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Autore: Mini GD    13/05/2015    12 recensioni
“Avanti, faccia pure, cerchi di svelare il mistero che non esiste, sono solo un tipo sincero che, da un giorno all'altro, ha deciso di mettere in fila frase dopo frase e pubblicare.”
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo in un bar letterario, un bel locale piccolo e confortevole, con degli scaffali pieni di libri e un odore intenso di cornetteria che si mischia con quello della carta stampata. Ho scelto questo posto perché è tra i miei preferiti, non c’è baccano, ma un leggero parlottare in sottofondo e, in più, sanno fare bene qualsiasi cosa richiedi dal menù; penso che il fatto che debba intervistare un autore abbia contribuito alla scelta. Abbiamo appena ordinato un caffè, ma ancora non ho raccolto materiale per il mio articolo. Sospetto sia un po’ restio a parlare con me, dopotutto non mi conosce.
“Esattamente devo ancora capire cosa vuole da me, signorina D’Amico, io sono solo uno scrittore” cerca di nascondere il suo disagio e non vuole incontrare il mio sguardo.
“Lei non è solo uno scrittore, voglio sapere cosa ha di particolare che affascina mezzo mondo. I suoi libri sono letteralmente ovunque” ne prendo uno dallo scaffale che ho vicino “Quando avrà intenzione di cominciare a rispondere alle mie domande, smettere di avere paura di me che non ho mai mangiato nessuno, basta che me lo dica.  Solo un cenno, un…un pronti e via!” adesso mi guarda, forse posso avere la sua vera attenzione.  
“Avanti, faccia pure, cerchi di svelare il mistero che non esiste, sono solo un tipo sincero che, da un giorno all’altro, ha deciso di mettere in fila frase dopo frase e pubblicare.” Sono arrivati i caffè ed è bellissimo l’odore che emanano; se chiudo gli occhi ho concluso l’intervista e sono già a casa a buttare giù l’articolo da far vedere al capo.
“Da dove vuole partire?” mi domanda, sorseggiando il suo espresso senza aggiungere neanche un po’ di zucchero, con aria seria e tenebrosa.
“Cominciamo dall’inizio, dal suo primo libro” “Alba” mi interrompe, si aggiusta gli occhiali tondi e si avvicina di più al tavolo, dove si appoggia.
“Sì, proprio lui. Ha pubblicato un capolavoro che si basa sulle varietà di parole che cominciano con la lettera A” “Lei pensa sia grandioso scrivere su sentimenti che sono stati dimenticati nel corso degli anni? E’ in realtà affascinante quanto le persone abbiano necessità di rifugiarsi in un universo alternativo dato dai libri, dove vige una legge, basata su quegli stessi valori che stanno diventando cenere.  Le persone hanno bisogno di sentire, in questo caso leggere, che da qualche parte esiste una via di uscita, fatta di sincerità e affetto.” Mi ha nuovamente interrotto ma, nonostante odi questo modo di comportarsi, lo lascio fare; renderà più facile il mio compito. 
“Quindi, leggono i suoi libri perché sono un’ ottima valvola di sfogo in questa realtà assuefatta di finzione? Ma non risulta un paradosso tutto questo? Il suo finto mondo parla dei veri valori che dovrebbero sostituire quelli falsi del mondo vero?” prendo appunti sul mio taccuino, con la mia calligrafia tutta storta, dalla difficile interpretazione.
“Non direi un paradosso , ma una speranza. Nel mio libro abbiamo una piccola cittadina che sopravvive per miracolo alla distruzione totale e si ritrova a dover ricominciare da zero, ad avere la possibilità di poter cambiare le cose. Sono all’Alba di una nuova generazione, che si fonda essenzialmente sulle cose positive.” Dentro la sua voce c’è la convinzione che lo ha spinto a scrivere, i suoi occhi brillano, gli piace esprimere i suoi pareri, togliere il velo di mistero dal suo libro spiegando quali erano le sue reali intenzioni e quali sono le giuste interpretazioni.
