti amo ancora adesso!”

L:”Tu non sai che cosa sia l’amore! Sei pazza! Sei ossessionata da me e mi vuoi tenere in catene e farmi soffrire per averti abbandonata! Ma tu lo sai che io

non ti amavo allora e non ti amo neanche adesso! Avevo conosciuto Jane due mesi prima del nostro matrimonio e sono stato costretto a sposarmi con te! Ti

ho sempre rispettata ma non ti ho mai amata mettitelo in testa!”

Ch:”TE LA FARO’ PAGARE !”

L’uomo si posizionò di fronte a noi, e un bagliore accecante invase la stanza mentre Charlotte veniva trapassata dalla spada di Cristallo che si era mossa

autonomamente verso di lei.

Rimanemmo un momento immobili.


Ma la donna non era ancora morta.

Sentii che mormorava strane parole sottovoce, e dopo alcuni istanti attorno a lei apparvero delle bizzarre creature:

Il loro corpo sembrava quello di grosse aquile ma la testa era di donna, e avevano lunghissimi denti aguzzi.

Quando Charlotte ordinò loro di attaccarci le vidi arrabbiarsi.

Una di loro parlò a nome di tutte:

? :” Noi arpie non siamo tenute ad obbedirti! Tu ci devi ancora dare quanto ci spetta! Dove sono le uova di Fata rubino che ci hai promesso? Dove sono i
nostri serpenti arcobaleno? “

Ch: “Non vi darò proprio un bel niente se prima non li  avrete eliminati tutti!”              

?:”NOI NON ELIMINIAMO NESSUNO SE PRIMA NON CI DARAI QUANTO PATTUITO!!!


Ti abbiamo già servita e non hai mai mantenuto la tua parola. Noi vogliamo quanto ci spetta.”

Charlotte iniziò a controbattere, e le vedemmo arrabbiarsi ancora di più; prima che chiunque di noi potesse muovere un dito la divorarono, per poi scomparire

in uno sbuffo di fumo.

Rufy, che stava per utilizzare il Gear Second si rilassò, sebbene fosse molto arrabbiato, e anche Sanji sembrava alquanto alterato.

 L’uomo di fronte a noi si voltò verso me e mia sorella.

L:”Avrei dovuto esserle fedele ma non l’ho fatto e non me ne pento. Era così possessiva. Mi dispiace che solo che per colpa dei miei sentimenti nei confronti

di vostra madre abbiate sofferto tanto, e mi spiace che Jane  abbia dovuto mentirvi ma era l’unico modo per proteggervi. Charlotte era troppo sicura di se… e

questo è stato il suo punto debole.

Come siete diventate grandi..Se avessi potuto l’avrei sconfitta prima , ma vi avrei messe in pericolo..”

I suoi occhi azzurri guardarono i miei e mi sorrisero.

Io e mia sorella lo osservammo entrambe, diffidenti e per nulla convinte da quella faccenda.

L:”Puoi avere tutto il tempo che vuoi, così come tua sorella. Con la morte di Charlotte è tornato tutto al proprio posto, non preoccuparti..”

*

Era una gelida mattina d’inverno quando mio padre mia mandò a chiamare.

Non sapevo cosa volesse ma preferii non chiedere nulla alla mia dama di compagnia, Marquise.

Tremando, entrai nello studio indossando il più bel vestito del mio armadio, perché così mi era stato ordinato da mio padre.

Non sapevo davvero cosa sarebbe successo ma avevo paura.

Lo odiavo con tutta me stessa , e un giorno l’avrei fatto pentire per tutto  il male che mi faceva.

Mio padre Stefan era seduto alla scrivania, austero.

Con voce piatta che non ammetteva alcun tipo di replica mi spiegò che mi sarei sposata a breve .

Una parte di me esultò per potermi finalmente allontanare da  lui, e un’altra parte iniziò inesorabilmente a disperarsi.

Com’era? Vecchio o giovane? Bello o brutto? Gentile o crudele? E se fosse stato un uomo violento?

Per giorni e giorni mia arrovellai disperatamente credendo di soffocare, pur scoppiando dalla felicità per potermene finalmente andare via da
quella casa, le cui mura erano state mute testimoni di orrori , da mia sorella e soprattutto da mio padre.



Ero sola.

Mi odiavano tutti.

Credevano che a uccidere mia madre fossi stata io.

Mia madre era morta nel darmi alla luce, e mio padre mi considerava come unica responsabile dell’accaduto, e non me l’aveva mai perdonata.


Credo mi odiasse per avergli portato via l’amore della sua vita.

Mentre mia sorella Morgause era la sua prediletta, ma anche lei mi disprezzava considerandomi responsabile della morte di nostra madre.

