Anime & Manga > Cyborg 009
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Autore: telesette    12/05/2015    2 recensioni
Lei era capace di amarlo così: coi suoi pregi così come coi suoi difetti, nei suoi momenti di tenerezza così come nei suoi momenti più ombrosi.
L'unica cosa che pretendeva da lui, però, altro non era che un piccolo momento di onestà.
Onestà e rispetto.
L'onestà di riconoscere ciò che per lei era chiaro e limpido come la luce del sole.
E il rispetto di aprirle il proprio cuore con altrettanta chiarezza, senza affidarsi solo ed esclusivamente a dei sottintesi.
E Joe questo lo aveva finalmente capito...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Françoise Arnoul, Joe Shimamura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Margherita, con affetto...
Buon Compleanno! 

Il silenzio di Françoise
immagine tratta dalla bacheca di Margherita Tramontano su Facebook


Chissà perché, muta nei suoi pensieri, proprio non voleva saperne di metterlo a parte del motivo del suo insolito silenzio.
E sì che Joe era taciturno per natura, in quanto il passato era quasi sempre motivo di rimpianto per lui, ma Françoise era molto più aperta e solare come carattere. Entrambi avevano lo stesso destino di cyborg da condividere: esclusi dal mondo, isolati, costretti a rimuginare su qualcosa che non gli apparteneva più...
Ma vi erano anche delle sostanziali differenze.
Joe Shimamura non era mai andato troppo felice della sua vita, spesso interpretandola come una "prigione" all'insegna dell'essere soli, abbandonati, discriminati, vittime della società e delle regole che andavano soffocando gli istinti di un uomo assieme ad un utopistico desiderio di pace. Sia come umano che come cyborg, infatti, Joe non aveva visto quasi alcun cambiamento. I suoi occhi vedevano sempre la stessa meschinità e la sofferenza, negli occhi delle persone accanto a sé, e non poteva fare altro che tacere meditando su "quando" e "come" sarebbe stato il domani.
Françoise Arnoul, invece, era diversa.
Per lei la vita era un dono, indipendentemente se naturale o artificiale, solo per il fatto di porre in armonia col resto del mondo la semplicità distinta e meravigliosa del proprio essere.
Almeno era questo che lei pensava.
E Joe, per quanto ottuso e tardo a comprendere il più delle volte, conosceva benissimo questo aspetto così dolce e sensibile del carattere di Françoise. Infatti la ammirava molto per questo, anche se non lo diceva mai apertamente forse per timore di metterla in imbarazzo, e stare con lei lo faceva sentire bene. In compagnia di Françoise, come e forse più che con gli altri suoi amici cyborg, Joe sentiva la certezza di essere accettato e benvoluto come non lo era mai stato in vita sua. Ogni frase, ogni gesto, ogni sguardo gentile che la bella compagna gli rivolgeva era un'autentica dimostrazione di affetto. E così trascorrevano più o meno le loro giornate, tra una missione e l'altra, sempre in giro per il mondo ma insieme e pronti ad aiutarsi l'un l'altra.
Tuttavia, così come Joe era solito mantenere eventuali dubbi e dispiaceri dietro ad un triste ed enigmatico silenzio, anche Françoise a volte finiva per chiudersi in un ostinato mutismo.
Joe ignorava la causa di tale comportamento ma, dal momento che lei rispettava di fatto il suo silenzio senza mai tempestarlo di domande, così lui non riteneva giusto "invadere" quel velo intimo e sacrosanto di privacy.
Povero stolto!
Proprio non lo sfiorava nemmeno il pensiero di quanto importante egli fosse per Françoise, né riteneva sé stesso così al centro dei pensieri della fanciulla, il che era forse ammirevole per certi versi... ma irritante e oltremodo offensivo, se messo di fronte ai sentimenti e al modo di fare aperto della bionda fanciulla.
Non era un segreto quello che lei provava per Joe, né che il suo sentimento fosse fortemente ricambiato, ma era altrettanto noto che lui non era affatto il tipo da dichiararsi apertamente in una relazione. Era schivo, evasivo, il suo concetto di "romanticismo" andava di pari passo con le dimensioni di un dosatore di gocce...
E Françoise si guardava bene dal rinfacciarglielo, pure soffrendo non poco per questo.
Così anche quella volta, mentre passeggiavano tranquillamente in un parco durante un'azione di copertura, Françoise improvvisamente parve incupirsi.
Il dolcevita stretto addosso, i capelli mossi dal fresco vento autunnale, e il capo dolcemente chino sulla spalla di Joe. La conversazione procedeva tranquilla, almeno finché Joe non evitò garbatamente di rispondere all'innocua provocazione di Françoise. Nel momento in cui lei sollevò la testa con un sorriso speranzoso, infatti, Joe voltò il proprio sguardo con imbarazzo.
Evidentemente si vergognava, forse riteneva sconveniente baciarla in pubblico, o forse temeva di non essere all'altezza delle sue aspettative.
Del resto, lui si stimava così poco...
Che cosa poteva fare o dire Françoise, in quella situazione?
Poteva forse fargli una scenata, tanto severa quanto inutile, rischiando oltretutto di compromettere l'esito della loro missione?
No, ovviamente!
Per questo si scostò dal suo abbraccio, stringendosi ancor più nel soprabito, lasciandolo smarrito e confuso circa una decina di passi più indietro.