“E le cose negative?  Sono una causa dell’impossibilità di gestire i nostri istinti oscuri?” comincio anche io a bere il mio caffè, è terribilmente dolce e tiepido come piace a me.
“Lo ha davvero letto prima di intervistarmi, mi fa piacere” per la prima volta sorride, o forse è la prima volta che ci faccio caso. “Sono una persona professionale, come potrei farle delle domande senza conoscere la materia della discussione?” poso la tazzina vuota sul tavolino e compare il cameriere che porta via tutto, lasciando sul tavolo solo la mia penna e i fogli che sto riempendo di opinioni o frasi che potrebbero andare bene.
“Le cose negative sono destinate ad esistere. È parte dell’essere umano sbagliare, non siamo macchine, ed è proprio dagli errori passati che si cresce, si impara e questo ci rende capaci di affrontare ciò che succede e a comportarci di conseguenza.” Intanto apro il libro e sfoglio qualche pagina, potrebbe tornare utile trovare qualche citazione. “Mi ha colpito il fatto che uno di loro, dopo aver capito di essersi salvato da una grandissima catastrofe, ha gridato di essere una fenice.”
“La fenice è un animale mitologico che rinasce dalle proprie ceneri. Era rinato e con lui tutti gli altri. Il trovarsi in una situazione simile immagino ti cambi radicalmente, prendi in mano la tua vita e ti chiedi se quello che hai fatto fino a quel momento valeva tutto il tempo speso. Come puoi accettare che quello che hai fatto ti piaceva e vai avanti, così puoi invece renderti conto che non faceva per te.” Anche lui ha un suo foglietto e ci sta scarabocchiando sopra, penso che sia una fenice quella che tenta di disegnare
“Volendo citare il suo libro - noi umani abbiamo un brutto vizio: ci rendiamo conto di quanto prezioso sia quello che ci circonda quando ci crolla tutto addosso, quando la nostra stessa terra si ribella a noi che non abbiamo avuto cura di lei- il suo è un grido ecologista?” 
“Il mio è un analizzare gli avvenimenti, perché quello che ci manca è il rispetto. Il rispetto tra noi e gli altri esseri viventi, tra noi e la terra. Non le riserviamo la cura che dovremmo, pensiamo di essere capaci di cambiare le cose da un momento all’altro, ma i fiumi e il terreno restano avvelenati e noi siamo quello che mangiamo, e il cibo ci è dato dalla terra. Ci siamo avvelenati da soli, abbiamo sete di soldi e siamo corrotti dentro. Possiamo ancora fare qualcosa per il nostro ambiente, dobbiamo farlo tutti”
“Mi ritrovo completamente d’accordo con lei. Un altro aspetto del libro che mi ha molto commosso è stata quella storia d’amicizia che legava due ragazze. E’ forse stato ispirato dalla realtà?” dopo aver preso appunti su quello che ha mi ha appena detto, torno con lo sguardo sul libro, cercando di ricordare un’altra frase da poter riportare nell’articolo.
“Ammetto di sì. Fin da piccolo mi hanno sempre raccontato che tra donne i rapporti d’amicizia non   sono facili da stabilirsi, a differenza di quelli tra uomini. Sono quindi cresciuto con questa idea erronea che fu poi smentita. Nel mio libro una delle due, Sara, soffre per il suo aspetto fisico e per il rapporto complicato tra i due genitori che scaricano sulla povera ragazza i loro fallimenti.  Lei non credeva in nulla, non aveva più speranze quando il mondo che conosceva cambiò, finché non ha conosciuto Alessandra, che le ha mostrato il significato della parola amicizia. Le ha preso la mano e le ha dato la forza per accettarsi, per cambiare ciò che non andava bene, per piacere a se stessa, non ad altri. Doveva essere liberamente sé.” Toglie gli occhiali, e pulisce le lenti con una pezzuola blu notte.  Sembra una persona calma e tranquilla che studia i modi di fare degli altri.
