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Autore: Dioni    14/05/2015    1 recensioni
Giappone,sengoku jidai,mentre il paese del sol levante percorre il suo periodo più caotico,un giovane yokai vive la sua vita,inconsapevole che la sua esistenza sarà turbata dall'arrivo di un nuovo nemico,più forte e temibile di quanto lo siano stati i suoi nemici precedenti,ma in suo aiuto interverrà un umano molto particolare,proveniente da una terra lontana.
Tra intrighi e battaglie,personaggi famosi e luoghi dimenticati,una storia prende vita,una storia dove niente e quello che sembra e che alcuni segreti e meglio che rimangano tali.
Buona lettura.
(crossover Inuyasha/Assassin's Creed.)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Confuso,dolorante,ma soprattutto stanco,molto stanco.

Così si svegliò Sesshomaru,ancora un pò assonnato e con le palpebre pesanti.

Il suo sguardo era rivolto verso l'alto, e ancora una volta fu un soffito la prima cosa che vide,ma questa volta era diverso,un soffitto di legno con qualche pagliuzza di paglia tra i diversi pannelli del più basilare dei materiali da costruzione.

La pallida luce del mattina che entrava da una finestrella di legno si faceva strada,timidamente,all'interno dell'area.

Lo yokai alzò la testa di poco e vide attorno a lui il riconoscibile aspetto di una casetta di un agricoltore,gli attrezzi da contadino e il focolare al centro della della umile abitazione.

- Buongiorno ragazzo,dormito bene?

Sesshomaru girò subito lo sguardo,in direzione della voce da lui udita.

Era Ezio,appoggiato ad un parete,con le braccia incrociate e la testa scoperta,lo stava guardando,con quegli occhi d'aquila,la barba curata e i suoi modi all'italiana,rilassato,spavaldo e con un sorrisetto sbruffone sul viso.

- Ezio,dove sono?

- In un luogo sicuro,lontano dai templari e ogni altro pericolo alla tua vita,eh già da due giorni che dormi,dai alzati,vestiti e poi raggiungimi,non ho voglia di vederti nudo,troverai dei vestiti puliti sul tavolo,ti aspetto fuori.

Ezio uscì lasciando un Sesshomaru ancora provato dalla fuga dal castello di Akira,anche se di certo non si sentiva meno motivato a confrontarsi di nuovo col templare e cercando di capire cosa volesse Akira da lui,apparte la collaborazione del figlio di Inutaisho ovvio,ma perchè proprio lui? E quai erano queste capacità speciali che aveva visto nel giovane yokai?

Domande Inutili,almeno in quel momento,sarebbe stato meglio alzarsi e riaffacciarsi ancora una volta con un mondo che ormai gli riservava più misteri di quanti ne avesse ma dovuto affrontare in vita sua.

Si alzò lentamente,poichè provava ancora dolore per alcuni dei colpi che aveva subito,stranamente il suo corpo non guariva più tanto come prima,forse gli oggetti strani e le varie circostanze da lui affronate avevano in qualche modo modificato il suo corpo,di sicuro la mente era stata intaccata in qualche modo,anche se di certo non si sentiva più stupido o più lento a comprendere le cose.

Si avvicinò ad un tavolino posto vicino a lui e sopra vide le sue nuove vesti,un kimono bianco con cappuccio incorporato,un hakama bianco, un hadaji,un obi rosso,dei tabi e dei sandali.

- Devo davvero indossare questa roba?

- Si,sono gli abiti degli iniziati alla confraternita,indossali,magari potrebbero anche piacerti.

Rispose Jin con rapidità inaudita.

- Se proprio devo.

Disse Sesshomaru con un tono di rassegnazione,per poi vestirsi per niente entusiasta dei nuovi capi d'abito ricevuti.

Poco dopo uscì dalla casa abbagliato com'era dal sole che puntava la sua luce sugli occhi del giovane yokai.

- Allora,che ne pensi dei tuoi nuovi abiti?

 Chiese Ezio con fare semi serio.

- Che non mi stanno bene,non sono nel mio stile.

- Ti ci devi solo abituare,comunque,seguimi.

E così facendo Ezio si incamminò subito seguito da Sesshomaru.

Mentre seguiva l'umano lo yokai diede un occhiata all'ambiente attorno a lui,sembrava un villaggio di montagna,con yokai,hanyou e umani come abitanti.

