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Autore: LizzyDark    13/05/2015    2 recensioni
Anti-Cosmo ha un incubo: tornare nell'anti-prigione sotto le grinfie di Jorgen. Ma per fortuna è solo un incubo...
dedicato a DarkMary e saradarkwolf, perché adoro le loro fanfiction e a Princess_luna perché adoro i disegni che ha fatto!
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: AntiCosmo, AntiWanda, Jorgen Von Strangle
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Pain
 
Non riusciva a vedere nulla. Buio totale. Niente pareti, niente soffitto, niente pavimento. Solo nero, denso e soffocante.
Era di nuovo lì: la prigione del Fantamondo.
Ma c’era solo lui stavolta, gli altri antimaghi non c’erano più. Era solo.
 
Un vetro verdastro lo separava da una stanza dove alcuni uomini in camice bianco stavano scrivendo su dei block notes. Scienziati? Ma che ci facevano lì?
Si accorse solo allora che qualcosa non andava: dei fili metallici gli erano avvolti intorno alle braccia e alle gambe, intorno alla testa aveva una specie di fascia di metallo che ricordava quelle macchine dei film di fantascienza che a lui piacevano tanto.
 
Una figura si avvicinò al vetro:-Anti-Cosmo Julius Cosma- la voce gli giunse attutita, ma capì che si trattava di Jorgen Van Strangle -Se mi dirai quello che voglio sapere ti lascerò andare, in caso contrario...- sogghignò, inquietante.
 
-Mai- sussurrò l’antimago dagli occhi verdi.
 
-Allora... procediamo- spinse giù una leva.
 
Una scarica elettrica attraversò il corpo dell’antimago, che cercò di ignorare il dolore e dovette sforzarsi per non pregarli di smettere.
Dopo pochi secondi la scossa finì. Anti-Cosmo crollò sulle ginocchia, ansimando. Vide gli scienziati che scrivevano qualcosa sui loro block notes.
“Esperimenti sulle antifate” pensò “Stanno testando qualcosa su di noi”.
Ma non finì di formulare il pensiero che un altra scarica partì, se possibile ancora più forte della precedente.
AC si sorresse sulle mani per non crollare a terra. Faceva troppo male, sentiva le lacrime scendergli sulle guance incontrollabilmente.
Quando anche l’ultima scarica si interruppe, si lasciò cadere a terra, steso sulla schiena, fissando il soffitto.
 
-Non ne hai ancora abbastanza, Anti-Cosmo?- tuonò Jorgen.
 
-Non te lo dirò mai, rassegnati- disse AC, con quel poco di voce che gli era rimasta, tirandosi su a sedere sul pavimento freddo della prigione.
 
-Va bene... ma ricordati che tutto questo è stata solo colpa tua...-.
 
Qualcosa atterrò sul pavimento di fianco a lui, con un tonfo sordo. Un corpo? Si avvicinò e vide che si trattava di un’antifata dai capelli ricci e i denti storti, ormai morta. Anti-Wanda.
 
-Oh no...- sussurrò Anti-Cosmo -No no no... ti prego no... non è possibile...-.
 
-E invece sì- sibilò Jorgen, malignamente, come se si divertisse a vederlo soffrire.
 
L’antimago aprì gli occhi di botto, guardandosi intorno.
 
Era stato solo un sogno. Nessun filo gli attraversava il corpo, nessun vetro verde gli impediva di uscire dalla stanza, non c’era più quel buio totale e angosciante. Dalla finestra filtrava la tenue luce della luna.
 
Si appoggiò una mano sulla fronte, stancamente. Si accorse che le dita gli stavano tremando, così come tutto il suo corpo. Si strinse nella coperta, cercando di calmarsi.
 
-Anti-Cozzie...- una voce lo fece voltare verso l’altro lato del letto -Stai bene?- era Anti-Wanda, sua moglie.
 
-Sì, tutto bene, solo un incubo...- disse lui, ma la sua voce suonò poco convinta e tremolante.
 
-Sicuro?-.
 
-Sì... tutto bene...- mentì.
 
L’antifata dagli occhioni rosa si voltò verso di lui e vide che stava ancora tremando. Gli circondò le spalle con un braccio:-Cozzie, stai tremando...- osservò lei, preoccupata -che hai?-.
 
-N-niente...-.
 
-Cosa hai sognato?-.
 
A quella domanda AC distolse lo sguardo per abbassarlo al pavimento. Non disse nulla, non perché non volesse, ma perché non riusciva a far uscire la voce.
 
-Hai sognato di nuovo di essere nella prigione di Jorgen?-.
 
AC annuì, rannicchiandosi con le ginocchia al petto. Si sentiva così fragile, non gli piaceva la sensazione di essere debole.
 
-Ma era solo un sogno...- disse lei, accarezzandogli i capelli spettinati.
 
-Ma...- sussurrò lui -questa volta c’era di più... loro... loro...- la sua voce stava iniziando a rompersi.
 
-Loro cosa?-.
 
-Loro ti... loro ti avevano uccisa- Anti-Cosmo sentì le lacrime iniziare a rigargli le guance. Nascose la testa tra le braccia per non farsi vedere piangere da Anti-Wanda.
Lei lo abbracciò, continuando ad accarezzargli al testa, come avrebbe fatto con un cucciolo indifeso.
 
Sentiva le spalle di AC sobbalzare sotto i singhiozzi e sussurrò:-Tranquillo, non c’è più nulla ora, io sono qui...-.
 
Anti-Cosmo si asciugò gli occhi:-Tranquilla... sto bene, torniamo a dormire...-.
 
-Non finché non mi dirai che va tutto bene-.
 
-Va tutto bene, te lo assicuro, cara- sorrise lui.
 
-Va bene...- disse lei, poco convinta.
 
Si ridistese sul letto e chiuse gli occhi. Pochi secondi dopo sentì che AC le stava abbracciando le spalle. Anche lui si era addormentato.
 
-Buonanotte, Cozzie. Dormi bene- sussurrò AW.
 
Angolo autrice
 
Konnichiwa! Io sono nuova qui su efp e vorrei tanto sapere che ne pensate della mia fanfiction...
Come avrete capito sono una grande fan di Anti-Cosmo, lo amo troppo (è tanto kawaii!!!!!!! <3 awwwwww!!!!!!!!! ok, fine sclero). Credo che la sua paura più grande sia quella che succeda qualcosa di brutto a lui e alla sua famiglia, per quanto faccia il duro per far credere che non gliene importa...
Comunque... se vi ho depressi scusatemi tanto...
 
Bacioni a tutti!
 
LizzyDark
   
 
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