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Autore: vale_9826    14/05/2015    1 recensioni
Emma Swan è una principessa un po' diversa dalle altre. Lei non ama i balli, le feste, o le riunioni per bere il té. No, a lei piace allenarsi con la spada, o con arco e frecce, o leggere libri d'avventura. Soprattutto, Emma è convinta che il vero amore non esita, ma un giorno arriverà un affascinante tenente che riuscirà a farle almeno credere che possa esistere qualcosa di altrettanto bello.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tra un Valzer e una Promessa

Emma Swan aveva sempre creduto che il vero amore non esistesse, anzi ne era sicura al cento per cento, o almeno, esisteva, ma secondo lei i casi erano davvero molto rari. Uno dei più rari era senza dubbio quello tra suo padre e sua madre, due persone che non potevano essere più diverse erano forse la coppia più felice che Emma avesse mai incontrato, se non l’unica. Sua madre, la regina, le aveva sempre raccontato la sua storia d’amore con suo padre, non avrebbe saputo dire quante volte l’avesse fatto, ma ormai aveva imparato a memoria anche le parole utilizzate dalla regina quando gliela raccontava. Emma credeva nel loro amore, era quasi l’unica certezza che aveva il fatto che loro si amassero davvero, ma una possibilità che non riusciva nemmeno a prendere in considerazione, era il fatto che potesse trovare il suo vero amore grazie a balli organizzati appositamente con lo scopo di permettere a qualsiasi possibile pretendente, proveniente anche magari da chissà quale angolo del mondo, di presentarsi a lei e di conquistarla.
Lei non avrebbe mai trovato il vero amore, e lo sapeva, perché ogni santissima volta che pensava di aver trovato qualcuno che potesse essere almeno lontanamente interessante… puf! Ecco che si rivelava un perfetto idiota, un pallone gonfiato privo di qualsiasi tipo di interesse.
Lei non passava certo il tempo bevendo il té, o comprando sempre nuovi vestiti, non era una delle tante principessine viziate che si vedevano in giro, lei aveva interessi, passioni, come i libri ad esempio, passava infatti la maggior parte delle giornate in biblioteca a guardare mappe e leggere tantissimi libri che riguardavano terre lontane, avventure per mare e tutte le possibilità che offriva il mondo.
Ma i libri non erano il suo unico passatempo, c’erano anche le armi, aveva imparato a usare benissimo la spada grazie a suo padre, e si stava dilettando anche con l’arco e le frecce con sua madre come insegnante. Entrambi i genitori di Emma avevano storie complicate dietro di se, e difendersi era stato essenziale per loro, quindi non volevano che la loro figlia, se mai si fosse trovata in una situazione di pericolo, non sapesse difendersi da sola.
Emma aveva da poco compiuto diciannove anni quando una mattina, mentre si stava esercitando con la spada insieme a suo padre il re, arrivò qualcuno nel regno che, anche se lei non lo sapeva,  avrebbe cambiato la sua vita.
< Ti ho battuto padre! > esultò Emma dopo aver fatto cadere a terra la spada di suo padre.
< Complimenti figlia mia, credo che il detto “L’alunno supera il maestro” sia proprio vero! Ormai non credo di avere più niente da insegnarti. > disse il re James sorridendo orgoglioso alla figlia.
< Oh credo di avere ancora tanto da imparare padre, e forse con l’età che avanza non hai più le forze per riuscire a battermi… > disse Emma con sguardo divertito, consapevole che il padre se la sarebbe presa.
< Hey, non starai insultando il tuo vecchio vero? > la provocò il padre con una punta di orgoglio.    < Forza, riprendiamo a combattere, così posso darti una bella lezione! >
Ripresero a combattere divertiti e sereni, e David stava anche per vincere se non fossero stati interrotti proprio sul più bello.
< Sire! Chiedo scusa per il disturbo, ma è appena approdata “il tesoro del reame” al porto, la nave militare del regno nemico, i suoi componenti vengono in pace e desiderano parlare assolutamente con lei. > esclamò Lancillotto, capitano della marina militare, entrando nella palestra del castello.