Non c'era bisogno di vederlo,lo sentiva nell'odore proveniente dalle case,dove la maggiorparte delle gente ancora dormiva,proteggendosi dal freddo e dalle altre ostilita dell'inverno.

Ma nonostante ciò,si aggiravano diversi gruppi di persone,formati dai tre membri delle razze locali,I taglialegna andavano in giro con grosse ascie e seghe dai denti affilattissimi e sulla schiena portavano degli zaini molto capienti in grado di portare gran parte del materiale raccolto.

Ma neanche i cacciatori erano di meno,armati di arco,un tanto ed una yari.

- Dove stiamo andando Ezio?

- Dal maestro assassino alla quale è affidato il comando di questa zona.

- E per quale ragione?

- Per iniziare il tuo addestramento,ora hai una lama celata,questo però non fa di te un assassino,quindi,dobbiamo fare in modo che tu lo diventi.

- Se lo dici tu.

- Non lo dico solo io,ma migliaia e migliaia di anni di tradizioni,fidati,questa confraternità è più vecchia di quello che pensi,comunque,siamo quasi arrivati.

Nel camminare tra poca folla che c'era e la conversazione attualmente in corso,si poteva vedere ben più del villaggio,un cielo violacio,nato dall'incrocio colorato del sole appena sorto e il colore naturale di una giornata limpida,sovrastava l'incredibile paesaggio intorno a lui.

Alte montagne circondavano il villaggio,una lunga catena montuosa faceva faceva da sfondo e una vallata,lunga chilometri veniva percorsa da un fiume molto largo,la cui origine si poteva vedere molto bene dalla parte opposta della vallata,una cascata,appena visibile per l'occhio,ma per lui,era un pò più percettibile.

Ma non aveva tempo per distrarsi,aveva altro da fare.

- Eccoci,siamo arrivati.

Disse Ezio dirigendosi verso un edificio diverso da tutti gli altri.

Davanti a loro si ergeva un edificio di medie dimensioni,cinque volte più grande di una casa comune,esteticamente invece non sembrava particolarmente appariscente,la struttura di legno,le finestre vecchiotte,tutto nella norma,tranne per una curiosa insegna di legno attaccata al ciglio della porta.

-La casa del libro?

Si chiese Sesshomaru guardando l'insegna,che strano nome.

- Entriamo.

Disse Ezio facendo scorrere la porta di carta entrando all'interno del piccolo edificio,al suo interno si potevano notare degli scaffali di legno scuri,che ospitavano sulle mensole molti libri,alcuni piccoli,alcuni grandi,molti della quale erano vecchi,anche se alcuni sembravano nuovi,come appena scritti e vicino ad essi, più in là dall'entrata c'erano dei piccoli tavoli di legno,con sopra fogli di carta,pennelli,un contenitore per l'inchiostro e li vicino dei cuscini sottili.

- Permesso,c'è nessuno?

Fu sempre Ezio a parlare per primo.

- Un attimo,arrivo subito.

Fu una voce femminile a parlare,una voce che Sesshomaru aveva già sentito negli ultimi tempi,poi da dietro uno scaffale,apparve lei.

- Ciao Sesshomaru.

Era Yuki,con due libri in mano e senza il cappuccio sul capo,mostrando ai due il volto candido,i lunghi capelli neri e le labbra carnose.

- Tu,sei tu il capo di questo villaggio?

Chiese Sesshomaru incuriosito.

- Si,comunque ti ringrazio per l'aiuto dimostrato,senza di te,Hiro sarebbe morto dal freddo,comunque,vi ho convocato qui,per un buon motivo,sono venuta a sapere che c'è una spia all'interno di questo villaggio,ma non sappiamo chi sia e quindi potrebbe essere chiunque.

Intervenne Sesshomaru.

- E scommetto che dobbiamo trovarlo noi.

- Si,o per meglio dire,tu dovrai trovarlo,Ezio ti insegnerà alcune delle nostre tecniche di spionaggio.

- D'accordo,andiamo.

Intervenne Ezio.

- Aspetta.

- cosa c'è?

- non'è il momento giusto,aspettiamo che il sole sia un pò più in alto,quando il mercato sarà pieno di gente,a quel punto potremmo intervenire.

- E intanto che facciamo?

- Non so,io faccio colazione,ho una fame...

Intervenne Yuki.

- Conosco un posticino che apre proprio a quest'ora del mattino e di strada per il mercato del paese,ci possiamo andare anche adesso,tanto chi lo gestisce è un confratello.

