[Over the world she is known as a girl,
to those who are free the mind shall be key,
forgotten as the past cause history will last!
[Ricordando si scopre e si vede
che in tutto il mondo , è conosciuta come una ragazza,
e a quelli che sono liberi, saranno mantenute le
menti,
dimenticato il passato, perchè la storia durerà.]
Se ne stava seduta in postura rigida, con i gomiti sul banco e il
viso tra le mani strette a pugno; i capelli castano chiaro erano legati in una
coda da un elastico, eppure vi erano ciuffi color miele imbrunito, qua e la,
che si ribellavano alla costrinzione. Gli occhi ambrati scrutavano il nulla, e
il suo volto aveva assunto un broncio assolutamente adorabile, a parere della
persona che la stava osservando. La vide spostare lo sguardo sul computer
vicino alla finestra e far soffermare lo sguardo sulla scritta 'Comandante' sul
banco. Un piccolo sorriso le nacque sulle labbra, uno di quelli che erano in
grado di fargli girare la testa.
<< Quando hai intenzione di entrare, Kyon? >> volle informarsi
lei, un sorrisino di trionfo sul volto. Kyon la guardò sorpreso, ma poi
scosse la testa rassegnato: << Mi hai visto dal riflesso della finestra.
>> disse, più a se stesso che a lei. Haruhi lo guardò
contrariata: << Sapevo già che eri sulla soglia. >> disse,
altezzosa. Kyon sorrise: Haruhi era davvero troppo orgogliosa per ammettere che
qualcosa - o qualcuno, meglio - fosse ancora in grado di coglierla di sorpresa.
<< Sì, certo. >> le disse, quindi, cercando di rabbonirla.
Entrò nell'aula che fungeva da Quartier Generale dell'SOS Brigate, e
fece scorrere lo sguardo per la stanza - più per abitudine che per vero
interesse. Lo sguardo si riposò poi su di lei.
<< Sei arrivata
presto, oggi. >>, le disse, posando sul grande tavolo la cartella con
dentro tutti i libri che gli servivano per le ripetizioni che aveva preso per
poter restare a scuola oltre l'orario scolastico, per aspettare Haruhi. La
ragazza sbuffò, incrociando le braccia al petto: << Già,
prestissimo. Così presto che mi sono persa tutta la riunione dell'SOS
Brigate. >> esclamò ironicamente lei, sempre più
contrariata.
Kyon decise che sarebbe stato molto più saggio non dirle
che quel giorno la riunione non si era tenuta affatto: << Non ti sei
persa niente, oggi è rimasto tutto tranquillo. >> cercò di
rincuorarla, con voce convinta.
Sul volto di Haruhi si fece spazio un sorriso di sollievo, e come
ogni volta che la osservava Kyon dovette concentrarsi per far si che lo stupore
non trapelasse dal suo viso. Haruhi, la ragazza che aveva davanti, aveva
davvero scelto lui? Possibile, che una creatura così bella, fosse stata
destinata a lui?
... Beh, 'destinata' non era proprio la parola giusta da usare...
Infondo, era lei il destino...
<< Comunque non capisco perchè debba per forza far
parte di quel noiosissimo club sportivo. >> ricominciò con quella
voce irritata che pareva riservare solo a lui. Kyon alzò gli occhi al
cielo guadagnandosi un occhiataccia da Haruhi. << Ne abbiamo già
parlato, mi sembra. Devi tenerti impegnata, se non vuoi combinare qualche
tremendo pasticcio. E sei stata tu a scegliere quel club. >> le
rammentò saccente lui, sedendosi alla sedia a capotavola stancamente:
parlare con Haruhi costituiva un notevole sforzo, persino per le persone che
avevano tanta pazienza come lui. Chiuse gli occhi vinto per un attimo dalla
stanchezza e subito due rumori consecutivi lo fecero sobbalzare: Haruhi si era
alzata dalla sedia così velocemente da farla cadere per terra, e ,
subito dopo, aveva battuto con forza le mani contro il tavolo, ormai in piedi.
<< Kyon! Mi stai ascoltando?! >> chiese, mettendo di nuovo su quel
broncio che la rendeva tanto tenera quanto letale agli occhi di Kyon. Lui
represse un sorriso. << Certo, Haru-chan. >> Questa volta Kyon non
riuscì a trattenersi dal ridere, vedendo quel leggero rossore che aveva
colorato le guance di Haruhi. << Scemo! >> gli disse Haruhi,
facendogli la linguaccia e voltandosi fino a dargli le spalle. << Ti ho
già detto mille volte di non chiamarmi con quel nome così
ridicolo! >> esclamò, arrabbiata. Kyon sospirò con
rassegnazione: non sarebbe cambiata mai...