Li odiavo entrambi.

Un giorno mi presentarono il mio futuro sposo e me ne innamorai all’istante .

Il suo nome era Lucian ed era l’uomo più bello che io avessi mai visto.

Io avevo 16 anni e lui 20..

Io e il mio futuro marito avremmo firmato il contratto matrimoniale, finalmente; io ne avevo abbastanza di venire maltrattata in continuazione da

mio padre, che se non mi frustava mi incatenava al letto, e se non mi incatenava al letto mi prendeva a cinghiate e mi insultava, e se non mi

insultava, non mi incatenava e non mi frustava , mi violentava.


Passarono gli anni e dopo molta fatica riuscii ad avere un bambino: nacque una femmina e la chiamammo Nimue. Ma morì dopo pochi mesi.

Poi venni a sapere che mio marito aveva un’altra , e mi sentii tradita e umiliata.

Mi sentii invadere dalla rabbia. Io lo amavo e credevo che anche lui provasse lo stesso… però forse mi vedeva solo come una bambina.

Lei si chiamava Jane, una ragazza dai capelli e dagli occhi color cioccolato.

Che aveva avuto due figlie da mio marito.

Sua moglie ero io. Si rifiutava di avere rapporti con me ma non con un’altra.

Mio padre cercò di intromettersi nella mia vita coniugale senza un minimo di rispetto ed esasperata dalle sue continue minacce lo avvelenai con

l’arsenico in una calda serata d’agosto.


Mi aveva violentata ed umiliata quando non ero ancora una bambina e mia aveva seviziata in continuazione. Aveva avuto quello che si meritava.

Mia sorella purtroppo riuscii a scappare, non prima di avermi giurato vendetta.

Mio marito invece me l’avrebbe pagata .

Io e mia sorella eravamo nate con dei poteri: lei percepiva il pensiero altrui come se fosse una pista. Io invece riuscivo a manipolare la mente e a

cancellare i ricordi. Non so per quale motivo, ma sui miei famigliari, mio padre e mia sorella compresi, questo mio potere non funzionava. E cosa

strana non funzionava neanche su Lucian.


Sua moglie ero io.

E di conseguenza doveva essere fedele solo a me.

E io sapevo come farlo tornare da me.

Bastava eliminare quella sua sgualdrina con le sue figlie e lui sarebbe tornato da me.

Sarebbe stato tutto quanto meraviglioso se non fosse stato per quella donna e le sue mocciose.

Quando lui, non so come, venne a conoscenza dei miei piani, scappò e fece in modo che io non riuscissi a trovare ne lui ne le sue figlie, ne quella

Jane.


Decisi di servirmi di Marquise.

Feci in modo che venissero messe in giro storie false su Rhea, sua madre, che venne accusata di stregoneria e bruciata sul rogo.

E le feci credere che fosse stato proprio Lucian il colpevole.

Marquise si disperò e io mi servii di lei.

Le manipolai la mente, le feci credere di aver vissuto una parte della sua e una parte della mia vita.

Iniziò a odiare Lucian.

Io non avevo intenzione di spezzarmi le unghie con questa faccenda, quindi decisi di lasciare fare ad altri.

Lasciai che tirasse lei i fili dietro le quinte, agendo inconsapevolmente sotto la mia guida.

Studiai a fondo , e divenni potente.

Poi seppi che Lucian, sebbene non sapessi ancora dove si trovasse, era diventato uno stregone.

Non si sapeva come, ma aveva ottenuto dei poteri.

Ma sapevamo entrambi che non sarebbe mai uscito allo scoperto. Un passo falso da parte sua e le sue amate creature sarebbero morte.

Per stanare Lucian invocai creature di ogni tipo, dalle nereidi, alle arpie, alle manticore, ai draghi.

Ma niente. Non riuscivo a stanarlo, e mi sentivo così arrabbiata, tradita ed umiliata da lui che mi andava il sangue alla testa sapendo che era
ancora vivo.


Lui doveva essere solo mio!

Lui, che come un codardo invece di affrontarmi si era nascosto.

Il suo punto debole erano quelle tre, e così decisi di rivolgermi al Governo Mondiale.

Jane non venne presa , ma fui soddisfatta lo stesso.

Feci rapire le sue figlie e condurre a Nemesis, sperando in questo modo di sbarazzarmi di loro.

L’isola un tempo faceva parte dei possedimenti della mia famiglia e in seguito venne acquistata dal Governo.

Quindi, con alcune ricerche, venni a conoscenza dell’uso che faceva adesso il Governo e sorrisi soddisfatta, al pensiero che quelle due sarebbero
finalmente morte una volta per tutte.


