Il sole spaccava le pietre quel giorno. Dopotutto, era il
solstizio d’estate, il giorno dell’anniversario della sua morte.
Kami, questo il nome del loro batterista ufficiale, l’
“eternal blood relative”.
Mana stava lì, in piedi di fronte alla sua lapide, impeccabile come sempre.
L’anno prima era arrivato per secondo, dopo Yu~ki.
Ricordava ancora quando il compianto batterista si era unito
ai fortunatissimi Malice Mizer: uno scambio da cui loro avevano senz’altro
tratto un ottimo profitto. Erano stati anni d’oro quelli dei Malice Mizer,
baciati dalla fortuna. Ne andava molto fiero, anche se non era solo merito suo.
Ben presto giunse anche il secondo fondatore, Közi, con le mani in tasca e lo
sguardo fisso al suolo. I due si salutarono con un cenno del capo. Pensare che
fra loro c’era stato un solido rapporto.
Ma dopo la morte di Kami tutto era cambiato, loro erano cambiati e le loro vite
mai più si sarebbero potute riunire.
Gackt e Yu~ki arrivarono insieme, anche il loro saluto si limitava ad un cenno
del capo.
Tetsu, Gaz e Klaha non erano presenti: non conoscevano Kami come lo conoscevano
loro ed erano venuti solo per i primi anni, tranne Klaha.
In quelle occasioni evitavano accuratamente di rivolgersi la parola per non
rendere l’evento solo un’annuale rimpatriata: quella era un occasione per
pensare con calma ai tempi andati, i bei tempi destinati ad essere solo dei
ricordi incapaci d’impallidire, talmente erano stati belli.
Mana chiuse gli occhi, facendo sparire ogni minima preoccupazione sulla
Midi:nette, la Moi-Même-Moitié e i Moi Dix Mois. Era tornato con la mente ai
tempi di “Merveilles”, di “ Illuminati ”, ricordando l’impegno di Kami alla
batteria e a tutti momenti che conservava con gelosia e con cura.
Riaprì gli occhi e il suo sguardo era sempre lo stesso: imperturbabile e privo
di espressione. Amava nascondere i suoi sentimenti, lo trovava divertente, ma
non come…
… non come i Malice Mizer.
Guardò le facce dei suoi ex-compagni. Anche Gackt aveva spostato lo sguardo
dalla bara eppure era più che convinto che non l’avesse fatto per noia, ma
perché anche lui provava le stesse sue emozioni.
Non ci sarebbero mai più stati i loro concerti così originali. Gli Dei del
Visual Kei non sarebbero mai potuti tornare a far festa insieme, erano come le
divinità antiche: nessuno più le prega, o ben poche persone considerate
stravaganti o fuori moda. Nessuno.
Anche Közi aveva smesso di guardare la lapide e poco dopo giunse il turno di
Yu~ki.
Tutti e quattro, nonostante ciò, si limitarono ad un sorriso. Non volevano
distruggere quel silenzio, era una sorta di preghiera silenziosa la loro e,
secondo la buona creanza, non bisogna fare rumore mentre si prega.
Ma per cosa pregavano?
Per la loro sorte?
Forse pregavano di risvegliarsi al mattino e di doversi preparare per andare a
lavorare su dei nuovi brani, tutti insieme. Avrebbero fatto a gara per arrivare
in sala prove per primi solo per poter scherzare con Kami, se solo avessero
saputo la disgrazia di cui sarebbero stati vittime.
Mana a volte lo sognava. Sognava di entrare in quella sala dove aveva passato
tanto del suo tempo e di trovare lui, magari lì da molto per perfezionare
qualche nuovo pezzo, col suo volto sorridente incorniciato dai capelli
liscissimi rivolgergli un saluto. Poi avrebbe preso la chitarra e, dopo averla
accordata, si sarebbe unito a Kami. Ma poi si svegliava e, guardandosi allo
specchio, notava che anche il suo volto era cambiato. Senza il trucco si notava
che i suoi lineamenti erano un po’ variati dall’epoca dei Malice Mizer.
Segno del tempo che passava, segno del tempo che le cose non erano più le
stesse.
Il sole stava tramontando e Gackt decise che era ora di andarsene. Come tutti
gli anni, venne seguito in ordine sparso dagli ex-compagni che salivano sulle
rispettive macchine che, dopo essere partite, piano piano si separavano.
“ Mori no Naka no Tenshi ” partì dallo stereo della macchina di Mana.
Il suo umore era del tutto contrastante con quel brano: lui non era affatto
allegro, tutt’altro! Ma si sarebbe sforzato di sorridere. Dopotutto, quella
canzone Kami doveva averla composta in un momento allegro e, sicuramente, se
davvero era finito in qualche Olimpo, avrebbe voluto che l’umore dei suoi ex-
compagni la rispecchiasse.
Sì, Mana sarebbe stato allegro e, di sicuro, l’indomani mattina avrebbe
ripensato ai nuovi abiti da creare, a nuova musica da comporre e ad artisti da
scritturare con la midi:nette.
Sarebbe tornato nel suo mondo odierno, un mondo senza Kami, ma doveva distrarsi
per lui.
Già, ma comunque quel mondo era meno amato.
Ma era il suo.
“ Arrivederci Kami, all’anno prossimo...
... au revoir ”.