<< E comunque ho scelto quel club solo perchè
mi sembrava il meno noioso rispetto agli altri... >> mormorò
Haruhi, abbassando lo sguardo con aria stranamente abbattuta. Kyon la
guardò preoccupato: che cosa aveva? Le era successo qualcosa? ... Sapeva
di essere stato duro con lei, costringendola a scegliere almeno un altra
attività oltre la gestione dell'SOS Brigate, però... era stata
lei a dire che voleva essere una normale adolescente, come tutte le altre. Era
stata lei a dire - da persona inspiegabilmente matura - che forse cercare
qualche altro svago era il modo migliore per evitare di creare qualche altra
catastrofe come quella volta che aveva rischiato di 'ricreare' completamente il
mondo. Da quando Kyon l'aveva messa al corrente dei propri poteri, lei aveva
detto che in fondo l'aveva sempre saputo di non essere una ragazza come tutte
le altre. Era stato lo stesso giorno in cui Kyon le aveva detto che ci sarebbe
stato lui ad aiutarla, a far si che non rappresentasse un pericolo per il mondo
e per se stessa. Lo stesso giorno in cui si erano messi insieme. Kyon quasi stentava a credere che erano
passati davvero più di quattro mesi da quel giorno. Si accorse solo dopo
che Haruhi attendeva che lui agggiungesse qualcosa, sebbene gli stesse dando
ancora le spalle.
Lo sguardo gli cadde involontariamente sull'orologio da polso: le
18:40, dovevano andare...
<< Haruhi, è tardi, dobbiamo tornare a casa. >>
l'avverti, alzandosi dalla sedia e agguantando nuovamente il proprio zaino,
mettendoselo in spalla con un gesto fluido e automatico, ripetuto nel tempo.
Gli parve di sentire un sospiro tormentato provenire da Haruhi, ma non ne era
affatto certo: la finestra dell'aula era aperta, e poteva essere stato anche
uno scherzo della propria immaginazione o un leggero sbuffo del vento.
Si avvicinò alla soglia e le sorrise, << Andiamo? >>
<<... Sì. >>
[God is a girl wherever
you are,
do you believe it can you receive it,
God is a girl what ever you say,
do you believe it can you receive it,
God is a girl however you live,
do you believe it can you receive it,
God is a girl she's only a girl,
do you believe it can you receive it?]
[Dio
è una ragazza,ovunque tu sia,
puoi crederci?, puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, qualunque cosa tu dica,
puoi crederci?, puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, ovunque tu viva,
puoi crederci?puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, è solo una ragazza,
puoi crederci?puoi accettarlo?]
Scesero le scale ed uscirono dall'edificio in silenzio, mano nella
mano. Ad un certo punto, proprio quando erano appena usciti dal cancello della
scuola, una palla da volley rimbalzò fuori dal muro scolastico a pochi
passi da loro. Haruhi lasciò la mano di Kyon e, dopo avergli lanciato
uno sguardo interrogativo, si chinò a prenderla. << Non è
una di quelle che usate nel club sportivo, vero? >> chiese Kyon,
osservando la palla decorata a strisce arancioni e nere. Haruhi scosse la
testa: << Le nostre sono celesti e bianche. >>.
Dal cancello uscì proprio in quel momento una ragazza del
terzo anno con delle trecce bionde che le cadevano dolcemente sulle spalle, gli
occhi azzurri e una spruzzatina di lentiggini a colorarle il viso altrimenti
pallido; indossava la classica divisa sportiva della scuola, solo che era arancione
e nera. La ragazza fece un sospiro di sollievo vedendo la palla nelle mani di
Haruhi. La castana, invece, sembrava quasi a disagio.