- Andiamo.

Disse Ezio con tono allegro,seguito subito da Sesshomaru,che però non sembrava avesse tutta questa fame,forse si sarebbe preso solo un tè,mentre Ezio forse avrebbe preso del pesce affumicato accompagnato con un pò di riso e salsa di miso.

La giornata era appena cominciata,quindi,sarebbe stato meglio godersi quei pochi attimi prima che la missione abbia avuto inizio.



In quello stesso istante,nelle terre di Owari,tra le colline innevate.

Oda Nobunaga,in sella al suo tenebroso destriero,si lancia alla carica in mezzo alla neve,con il sole di lato a illuminargli la via.

Il cavallo correva,senza meta,senza destinazione,solo l'ebrezza della corsa e il piacere provato nel sentire la terra sotto gli zoccoli e il gelido vento d'inverno ad accarezzargli il manto,nero come un ombra.

Ma se il cuore del cavallo correva all'impazzata,quello del suo padrone,andava persino più veloce,dato tutto quello che gli frullava nella testa.

La sua alleanza con Nagamasa Azai,la visita alla sorella Oichi,gli stranieri bianchi pronti a commerciare armi da fuoco,i clan Takeda,Uesugi e l'imperatore a fargli guerra.

Troppi avvenimenti,avvenuti in così poco tempo,una persona normale non sarebbe riuscita a gestire il tutto.

Ma Nobunaga...non era un uomo normale,la sua ambizione andava ben aldilà della sua vista,la sua visione era troppo grande affinchè i comuni concetti di bene e male potessero minimamente giudicarlo,la sua crudelta...necessaria.

- Non si può creare qualcosa di grande,senza prima distruggere tutto quello che si sbarra sul suo cammino,non si può creare una nuova unione,senza prima dstruggere quelle più vecchie,ed io,porterò questo mio oracolo a tutti,coloro che ascolteranno,coloro che capiranno,vivranno nel mio nuovo Giappone,e chi non ascolterà,morira insieme a ciò che resta di questa marcia nazione.

Questo pensava il signore di Owari,la gente avrebbe saputo chi avrebbe marciato per tutto il paese,avrebbe portato l'inferno prima di costruire il paradiso.

Ma più in la,in lontananza,c'era una figura che lo seguiva,lo stava raggiungiendo a gran velocità,un uomo,su un cavallo pezzato.

Incuriosito,anche Nobunaga si mosse verso l'altro cavaliere e avvicinandosi l'un l'altro vide bene chi era, Huang He.

Il brigante e il folle signore di Owari,l'uno di fronte all'altro.

- Curioso,mi chiedo chi tu sia,brigante,per stare di fronte a me e non avere alcun timore.

Disse Nobunaga con tono neutrale.

- So chi siete,non siete il tipo da uccidere senza un valido motivo,sarete anche un uomo crudele,ma non uccidete per il piacere di farlo,non siete un depravato.

Disse il brigante con altrettanta neutralità.

- Un brigante istruito,non so chi tu sia,ma devo ammettere che non sembri un brigante.

- Ho avuto un ottimo maestro.

- E chi è il tuo maestro?

- Un uomo che si interessa a voi in modo particolare,egli è curioso di fare la vostra conoscenza,offre supporto economico,bellico e altri tipi di vantaggi a favore della vostra campagna di conquista.

- Interessante,ma chi mi dice che non sia una trappola? potresti essere un agente dei Takeda,dei Uesugi,della famiglia imperiale.

-  Se per questo potrei essere anche una spia degli Azai,dei Date,dei Mori,dei Chosokabe e di questo passo anche della Cina o delle isole Ryukyu,potrei essere uan spia,ma non lo sono.

- Dimostramelo.

- Il mio maestro verrà a farvi visita nel vostro castello,sarà accompagnato da una piccola scorta e non ci sarà bisogno di essere annunciati dai vostri servitori,sarà lui a presentarsi e lo farà a tempo debito,sempre che voi vogliate incontrarlo.

La proposta di quello sconosciuto sembrava allettante e carica di opportunità,ma quale sicurezza gli portava questa offerta,se un qualche sconosciuto volesse incontrarlo e proporgli un affare in casa sua? Chi poteva mai essere questo mercante di sogni e speranze?

Una cosa era certa,doveva prendere una decisione.