“L’amicizia rende liberi di essere se stessi?” domando un po’ perplessa.
“Sì, con i suoi amici può essere presuntuosa o modesta, può essere debole e forte. Può raccontare tutto e accettare tutte le critiche, può essere sostenuta prima di cadere ed essere la mano che si tende per raccogliere l’altro. Non c’è limite agli innumerevoli esempi che posso darle sull’amicizia. E’ una delle benedizioni del cielo a mio parere e può funzionare solo nella completa sincerità.”
“Peccato che non sia sempre tutto rose e fiori, ci sono persone che fingono molto bene, pur di ottenere qualcosa in cambio” mi scappa questo mio piccolo commento.  Poco male, potrà essere materiale di dibattito.
“Ha ragione sa, non ho tenuto conto di questi subdoli e meschini modi di agire. Le persone che hanno coraggio di vivere non fingono, a mio parere. Spero che tutte le persone che ho incontrato siano state abbastanza coraggiose. Però, se mi permette, delle volte non vogliamo sapere la verità, diventiamo sordi pur di non sentire.” Penso di aver capito a cosa allude. Non sempre siamo noi ad essere coraggiosi abbastanza da accettare che quella persona ci abbia mentito.
“Non vorrei risultare banale e scontata, ma vogliamo  forse  tralasciare l’amore?” Chiudo il libro e lo ripongo sullo scaffale dal quale lo avevo rapito.
“Assolutamente no, non mi permetterei mai di trascurarlo, le pare che io sia il tipo che parla di ambiente e amicizia e lascia da parte l’amore?” adesso è lui a fare le domande, penso proprio che diventerò parte dei suoi studi sui comportamenti umani. 
“Potrebbe benissimo evitarlo, non sono nella sua testa” rispondo ironica, sorridendo.
“L’amore è ovunque nel mio libro signorina D’Amico.  E’ il principale protagonista. E’ il motivo che spinge quelle persone a lottare ancora.  Si è mai chiesta cos’è che cerchiamo tutta la vita? Io penso sia la felicità, ma la si può avere quando siamo innamorati di una persona o coltiviamo una nostra passione. Non sa quanto adori scrivere sull’amore, mi rende felice come un bambino, perché è un energia misteriosa, non ci sono spiegazioni. Stai bene come stai, solo, e poi diventi dipendente da un’altra persona, cerchi di essere migliore, di renderla sempre felice perché l’amore è questo, donare la felicità e ricevere quello che l’altro ti dona. Ma non esiste solo questo tipo di amore, c’è quello che lega madre e figlio, un amore più bello e puro non lo trovi facilmente.” Sorride anche lui adesso
“Perché non ha chiamato il suo libro Amore se è onnipresente?” scrivo la mia domanda prima di scordarla. Passa qualche secondo in silenzio, cercando di recuperare le idee
“Sa, non sono mai stato una cima con i titoli, anzi, sono la cosa più difficile per me nell’intero testo. Ho pensato che Amore non avrebbe reso bene quello che volevo esprimere perché, seppure presente, non è il solo, avrei dato risalto a uno screditando gli altri argomenti. Poi mi sono affacciato alla finestra e, in quel momento, stava nascendo un nuovo giorno e ho scritto Alba” chiudo il taccuino e lo ripongo nella borsa.
“Può bastare per oggi, non ho intenzione di tormentarla oltre. Ma ci rincontreremo per parlare anche del suo secondo best-seller!” mi alzo e gli tendo la mano.
“Con piacere, signorina D’Amico, mi piace il suo stile.  Leggerò il suo articolo, mi stupisca” mi stringe la mano e mi avvio verso l’uscita.
“Neanch’io sono una cima con i titoli, ha qualche consiglio?” torno indietro e mi risiedo al tavolo. Mi guarda con aria perplessa, poi ride e torna a riflettere.
Dopo qualche secondo risponde “Lo chiami Appuntamento al bar ”. 

  
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