<< Kimidori-san! >> esclamò infatti Haruhi,
sorpresa, << Non sapevo facessi parte di una squadra! >>
Anche Kyon scrutò sorpreso la ragazza: quella era davvero
Kimidori-san? Emily Kimidori, la ragazza che aveva portato il primo caso
all'SOS Brigate denunciando la scomparsa del Capitano del club di Programmatori
e presentandolo come il suo ragazzo? Emily parve piacevolmente sorpresa di
ritrovarsi davanti Haruhi. << Grazie per aver preso la palla,
Suzumiya-san! >>
Haruhi le fece un mezzo sorriso e le tese la palla. Emily
l'afferrò sorridendole, << E ciao anche a te, Kyon-san. >>
si affrettò ad aggiungere Emily, come temendo di averlo offeso. Kyon le
sorrise gentilmente: << E' un piacere rivederti, Kimidori-san >>
disse, accennando un leggero inchino. Haruhi lanciò un occhiata nervosa
in direzione della squadra di Emily, che oltre il muro scolastico stava ancora
aspettando la loro palla. Indietreggiò, prendendo la mano di Kyon nella
propria come per trasmettergli un messaggio particolare. Kyon la guardò
interrogativo: in genere Haruhi non si lasciava andare tanto facilmente a certe
manifestazioni di affetto. Emily parve animarsi tutto un tratto. Haruhi strinse
più forte la mano di Kyon mentre la ragazza dava voce ai suoi pensieri:
<< Perché non andiamo a mangiare qualcosa insieme? Naturalmente
offro io, però dovete aspettare che finisca gli allenamenti… per
voi non è un problema, vero? >> chiese gentilmente, senza
abbandonare il sorriso. << Veramen… ! >> Haruhi non
poté finire la frase, perchè Kyon parlò, coprendo il suono
vagamente intimidito della ragazza. << Accettiamo volentieri. E offro io:
un gentiluomo non farebbe mai pagare il conto a una ragazza! >> disse,
scherzando. Emily quasi saltò dalla gioia, voltandosi verso il cancello
e gridando alle compagne: << Ragazze, ho ripreso la palla! Avremo un
ospite speciale a seguire gli allenamenti! Si tratta di Haruhi Suzumiya,
è una mia amica, quindi cerchiamo di fare buona figura, ok? >>.
Haruhi, approfittando della distrazione dell’amica, dette un
pizzicotto a Kyon, lasciando improvvisamente la sua mano: << Non dovevamo
tornare a casa?! >> chiese retoricamente, contrariata. Kyon le sorrise:
<< Dai, poverina, hai visto com’era contenta di averti incontrata?
Non potevamo dirle di no. >>
fece lui, guardandola un po’ stranito. Per tutta risposta Haruhi
gli dette un altro pizzicotto, questa volta più forte del primo, facendo
gemere il povero malcapitato dal dolore. << Si può sapere che fai,
scema?! >> esplose quindi, prendendo a massaggiarsi la parte offesa.
Haruhi lo fulminò con lo sguardo: << La prossima volta impari a
lasciar parlare me! >> mormorò, perché Emily, che si era
nuovamente voltata verso di loro, non la sentisse. << Entriamo? >>
chiese gentilmente la ragazza, facendo un cenno verso il cancello. Haruhi e
Kyon annuirono, ma appena il ragazzo avanzò di un passo lei
accelerò fino a superarlo, per poi attraversare il campetto da palla a
volo e andarsi a sedere tra le tribune. Kyon sospirò con aria da
martire, e Emily, che aveva seguito i movimenti di Haruhi con una certa
curiosità, lo guardò come se lo ritenesse responsabile: <<
Ma avete litigato? >> chiese, con interesse.
Kyon scosse la testa e fece un cenno con la testa in direzione di
Haruhi, che si era sistemata nella fila più alta delle tribune: <<
Ma chi la capisce, quella! >> sbuffò,
incrociando le braccia al petto.
[She wants to shine forever in
time,
she is so driven she is always
mine,
clearly and free she wanted to be,
a part of the future a girl like me,
there is a sky illuminating us,
someone is out there that we truly trust,
there is a rainbow for you and me,
a beautiful sunrise eternaly]
[Vuole brillare, per
sempre nel tempo,
lei ha cosi tanta grinta, ed è sempre mia,
chiara e libera, vorrebbe essere te,
una parte del futuro, una ragazza come me,
c'è un cielo, che ci rischiara,
qualcuno c'è laggiù, di cui possiamo veramente
fidarci
c'è un arcobaleno , per te e me,
una bellissima alba, in eterno ]
Per la decima volta da quando si era seduto in quelle tribune in
prima fila, si chiese che cosa diamine ci facesse lì. Insomma, quelle
ragazze erano amiche di Haruhi, no?
Lentamente, e in modo assolutamente veloce e silenzioso, si
voltò per guardare Haruhi. Si irrigidì, constatando con sorpresa
che anche la ragazza lo stava guardando. Ma, invece di distogliere lo sguardo
come Kyon si era aspettato che facesse, Haruhi continuò a guardarlo con
volto inespressivo.
