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Autore: Scarl_Bloom 94    13/05/2015    2 recensioni
TEMPORANEAMENTE SOSPESA. SCUSATE, MA SONO IN PERIODO ESAMI. CI RIVEDIAMO A LUGLIO.
Questa storia parla di un amore che nasce e cresce nel tempo. Ripercorreremo la vita di Orlando, passo dopo passo, e quella di Scarlett, innamorata di lui da sempre. Il nostro caro Bloom ci metterà un bel pò a capire cosa significa amare veramente. Dal 1997 al 2015, diciotto anni, per decifrare quello che il cuore ha sempre cercato di fargli capire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Everything I do … I do it for you

 

"Gli uomini vorrebbero essere sempre il primo amore di una donna. Questa è la loro sciocca vanità. Le donne hanno un istinto più sottile per le cose: a loro piace essere l'ultimo amore di un uomo." (Oscar Wilde)

 

·       Los Angeles- Dicembre 2015

 

Apro la porta d’ingresso con i nervi alle stelle. L’unica cosa di cui ho bisogno adesso è una doccia calda, nient’altro. Non m’importa un fico secco se oggi è la vigilia di Natale, non ho nulla da festeggiare. Butto la borsa sulla sedia e lancio le chiavi sul tavolo, le quali finiscono irrimediabilmente a terra.  << Ah, andate al diavolo anche voi! >>. E pensare che oggi è anche il mio compleanno. Trent’anni, assurdo. La cosa che più mi fa salire la rabbia è che ho passato gran parte della mia vita dietro a quel coglione.  Scuoto il capo ripetendo nella mia mente di non pensarci, di farla finita una buona volta. In quel preciso istante ricordo di non aver chiuso la porta e, subito, faccio per voltarmi per rimediare. Ecco, però, che qualcosa mi paralizza. Proprio davanti a me, sulla soglia d’ingresso, c’è Orlando.  << Che ci fai qui? Vattene, non voglio vederti >> ammetto decisa. << Scarlett, dobbiamo parlare. Non me ne andrò di qui finché non ti avrò detto tutto quello che mi porto dentro da ormai troppo tempo. >> Accidenti a lui e alla sua cocciutaggine. << Tu ed io non abbiamo più nulla da dirci. Va via >> e no, mio caro, questa volta non l’avrai vinta tu.  << No, invece mi ascolterai >> chiude la porta dietro le sue spalle e pian piano avanza verso di me. << Cosa vuoi? E’ mai possibile che non ti entri in quella zucca vuota che non voglio avere più niente a che fare con te? >> Mi allontano esasperata, ma sono costretta a fermarmi per via del tavolo. << Scarlett >> sussurra alzando la mano per accarezzarmi una guancia << sei troppo importante per me, per lasciarti andare via. >> Mi scanso all’istante << oh, certo. Così com’era importante Jennifer, vero? O Sophie, Sarah, Kate, Miranda, Margot? >> replico bollendo dalla rabbia. << Te le ricordi tutte? >>  domanda abbozzando un sorriso insopportabile sulle labbra. << Credo di averne saltata qualcuna >> aggiungo infastidita. << Quanti anni compi, oggi? Venti? >>  ironizza << sembri una ragazzina. >> Accidenti a lui e all’effetto che mi fa. << Smettila, Orlando. Te lo ripeto: vattene. Sono stanca. >> Non so perché, ma qualcosa mi dice che non ha la ben che minima intenzione di darmi retta. << Voglio baciarti >> prosegue imperterrito provando ad avvicinarsi di nuovo. << Ti stai comportando come un bambino! Sei un uomo di quarant’anni, porca miseria, smettila. >> E quell’immancabile sorrisetto torna a prendere forma sulle sue labbra << ne ho trentotto, fiorellino. >> controbatte sornione. << Trentanove a gennaio >> lo correggo innervosita. << Quante cose sai di me >> continua fingendosi sorpreso. << Ti conosco da ...  diciotto anni. E vorrei … non averti conosciuto affatto. >> Il sorriso scompare dal suo volto assumendo sempre un’aria più seria. E’ come se l’avessi ferito. Punto lo sguardo nel suo e avrei voluto non farlo. Sento i miei occhi farsi lucidi e l’amore che provo per lui diventa sempre più incontrollabile. << Ti prego, vattene >> riesco a dire in un sussurro. << Non ho ancora finito >> ribatte lui serio. << Sei insopportabile, cos’altro c’è? >> domando esausta. Orlando mi guarda profondamente prima di aprire bocca e parlare una volta per tutte. << C’è che … >> si ferma un attimo, come per prendere coraggio << io ti amo. >>

 

Londra - 1997, l’anno in cui morì la principessa Diana.

