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Autore: Jjlibe    13/05/2015    0 recensioni
Elena è una ragazza dark chiusa in se stessa, fuori una roccia ma dentro è timidi ed insicura di se. La luce ha abbandonato il suo cuore da tanto, riuscirà a trovare la luce o rimarrà al buio per sempre?
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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INTERESSANTE...
~Aprì gli occhi, non poteva crederci…era solo un sogno. Iniziò a pensare a quel bacio, quel bacio che le sembrava tanto reale, si tocco le labbra e disse
–Dunque è così un bacio? È questa la sensazione che si prova? -
-Elena!! Sveglia o farai tardi! - le urlò sua madre dall’altra stanza. Si alzò contro voglia dal suo letto scoprendosi le gambe, avvertì un brivido che, partendo dalla punta dei piedi le arrivò fino alla punta dei capelli, le fece venire la pelle d’oca sulle gambe; le rimpiangeva sue coperte morbide e calde; pensava “Quasi quasi mi rimetto a letto, non ho voglia di fare niente oggi. Soprattutto dopo un sogno così!” ma si alzò comunque. Si diresse in bagno, si guardò allo specchio vide i suoi lunghi capelli color arancio e giallo tutti impicciati e pieni di nodi, e disse
-Cavolo, devo assolutamente rifarmi la tinta! Ma ora non ho né la voglia né il tempo. Oggi pomeriggio! Sì, e me li faccio blu sta volta-
Arrivò pigramente in cucina, guardò il suo tè verde e pensò “Che pizza ma perché? Perché tra tutti i genitori esistenti proprio i miei devono essere vegetariani! Io amo la carne!”. Riprese distrattamente a pensare al sogno che aveva fatto, e al colore rosso, un colore che non aveva mai usato, un colore che non era mai stato sui suoi capelli. Lei associava gli stati d’animo ai colori, ed il rosso era uno stato d’animo che non aveva mai provato. Buttò il tè nel lavandino con una smorfia di disgusto e si diresse nuovamente in bagno e successivamente in camera sua per prepararsi.
I suoi pensavano che cambiare colore ogni volta che il suo stato d’animo variava era una follia, ma era il suo unico modo per esprimere com’era dentro. Elena era una ragazza particolare che a vederla da fuori era una roccia era come se niente e nessuno potesse toccarla o ferirla ed era questa l’impressione che voleva dare; ma dentro di se era insicura, molto impacciata e nutriva un leggero disgusto per la vita. Ma non era stato sempre così, appena un anno prima Elena era una ragazza felice, gioiosa, ingenua e gentile; ma arrivata in primo superiore si trovò davanti persone più grandi di lei anche di due anni; presa di mira dai bulli, picchiata, umiliata più volte Elena iniziò pian piano a chiudersi in se stessa a cambiare, cambiò il suo carattere, la sua visione del mondo, delle cose, inizio a vestirsi di nero e a tingersi i capelli, ma il colpo di grazia fu quando suo zio morì. Quello fu per lei il punto di non ritorno. Il suo cuore, prima pieno di felicità allegria e spensieratezza, si spense, la luce che c’era prima sparì portandosi via anche tutto.
-Nana maleficaaaaa!! Dove hai messo il mio calzante?!?!- Urlò furibonda Elena rivolta alla sorellina più piccola, Francesca, dall’altra stanza arrivò correndo una bambina di circa sette anni dal viso dolcissimo con dei capelli marroni corti.
-Io non lo so… – le rispose la piccolina.
-Ti avverto che se non tiri fuori il mio calzante metterò sottosopra i tuoi cassetti! – L’ammonì
-io non ce l’ho te lo giuro- le rispose.
-Ok l’hai voluto tu!!- continuò -AHAH!! Allora dimmi se tu non l’hai preso che ci faceva nel tuo cassetto?! Ti ho detto mille volte di non prendere la mia roba! Non te lo ripeterò un'altra volta!!-
Elena era così, era scontrosa aggressiva, ma mai violenta. Se si doveva sfogare usciva di casa e andava a correre o in palestra.
 Mentre si preparava ripensava di nuovo al sogno che aveva fatto ma venne distratta dall’orario.
-Oh cavolo! È tardissimo!-
Fece di corsa la strada per andare a casa di sua cugina, correva talmente forte che le sembrava che le sue gambe andassero per conto loro, per lei era come volare. Per fare più velocemente saltò le scale, cadde sui piedi che non reggendo il suo peso e la forza dell’impatto cedettero e atterrò sulle ginocchia, ma si rialzò subito, non poteva permettersi di fermarsi a controllare se si era ferita. Arrivata al citofono ci si attaccò letteralmente per una decina di secondi finché Federica, sua cugina, non gli rispose.
-Elena ho capito ora scendo! – le rispose.
-Sbrigati lumaca! Porta le tue chiappe qui!- disse Elena.
