Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |       
Autore: reginamills    13/05/2015    17 recensioni
OutlawQueen AU: Regina Mills è un'insegnante, sposata, ma ha un marito che abusa di lei, la picchia e non le permette di chiedere il divorzio. La sua vita è un vero schifo e Dio sa quante volte ha provato a metterne fine. Ma forse, il principe azzurro non esiste solo nelle favole, e il nuovo preside della scuola in cui lavora, Robin Locksley, forse riuscirà a riportarle quel sorriso che ha perso ormai da troppo tempo.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
salve a tutti, carissimi oncers italiani! questa è una fanfiction che ho già postato su un sito di fanfiction americano e tumblr ma sinceramente non pensavo che questo sito italiano fosse così frequentato! così, visto che scrivo sempre le mie storie prima in italiano e poi le traduco, ho pensato di postare la versione italiana qui. 
premessa: i contenuti sono forti, perlomeno nei primi capitoli. Capisco perfettamente se non ve la sentite di continuare a leggere.
enjoy your reading and viva la outlawqueen!
 

La campanella suonò e Regina Mills tirò un sospiro di sollievo. 
Era solo la terza ora e gliene aspettavano altre tre, ma era tempo della pausa pranzo e poteva finalmente dedicarsi a sè stessa. Per un quarto d'ora almeno.
“Miss Mills, è richiesta in presidenza” un bussare alla porta succeduto da una voce femminile la svegliarono dai suoi pensieri. 
“ho la pausa pranzo, dica a Mr. Locksley che sarò da lui tra venti minuti” non conosceva bene quell'uomo, era il nuovo preside della scuola ed era arrivato da pochi giorni; aveva solo sentito parlare -splendidamente- di lui. Della sua bellezza, in particolare.
Probabilmente voleva solo presentarsi e Regina non aveva intenzione di sprecare gli unici quindici minuti liberi della sua giornata con un uomo che conosceva appena.
La donna -che probabilmente era una sua assistente- annuì e le rivolse un sorriso cortese prima di andarsene. 
Regina sorrise tra sé e tirò fuori il suo pranzo dalla borsa: sandwich con prosciutto e formaggio e una bottiglietta d'acqua. Era tutto ciò che era riuscita a prendere quella mattina mentre cercava di lasciare il più in fretta possibile la casa, con le lacrime che le riempivano gli occhi e le alteravano la vista. Si incupì a quel pensiero e guardò il telefono: nessuna nuova chiamata, un solo messaggio.

Buongiorno tesoro, mi dispiace per ieri sera. Passa una buona giornata. Ti amo.

