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Autore: Fwooper    13/05/2015    2 recensioni
Sensazioni e pensieri di uno degli Avengers più sottovalutati di sempre!
Contiene spoiler di Avengers age of ultron benché sia basato dopo il primo Avengers.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autore: Salve a tutti, mi sto cimentando in un genere nuovo per me, ovvero mettermi nei panni di ognuno degli Avengers che mi hanno colpito. Purtroppo per me mi hanno colpito quasi tutti, quindi mi ritrovo qui nei panni del più sottovalutato dei Vendicatori. Mi riferisco ovviamente ad Occhio di falco, che viene un po' trascurato da tutti. 
In questa breve fic mi distacco dai temi trattati nelle altre due perché descriveró un ritorno a casa del nostro Clint. Spero che vi piaccia... Un abbraccio a tutti voi.
 
 È finita, finalmente tutta questa faccenda è finita e il mio unico pensiero è quello di tornare a casa e guardare il suo bellissimo viso che mi sorride con dolcezza. Lei è tutto quello che ho sempre desiderato, perché lei non mi giudica e mi appoggia in tutto quello che faccio. 
Per lei sono un eroe, lo sono sempre stato anche quando le mie missioni erano più nere della mezzanotte. 
Prendo un profondo respiro e guardo con un sorriso i ragazzi che si salutano amabilmente e che si promettono di rivedersi. 
Io anche se ho dato il mio contributo a questa battaglia mi sento comunque di troppo, anzi credo che se me ne andassi senza salutare nessuno se ne accorgerebbe, o meglio quasi nessuno. 
Guardo Tony che con fare affettuoso dà una pacca sul sedere a Natasha che lo fulmina con lo sguardo, ma poi si apre in un sorriso e si salutano con un abbraccio. Lo stesso fa con Steve, che sembra più a disagio di me.
Il Dio del tuono si è congedato prima perché doveva riportare lo spostato ad Asgard, e se solo penso di essere quasi stato una delle cause della sua vittoria la voglia di trafiggergli un occhio con una delle mie frecce si fa più forte. 
All'improvviso due braccia mi stringono e io mi rendo conto di essere stato lì fermo a guardare mentre tutti se ne sono andati, se guardo in lontananza posso ancora vedere la moto del capitano appena seguita dalla macchina super lussuosa di Stark. 
Stringo a mia volta la magra figura dai capelli rossi e le sorrido. 
《 Verrai con me questa volta? lo sai che i bambini muoiono dalla voglia di vederti 》. 
Lei scuote la testa in silenzio e i morbidi riccioli rossi ciondolano intorno al viso come molle impazzite, Natasha sorride ma io scorgo dietro quel sorriso un'immensa tristezza.
《 Mi sentirei semplicemente di troppo Clint, ma verrò presto e da un bacio dà parte mia a Laura e ai bambini 》.
Così dicendo si allontana nei suoi jeans aderenti, le voglio bene e sempre gliene vorrò. 
Mi siedo su di una panchina prima di tornare a casa sul jet che lo S.H.I.E.L.D metterà a mia disposizione e i pensieri tornano tutti a Loky a quanto sia stato facile per lui fare di me una sua pedina, se ripenso alle informazioni che gli ho servito su un piatto d'argento mi sento un idiota totale, e so che se sono qui a godermi i raggi del sole sul viso e solo per merito di Natasha e della promessa che rinnova continuamente a Laura prima di ogni missione: "Prometto che farò quanto è in mio potere per riportartelo sano e salvo." 
Quando ha iniziato a fargliela quella promessa? Probabilmente quando Laura aspettava Callum.
Sospiro ancora e mi alzo pensando che lei e davvero una delle poche persone a cui importa del mio ritorno a casa. Inizio a camminare per il parco e dirigendomi lentamente verso la sede dove mi aspetta il famoso Jet che mi riporterà dalla mia famiglia, e un pensiero orribile mi attanaglia all'improvviso il cuore come una morsa d'acciaio: Loro non saranno lì ad aspettarmi perché sono morti. 
Scuoto la testa e sbatto le palpebre più forte per un paio di minuti finché la nebbia che li circonda non si dirada e così cammino più velocemente per raggiungere il Jet. La mia casa è sempre lì, forte e grande, l'ultima mano di vernice bianca che gli ho dato sta decisamente cominciando a scrostarsi e sorrido pensando che quando entrerò in casa Laura me lo farà notare, mi avvicino alla porta di ingresso, mentre da dentro le grida dei bambini che giocano mi fa fremere il cuore di allegria; ancora prima che io possa aprire la porta, lei esce di casa correndo e mi abbraccia forte, facendomi percepire il suo calore e la sua felicità nel rivedermi vivo. 
Si scioglie da quell'abbraccio che per me è durato troppo poco e mi guarda negli occhi gridandomi silenziosamente tutto il suo amore, mi bacia sulle labbra a lungo e dolcemente, e io so ancora una volta di essere tornato a casa.
  
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