 

Era un giorno come un altro, io ero appena tornata da scuola insieme alla mia migliore amica Perald. Eravamo entrambe euforiche perché mancava qualche settimana all’uscita di Titanic. Leonardo DiCaprio era il nostro idolo, eravamo stracotte di lui. Perald doveva convincere sua madre ad accompagnarci al cinema, mai e poi mai avrebbe gettato la spugna. << Scarl, non preoccuparti di niente, so cosa fare. Per Leo questo e altro. >> Mi fidavo ciecamente di lei, sapevo che alla fine l’avrebbe spuntata.

Non avevo nemmeno provato a chiederlo a mia madre, il nostro rapporto è stato da sempre molto complicato. Non ho mai saputo chi fosse il mio vero padre, e lei non ne ha mai voluto parlare. Lei viveva per mio fratello, non aveva occhi che per lui. Christopher era più grande di me di otto anni, e in quel periodo si era messo in testa di voler fare l’attore.

<< Scarlett! Muoviti, è tardi! >> Mia madre mi portava spesso a lavoro con sé, nonostante io volessi restarmene a casa a guardare la tv. << Allora, ti muovi? Mi stai facendo perdere tempo! >> Lavorava come costumista e aveva ottenuto un posto in un film intitolato “Wilde”. << Mamma, ho dodici anni, posso benissimo stare a casa da sola. >> Ma a niente servivano le mie parole. << Sorellina, stai facendo innervosire anche me! E’ il mio primo film, sali in macchina e falla finita. >> Potevo mai ferire i suoi sentimenti dicendogli che sì, effettivamente era il suo primo film, ma da comparsa? Certo che no, perciò alla fine salì in macchina senza obiettare.

Come sempre, non potevo far altro che gironzolare per il set. Mia madre non mi voleva fra i piedi così dovevo starmene per i fatti miei. Mi annoiavo a morte a stare lì, inoltre ero sola, perciò dopo un po’ decisi di tornare da mia madre. La trovai intenta a parlare con qualcuno, probabilmente con una delle attrici. Stava parlando proprio di me. << Oh lei è … capitata. E non doveva capitare, a dirla tutta.  Non è certamente la figlia che avrei voluto avere. Meno male che ho Christopher, è davvero un figlio meraviglioso. E sono sicura che diventerà anche un bravissimo attore di successo. Perlomeno posso contare su di lui. >>

Non riuscivo a capire il perché mia madre mi odiasse a tal punto. Tuttavia ero troppo piccola per rimanere impassibile dinnanzi a quelle parole. Scoppiai a piangere e andai a cercare un posto in cui stare da sola, senza essere vista da nessuno. Ero solo una bambina, e una bambina non meritava di sentirsi dire delle cose così orrende dalla propria madre. Iniziai a chiedermi cosa ci fosse di sbagliato in me, del perché non mi volesse bene. Continuavo a piangere raggomitolata in un angolo, fino a quando non sentì la voce di qualcuno. Alzai di poco il capo e mi ritrovai davanti un ragazzo. Pensai subito che dovesse trattarsi di un angelo per quanto fosse bello. << Fiorellino, perché stai piangendo? >> si chinò per parlarmi e il mio pianto si fermò d’improvviso. << Ehi, va tutto bene, come ti chiami? >> sorrise e il mio cuore si accese. << Sca ... Scarlett. Tu? >> sibilai. << Io mi chiamo Orlando >> rispose con un altro sorriso. Rimasi incantata a guardarlo, mentre lui si mise ad asciugare i miei occhi dalle lacrime. << Quanti anni hai, bambina? >> mi chiese guardandomi con aria dolce. << Do ... dodici. >> riuscì a dire. Mi accarezzò i capelli, senza smettere di sorridere << perché stavi piangendo? >> Non risposi, mi perdetti nella strana luce che emanavano i suoi occhi. << Si può sapere, allora, cosa ci fai qui? Ti sei persa, piccolina? >> chiese ancora. Mi misi a scuotere il capo completamente imbambolata << la mia mamma lavora qui. Tu ... chi sei? >> Continuavo a guardarlo ammaliata, non capivo cosa stesse accadendo dentro di me, sapevo solo che doveva trattarsi di qualcosa di bello. << Sono qui per il film, devo fare una comparsa e dire quattro battute. E’ la mia prima esperienza, sai sono da poco entrato nella scuola di recitazione e, a dirla tutta, sono un po’ nervoso, anche se si tratta di qualche minuto. >> Annuì perfettamente comprensiva << andrà bene, sta tranquillo. Cosa devi fare? >> Il ragazzo si sedette a terra accanto a me << un ragazzo di strada, ma tu sei ancora troppo piccola per capire certe cose. >> Feci spallucce guardandolo incuriosita << so cos’è un ragazzo di strada. Un ragazzo che abita sulla strada, che ci vuole? >> Lui scoppiò a ridere di cuore, e in quel momento non feci caso al fatto che mi stesse prendendo in giro, ma rimasi incantata ad ascoltare la sua risata. << Ehi, sei riuscita a farmi sciogliere un po’. Grazie, fiorellino. >> Arrossì nascondendo il viso tra le ginocchia << e cos’ho fatto? >> Sorrise ancora una volta, probabilmente per la mia ingenuità << mi hai fatto ridere. >> Ci guardammo negli occhi per qualche istante, ma fummo interrotti da un suono. << Oh ... Jennifer, accidenti >> lo sentì borbottare non appena prese il telefono in mano. Chiuse la chiamata, senza rispondere << è la mia ragazza, non sai che rompi scatole. Le avrò ripetuto cento mila volte che l’avrei chiamata a riprese finite, ma è cocciuta. Beata tu, fiorellino. Sei ancora piccola per metterti in pasticci come questi. >> Rimasi un po’ male, tuttavia non riuscivo a capirne il motivo << non le vuoi bene? >> gli chiesi curiosa. << Certo che le voglio bene, solo che a volte è ... un pochino fastidiosa. >> Risi per la faccia buffa che fece. << Siamo pari, visto? Ti ho fatto ridere. >> Mi resi conto che aveva perfettamente ragione << grazie. >> In quel momento qualcuno entrò nella stanza << Orlando Bloom? >> Lui si alzò subito << sì, sono io. >> Orlando Bloom. Come suonava bene. << Venga, tra poco tocca a lei. >> Peccato, doveva già andarsene. Prima di uscire, però, mi salutò con un bacio sulla guancia << stammi bene, fiorellino. E non piangere più, mi raccomando. >>