Lo sguardo del re passò dal preoccupato allo stranito. Erano in guerra con quel regno da quasi due anni, cosa potevano volere da lui i suoi militari? Incuriosito si avviò verso l’interno del castello dopo aver salutato la figlia.
< Tesoro credo proprio di dover interrompere il nostro duello, perché non vai in camera e cominci a prepararti per il ballo di stasera? Ci vediamo più tardi. > le disse dolcemente dandole un bacio sulla guancia per poi andare via.
Emma lo guardò allontanarsi preoccupata da quell’improvvisa visita, sperava davvero che quella guerra giungesse al più presto al termine. Rifletté sulle parole del padre, doveva davvero cominciare a prepararsi, altrimenti non ce l’avrebbe mai fatta ad essere pronta per quella sera. Era un ballo in maschera quello che si sarebbe tenuto, il che significava un trucco e un acconciatura molto più elaborati, e un abito molto più largo e vistoso che sapeva già lei avrebbe odiato, e che sarebbe stato ancor più difficile da portare degli altri.
D’altra parte però, l’ultima cosa che voleva era farsi fare bella per lunghe ore senza un attimo di respiro, così dopo aver preso furtivamente degli abiti adatti per andare a cavallo si diresse verso le stalle reali, dove l’aspettava la sua Swan, una bellissima giumenta di un bianco candido. Swan nitrì felice alla vista della sua padrona, che, dopo essersi legata i capelli ondulati in una coda bassa, la sellò contenta. Emma così salì in groppa alla sua bellissima cavalla e partì al galoppo verso i giardini con una faretra e un arco infilati dietro la schiena.
Il posto che raggiunse non era proprio uno dei giardini che si usavano magari per le feste o i ricevimenti, era più un percorso ad ostacoli che sua madre prima di lei aveva usato per imparare a tirare frecce mentre si è in movimento. A moltissimi alberi di quel giardino infatti erano stati affissi dei bersagli da colpire da cavallo.
Emma passò almeno un ora a cavallo della sua Swan, facendola galoppare veloce mentre scoccava frecce colpendo quasi tutti i bersagli. Era diventata davvero brava ultimamente, anche grazie ai momenti che trovava sua madre per allenarla, che seppur non fossero molti, la principessa trovava davvero piacevoli e rilassanti.
A un certo punto la principessa scese da cavallo per riprendere tutte le frecce che aveva lanciato e dopo si esercitò a tirare da ferma. Se non era in movimento, i bersagli li centrava in pieno tutte le volte.
Stava per lanciare un’altra freccia, pronta a fare di nuovo centro, quando all’improvviso da dietro un albero spuntò un ragazzo più o meno della sua età, che si posizionò inconsapevolmente proprio davanti al bersaglio a cui Emma stava mirando.
< Toglietevi! > urlò Emma, ma invece di scoccare la freccia verso il bersaglio stabilito alzò l’arco giusto in tempo prima di lasciare andare del tutto la freccia.
Quest’ultima andò a conficcarsi nell’albero  più o meno qualche metro più in alto del bersaglio a cui aveva mirato, a un soffio dalla testa del ragazzo, che, a quanto pareva, aveva avuto riflessi abbastanza pronti e aveva avuto almeno il tempo di abbassare il capo.
< Ma siete matto? Potevo colpirvi in pieno! Almeno se ci siete fatevi sentire e non girate nel giardino quasi foste un ladro, così forse non rischio di uccidervi. > sbottò Emma che aveva ancora il battito a mille per il rischio che aveva corso quell’uomo.
Il ragazzo alzò lo sguardo e per la prima volta Emma potette vederlo bene. Poteva avere massimo una ventina d’anni, aveva i capelli castano chiaro raccolti in un piccolo codino, era bello, ma quello che più colpì Emma furono i suoi occhi. Erano così intensamente azzurri che poteva vederci dentro il mare intero, e per un attimo la giovane principessa rimase senza fiato.