Un brivido gli percorse la spina dorsale: che cosa stava
succedendo? Perché, all’improvviso, gli sembrava di essere tornato
ai primi giorni di scuola? L’occhiata che Haruhi gli stava rivolgendo era
terribile: non lo stava guardando né con rancore né con
interesse. Lo stava semplicemente guardando, e nei suoi occhi ambrati non vi
era alcun riflesso. Sembravano vuoti, dannatamente vuoti. Si accorse di essersi
alzato per raggiungerla solo quando se la ritrovò davanti, i gomiti
sulle ginocchia e il volto tra le mani, un altra volta. Aveva la stessa
espressione con cui l'aveva vista nell'aula del loro club: assorta e
indecifrabile. Le si sedette accanto aspettando che dicesse qualcosa, che gli
urlasse contro di andarsene, anche. Bastava che parlasse, a Kyon bastava anche una
sola, piccola ed unica parola per capire che cosa stava pensando la sua
imprevedibile ragazza. Ma questo lei lo sapeva, e di conseguenza evitava di
proferir parola. Kyon si passò una mano fra i capelli con aria
esasperata, incerto sul da farsi. Stava per parlare, quando Haruhi lo
interruppe, voltandosi leggermente verso di lui e guardandolo con il capo
inclinato di lato, come una bambina confusa: << Per te sarebbe meglio se
io fossi come loro, vero? >>.
Kyon si riprese in fretta dalla sorpresa del vederla rivolgersi a
lui come se il minuscolo litigio di poco prima fosse già stato
dimenticato; fu lui a guardarla confuso. << Di che stai parlando?
>> le chiese, spiazzato.
Haruhi si rabbuiò improvvisamente, e Kyon sentì
nuovamente l'innegabile impulso di proteggerla, da tutto e da tutti. <<
Se io fossi solamente umana... se tu non dovessi misurare ogni parola per non
irritarmi o modificare il mio umore... o se tu non dovessi stare con me solo
per... >>. La ragazza non riuscì a finire la frase, poiché
il suono della sua voce venne completamente coperto da quella di Kyon. <<
Si può sapere cosa diamine stai dicendo? Non è affatto
così! >> esclamò lui guardandola come se fosse pazza.
Haruhi non sopportò di vedersi rivolegere la parola in quel modo
<< Non permetto a nessuno di parlarmi così, nemmeno a te!
>> ribatté, pronta, come se facesse tutto parte di un copione
già scritto in precedenza.
Un brivido, questa volta di puro terrore, lo lasciò scosso
dalla testa ai piedi: e se quello che stava accadendo, se quelle frasi
facessero veramente parte di un copione già scritto in partenza?
Se Haruhi avesse deciso tutto fin dall'inizio? ... Non si era mai trovato in
una situazione simile con lei, sebbene vi fosero stati numerosi piccoli litigi
per delle sciocchezze... Haruhi aveva intenzione di lasciarlo? In un attimo,
completamente smarrito, ripercorse mentalmente tutti i passi che avevano fatto
insieme: l'inizio del loro rapporto, quasi di tacito accordo; il loro primo
bacio, casto e leggero come un battito d'ali;i loro battibecchi che finivano
sempre per essere dimenticati pochi minuti dopo, perchè nessuno dei due
era in grado di sopportare il vuoto che lasciava l'altro... Possibile che
Haruhi si fosse stancata anche di questo? Che si fosse stancata di loro?
<< Che cosa stai dicendo? >>, chiese allora, gli occhi
fissi sulla sua postura decisa e sul suo cipiglio irritato. Per la prima volta
non si era accorto dei suoi occhi lucidi o del leggero ma consistenze tremore
delle sue mani. << Sto
dicendo che sarebbe stato molto meglio se io fossi stata un semplice essere
umano, e non una specie di semi-Dio intrappolato in un corpo capace di
esplodere da un momento all'altro come una bomba atomica! Voglio che tu sia sincero, che tu mi
dica che non vorresti stare con me ma che sei costretto, perchè sono
solo una bambina capricciosa! >> Sembrava che si stesse punendo da sola
con quelle parole, e Kyon ebbe l'impressione che non fossero destinate a lui.
Ma gli fecero male lo stesso. << E' questo che credi? Tu sei un
essere umano, un essere umano di nome Haruhi Suzumiya! E io sto con te
perchè mi piaci e perché sei spiritosa, coraggiosa, perché
sei l'unica persona capace di farmi esasperare e preoccupare tanto nello stesso
momento! Io sto con te perché sei tu, Haruhi, non per qualche stramba
diavoleria aliena, esper o qualsiasi altra cosa sia, che minaccia di esplodere
da un momento all'altro! >> Come aveva fatto a ritrovarsi all'improvviso
a corto di fiato?