- Va bene,sono disposto a incontrare il tuo maestro.

- Bene,riceverà presto nostre notizie,le auguro buona giornata.

Huang fece girare il cavallo,ma nell'esatto momento in cui stava per andarsene si fermò e girò il capo in direzione del signore di Owari.

- Ah,un ultima cosa,abbiamo saputo che avete avuto a che fare con degli uomini incappucciati.

- Già,volevano una cosa che ho trovato,ma li ho respinti.

- Posso solo intuire che cosa sia,dato che forse abbiamo un nemico in comune.

Detto questo se nè andò lasciando Oda ai suoi pensieri,ma si sa,quando un uomo come lui rimane a pensare da solo,non'è mai un bene,specie quando si parla di piani che riguardano il futuro.

Intravide ancora una volta il sole,poi,preso com'era da questa nuova opportunità,girò il proprio cavallo e lo fece correre a tutta forza verso il proprio castello.

Nuove idee stavano nascendo nell'oscura mente del folle di Owari,l'aria fredda avrebbe calmato i suoi bollenti spiriti,ma non la sua ambizione,i suoi tre fedelissimi lo avrebbero seguito per l'ennesima volta e questa volta sarrebe stato più violento,più audace e più malvagio,nessuno avrebbe fermato la sua avanzata verso il nuovo regno che avrebbe dato fuoco e fiamme il governo imperiale degli Ashikaga.

Una nuova nazione sarebbe sorta,più forte,più unita e soprattutto pura,il più grande sogno che uno aspirante Shogun potesse mai desiderare,un Giappone perfetto e interi fiumi di sangue sarebbero divenuti un sacrificio perfetto sull'altare della storia.


Da qualche altra parte,nelle terre occidentali,nel castello di Akira.

Lo yokai templare,Era uscito dalle sue stanze personali,intento a raggiungere un area in particolare del suo castello,intento ad andarci con solo gli hakama addosso e girando a piedi scalzi e petto nudo,mostrando così l'mpressionante massa muscolare che possedeva.

Scese le scale,passò per il salone principale fino ad arrivare alla sala da pranzo.

Un lungo tavolo di legno,molto basso,fatto di un legno molto scuro e ben levigato,con dei cuscini di seta purissima sulla quale sedersi.

Ad accoglierlo nella grande sala c'era il generale Murai,con indosso l'armatura ma senza l'elmo,aveva i capelli cortie leggermente appuntiti,neri e portava uno sfregio che partiva vicino all'occhio sinistro fino ad arrivare alla mascella,un taglio netto,perfettamente regolare,ma tuttavvia,aveva comunque un bell'aspetto.

- Buongiorno Murai,come va?

- Tutto bene,tu Akira? Hai portato l'ennesima principessa nel tuo letto?

- Veramente è una regina,e comunque lo sai che non vado più a letto con le principesse o qualsiasi altra donna troppo giovane,non sono più un ragazzo...è nemmeno tu.

- Io sono un soldato,non ho tempo da perdere con questi futili divertimenti.

- Veramente non'è un futile divertimento,e anche un abile mossa politica.

- Io non faccio politica.

- Per questo ti apprezzo,almeno tu non devi mentire di fronte a un mucchio di emissari, diplomatici,uomini di potere e tutti coloro che cercano di forviarti e ingannarti con belle parole,personalmente,ora voglio solo mangiare,ma soprattutto,sedermi.

Detto questo il padrone di casa si sedette, i due aspettarono un pò e poco dopo giunse una ragazza umana seguita subito da un uomo dall'aspetto buffo.

- Le vostre colazioni signori.

La ragazza posò due vassoi di legno sul tavolo consegnado due portate diverse.

Quella del generale era una colazione semplice,una ciotola di riso in bianco e un bicchiere d'acqua,mentre quella di Akira era più abbondante,una ciotola di riso,zuppa di miso e del pesce affumicato.

- Grazie,non ti ho mai vista,sei nuova?

- Si,oggi è il mio primo giorno qui al castello.

- Ah bene,ti trovi bene qui?

- Si signore.

- Mi fa piacere,sei hai bisogno di qualcosa,non esitare a chiedere,qualunque cosa tu abbia bisogno.

- La ringrazio signore,vi auguro buon appetito.

E dicendo questo,la ragazza se ne andò,con un sorriso in volto e un certo rossore in viso nel vedere Akira con tutti quei muscoli in bella vista.