< Chiedo perdono milady. > le disse l’uomo avvicinandosi.
< Sono Killian Jones, tenente del “Tesoro del reame”. > si presentò a lei baciandole poi una mano, gesto che le provocò un brivido lungo tutto il braccio.
Le sue labbra erano così calde, e il suo tocco così delicato…
Emma però, qualche istante dopo essersi resa conto di chi fosse, ebbe un piccolo sussulto. Ora che lo notava, la divisa militare che indossava il ragazzo non era quella del suo regno. Emma arretrò quindi velocemente di qualche passo allarmata.
< Che ci fa nei giardini di questo castello il tenente di un esercito nemico? > chiese Emma minacciosa puntando una freccia verso di lui.
< La prego, io e mio fratello, il comandante Liam Jones, veniamo qui in pace. Non deve preoccuparsi. Il re non ci avrebbe ricevuto se non fossimo venuti in buona fede… >
Emma non era del tutto convinta, ma quando incontrò i suoi occhi capì immediatamente che stava dicendo la verità. Aveva uno strano superpotere lei, riusciva a capire quando qualcuno mentiva, e, per quanto potesse sembrare strano, ci azzeccava sempre.
Abbassò lentamente l’arco e rilassò lo sguardo.
< Come mai siete qui? >
< Missione diplomatica. > rispose Killian evasivo.
< Non capisco… > disse Emma confusa.
< Sappia solo, milady, che è un bene per tutto il regno che siamo qui, abbiamo informazioni preziose. >
Si guardarono negli occhi per un po’, Emma davvero non capiva come fossero venuti lì per aiutarli, visto che erano in guerra, ma forse erano passati dalla loro parte, forse davvero quella faida avrebbe avuto fine. Quel ragazzo così affascinante tutto le sembrava tranne che un nemico.
< Io, credo di dover andare… > disse Emma all’improvviso rendendosi conto che forse non era del tutto prudente stare da sola con lui in quel luogo abbastanza isolato, nonostante però non avesse per niente paura di Killian.
Salì così a cavallo, ma prima che potesse far partire Swan lui la fermò.
< Se dovesse capitare, come dovrei chiamarvi? > chiese lui sorridendole.
Lei lo guardò sorridendo a sua volta, avrebbe voluto rivederla?
< Emma…  > disse piano lei, incantata ancora una volta da quelle due splendide pozze azzurre.
< Allora a presto Emma, la prossima volta cerca di non uccidermi. Anche se dubito avresti fatto centro… > disse lui ridendo.
Se prima come sottofondo musicale ci fosse stata una musica dolce e romantica, beh, in quel momento Emma avrebbe volentieri rotto qualsiasi strumento musicale.
< Come? > chiese con una voce che era un misto tra l’incredula e l’arrabbiata.
< Beh, sapete com’è Emma, di solito le armi spettano agli uomini, non alle donne. E inoltre, le usiamo anche meglio di voi. > disse dandosi delle arie, aveva un’espressione così spavalda in quel momento che Emma l’avrebbe volentieri preso a schiaffi.
La rabbia si impadronì di lei, così si tolse velocemente l’arco dalla schiena, lo incordò fulmineamente e, senza neanche il tempo di poter reagire, Killian sentì una freccia sfiorargli appena l’orecchio per poi andare a conficcarsi nell’albero alle sue spalle. Guardò la ragazza con sguardo sbalordito.
< Se avessi voluto, avrei anche potuto mirare alla vostra testa! >
Detto questo partì al galoppo lasciando Killian lì, a metà tra lo sbalordito e il meravigliato.
Si rese conto così che quella Emma non era certamente una dama come le altre.