La vide uscire dal cancello con quella sicurezza che anche lei avrebbe voluto avere, avere veramente e non solo per sembrare una roccia. Con quei lunghi capelli biondo cenere che ogni volta che Elena li vedeva pensava “Potrei riprodurre il suo colore su di me… nah! È  troppo normale e poi è troppo perfetto e naturale per riprodurlo”
-Buongiorno cuggi- Disse Federica una volta scesa.
-Alla buonora- le rispose Elena
-Oh Dio! Cuggi ma sanguini dal naso! – Urlò Federica indicandola
-Non è niente sto benissimo!- disse asciugandosi il sangue con la manica. –piuttosto muovi quei piedi o faremo tardi all’appuntamento con gli altri!- le disse Elena
-Ma sei bionica per caso?! Non sei normale! Perdevi sangue dal naso! – Le disse Federica con tono preoccupato, ma da parte di Elena nessuno risposta. Lei voleva un mondo di bene a sua cugina, forse era per lei la persona più importante, solo che non riusciva a dimostrarglielo, non era più abituata ad esprimere emozioni se non odio, disprezzo e disgusto, a volte le scappavano dei sorrisi, qualche volta anche una risata, ma non durava molto. Federica per cambiare discorso continuò a parlare
 –Che materie hai oggi? -
-Emmh…matematica, ma dormirò, scienze, ma dormirò, storia, e anche lì dormirò…-
-C’è una materia in cui non dormi? – la interruppe lei
-Non interrompermi più! Comunque sì, ed è Fisica. – le disse fredda Elena
-Ehi dov’eravate finite voi due? - disse Giulio che le stava aspettando insieme a Lorenzo e Camilla
-Questa lumaca non si decideva a muovere le chiappe! - rispose Elena
-Ah io eh?!- rispose Federica irritata.
-Sì tu. - disse divertita alla vista di sua cugina che diventava sempre più rossa
-Quanto sei carina quando ti arrabbi. Mi ricordi tanto Trilli! Ahahahahah. – continuò Elena  
-Oh l’autobus! - esclamò Camilla. I cinque iniziarono a correre verso l’autobus e ci saltarono letteralmente dentro. In quel momento arrivò un messaggio ad Elena. Era il suo migliore amico, Roberto. L’unico che era riuscito a far emozionare Elena dopo l’accaduto. Tra i due c’era attrazione, ma lei non aveva intenzione di mettersi con lui, come amici erano perfetti, ma come coppia no: lui ci provava praticamente con tutte e se lei fosse stata la sua ragazza le avrebbe dato molto fastidio, perciò decise di non dirgli quel che provava. Infatti quando lui si dichiarò, lei rimase fredda e non cedette alla tentazione di rivelargli tutto, così facendo salvò la loro amicizia.
Arrivati a scuola Elena salutò gli altri visto che stavano tutti in classi diverse. Continuava a pensare ai loro volti, agli occhiali di Lorenzo che mascheravano i suoi occhi blu ed ai suoi capelli neri, cavolo se era alto, alle pettinature stravaganti di Camilla: aveva i capelli talmente lunghi che si faceva le acconciature più assurde, le sembrava Padmé Amidala di Star Wars era troppo simpatica. Riguardo a Giulio, invece, era il tipico ragazzo figo del gruppo, con occhi marroni e capelli scuri, un tipo di bellezza che ad Elena dava noia, ma sotto sotto era simpatico, e lei si considerava fortunata ad avere come loro amici.
Dopo la scuola andò alla fermata dell’autobus, da sola, lì ad aspettarla c’erano Lorenzo e Camilla con un altro ragazzo, che Elena non aveva mai visto, ma che la incuriosì molto: era un ragazzo alto con dei capelli color marrone molto chiaro con dei riflessi color miele, faceva un bell’effetto. Era molto alto insomma un ragazzo di bella presenza.
-Ehi!- disse Elena –Che combinate?-
-Oh ciao Elena! Come stai?- rispose Camilla con quel suo entusiasmo che di solito a lei dava fastidio, ma in quel momento era troppo concentrata su quel ragazzo.
-Al solito- rispose con una smorfia
-Ok bene….emm lui è Francesco, si è trasferito nella nostra classe da tre mesi circa. – disse Camilla
-Piacere Francesco. Bei capelli, mi piacciono – disse lui tendendole la mano e  accennando ad un sorriso, un sorriso dolce, caldo, un sorriso che fece provare qualcosa di strano ad Elena, non sapeva cosa, però guardandolo meglio…
-Elena. Grazie – disse con la sua solita freddezza ma questa volta aggiungendosi un pizzico di curiosità.
Si strinsero la mano ed Elena provò un’emozione strana, un’emozione mai provata prima, sentì come uno spiraglio di luce che svanì quando le loro mani si staccarono l’una dall’altra. Si guardò la mano poi guardò il viso di Francesco con attenzione, e non poteva crederci.
-C’è qualcosa che non va?- Chiese Francesco confuso
-No niente.– rispose lei cercando di trattenere lo stupore che provava.
“Non è possibile, sicuramente mi sto sbagliando. Non può essere lui!”
Francesco continuò ad osservarla, il modo in cui parlava, come si muoveva, tutto di lei lo incuriosiva…
 
   
 
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