Nonostante l'apparente dolcezza di quel messaggio, Regina non riuscì a sorridere.
Bugiardo. Bastardo.
Le scuse non bastavano più e lei lo sapeva. 
“Posso?” di nuovo quel bussare alla porta seguito da una voce, ma stavolta era calda, accogliente, bassa. Da brividi. Regina alzò lo sguardo e si ritrovò immersa negli occhi blu come l'oceano dell'uomo di fronte a lei. Oh, mio Dio.
Prima che lei potesse anche solo annuire, lui si fece avanti e le tese la mano:
“Robin Locksley.” le sorrise e Regina sentì le ginocchia diventarle deboli. Lasciò immediatamente il sandwich che aveva in mano e si pulì dalle briciole addosso alla gonna. Merda.
“oh, mi dispiace, io...” era impacciata, come se fosse appena stata colta a fare qualcosa di sbagliato. “è la mia pausa pranzo e io stavo mangiando...” continuava a giustificarsi per non avergli stretto la mano, come se la sua vita dipendesse da quello, ma lui ridacchiò e si lasciò cadere il braccio lungo il fianco.
“va tutto bene. Lo sapevo, ho insistito io per vederla.” i suoi occhi si fusero coi suoi per un lungo istante e lei si sentì mancare il respiro. Quegli occhi azzurri, quelle fossette, quelle labbra sottili ma così incredibilmente invitanti, quei capelli biondi che gli cadevano leggermente sulla fronte. 
Oh, Dio. Era davvero bello. Ora, finalmente, poteva capire le chiacchiere e gli apprezzamenti delle sue colleghe nei corridoi, le voci su quanto fosse bello e affascinante... lo era. Lo era davvero. Ed aveva insistito per vedere lei.
“oh” arrossì lievemente, abbassando lo sguardo.
“si beh... è l'unica professoressa che ancora non conosco in questa scuola.” le sorrise e il cuore prese a batterle all'impazzata.
“oh, certo. Beh, eccomi qui.” si strinse nelle spalle con una dolcezza che non credeva di avere.
“già e devo dire che... non sono affatto deluso.” sussurrò come se fosse un segreto che Regina doveva custodire, come se fosse incantato da quegli occhi che non riusciva a lasciare. 
Stava... flirtando con lei? Sentì le farfalle nello stomaco, come quando aveva quindici anni e aveva avuto la sua prima cotta. Ma che cosa le stava facendo quell'uomo?
I suoi occhi finirono sulla fede che Regina portava al dito e immediatamente il suo sorriso svanì. Era sposata e lui stava decisamente esagerando.
Si schiarì la gola e sorrise di nuovo, seppur meno disinvolto.
“lingua e letteratura, giusto?” il suo era un tono cordiale e Regina continuava a ripetersi che non c'era niente di strano in quella conversazione, che non doveva montarsi la testa e che probabilmente erano entrambi sposati.
Doveva smetterla provare... qualcosa per quell'uomo.
“sì, esatto.” finalmente sorrise anche lei. Non un sorriso timido, ma uno di quelli a trentadue denti. “è un piacere conoscerla, mr Locksley.”
“la prego mi chiami Robin. E mi dia del tu.” Robin. Voleva pronunciare il suo nome, lo desiderava in quel momento per sentire come suonava detto da lei, come le sarebbe scivolato dalla lingua.
“beh, anche tu allora.”
"vuoi che ti chiami Robin?" 
Scoppiò a ridere all'impazzata, e Dio, sapeva di avere una risata imbarazzante. Ma non le importava, semplicemente non riusciva a controllarsi, per qualche strana ragione; sentiva di poter essere se stessa quando era insieme a quell'uomo. Quella se stessa che non era stata per troppi anni.
"Regina." disse poi, più seria.
“è un bellissimo nome.” si guardarono in silenzio per qualche secondo, finchè lui non parlò di nuovo: “è il tuo pranzo?” indicò il sandwich alzando un sopracciglio, perplesso. 
“già.”
“e ti basta?” Regina notò il suo scetticismo e incrociò le braccia al petto:
“stai giudicando?!” 
Robin la guardò per un instante, come se stesse valutando se fosse arrabbiata oppure no, poi rise, optando per la seconda:
“no, affatto! Stavo solo... sai, c'è la mensa al piano di sotto!”
Regina lo fulminò con lo sguardo per qualche istante, poi finalmente rise, allentando la tensione sul cuore di Robin:
“guarda che sei tu quello nuovo, non io! So benissimo dov'è la mensa!” perchè sembrava così naturale ridere con quell'uomo come se si conoscessero da una vita? Cosa c'era di diverso in lui che non la faceva sussultare, spaventare, trasalire?
“è che preferisco starmene qui tutta sola.” si strinse nelle spalle e lui sorrise teneramente. 
“allora sarà meglio che io tolga il disturbo.” per un secondo, Regina sperò davvero che non avesse detto quella frase. Voleva che rimanesse, per qualche ragione. Voleva conoscere meglio quell'uomo così gentile con lei, voleva continuare a ridere con lui, come non faceva da tanto, troppo tempo.
“è stato un vero piacere, signorina Mills.”
“Regina.” lo corresse con un sorriso gentile.
“Regina.” e di nuovo, un brivido le corse lungo la schiena. Era bellissimo sentirlo ripetere il suo nome, aveva una voce così calda e profonda in grado di entrarle in testa immediatamente.
“anche per me, Robin.” finalmente lasciò che il suo nome scivolasse dalla sua lingua con delicatezza e poteva quasi giurare di averlo visto trasalire quando lo aveva fatto. 
Di nuovo quegli occhi color ghiaccio nei suoi, di nuovo quel silenzio colmato da un lungo sguardo e due timidi sorrisi, un apparentemente imbarazzante momento che di imbarazzante in realtà non aveva nulla, finchè finalmente uno dei due, lui, deglutì con fatica ed annuì, rompendo quella magia fatta di sguardi e lasciandola sola. Di nuovo.

