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Autore: Lady Warrior    11/05/2015    1 recensioni
Questa storia, nata e cresciuta durante le ore di fisica parla delle avventure di alcuni ragazzi nel mondo di Caccalandia!!!!!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6: di nuovo germi!!!
 
-Dove sono capitato? Quel ratto deceduto che ho afferrato è stato davvero una sventura!- sussurrò Gabriele, osservando il prode Antonio dirigersi verso la porta. Egli però si arrestò a qualche millimetro di distanza da essa.
-Caro Gabriele, un periglio dovremo affrontare, per la nostra vita salvare. Canterò la strofa della mia canzone per spronarti, poiché è certo migliore di uno scoreggione!- detto ciò, Antonio si schiarì la voce, aprì le braccia e iniziò a cantare con la sua voce melodiosa, e il suono che proveniva dalla sua bocca era simile a quello col quale il culo è solito accompagnare la fuoriuscita della merda.
-Il mio migliore amico è il gabinetto,
perché ho la possibilità di emanare uno scacazzo netto,
ma la pipì spesso non riesco a fare,
perché il tappo del cesso non riesco ad alzare,
e soffro nel mio profondo,
perché il non pisciare mi fa sentir giocondo,
Vado al gabinetto,
prima di andare a letto,
oh amore, sì,
io faccio la pipì un giorno no e uno sì!-
Gabriele si emozionò al suono di quei meravigliosi endecasillabi, così estasiato che iniziò ad applaudire, con le lacrime agli occhi. –Qual meraviglia, qual gaudio! Mai le mie orecchie avevano udito endecasillabi sciolti così eufonici!-
La voce di Gabriele, però, fu udita da alcuni germi del wc di stanza lì vicino, che accorsero armati di spade di calcare.
-Altolà il sudore!- gridarono ai due fuggitivi.
-Gabri, WC NET devi evocare, così dai germi ci potremo salvare!-
Ma Gabriele aveva esaurito il metano che aveva in corpo, e WC NET non poteva più evocare. Disperato, chiuse gli occhi e aprì la bocca: emise un rutto celestiale! Tutto il castello vibrò a quel suono. Antonio, gaudioso, iniziò a saltellare, gridando –ALL’ALBA VINCERÒ,VINCERÒ, VINCERÒ!- mentre il possente rutto permeava le stanze e giungeva persino alle orecchie di Federico. Federico.
I germi vennero disintegrati, e si tramutarono in schegge di merda. I due eroi raccolsero le spade di calcare, per armarsi: grandi perigli li attendevano. Uscirono allo scoperto e videro che il castello di Federico non era altro che un labirinto.
-Da questo Dedalo dobbiamo uscire, o il nostro fato sarà perire!- disse Antonio.
-Ho un’idea: come Teseo utilizzò il gomitolo per non perdersi nel labirinto, e come Pollicino usufruì delle briciole di pane per ricordarsi il sentiero, così noi utilizzeremo la merda per non perderci- disse Gabriele.
Così, scacazzando per i corridoi al fine di ricordarsi la strada, i due si addentrarono nel labirinto.
   
 
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