 
 
Emma qualche ora dopo si diresse lentamente verso la sala da ballo, rassegnata alla prospettiva di passare l’intera serata a parlare con persone occasionali e sconosciute, o con qualche pretendente di turno. Inoltre il suo abito ampio e bianco, ricoperto di piume e diamanti e drappeggi argentati, non sarebbe di certo passato inosservato. E cavolo, lei odiava dare nell’occhio!
La sua maschera però, doveva ammetterlo, era davvero graziosa. Anch’essa era bianca, e ricopriva soltanto la zona attorno ai suoi bellissimi occhi verdi, mentre proprio sopra il naso si allungava fino alla fronte prendendo la forma del collo e poi della testa di un cigno, l’animale che ricordavano le piume del vestito. I capelli biondi erano stati acconciati in un ordinato chignon, lasciando però alcune ciocche ai lati del viso.
Appena la principessa mise piede nel grande salone, venne invasa dal chiacchiericcio di tutte le persone presenti, dalla musica del trio d’archi che suonavano un valzer, e da uno stuolo di ragazzi che non vedevano l’ora di parlare con lei. Non era neanche entrata e già sognava il momento in cui sarebbe tornata nella sua stanza.
La regina Biancaneve presentò a sua figlia vari ragazzi di buona famiglia, ma nessuno di questi catturò l’interesse della principessa, che infatti declinò tutti i loro inviti a ballare.
In seguito Emma si diresse verso il buffet, con l’intento di mettere qualcosa nello stomaco, almeno avrebbe provato a tirarsi su di morale con il cibo, ma sua madre rovinò ancora una volta i suoi piani.
< Emma! Vieni presto, è arrivato un duca molto bello e importante che vorrebbe conoscerti. Mi raccomando vedi di comportarti bene! >
Emma, scocciata al solo pensiero, fu costretta a seguire la madre fino a quando non trovarono il duca in questione. Certo, Emma dovette ammettere che era davvero un bellissimo ragazzo, ma non era minimamente interessata a rimanere delusa un'altra volta, visto che di ragazzi così belli ne aveva già incontrati parecchi, ma la maggior parte aveva pienamente dimostrato di non possedere neanche un po’ di cervello.
< Principessa Emma, sono davvero lieto di fare la vostra conoscenza. Nonostante abbia sentito parlare molto della vostra bellezza, tutte le dicerie che ho sentito non erano assolutamente all’altezza. > disse il giovane duca facendo un inchino e baciando la mano di Emma.
< La ringrazio molto per il complimento, il piacere è mio. > rispose cordialmente Emma facendo a sua volta un piccolo inchino.
< Mi concedete l’immenso piacere di ballare con voi? >
Emma non avrebbe ballato con quel bell’imbusto neanche sotto tortura, non aveva alcuna voglia di sentire altre frasi dolci o preparate.
< Mi spiace ma non mi sento molto bene e credo di aver bisogno di una boccata d’aria fresca, quindi se volete scusarmi… >
< Certamente. > disse il duca con aria delusa.
Così Emma, sotto lo sguardo contrariato di sua madre, si diresse verso la balconata annessa alla sala da ballo e uscì fuori.
L’aria fresca le diede un piacevole sollievo, respirò profondamente mentre un leggero venticello la investiva rinfrescandola, poi poggiò le braccia sulla ringhiera in pietra e ammirò il paesaggio del suo regno.
Finalmente un momento tutto per lei.
Neanche il tempo di pensarlo, che sentì la porta del balcone cigolare, segno che anche qualcun altro stava uscendo, e lei credeva di sapere già chi fosse. Possibile che non potesse passare due minuti in tranquillità?
< Non ho intenzione di sorbirmi una predica! > esclamò, convinta che fosse sua madre.
< Non era mia intenzione! > disse una voce in tono scherzoso. Voce che Emma temette di conoscere, solo che non era quella di sua madre.
Si voltò indietro e constatò di aver fatto centro: Killian Jones era proprio dietro di lei che la osservava con un sorriso.
< Voi… > sussurrò Emma sorpresa, e anche ancora un po’ arrabbiata per il comportamento che quel ragazzo aveva avuto con lei quella mattina.
