My music is like a boomerang, boomerang. I give it to you than you give it back to me. Ya. Boomerang. La sveglia suona senza che Giorgia la senta immersa com’è nei suoi sogni. Nell’altra stanza suo padre si è appena svegliato imprecando per non essersi ricordato di puntare la sveglia. Si siede stropricciandosi gli occhi per poi alzarsi e andare verso la stanza della figlia. Come ogni mattina la ragazza si sveglia sentendo i passi di suo padre dirigersi verso la sua stanza. Si siede sul bordo del letto stiracchiandosi e pensando di non aver voglia di andare a scuola. Suo padre entra in camera sua e, appoggiandosi allo stipite della porta le chiede: «sai che ore sono?». «Le sette?» chiede stropicciandosi gli occhi. «No –dice andando ad aprire le tende– le nove.» Strizzando gli occhi per la troppa luce allunga il braccio verso il comodino, prende il telefono e controlla l’orario. 9:04. «Niente scuola, vero?» chiede speranzosa. Il padre abbozza un sorriso e annuisce dicendo «no, oggi vieni a lavoro con me.» Il battito del suo cuore accelerò e trattiene un sorriso pensando a chi avrebbe trovato al lavoro.