Rimase ferma per qualche minuto davanti alla sua stessa casa, nella macchina, con le mani strette sul volante e le lacrime bloccate nei suoi occhi color cioccolato.
Poteva farcela, era forte abbastanza. Forse oggi Victor era di buon umore, forse non sarebbe ricapitato; forse avrebbe risparmiato al suo cuscino tutte le lacrime che era solita versare ogni notte. 
Regina si chiedeva quanto ancora avrebbe sopportato tutto ciò. Era infelice, talmente infelice che il pensiero di tornare a casa sua la terrorizzava. Talmente infelice che continuava a chiudere fuori dalla sua bolla tutte le persone che aveva attorno; non aveva neppure un'amica, una confidente. Non aveva neanche accettato l'aiuto della psicologa. Voleva rimanere chiusa in sé stessa, tenersi tutto dentro finchè non sarebbe scoppiata.
A volte pensava che sarebbe stato più facile farla finita una volta per tutte. Ci era andata vicino più di una volta, quando durante la notte, nel mezzo di una lite, si chiudeva in bagno e afferrava il rasoio. Ne stringeva forte il manico fra i pugni e piangeva quanto più silenziosamente possibile, poi lo lasciava cadere a terra.
Non hai neanche le palle per farla finita, Mills.
Si passò una mano tra i capelli scuri e si fece coraggio; entrò in casa.
“ma guarda chi ci ha degnato della sua presenza! Signorina Mills.” la sua voce fu la prima cosa che riuscì a sentire. Strinse gli occhi e prese un lungo respiro. Puoi farcela. 
“ciao, Vic.” cercò di sorridere, ma quando lo vide camminare verso di lei non riuscì a controllarsi e trasalì. Sentì la sua viscida mano posarsi sulla sua guancia, lì dove la notte prima aveva usato tanta violenza. 
“com'è andata la giornata, tesoro?” sorrise anche lui e per un secondo le sembrò di essere tornata indietro nel tempo a sette anni prima; quando tutto era perfetto. Quando erano innamorati.
“bene. Ho avuto tutte le classi oggi, è stato impegnativo ma sono finalmente a casa. Devo correggere alcuni compiti, poi posso finalmente riposare.” stava dicendo cose completamente a caso; cose che in sette anni non gli aveva mai detto.
“interessante. Ti ho aspettato per pranzare.” mi hai aspettato perchè volevi che ti preparassi il pranzo. 
“ti preparo qualcosa, che preferisci?” si morse il labbro, maledicendosi per essere così maledettamente accomodante dopo tutto ciò che le aveva fatto. La notte scorsa, quella prima ancora, la settimana precedente; ogni giorno degli scorsi tre anni.
te.” affondò il viso nel suo collo e prese a baciarlo, a morderlo e a succhiarlo. Regina sentì il suo stomaco rivoltarsi completamente, un enorme senso di nausea avvolgerla finchè non sentì il vomito bruciarle in fondo alla gola.
“Vic... sono molto stanca...”
“andiamo, ho aspettato tutta la mattina.” non era una richiesta, ma un ordine; e lei lo sapeva benissimo. No, ti prego, non adesso. 
“Victor” gemette quando sentì le sue mani fredde sotto i suoi vestiti, sulla sua pelle bollente. 
“mmh”
“Victor devo andare in bagno” con una forza e un coraggio che non credeva di avere lo spinse via e corse verso il bagno, aprendo la porta e gettandosi sul water in meno di un secondo. Vomitò il suo stupido sandwich al prosciutto e formaggio e il ricordo di Robin, di come aveva illuminato quel maledetto quarto d'ora, tornarono alla sua mente. 