< Buonasera Emma. > la salutò lui.
< Come mai siete qui? Non mi aspettavo di vedervi. > chiese lei.
In realtà aveva proprio sperato di non rivederlo, perché quel suo aspetto maledettamente attraente e quel suo sorriso malizioso, seppur bellissimo, le davano davvero sui nervi.
< Effetti collaterali delle missioni diplomatiche presumo. > disse lui avvicinandosi ad Emma < In ogni caso cosa ci fate qui fuori da sola nel bel mezzo di una festa? >
< Io non credo siano affari vostri! >
< Oh andiamo, potreste divertirvi… > fece lui ovvio.
< Divertirmi? La mia idea di divertimento è molto diversa dalla vostra evidentemente. > fece lei con tono sprezzante.
< Ah, perché un ballo non rappresenta un tipo di divertimento? > chiese lui curioso.
< No che non lo è. Per me divertimento è una cavalcata in mezzo alla natura, senza un corsetto che ti impedisce di respirare, è un ora di lezione di tiro con l’arco o di combattimento, è la lettura di un buon libro, o anche una giornata su una nave in mezzo al mare. A mio parere tutto può essere più divertente di una festa, soprattutto per chi non sa ballare! > sbottò alzando la voce, cosa che effettivamente non avrebbe dovuto fare una principessa, ma era talmente stanca di seguire l’etichetta.
< Non sapete ballare? È per questo che avete rifiutato qualsiasi invito stasera? > chiese lui quasi ridendo.
Emma divenne immediatamente rossa per la vergogna, senza volerlo aveva confessato uno dei motivi per cui odiava così spropositatamente i balli di corte. Lei, con la danza, non ci sapeva proprio fare.
< Diciamo… diciamo che, beh, che non sono proprio un abile ballerina! > tentò di giustificarsi lei.
Il suo viso però, quando parlò, fu così buffo ed impacciato che Killian proprio non riuscì a trattenere una risata.
< Smettetela immediatamente di ridere, siete un maleducato! > fece lei arrabbiata e ormai rossa fino alla punta delle orecchie.
< Chiedo umilmente scusa milady, ma forse posso rimediare. Mi concedete l’onore? > gli chiese lui porgendole la sua mano, ma Emma lo guardò stranita. Dopo quello che gli aveva detto, ora le chiedeva di ballare?
< Credetemi, c’è solo una regola quando si parla di un valzer, scegliere un compagno che sappia danzarlo. > le disse facendole l’occhiolino.
Emma, non seppe neanche perché, alla fine accettò. Prese la sua mano, pensando che l’avrebbe condotta nel salone. Invece lui portò la mano di Emma sulla sua spalla e posò la propria su un fianco di lei. Poi le strinse l’altra assumendo la tipica posizione iniziale del valzer.
< Qui? > chiese Emma non capendo le intenzioni di Killian.
< Credo che per una principiante sia meglio un po’ di intimità no? Però se volete andare di là… >
E Killian cominciò ad avviarsi verso l’interno, ma Emma lo fermò stringendogli il braccio.
< NO! > esclamò, per poi arrossire sotto il suo sguardo sorpreso, < Preferisco rimanere qui… >
Si rimisero in posizione, ma Emma continuava a guardarsi i piedi nervosa. Killian allora le prese il mento fra le dita e fece incontrare i loro sguardi.
Due colori, verde e azzurro, si mischiarono, formando un mare perfetto, armonioso, da togliere il fiato.
Cominciarono a muoversi, ballando in perfetta armonia, e ad Emma davvero mancò il fiato. Forse per la felicità di stare ballando per la prima volta senza pestare i piedi del suo compagno, o forse perché quello sguardo stupendo di lui sembrava poterle scavare fin dentro l’anima, sta di fatto che le sembrò di essere al di fuori di ogni cosa, c’erano solo lui, i suoi occhi e il suo sorriso.