- Sei troppo tenero Akira,mostra più carattere,sei il signore di un castello non un contadino.

- Perchè dovrei? io li tratto come giusto che siano trattati,il fatto che siano alle mie dipendenze non li rende inferiori  a me.

E mentre Murai stava per rispondere intervenne l'uomo che in precedenza stava aspettando dietro la servitrice.

- Signor Akira.

E Akira si trovò di fronte un essere davvero bizzarro,era uno yokai di basso rango,era un capricorno del Giappone,(Il capricorno del Giappone è un erbivoro appartenente alla stessa famiglia degli stambecchi,delle capre e di altri ruminanti dello stesso genere,animali diurni,vivono nelle fitte foreste di montagna,nutrondosi di ghiande e foglie,per lo più solitari,anche se non'è raro vederli in coppia e con i piccoli dietro).

Era alto un metro ottanta,una testa piccola,con un muso non molto lungo,gli occhi da capra e due piccole cornine nere,aveva un pelo grigio con qualche striatura nera e portava un kimono grezzo,molto simili a quelli di un agricoltore.

- Signor Akira.

Disse il curioso essere con tono belante.

- Moji,hai notizie per me?

- Si,I vostri alleati ci portano notizie da i vari luoghi da lei osservati in precedenza.

- Racconta.

- Certo, A nord del Giappone,nelle terre dei Date,le nostre spie ci riferiscono di strane apparizzioni oltre i confini settentrionali,c'è chi dice che siano gli Ainu,ma non'è stato confermato ancora nulla.

Nella capitale invece,abbiamo ricevuto informazioni sull'attuale stato politico,la famiglia imperiale e ormai sull'orlo del disfacimento,molti nobili pensano che sia meglio allearsi con il signore di Owari e pregare che non compia un massacro appena entra in città.

A sud,nelle terre degli Shimazu,sono state avvistate imbarcazioni di dimensioni colossali,che battono bandiera portoghese e che possiedono tanta potenza di fuoco da polverizzare un intera flotta delle nostre imbarcazioni,costruite secondo la tradizione classica.

- E tutto?

- Si signore,c'è qualcosa che devo riferire per conto vostro.

- rifesci ai nostri alleati e ai nostri confratelli,di rimanere allerta e di non agire senza un mio ordine o di chi fa le mie veci,confido nella loro lealtà e nella loro discrezione.

- Ricevuto.

- Moji.

- Si?

- Hai fatto tanto nel tenerti in contatto con noi Templari,prenditi qualche giorno libero,riposati,torna dalla tua famiglia e dirigiti dal mio tesoriere,ti darà la giusta ricompensa per i tuoi sforzi.

- Mille grazie sommo Akira,le auguro buona giornata.

- Altrettanto.

E così facendo,se n'è andò,lasciando il suo signore alla sua colazione.

Ma ora che aveva ricevuto quelle notizie,lo yokai dagli occhi differenti,era incentrato sulla questione,sapeva che queste tre notizie avrebbero potuto recare enormi vantaggi all'ordine dei Templari,bastava solo saperli sfruttare nella maniera più opportuna.

- Gli Ainu,le antiche tribù del nord,armati di osso,legno e barbarie,armati come i loro antenati delle caverne,aspettano di riprendersi le terre che erano loro e che un tempo comandavano con saggezza,ora,carichi di rabbia e umiliazione,potrebbero cercare di invadere le terre più a sud e non dubito che potrebbero usare anche la forza dei loro antichi rituali,oscuri e misteriosi,nati ancora prima dello Shintoismo,un opolo da non sottovalutare.

A Kyoto la situazione e ormai chiara,l'imperatore e diventato ormai una figura inutile,i signori della guerra ormai sono in pieno conflitto e parlare di pace sarebbe inutile,meglio passare il potere ad un uomo come Nobunaga,almeno lui sapreppe mantenere il potere conquistato.

E per quanto riguarda gli europei,sono di certo mercanti,esploratori,gesuiti,non ho alcun dubbio che tra di loro ci possano essere dei nostri confratelli d'occidente venuti a controllare la situazione,anche se mi chiedo,cosa ci possono fare qui.


E quella mattina,era stata importante per tre persone,tre individui differenti,in tre punti differenti del Sol Levante.

Le decisioni e le azioni svolte in quel giorno avrebbero avuto conseguenze importanti,per loro e tutti coloro che c'erano di mezzo.
  
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