Nel frattempo venni in possesso del diario di Marquise e lo modificai.

Le feci credere di essere nata secoli prima, che Lucian fosse ultracentenario ma sempre giovane e nel fiore degli anni.

E così le cancellai quasi del tutto la memoria.

Le feci dimenticare di me, così che lei non si ricordasse di avermi servito; anzi no: la convinsi che avessi inscenato la mia morte, cosa del tutto falsa.

E in questo modo riuscii ad avanzare verso la mia meta: vendicarmi di Lucian.

Invocai dalle tenebre due lamie: ad una diedi il nome di Eveline e all’altra Nimue.

Feci in modo che la gente del villaggio si fidasse di loro.

Dissi loro per filo e per segno come si dovevano comportare, per non destare sospetti.

Dissi a Eveline di dire, a chi glielo avesse chiesto, di essere stata annegata nel lago da Marquise. Nimue invece la usai per raccogliere
informazioni, facendola passare per una specie di veggente.


Io volevo vendicarmi della morte di Lucian tramite Marquise, ma allo stesso tempo volevo anche ucciderla, per assorbirne i poteri e diventare
ancora più forte.


Furono le mie Lamie a portare fino a me gli abitanti del villaggio, tutti quanti.

Speravo che fra loro ci fosse anche Jane.

E così fu.

Poi però mi accorsi che c’era un problema.

Mia sorella Morgause mi stava cercando, e mi resi conto che riusciva a percepire i miei pensieri.

Un giorno in particolare, mentre rileggevo alcune delle pagine del falso diario di Marquise, dovetti mentire.

Pensai a qualcosa di non vero per depistarla , e lei ci cadde.

E la feci uccidere dalle mie lamie. Le risucchiarono l’anima e se la mangiarono.

Le streghe oscure erano state dei veri geni a creare quelle creature, unendo sangue di donna con quello di un serpente.

Credevo che fosse tutto sotto controllo, ma poi apparve quella ciurma, e con sgomento mi resi conto che le sue odiose figlie erano ancora vive, e
mi sentii furiosa come non mai.

***
S: “Chloe no! No non morire ti prego! Vedrai che si sistemerà tutto … si sistemerà tutto ….”
*
Gli occhi di mio padre mi guardano con disprezzo.
S: “Ti dovresti soltanto vergognare. Non ti è bastato uccidere tua madre? Adesso vuoi uccidere anche tua sorella?!”

Il vaso di fiori appoggiato sulla sua scrivania va in terra.

Si avvicina austero e mi colpisce forte.

Quel giorno mia sorella era caduta dalle scale e aveva dato la colpa a me, dicendo a mio padre che l’avevo spinta.

Ma non avevo fatto niente.

Lei non era caduta.

Ma ogni scusa era buona per farmi picchiare.

La odiavo .

Anche se avevo solo sei anni.

La odiavo con tutto il cuore e tutta l’anima.

Ma lei aveva sedici anni, e mio padre ovviamente dava ragione a lei, non a una bambina che secondo lui era una ritardata .

In realtà mio padre considerava tutte le donne delle ritardate mentali, me evidentemente mia madre e mia sorella erano diverse.

Io no.

Quel giorno non si limitò a uno schiaffo, ma dopo che mi ebbe picchiata a sangue si avventò su di me.

Io non sapevo cosa stesse succedendo.

Volevo scappare ma non  riuscivo a muovermi, le orecchie mi fischiavano e la bocca era diventata secca.

Fece male. Ma non sapevo cosa stesse succedendo. Sentivo solo tanto tanto male.


Sarei morta? Sebbene fossi piccola questo pensiero mi attraversò la mente numerose volte.

E ogni volta mia sorella sorrideva soddisfatta, come se fosse felice dei trattamenti che grazie a lei mio padre mi riservava.

Lei ovviamente non veniva toccata con un dito.

Passarono gli anni, e tutte le volte che mio padre si accorgeva che potevo essere rimasta incinta mi colpiva a calci sulla pancia.

Una volta arrivò a spaccarmi fegato e milza.

Un oggetto.

Io per lui non ero una figlia ma un oggetto.

Non che lo considerassi mio padre, s’intende.

Il sangue che mi scorreva nelle vene, al solo pensiero che fosse suo, mi faceva venire voglia di farmelo succhiare via dalle sanguisughe, a costo di morire.

Piuttosto che quell’inferno, avrei preferito mille volte morire.

Se mi fossi mai innamorata di qualcuno, e se questo qualcuno mi avesse come minimo rispettata, non avrei mai permesso che si allontanasse da me.

Piuttosto lo avrei ucciso.

Meglio morto che di un’altra.

Meglio morto che non mio!

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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