Il mattino di Natale

Nella camera delle ragazze, alle sei del mattino, regnava un assoluto silenzio. In questo silenzio, la nostra navigatrice era già sveglia. Era un’ora che stava sempre nella stessa posizione: le coperte del letto a metà busto, le mani incrociate su di esse. Lo sguardo perso, perché Nami vedeva, ma non guardava. Era già da un bel po’ di tempo che pensava sempre alla stessa cosa, e cioè che in quella ciurma di pazzi che le avevano cambiato la vita, c’era anche la persona che amava. Un ragazzo di un anno più grande di lei, capelli verdi, occhi neri, alto, e con un fisico che sembrava scolpito nel marmo. Era Zoro, la persona che le aveva rapito il cuore… Ma le aveva anche rovinato la vita. Lei lo desiderava, ma sembrava che lui pensasse alle sue spade, le sue spade e basta. Si allenava tutto il giorno, oppure dormiva, e non parlava, e se parlava con lei, cosa facevano? Litigavano. Sembrava che lui non la calcolasse neanche di striscio, che la considerasse solamente una bambinetta… Ma lei non si sarebbe data per vinta. I suoi pensieri furono interrotti da un movimento della sua Robin, che dormiva con lei nella stessa stanza. Allora si alzò ed andò verso di lei:

-Robin, mi sono svegliata alle cinque del mattino…-

-Oh, Nami ti prego… Non oggi, è Natale… Non puoi rovinartelo per lui…- rispose con tono assonnato, e quindi riprese a dormire.

-Oggi, appunto, è Natale. Ti racconterò.- Detto questo uscì, sperando di trovarlo. Come previsto, Zoro era lì, a busto scoperto, che si allenava con i suoi amati pesi, e quando vide Nami, si fermò. Andò verso di lei, con il suo solito andamento sicuro, da duro, come per sfidarla.

-Buongiorno mocciosetta, come mai sveglia a quest’ora?-

-Ho fatto un brutto sogno, zoticone!-

Il cuore le batteva forte, era ansiosa per quello che stava per fare. Zoro, per tutta risposta, non si smentì:

-Hai sognato di perdere un centesimo, eh, strozzina?-

-Di certo non lo verrò a dire a te, squattrinato-

-Certo che sei proprio un muflone acido-

-E tu un distillato di odio!-

-Possibile che dobbiamo rovinarci anche il Natale, noi due?- disse infine Zoro, esasperato da quei continui scontri verbali, che non avevano mai vincitore.

Allora Nami ebbe la via libera… Finalmente, invece di rispondere a tono, aveva fatto una considerazione da non sottovalutare affatto. Zoro sarebbe diventato suo, e questa volta con i fatti, non con i pianti o con le parole. Ascoltò per un attimo il mare agitato sotto di loro, in cerca di una conferma immaginaria, e poi si decise a parlare a Zoro, che la stava fissando, in attesa.

-Zoro, tu sei uno squattrinato, zotico, scimmione e selvaggio spadaccino da quattro soldi, anzi da due, e anche se noi due litighiamo sempre, io ti amo incondizionatamente-

Sul suo volto si disegnò un ghigno malvagio, spinse il ragazzo vicino all’albero maestro e lo baciò. Un bacio pieno di desiderio, che aspettava da tanto tempo, e a cui lo spadaccino non si sottrasse, con suo gran sollievo.

-Buon Natale, tesoro-

Andò via, lasciandolo lì, senza neanche dargli il tempo di rispondere a modo, e con un’altra vittoria in mano. Quando Zoro la vide entrare nella sua stanza, sorrise, felice dell’unico e più bel regalo di Natale mai ricevuto in vita sua. Finalmente Nami era sua. O forse lui era di Nami? 

                                                    FINE

Ciao ragazzi, spero vi piaccia. Non ho avuto tempo di allungarla, mi dispiace. Ciao ciao e Buon Natale