Haruhi superò la sorpresa provacatale da quelle parole e
rispose, abbassando lo sguardo e arrossendo leggermente: << Io non ti
capisco. Davvero. >> Qui alzò lo sguardo, e per un attimo Kyon li
vide ardere della stessa passione per la vita che avevano sempre alimentato il
suo animo, e che per fortuna ancora non si era spenta. << Se io fossi
te, sceglierei di lasciarmi. >> Scosse la testa guardando
l'espressione assolutamente invariata di Kyon a quelle parole e lo interruppe,
quando fece per ribattere: << No, aspetta, sto parlando io. Che cosa ci
guadagni tu? Sei costretto ad assecondare ogni mio capriccio, mi accompagni
ovunque vada perché sai che è quello che vorrei, anche se
questo vuol dire entrare in un centro commerciale e tenere tutte le buste per
poi riaccompagnarmi a casa mia tenendole tu, rimani a scuola ogni volta oltre
l'orario facendo delle ripetizioni di materie in cui hai il massimo dei voti, e
solo per poterti assicurare che io frequenti gli allenamenti del club
sportivo... Per non parlare poi del fatto che ti lasci fare di tutto, lasci che
io ti tratti male senza lamentarti o protestare e sembra che l'idea di
lasciarmi non ti sfiori mai neanche lontanamente... Anche adesso, dannazione,
smettila di guardarmi così! >> lo implorò alla fine,
guardandolo nuovamente negli occhi con quelle due fiamme ambrate completamente
arse dal suo fuoco inestinguibile. Poi, esattamente come pochi minuti prima,
lei chiuse gli occhi e li nascose all'ombra dei capelli abbassando il capo,
lasciando che una piccola lacrima - di rabbia - le scivolasse giù per la
guancia.
Kyon sollevò lentamente una mano e la posò sulla sua
guancia, asciugando con il pollice quella lacrima tanto insolita sul viso di
Haruhi. Da quanto tempo era che si teneva dentro tutte quelle cose? ...
Possibile che non se ne fosse mai accorto? Haruhi sollevò la testa di scatto pronta a gridargli
contro che non voleva la sua pietà, ma fu costretta al silenzio dalla
bocca di Kyon, che prepotente si era impossessata delle sue labbra.
Provò a ribellarsi con poca volontà, provò persino a
dargli uno schiaffo, ma il suo polso venne bloccato e poi attirato verso il
viso di Kyon da lui stesso, con dolcezza. Haruhi chiuse gli occhi con stizza:
ancora una volta Kyon era stato in grado di capire quello che veramente voleva
fare e la aveva accontentata senza che lei dovesse dire nulla... ancora una
volta era stato in grado di capirla, anche dopo tutto quel discorso e
quell'implicito invito a lasciarla - perché lei non ne aveva propria la
forza - era stato nuovamente capace di dimenticare e perdonare...
Kyon sentì la mano di Haruhi farsi più sicura e
accarezzargli prima la guancia per poi scendere lungo il collo e aggrapparsi al
colletto della sua uniforme scolastica, per spingerlo più verso di
sé.
La ragazza schiuse le labbra quando sentì Kyon cercare un
contatto più intimo tra loro, e non poté far altro che
aggrapparsi a lui almeno con l'unica mano libera, per cercare di rimanere
aggrappata alla realtà circostante - per quanto quello fosse possibile.
Ogni bacio, ogni carezza e ogni abbraccio di Kyon era in grado di coglierla di
sorpresa e di farla sorprendere a tal punto da dimenticarsi di tutto il resto.
Pensava che dopo la prima volta quella sensazione sarebbe scomparsa, ma sembra
che tornasse sempre, ogni volta più forte e intensa dell'ultima. Si
sentì una stupida - qualcosa che non succedeva spesso: come aveva fatto
a credere di poter resistere senza di lui? Era stata una stupida e come al
solito si era sopravvalutata: aveva creduto di essere abbastanza forte da poter
superare la loro separazione senza nessuna conseguenza. Aveva persino pensato
di cambiare scuola o città per poterla affrontare meglio. La
verità era che non poteva assolutamente vivere senza di lui, senza il
calore che avvertiva ogni volta che sentiva il suo sguardo addosso, senza la
consapevolezza di non essere sola, senza la sicurezza che solo la sua voce era
capace di infonderle, senza lui.