“maledizione!” lo sentì urlare dalla cucina, succeduto da un tonfo incredibile. Aveva dato un pugno sul tavolo, facendolo tremare completamente. Regina strinse gli occhi, di nuovo.
“ma è possibile che non riesco neanche più a scoparti?! Adesso ti faccio anche vomitare?!” si avvicinò a lei, afferrandola per un braccio.
“Victor, ti prego, è solo... l'influenza credo. Non sei tu il problema.”
“questo lo so!” esclamò “sei tu il cazzo di problema, Regina. Non riesci neanche più a soddisfarmi!” la sua schiena era premuta con forza contro il muro e poteva benissimo sentire il suo alito contro il suo collo. Il suo schifoso, putrido alito.
“s-scusa, io...”
“dovresti ringraziarmi perchè ti trovo ancora attraente. Hai 37 anni, non sei più giovane come prima, Regina, apri gli occhi!”
Perfetto, ora non era neanche più bella ai suoi occhi. Era... attraente. Era solo un modo diverso di soddisfare i suoi bisogni. 
“mi dispiace. P-possiamo riprovare se vuoi, io...”
“certo, pensi che sia facile farmelo venire duro di nuovo?” mentre diceva -o meglio, urlava- questa frase si tirò giù la zip dei pantaloni e si abbassò i boxer. Regina alzò lo sguardo, cercando in tutti i modi di non guardare quello spettacolo pietoso. Sentì la nausea arrivare di nuovo.
“guardalo. E pensare che potevi averlo tutto, duro, dentro di te. Guardalo adesso. Guarda che cosa hai fatto.” glielo ordinò ma lei non obbedì. Continuava a fissare il soffitto, pregando chiunque ci fosse lassù che quella tortura finisse subito.
“GUARDALO!” gridò Victor tirandole i capelli, forzandola ad abbassare lo sguardo. Regina si lasciò sfuggire un singhiozzo e si maledì per averlo fatto.
“ti ho già detto che mi dispiace.” mormorò fievolmente, tentando invano di tenere indietro le lacrime.
“non me ne fotte un cazzo delle tue scuse.” la lasciò cadere contro la porta del bagno e lei vi pianse addosso, silenziosamente, come al solito. 
Tutto sembrò fermarsi per un istante; Victor era lì, al centro del bagno, mentre si passava una mano tra i capelli e cercava di calmarsi. Regina era in piedi, ancora per poco, contro il legno della porta, pregando mentalmente di rimanere sola il più presto possibile, così che potesse finalmente esplodere in singhiozzi.
“vai pure a correggere quei cazzo di compiti che ti fanno sentire tanto soddisfatta di te stessa, tanto la giornata è rovinata.” detto questo fece per andarsene, ma non prima di aver sussurrato puttana quando era sicuro che lei potesse sentirlo.
“Victor” lo chiamò “voglio il divorzio.” 
Lui la guardò per un istante, dalla testa ai piedi, completamente, con serietà. Poi scoppiò a ridere come un pazzo, dal nulla. Si avvicinò a lei e le mollò uno schiaffo in pieno viso, poi se ne andò, lasciandola finalmente in preda ai pianti e ai singhiozzi che aveva trattenuto per troppo tempo.

lasciate una recensione se volete il seguito, o anche solo per insultarmi! 

   
 
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: reginamills