Era tutto perfetto, tutto. Com’era possibile? Non lo conosceva neanche. Eppure sentiva qualcosa lì, al centro del petto, quando lui le sorrideva. Cosa poteva essere?
< In ogni caso, le feste non sono mai un divertimento, le avventure per mare lo sono, ma deduco non ne abbiate mai fatta una. Quindi, io credo che forse qualcuno dovrebbe darvene l’opportunità… > sussurrò lui ad un certo punto.
Emma rimase sconvolta. Piacevolmente sorpresa, anzi. Non poteva crederci, Killian probabilmente era il primo ragazzo a cui inconsapevolmente aveva non solo confessato una sua debolezza, ma anche i suoi desideri più profondi. E lui non li stava prendendo sotto gamba, anzi, voleva darle una possibilità di realizzarli.
< Questo qualcuno potreste essere voi, quindi? > gli sussurrò di rimando lei.
< Beh in fondo una nave a disposizione ce l’avrei… >
I loro visi poi quasi in modo del tutto naturale cominciarono ad avvicinarsi, fin quando i loro respiri si unirono, le loro labbra erano ad un soffio di distanza. Bastava un piccolo, leggero, impercettibile movimento…
< Emma finalmente ti ho trovata! >
Fu una doccia non fredda, gelida! Il ritorno alle realtà non sarebbe potuto essere più traumatico.
Emma diede subito una spinta a Killian per allontanarlo, poi, imbarazzata, guardò sua maestà il Re.
< Padre! Cosa desiderate? > chiese lei.
< Volevo presentarti il capitano della marina militare del nostro paese nemico, che ci ha gentilmente aiutato. Vedo che hai già conosciuto il tenente Jones! >
L’ultima frase il re la pronunciò con un tono di voce un po’ diverso dal normale, quasi malizioso, ed Emma se possibile si sentì arrossire ancora di più.
< Arrivo subito, lasciatemi salutare il tenente. > disse Emma, e il re dopo aver acconsentito li lasciò soli.
< Siete la principessa? > chiese lui sorpreso. Emma abbassò lo sguardo, a disagio.
< Già… una principessa che non a ballare! Ironico vero? > cercò di sdrammatizzare lei.
< Si ma, non ci sono molte principesse abili con le armi come voi! > le sorrise lui. Sorriso al quale Emma rispose allo stesso modo.
< Beh allora, grazie per il valzer! >
< Buonanotte… principessa. > sussurrò lui baciandole la mano, mentre la guardava negli occhi.
Quegli occhi cavolo, quanto erano belli.
Emma sentì un brivido percorrerle tutto il braccio, fino ad arrivare al cuore, che le batté ancora più forte.
< Buonanotte tenente! > lo salutò lei, interrompendo, seppur non volendo, il loro contatto visivo e lasciando la balconata per rientrare nel salone.
                                                                   
 
Dopo aver conosciuto il capitano Liam Jones, il fratello di Killian, Emma era ritornata nella sua stanza ormai esausta e con i piedi che chiedevano pietà. Appena varcata la porta della sua camera da letto, scalciò sgraziatamente le sue scarpe per toglierle e si buttò sopra il suo letto.
< Niente da fare, potreste essere un marinaio perfetto, ma fare la principessa non è per voi! >
Emma si alzò di scatto allarmata e si voltò verso la finestra, e vide che proprio sul tetto vi era Killian, con le braccia poggiate sul davanzale e il suo bellissimo sorriso.
< Ma sei pazzo?! > chiese Emma sconvolta avvicinandosi alla finestra.
< Non mi definirei pazzo, solo intraprendente! > disse lui scherzosamente.
Ad Emma scappò una risata. Altro che intraprendente, lui era proprio fuori di testa.
< Si può sapere come hai fatto ad arrivare fino a qui senza essere visto? Mi sa che dovrò aumentare il numero delle guardie. >
< Con il giusto compenso, tutte le guardie permettono un incontro intimo! > esclamò lui facendole l’occhiolino.