Kyon lasciò che la propria lingua accarezzasse un ultima
volta quella di Haruhi e poi, dopo
aver premuto un altra volta le labbra contro quelle di lei, si
allontanò, tenendole il mento alzato con la mano.
Haruhi lo guardò, colta alla sprovvista e un po' delusa:
era già finito? Perché? Provò a parlare, ma senza nemmeno
chiedersi il come, si ritrovò avvolta nella morsa delle braccia di Kyon,
che calde e rassicuranti l'avevano circondata all'improvviso. Sentì il
mento del ragazzo posarsi con delicatezza tra i suoi capelli, mentre con una
mano andava dietro al capo per carezzarle la nuca.
Voleva alzare lo sguardo per vedere l'espressione che aveva in
volto, ma la verità era che non ne aveva né la forza né il
coraggio: non riusciva a non pensare che quello poteva essere l'ultimo
abbraccio che avrebbe ricevuto da Kyon, gli ultimi memorabili momenti di quel loro
che si sarebbe concluso di lì a poco. Nessuna lacrima cadde dai suoi
occhi questa volta: non voleva rovinare quell'ultimo, dolce abbraccio. Doveva
essere contenta, invece. Aveva ottenuto quello che voleva. Adesso Kyon
l'avrebbe ringraziata per l'avergli reso la sua libertà e se ne sarebbe
andato, come voleva lei. O come era meglio per lui, piuttosto.
Sì, si ripeté nella mente strizzando gli occhi e
reprimendo un singhiozzo nella propria gola, lo sto facendo per il suo bene,
ed è questo che è importante adesso.
[God is a girl wherever you
are,
do you believe it can you receive it,
God is a girl what ever you say,
do you believe it can you receive it,
God is a girl however you live,
do you believe it can you receive it
God is a girl she's only a girl,
do you believe it can you receive it?]
[Dio è una ragazza,ovunque
tu sia,
puoi crederci?, puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, qualunque cosa tu dica,
puoi crederci?, puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, ovunque tu viva,
puoi crederci?puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, è solo una ragazza,
puoi crederci?puoi accettarlo?]
<<
Pensavo che l’avessi capito. Sei più sveglia – e precoce,
aggiungerei – della media, e sono veramente poche le cose che ti
sfuggono. >> La voce di Kyon era leggermente
roca ma riflessiva, e Haruhi si chiese di cosa stava parlando, maledicendo la
sua impossibilità ad alzare lo sguardo in quel momento.
<<
Io non sono… come credono tutti. Non sono assolutamente perfetto, e vanto
una vasta gamma di difetti di cui non parlerò neppure sotto tortura. Ma ce n’è uno, in particolare, che non vale la
pena nascondere. L’essere umano, la stessa
natura umana, è alla base dell’egoismo. E io, Haruhi,
sono l’essere umano più egoista di questa terra. >>. Kyon esitò, incerto se dover andare avanti o meno. Ma a questo punto,
ovviamente, fu la curiosità di Haruhi a vincere la lotta interiore e silenziosa
che stava avendo luogo dietro il suo sguardo ambrato.
<<
Che cosa stai dicendo? Tu sei la persona più buona che conosca, Kyon, e non avrei mai sospettato che soffrissi di questo
complesso di inferiorità. Tu non…
>> tentò di parlare lei, venendo però interrotta dalla voce
profonda e paziente di Kyon. << Prima hai parlato tu, ma adesso spetta a me
parlare, no? >> Per la centesima volta da quando stavano insieme, Haruhi
non si sentì che una bambina nelle braccia del suo babysitter,
incaricato da chissà chi di insegnarle le buone maniere. Normalmente,
quel pensiero avrebbe finito per irritarla, ma in quel momento si sentiva
troppo attratta da quella voce calma di Kyon, che per
la prima volta nascondeva una nota di tormento tra le parole. << Non ti
ho raccontato di quando mi è stato detto che molto probabilmente questo
mondo era opera tua, vero? >> No, non gliene aveva mai parlato, e si era
sempre dimostrato restio a parlargliene. Haruhi era confusa: perché le
stava parlando di quelle cose adesso? << La prima a darmi i primi… ‘dubbi’… è stata Nagato-san.
