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Autore: Luna003    12/05/2015    0 recensioni
-Come nel sogno Hermione è appoggiata ad un albero in riva al lago, mentre legge un libro. Mi avvicinai a lei, fino a esserle accanto: mi sembrava di vivere un dejavù.-
Un insolito Draco cerca conforto dalla sua situazione chiedendo aiuto ad Hermione, lei accetterà?
“Storia partecipante al contest Harry Potter e le 5 W, indetto da rhys89 sul forum di EFP”.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Era stata una giornata pesante a Hogwarts e io ero molto stanco. Appena la lezione terminò mi precipitai fuori dall’aula per prendere una boccata d’aria fresca in cortile. Stavo uscendo dal portone della scuola, quando vidi in lontananza una figura seduta sul prato, appoggiata contro un albero in riva al lago. Mi chiesi chi poteva essere, infatti le lezioni si erano appena concluse e solitamente la maggior parte degli studenti si attardava nei corridoi della scuola prima di uscire all’aperto. Mi avvicinai un po’ e mi accorsi che era la Granger: come suo solito stava leggendo un libro. Mi domandai perché fosse lì da sola e non con i suoi due strani amici.                                                                                              
Avevo sempre criticato i suoi leccapiedi e la sua amicizia con loro, tuttavia li invidiavo molto.                 
Essi sceglievano la vita che avrebbero trascorso, nessuno imponeva loro di sposare qualcuno che nemmeno conoscevano. Erano liberi. Liberi di scegliere. Inoltre, la Granger era una delle persone più sincere e leali che conoscessi. Benché fossero degli spudorati babbanofili (e la Granger una sangue sporco), molto probabilmente, erano più felici di me.
Fu proprio per questo motivo che mi accostai a lei, infatti era da un po’ di tempo che desideravo segretamente di essere suo amico: l’avevo sempre insultata davanti agli altri, ma era una maschera perché nessuno se ne accorgesse.  Mi appoggiai all’albero, accanto a lei, e le chiesi:

-Ciao! Che cosa stai leggendo? - Finalmente avevo la possibilità di starle vicino senza dover affrontare i due tontoloni: non mi era mai successo.
-Ehilà, sto sfogliando un libro di aritmanzia che ho trovato in biblioteca. E’ molto interessante. – Mi rispose con tono allegro: non me lo sarei mai aspettato.
-Per tua fortuna tu capisci aritmanzia, io non ne ho mai compreso nulla. –
-Non è così difficile, se vuoi ti spiego qualcosa. – Disse sorridendomi.
-Sì, molto volentieri! –
E mi appoggiai al tronco dell’albero, accanto a lei.

Mi svegliai di soprassalto con la fronte madida di sudore. Ero sconvolto. Non avevo mai sognato una situazione del genere. Forse prima o poi sarebbe successo: quello era il mio desiderio da molto tempo. Costruire una amicizia con la Granger era la mia speranza per una vita più felice. Era, infatti, da quando mio padre era stato arrestato ad Azkaban che la mia vita era completamente cambiata. Lord Voldemort si era appropriato del mio palazzo come se fosse casa sua e aveva iniziato a trattare me e mia madre come dei burattini, utilizzati anche per far divertire. Per di più, io dovevo cercare di uccidere Silente: come se fosse facile! Quindi, la sua presenza corretta e libera dai pregiudizi mi avrebbe aiutato a resistere, anche se era una Nata Babbana.
Purtroppo la situazione non era così semplice come nel sogno: lei non mi avrebbe mai accettato perché io ero un Purosangue che disprezza le persone come lei. Quando ci insultavamo diceva sempre che mi odiava, ma io non ho mai smesso di sperare che lei tenesse a me.
Avevo bisogno di lei come l’aria, ma non mi avrebbe mai accettato: facevamo parte di due mondi troppo distanti. Purtroppo, però, non avevo mai avuto il coraggio di avvicinarmi a lei perché temevo che sarei stato rifiutato immediatamente.
Mi riaddormentai quasi subito, mentre pensavo al dolce sogno che la mia mente mi aveva regalato …
***
Quando la mattina seguente mi svegliai, mi sentivo già pieno di una energia: il sogno della notte mi aveva convinto a provare a parlarle, senza aver paura di fallire e di essere mandato via. Così, mi vestii e mi lavai velocemente per poter uscire dalla mia stanza singola prima possibile. Scesi in Sala Grande per la colazione e la vidi subito al tavolo dei grifondoro insieme ai due tontoloni: ormai erano diventati le sue guardie del corpo! Non la lasciavano da solo nemmeno un attimo.
Avevo già pensato di andare a salutarla, ma Potter e Weasley erano lì insieme a lei e io non avevo voglia di dover discutere con loro già di prima mattina. Allora decisi di andare a sedermi direttamente al mio tavolo, dove sicuramente avrei trovato Blaise e Pansy.
Mentre facevo colazione, osservai la Granger al tavolo dei Grifondoro: stava parlando allegramente con i suoi due amici. Era bella. Non solo fisicamente, ma soprattutto interiormente. Il suo modo di pensare, di agire sempre lealmente, la rendevano pura. Non come me, costretto ad uccidere il proprio preside e a servire un uomo senza sentimenti, ossessionato dalla paura di morire. Da quando mio padre era stato incarcerato ed io e mia madre obbligati ad ubbidire al Lord, ho iniziato a rivalutare la bellezza della mia intera vita.
Prima ero convinto che fossi degno di ogni privilegio solo per la mia posizione nella società, ma ora capisco che non è così. Ormai non sono più nessuno. Inoltre ho compreso che la vita non può essere soddisfacente solo perché sei ricco e bello. Ci deve essere anche una famiglia a sostenerti e a lasciarti libero nelle tue scelte. I miei genitori mi facevano credere di essere libero, tuttavia mi hanno sempre fatto seguire il loro schema di educazione e società purosangue, senza poter essere me stesso. L’ho compreso solo in questo periodo e anche di aver bisogno di lei, di Hermione Granger.  Inizialmente non volevo ammettere a me stesso tutte queste cose, ma poi mi sono arreso all’evidenza: se riuscissi ad avvicinarmi a lei starei meglio.
Ad interrompermi dai miei pensieri è Blaise. Mi si avvicinò tutto contento e mi disse:

-Hey, Draco! Hai voglia di venire ad Hogsmeade con noi oggi? Volevamo andare ai Tre Manici di Scopa a bere una Burrobirra. Ti va? -
-Sì, dai. A che ora ci troviamo? – Accettai entusiasta dell’idea: erano mesi che non uscivo con loro, né con altri. La ricerca di un modo per uccidere Silente mi portava via giorno e notte, anche adesso che la scuola era ricominciata.
-Alle tre. Ora vado, ciao Draco! – Mi salutò velocemente e scappò via.
Mi alzai anch’io dal tavolo Serpeverde: le lezioni stavano per ricominciare e io non volevo fare tardi.
***
Le lezioni erano appena terminate ed io mi stavo dirigendo verso l’uscita della scuola per incontrare Blaise e gli altri. Avevamo organizzato, infatti, di uscire nel pomeriggio e io ne avevo proprio bisogno: Blaise, Pansy, Thedore, Gregory e Vincent erano i miei unici amici da anni, figli di ricchi purosangue come me. Anche se con loro potevo essere me stesso; non mi era concesso parlare con loro della missione affidatami dal Lord e questo aveva reso la mia vita ancora più complicata. Uscire con loro mi avrebbe comunque fatto bene.
Mentre mi incamminavo nel parco, li intravidi vicini al lago.

-Draco, ciao! Ti stavamo aspettando. Andiamo, dai. – Mi salutò Pansy allegramente.
Ci incamminammo verso Hogsmeade, scherzando e chiacchierando. Quando entrammo nella locanda, mi accorsi che c’era anche la Granger con i due amichetti. Mi sentii subito molto agitato perché non volevo che mi vedesse insieme ad altri che la consideravano inferiore, magari facendo delle battute sul suo stato di sangue. Comunque pensai che avrei provato ad avvicinarla a me, anche solo salutandola. Per il momento, però, mi misi a tavolo con gli altri e ordinai una Burrobirra.
Quando uscimmo dal locale mi allontanai dal gruppo dicendo che sarei andato subito in camera invece loro sarebbero passati dalla Sala Grande. La vidi da lontano: era sola. Finalmente potevo avvicinarmi. Il panico iniziò ad assalirmi: sarei riuscito a essere gentile dopo anni di discussioni? Come avrebbe reagito? L’unico modo per conoscere le risposte alle mie domande era provarci. Mi accostai sempre di più, fino a che non le fui accanto.
-Ciao Granger! Come va? - La salutai cercando di sembrare il più possibile sicuro di me stesso.                                                                                   -Che vuoi Malfoy!? La ragazza di turno ti ha mollato? - Era acida e scontrosa. Come sempre.                                                                                       -Non voglio offenderti anzi, vorrei scusarmi per come ti ho trattato in tutti questi anni. - Le risposi sorridendo.                                                                                                                                                                                                                               -Pensi veramente che sia così sciocca ed ingenua da credere alle tue parole? Non mi conosci affatto. – Rise nervosamente.                                                                                                                                                                                                                  –Scusami Hermione. Non volevo offenderti. – Non riuscivo a sopportare i suoi insulti e così me ne andai tristemente.
Corsi a perdifiato fino alla mia stanza, mi gettai sul letto e una lacrima scese sul mio volto. Com’era possibile che mi avesse trattato così male? Perché? Una vocina nella mia testa rispose al mio posto:

-L’hai trattata male fino a ieri, adesso non puoi pensare che sia così facile averla come amica. – Giusto: non può essere così semplice. Ma forse … per quanto io mi impegni e sia gentile con lei non riuscirò mai ad essere suo amico. Forse ho mentito a me stesso, credendo di poterla convincere. Pensando di far bene essendo che la verità è una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con cautela. Infatti è terribile. Ma è la realtà. Avevo bisogno di lei, ma non sono riuscito a convincerla. Tuttavia proverò ancora una volta. Se andrà male, non ci sarà più nulla da fare. 
***
Era pomeriggio quando mi addormentai mentre pensavo ad Hermione, ma mi risvegliai solo il mattino dopo per le lezioni. Uscì dalla stanza ancora frastornato da quanto era successo ieri.                                                  
Come previsto quando arrivai in Sala Grande i miei amici mi sommersero di domande sul perché non mi fossi fatto vedere per tutto il resto della giornata. Mi scusai e dissi che non mi sentivo molto bene. Mi spiaceva mentire loro, ma non potevo fare diversamente.
Quando le lezioni terminarono, uscì nel giardino sperando di trovare la Granger. Anche se sarei dovuto andare a studiare un possibile modo per uccidere Silente, preferì uscire nel cortile, ma se avessi saputo cosa mi aspettava dopo avrei scelto di andare direttamente ad elaborare un piano. Purtroppo io non lo sapevo ancora e quindi, iniziai a cercarla.
Come nel sogno Hermione è appoggiata ad un albero in riva al lago, mentre legge un libro. Mi avvicinai a lei, fino a esserle accanto: mi sembrava di vivere un dejavù.

-Ehy, ciao! Come va? - La salutai con la mano, sperando di rassicurarla sulle mie intenzioni.                      
-Malfoy, ti ho già detto di lasciarmi stare, quindi: vattene, per favore. – Sembrava arrabbiata col mondo quando mi rispose.
-Ascoltami Granger, io vorrei essere soltanto in buone relazioni con te perché mi sono stancato d’insultarci tutti i momenti. So che sembra strano detto da me, ma è così: io sono cambiato e spero che anche i nostri rapporti cambino. -
Sembrò sorpresa delle mie parole: ci pensò su e poi mi risposi:
-E perché tu saresti cambiato? Sono proprio curiosa di conoscerne i motivi. – Era sarcastica e tentava in tutti modi di mascherare lo stupore di prima facendo la spavalda.                                                                                                        
-Perché la vita mi ha dimostrato che non sono superiore agli altri, solo perché possiedo una posizione importante nella società. – Rispondo cercando di guardarla negli occhi, sperando di convincerla.                    
-E’ impossibile che tu sia cambiato così tanto nel corso di una solo estate, non ti credo. E anche se tu stessi dicendo la verità, io e te non possiamo essere amici, lo sai meglio di me. – C’è sincerità, incredulità e un pizzico di dispiacere nella sua voce. Ma non posso andarle contro: ha ragione. Io e lei non potremo mai essere più che due persone che si disprezzano vicendevolmente.                                                                                        -
-Hai ragione. Io ci ho provato, ma è impossibile. Grazie per avermelo fatto comprendere. Addio Granger. – Nel dirlo trattengo a stento le lacrime.                                                                                                                                        
-Addio Malfoy. – Sembra sollevata nel pronunciare quelle parole. Come se ne fosse contenta. Forse ha solo tolto un altro ostacolo alla sua vita felice.
Mi salutò e se ne andò via, lasciandomi solo. Dentro di me sapevo già da tempo che sarebbe successo, ma la speranza non mi aveva ancora abbandonato. Ora sì, neanche più la fiducia era con me.

Mi accasciai contro l’albero vicino al quale era seduta lei poco prima. Mi stesi sull’erba, di fronte al Lago Nero che splendeva sotto il sole ancora caldo di settembre, e una lacrima scese sul mio viso. Ora nessuno mi avrebbe più aiutato a sostenere il peso della missione che mi era stata affidata. Nessuno. Mio padre era in carcere, mia madre al Manor costantemente sorvegliata e la Granger che si era rifiutata di essermi amica. Rimanevano solo più i miei pochi amici, ai quali, però, non potevo dire nulla.
Toccai il Marchio Nero sulla pelle dell’avambraccio sinistro e rabbrividì. Non avrei mai voluto diventare un Mangiamorte, sarei voluto essere un ragazzo spensierato come tanti altri. Ma non è così.
Di fronte a quel lago che riluceva, vidi la mia giovinezza sparire in un lampo, per essere rimpiazzata dalla consapevolezza e tristezza dell’essere adulto.

  
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