< E perché mai volevi questo “incontro intimo”? > chiese Emma scherzosamente facendo il segno delle virgolette con le dita.
Erano passati a darsi del tu, e non se ne erano neanche accorti.
< Beh, domani riparto… > disse lui abbassando il tono di voce e diventando serio.
Emma al sentire quella notizia sentì un senso di vuoto ingiustificato al centro del petto. Non lo conosceva, avevano passato soltanto alcuni minuti insieme, eppure sapere che se ne sarebbe andato la faceva sentire irrimediabilmente triste.
< Fammi indovinare, missione diplomatica? > disse lei, cercando di sorridere. Killian colse l’ironia, e cercò anche lui di farle un sorriso.
< Già, però se tu lo vuoi, ti prometto che tornerò qui, da te. > le disse lui stringendole le mani nelle proprie e guardandola speranzoso.
Emma inizialmente non seppe cosa dirgli. Voleva che tornasse? Si lo voleva. Ma perché mai??
< Io non credo che dovrei volerlo… > sussurrò Emma.
< Mettiamola così, ti piacerebbe andare fuori per una giornata sulla mia nave. Ti insegnerei tutto quello che so sulla navigazione, ti farei vedere le costellazioni e… > disse Killian sognando ad occhi aperti, sognando di poter stare con lei una giornata intera.
< Faresti questo per me? > chiese Emma stupita.
Non aveva pensato che lui avesse preso seriamente in considerazione quello che si erano detti prima, sulla balconata.
Prima che Killian potesse risponderle, qualcuno bussò alla porta della camera di Emma. Era la cameriera che doveva aiutare la principessa a spogliarsi.
< Principessa? Posso entrare? >
La voce era di Johanna, la balia di Emma, che era stata anche al servizio della regina, che aveva appena bussato alla porta.
< Devi andartene, ora! > fece Emma allarmata.
Killian scoraggiato fece per cominciare a scendere dal tetto, ma Emma, per la seconda volta quella sera, gli afferrò il braccio.
< Killian… >
< Si? > chiese lui speranzoso.
Emma lo guardò per un lungo istante negli occhi, poi si fece coraggio.
< Torna da me! >
Killian sorrise, era così felice che il cuore quasi gli scoppiava.
< Certo! >
Emma fece per andare alla porta, ma Killian le afferrò a sua volta il braccio a e la fece voltare verso di lui. Poi di slancio si avvicinò al suo viso e le diede un bacio, per poi sussurrarle: “A presto!”. Si sorrisero un ultima volta, poi Killian cominciò a scendere dal tetto.
Emma lo guardò allontanarsi fino a che non scomparve dalla sua vista, e pensò che, si, forse il vero amore era raro da trovare, e probabilmente lei non l’aveva neanche cercato a fondo. Ma sapeva che quello che aveva trovato era comunque qualcosa, o meglio qualcuno, di davvero speciale.
 

Heilà! Ma ciao, allora, chi ha visto il finale di stagione e ha amato Emma e Killian alzi la mano! *alza la mano*. Okay, scherzi a a parte, ho amato questa puntata per quanto riguarda i CaptainSwan (a parte per il finale, ma è meglio se non ci penso altrimenti piango T.T) ma mi mancano già terribilmente, così eccomi di nuovo a scrivere qualcosa su di loro. Devo dire che mi sono divertita molto a scrivere questa one shot molto diversa da tutte quelle che ho scritto, e spero davvero possa piacere, anche se i caratteri non sono propriamente i loro. In ogni caso, ho provato a descrivere una Emma alle prime prese con l'amore, perciò mi sono ispirata molto a come appare nei pochi flashback che abbia con Neal. Beh, fatemi sapere cosa ne pensate e levatemi ogni dubbio, dai! Ovviamente ringrazio già in anticipo tutti quelli che recensiranno, ma anche quelli che leggeranno soltanto. Un saluto, e a presto! ;)
 
  
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