Sinceramente, prima mi disse di essere un alieno e… beh, non le credei
molto. Anzi, si può dire che non avevo letteralmente capito un accidente
di quello che mi aveva detto.* >> Kyon
spezzò la tensione che si era venuta a creare con una piccola risata,
ripensando a una battuta che Haruhi non era riuscita a cogliere. << Mi
disse che tu possedevi quello che lei ha chiamato ‘il potenziale per
l’evoluzione’. >> A questo punto la
presa sulle spalle di Haruhi si fece leggermente più forte, e la ragazza
si ritrovò costretta a posare entrambe le mani sul petto del ragazzo,
per poter stare più comoda e respirare meglio. << La seconda
è stata Asahina-san. Mi fece un discorso altrettanto complicato che
riguardava il quadro generale di quello che noi chiamiamo
‘Tempo’. Poi mi disse che tu costituivi una ‘frattura tra i
piani temporali’, Qualche tempo più tardi Koizumi
mi disse che tu eri quello che gli umani definivano
‘Dio’. >>. Haruhi sospirò debolmente, posando il capo
sul petto di Kyon. << … Perché mi stai dicendo queste
cose? >> chiese ancora, come se ogni parola di Kyon
le stesse succhiando via parte della sua energia vitale. << Perché
devi capire che razza di persona sono. Almeno tu, devi. >> Kyon
esitò ancora, poi continuò con voce più sicura. <<
Dopo la prima volta che… che ti influenzai a
livello inconscio perché tu cambiassi questo mondo – Haruhi fece
nuovamente per interromperlo, ma Kyon glielo
impedì alzando ancora il tono della voce -, decisi che avrei cercato di capire. Sapevo che per Nagato-san tu
rappresentavi il ‘potenziale per
l’evoluzione’, per Asahina-san ‘una frattura tra i piani
temporali’ e per Koizumi eri addirittura
‘Dio’. Il punto era che non sapevo che cosa era per me. Avevano tutti cercato di influenzarmi
con le loro idee, ma in quel momento ero io a dover decidere. E sapevo che tu,
fra tanti, avevi scelto me. Hai
creato un club in cui hai raccolto quelli che per te potevano essere i
rappresentanti dei tre gruppi che più ti interessavano,
vale a dire gli esper, gli alieni e i viaggiatori del
tempo. Io non c’entravo niente nella Brigata, ma tu hai voluto che ne
entrassi a far parte lo stesso. Mi avevi scelto.
E solo il giorno dopo essere tornati nel nostro vecchio mondo capii l’importanza della tua scelta. >>
Adesso
basta, non ce la faceva più, doveva guardarlo negli occhi. Haruhi
premette leggermente le mani sul petto del ragazzo e le sue braccia allentarono
la presa all’istante, liberandola da quell’abbraccio.
Adesso
Haruhi lo fissava con le sopracciglia castane inarcate a formare due mezze lune
perfette, gli occhi ambrati traboccavano della stessa sicurezza che permeava
ogni fibra del suo essere: << Che cosa c’entra questo con
l’egoismo? >> chiese, tagliente. Kyon ricambiò lo sguardo e riprese a parlare:
<< Quando ho capito di… di essermi innamorato di te, ne parlai con Koizumi.
Non so perché andai a raccontargli degli affari miei, ma lo feci.
Lui… non si dimostrò nemmeno sorpreso. Ma
mi disse che c’erano dei pericoli. Se io avessi scelto di espormi, di
farmi avanti, avrei potuto scatenare una serie di reazioni a catena che
avrebbero portato alla vera fine del
mondo. C’erano due opzioni, e mi resi conto di
esserne sempre stato a conoscenza nello stesso momento in cui Koizumi me ne parlò: o tu mi respingevi e lo shock
per questa mia ‘sgarrata’ ti avrebbe demoralizzata a tal punto da
convincerti a cambiare questo mondo, o saremmo diventati una coppia e di
conseguenza le mille difficoltà che ne conseguono avrebbero potuto agire
sulla tua ‘particolare’ attivazione emotiva. >> Per la prima
volta da quando avevano iniziato a parlare, Haruhi
abbozzò un sorriso, timido e incerto. << Ne avete parlato molto, a
quanto pare. >> disse, ironicamente. Kyon le
sorrise di rimando, altrettanto incerto: <
Haruhi lo
fissò per un momento che a Kyon parve
infinito, poi proferì le uniche parole che non si sarebbe
mai aspettato di sentirsi dire dopo una confessione del genere. << Non mi
stai lasciando. >>.
Sembrava
una constatazione, e Haruhi sembrava quasi sorpresa
quanto Kyon.