Ero convinta che non l’avrei mai più rivisto.

<< Com’è andata? >> chiese mia madre a mio fratello durante il tragitto di ritorno a casa. << Bene. Ho conosciuto un ragazzo davvero simpatico. Ha la mia età e sta studiando recitazione. >> In quel momento le mie orecchie si aprirono come per magia. << E come si chiama? >> domandò nostra madre. << Orlando, mi pare. Ci siamo scambiati il numero di telefono, voglio saperne di più riguardo questa scuola. Potrei provare a entrarci, tu che dici? >> Non potevo crederci. Mio fratello e quel ragazzo si erano conosciuti, e per di più quello zuccone di Chris aveva anche il suo numero.  Perciò aveva vent’anni, io pensavo ne avesse sedici, diciassette. Non li dimostrava per niente vent’anni.

 

Il diciannove dicembre uscì Titanic al cinema. Aspettavo quel giorno da tantissimo tempo, ma era come se non me ne importasse più nulla. Perald riuscì a convincere sua madre ad accompagnarci. Ero certa che ci sarebbe riuscita. E così quel giorno andammo insieme a vedere Leonardo DiCaprio concretizzando, in questo modo, un nostro piccolo sogno.

<< Non sei agitata? Ahh,sembrava impossibile e invece ... Ma mi stai ascoltando? Scarl, sembri in un altro mondo. >> Tornai bruscamente alla realtà e guardai la mia amica mortificata << scusami, stavo pensando e ... >> Proprio in quel momento le luci si spensero. << Shh, inizia! >> mi stizzì Perald all’istante. Il film era bello, più di quanto immaginassi, ma la mia testa tornava sempre a quell’incontro. Come potevo dimenticare quel sorriso? E nel mentre nella mia mente partì  As Long As You Love Me”: l’ultimo singolo dei Backstreet Boys. L’avevo ascoltata settecentomila volte negli ultimi tre mesi . Tuttavia non riuscivo a capire il perché l’associassi a quel ragazzo. << Dimmi la verità >> sentì dire da Perald nel bel mezzo del film << hai trovato qualcuno che ti piace più di Leonardo, non è vero? >> Quella sua domanda mi spiazzò completamente. << Sì >> risposi abbozzando un sorriso. << Lo sapevo! >> sbuffò mettendosi a braccia incrociate << e come si chiama, sentiamo? >> Pensai al suo nome, e il solo pensiero di doverlo dire ad alta voce mi faceva sudare le mani. << Orlando. Orlando Bloom. >> Lei mi guardò per qualche secondo, senza saper cosa dire << e che razza di nome è Orlando Bloom? >>

Non scorderò mai quell’anno. Era il 1997: la principessa Diana rimase vittima di un incidente stradale a Parigi,  lo stilista italiano Gianni Versace venne assassinato davanti casa sua a Miami, a settembre di quell'anno nacque Google, e Titanic divenne il maggior incasso nella storia del cinema: Un miliardo e ottocentomilioni di dollari.

Io conobbi Orlando. E me ne innamorai, disgraziatamente.

Spazio *Autrice*

Rieccomi con un'altra storia! L'Odissea sta per finire ... perciò ho deciso di pubblicare il primo capitolo di questa nuova Fan Fic ;)
Aggiornerò una volta a settimana, sicuramente di Sabato.

Sono curiosa di sapere cosa ne pensate *-*
Non sarà un'odissea, ve lo dico già da adesso xD Ma nemmeno brevissima ;)

Allora, a presto
Baci
Scarl.
   
 
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