- Françoise - esclamò lui debolmente.

Nessuna risposta.
Costei si fermò in posizione strategica, puntando seriamente lo sguardo a raggi-x in direzione della villa che entrambi avevano il compito di sorvegliare, sforzandosi di ignorare tutto il resto.

- Françoise, ti prego - insistette Joe. - Non è come pensi...

Certo, perché lui invece "sapeva" a cosa lei stesse effettivamente pensando.
Che faccia tosta!
Neppure Françoise, pur disponendo della facoltà di leggere nella mente altrui, si sarebbe mai permessa di indagare nei pensieri più intimi di Joe... Mentre lui, solo sulla base di un silenzio irritato, pensava già di sapere tutto.
Ma come poteva sapere delle lacrime, dell'angoscia e delle amarezze nel cuore di Françoise, se buona parte del loro rapporto pareva reggersi su una specie di silenzio reciproco?
Il desiderio di baciarlo, spesso e volentieri, era forte più o meno quanto l'impulso di prenderlo sonoramente a schiaffi.
Così bello e così dannatamente ingenuo, timoroso persino di accettare l'amore incondizionato di un'altra persona, Joe era davvero l'uomo più difficile che Françoise avesse mai conosciuto.

- Fran...
- Joe, per favore, non parliamone proprio!
- Ma...
- Senti, io non pretendo di capire "tutto" dei tuoi problemi, né sono così scorretta da mettermi a leggere nella tua mente senza il tuo permesso, così gradirei che anche tu avessi rispetto del mio silenzio!

Joe chinò il capo mestamente.
Forse cominciava a comprendere quello che doveva aver passato tante volte Françoise, se quella sensazione di amara impotenza e frustrazione che stava ora provando lui era la stessa. L'idea non gli piaceva proprio, e anzi si rimproverava di aver fatto involontariamente soffrire proprio l'ultima persona che meritava di star male per lui, ma non sapeva proprio che cosa fare.
Forse poteva chiederle scusa.
Ma se era troppo tardi, se lei non aveva proprio intenzione di perdonarlo, o se...
Di certo era che con i "se" e con i "ma" non si poteva giungere a nulla di concreto.
Cingendo amabilmente Françoise per le spalle, accostando appena il volto al profumo dei suoi capelli, Joe le sussurrò qualcosa all'orecchio.

- Scusami, Françoise, scusami se puoi - disse. - Io... non sono sicuro di capire bene quello che sento, forse perché non ricordo di aver mai provato nulla del genere da prima di averti conosciuto!
- Oh, Joe...

Françoise si voltò a guardarlo, sfiorandogli appena la guancia con una carezza.
Era così triste, con quegli occhi da cucciolo indifeso,e si capiva benissimo che era sinceramente rammaricato. Non era un uomo perfetto, né pretendeva di esserlo, forse persino troppo "autoaccusatore" nel rimarcare i propri difetti... Tanto da non sforzarsi nemmeno un poco per cercare di correggerli.
Ma Françoise non pretendeva tanto.
Lei era capace di amarlo così: coi suoi pregi così come coi suoi difetti, nei suoi momenti di tenerezza così come nei suoi momenti più ombrosi.
L'unica cosa che pretendeva da lui, però, altro non era che un piccolo momento di onestà.
Onestà e rispetto.
L'onestà di riconoscere ciò che per lei era chiaro e limpido come la luce del sole.
E il rispetto di aprirle il proprio cuore con altrettanta chiarezza, senza affidarsi solo ed esclusivamente a dei sottintesi.
E Joe questo lo aveva finalmente capito.
Dal triste silenzio di Françoise, alla percezione di trovarsi ( per una volta! ) al posto di lei, pareva ora infatti consapevole di essersi comportato male nei suoi confronti.
E nel mentre che le sue labbra scendevano ad incontrare quelle di Françoise, con la muta promessa di essere tutto ciò che ella desiderava, la voce di Bretagna interruppe il momento attraverso la ricetrasmittente posta nel fermaglio della cravatta.

- 009, mi ricevi, passo? 009, 003... Accidenti, che cavolo state combinando? Si stanno muovendo là dentro? Andiamo, dite qualcosa, inso... CRACK !!!

Françoise nascose a stento una risatina, quando Joe lasciò cadere a terra i frammenti del ricevitore, pensando a quante spiegazioni gli avrebbero chiesto gli altri più tardi.
Ma adesso c'era qualcosa di più importante.
Molto più importante... 


FINE

   
 
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