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Autore: Always221B    12/05/2015    8 recensioni
"Le nostre labbra che quasi si sfiorano, centimetri per me invalicabili.
Passi d’uomo che diventano di gigante.
Perché non rispondi alla mia richiesta di aiuto?"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Irene Adler, John Watson, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciaaaoo neeerd, (sì lo siete se siete arrivati fin qui) vi presento il primo capitolo della mia seconda fanfiction, spero che vi piaccia datemi un paio di giorni e vi aggiornerò.
Vi chiedete di che Ship si tratti? Pff, ovviamente la JOHNLOCK.
Questi personaggi non mi appartengono (gli attori neppure per mia sfortuna :B) ma sono frutto del brillante di Sir Arthur Conan Doyle, della mente geniale di Mark Gatiss e dal diabolicamente meraviglioso Steven Moffat.

Lasciatemi un commento per favore, accetto ogni tipo di criticaaa ho bisogno di migliorare tecnica e stile, se avete consigli vi prego di lasciarli :D
Buona lettura:3


Primo capitolo: VUOTO.


Alla fine dei conti mi sarebbe davvero piaciuto restare tra le tue braccia per sempre, come se questo abbraccio eterno potesse essere la soluzione ad ogni mio problema.
Come se fossi tu la soluzione.
Mi batte il cuore così forte e così velocemente che sembra voglia lacerarmi la carne solo per scappare via.
In quale universo ci si può voler mai perdere se non nell’abisso gelido dei tuoi occhi?
Fa male pensare che sarò dipendente da te per chissà quanto altro tempo.
Un burattino di cera che si scioglie di fronte al sole.
Tira i fili, burattinaio, ti seguirei anche se tu fossi dall’altra parte del mondo.
Tira i fili, mi avrai sempre al tuo fianco, diligente come la tua ombra, silenzioso come il mio grido.
Vorrei essere colpito con un pugno allo stomaco, magari smetterei di sentirlo vibrare e contorcersi, come se avessi la nausea di fronte alla bellezza della luna immobile.
Non ha senso quello che provo, e ormai è palese che ne sei tu la causa.
Non ti dimenticherò, lo sai tu, lo so io, e lo sanno tutti gli altri.
E non posso neppure farci niente, nessuno può, ovviamente, nessuno tranne te.
Mi sarebbe davvero piaciuto soffocare nel tuo odore, restare appiccicato al tuo collo finché la morte non mi avesse portato via.
Ho le labbra secche, la voce che lotta e soffoca in un silenzio profondo quanto il vuoto.
Sto morendo asfissiato dalle sensazioni e dai pensieri.
Ti sei mai guardato dentro?
Puoi provare a vedere con i miei occhi?
Sei perfetto, cazzo.
Dio Santo, non so nemmeno quante altre ore sprecherò a pensarti, quante altre a sognarti.
Non so quando smetterò di amarti.
Mi sento a pezzi, ogni centimetro di me chiede pietà.
Dio ti prego, aiutami.
Non voglio continuare a stare così.
Non riesco a vivere con me stesso.
Hai mai pensato a quanto qualcuno possa tenere a te?
Dio, mi sento ridicolo.
Forse lo sono, sicuramente lo sono.
Sto gelando, abbracciato dai sospiri di un vento di ghiaccio.
Sono vetro, e sono in  frantumi.
Sono come un’onda che si infrange nelle rocce, spezzata a metà.
Mi chiedo se tra una persona ed un’altra ci siano dei collegamenti.
Perché ho dovuto incontrarti?
Perché ho dovuto innamorarmi?
Alla fine  la cosa più fastidiosa, è che tu ritorni come se niente fosse.
Mi chiami e ti aspetti che io debba essere per forza al tuo fianco, anche se mi hai accoltellato l’anima per anni.
Ti aspetti che io sia lì, accanto a te, dopo che mi hai fatto sentire uno straccio.
Come se io potessi sopportare il dolore di averti perso ancora prima che tu potessi essere mio.
Eppure sai che ci sarò, perché ci sono sempre.
Non mi perdonerò mai questo mio modo di fare, o meglio di non fare.
Ti amo e non riesco a dirtelo, e tu che sembri sapere sempre tutto non riesci a dedurlo.
Non sei la soluzione al mio problema, tu sei il mio problema.
Tu.
Con i tuoi modi di fare, la tua spietata e tagliente indifferenza.
Che male posso averti mai fatto?
Mi sento come se fossi fatto di vetro, sfiorami e mi frantumerò.
Devo lottare con me stesso giorno dopo giorno per convincermi che tu non sei nient’altro che quello che dovresti essere.
Un amico.
Eppure quando arrivi qualcosa di me cambia.
Non riesco a smettere di guardarti.
Ho paura di vederti andare via, dissolverti nell’aria, come fumo.
Non riesco neppure a respirare.
Mi manca il respiro quando mi guardi.
Lo stomaco si contrae, sembra di essere presi a pugni.
So che non riesco a farmi passare la voglia di metterti le mani addosso, mi manca respirarti.
Le nostre labbra che quasi si sfiorano, centimetri per me invalicabili.
Passi d’uomo che diventano di gigante.
Perché non rispondi alla mia richiesta di aiuto?
Sono naufragato nel tuo universo, se annego è solo a causa tua.
Vieni a prendermi, ti prego portami via.
Vieni a guardare con me questo cielo senza stelle, e a respirare quest’aria che brucia quando sa di te.
Vieni a prendermi, portami con te.
Vieni e fatti vedere, sei lo spettacolo più bello che io abbia mai visto, sei un miracolo di Dio.




****Note****
Spero che il primo breve capitolo vi sia piaciuto, alla prossima e viva la Johnlock *^*
   
 
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