Lui
scosse la testa guardandola incerto se dover essere preoccupato per la sua salute mentale o arrabbiato perché sembrava
che nessuna delle parole che le aveva detto avesse mosso almeno un po’ il
suo interesse.
<<
No. >> disse, infine. <<… E tu mi stai lasciando? >>
chiese, non riuscendo più a trovare un senso in quello che stava
succedendo. Anche Haruhi parve sorpresa da quella domanda. << No!
>> esclamò, sorpresa e contrariata. Ma Kyon la conosceva bene, ormai: << … Che cosa
c’è, allora? >> le domandò, confuso.
Haruhi
sospirò quasi esasperata. Se Kyon non la
conoscesse bene probabilmente non si sarebbe accorto
che Haruhi cercava le parole per dire
quello che voleva. Kyon tirò su gli angoli
della bocca nel più grande sforzo di volontà che sentiva di aver
fatto in tutta la sua vita per sorridere. Ci rinunciò, in tempo per
vedere Haruhi prendere fiato. << Credo… che nessuno mi abbia mai
detto una cosa più bella. >> disse infine, sul viso un espressione vagamente imbarazzata sul volto e il corpo
rigidamente seduto, come se si trovasse su degli spilli acuminati. Kyon le sorrise un tantino
più rilassato: << Cioè, io ti dico che sono la creatura
più egoista dell’universo e dintorni e ti mi rispondi che è
la cosa più bella che ti abbiano mai detto? >>
Anche
Haruhi parve accorgersi della tragi-comicità della situazione,
perché come in un soffio tutta la tensione provata in quegli attimi
svanì completamente spazzata via da una risata di cui Kyon si godette ogni suono e angolazione.
Poi, senza il minimo preavviso, si tuffò nelle sue braccia facendolo
sbilanciare e battere con forza la testa sulla panchina degli spalti –
naturalmente portandosi Haruhi dietro.
Haruhi,
sopra di lui, lo guardò preoccupata. << Ehm… tutto bene, Kyon? >>. Per tutta risposta, il ragazzo le
circondò la vita con le braccia e scoppiò in una sonora risata,
baciando la ragazza che aveva preso a guardarlo con genuina sorpresa. <<
Mai stato meglio, Haru-chan. >> mormorò
sulle sue labbra, prima che la distanza tra loro venisse
nuovamente annullata da Haruhi.
<< Kyon… quindi noi siamo per sempre? >>
<< Si, Haruhi. Per sempre. >>
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Finire
questa prima One-shote, lo ammetto, è stata un
impresa a dir poco titanica. E non perché tra una cosa e l’altra
nonostante ci fossero le vacanze e stessi a casa dalla
mattina alla sera non riuscivo a fare altro che scrivere solo cinque righe a
giornata, ma anche perché nel progetto originale non doveva assolutamente finire così! E
comunque, anche così strutturata, non mi piace
per niente. Se lo notate, la trama ha numerosi buchi… per esempio, che
fine hanno fatto gli allenamenti della squadra di Kimidori-san nella parte praticamente centrale della
storia? Si sono volatilizzati, così come molti altri piccoli particolari
che avrebbero dovuto esserci ma che per vari motivi non sono stati
scritti… Comunque, non credo di aver combinato un pasticcio molto grosso
con i caratteri dei personaggi… ci sono tratti in cui sembrano proprio
loro, e altri in cui sembrano del tutto originali…
Va beh,
pazienza, la prossima volta andrà sicuramente
meglio.
Ah, la
canzone citata nel corso della storia – che poi avrebbe dovuto avere
molto più attinenza ai fatti narrati di quanta ne
abbia avuta effettivamente – è ‘ God
is a Girl ‘, e non mi appartiene, in quanto è
una – abbastanza – nota canzone delle Tatu
di cui mi sono letteralmente innamorata. Credo che fosse destino che ci
scrivessi sopra, e
alla fine – dopo mille peripezie, aggiungerei – ce l’ho
fatta.
Inoltre
è doveroso ricordare che la frase detta da Kyon
e contrassegnata dall’asterisco appartiene alla mente geniale di Stephenie Meyer, l’autrice
di Twilight, Midnight Sun, New Moon, Eclipse e Breaking Dawn.
Mi
aspetto commenti, e per chi segue la sezione di FullMetal
Alchemist si aspetti di veder comparire presto una
mia long-fic sulla serie, quindi se vi piace il mio
modo di scrivere tenete d’occhio il mio
account^^
Alla
prossima, Annie Black.
p.s.