Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: pillina28    15/05/2015    12 recensioni
- Sei mia Kagome e lo sarai per tutta la vita - mi dice roco all'orecchio, facendo scendere mille brividi lungo il mio corpo.
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Per Kagome, sposare InuYasha No Taisho è stata la realizzazione di un sogno.
Lui è tutto ciò che una donna può desiderare: è bello, sexy e disgustosamente ricco e, tra le mille donne di classe che avrebbe potuto avere al suo fianco, aveva scelto proprio lei.
Per sei mesi, il loro è stato un matrimonio da favola… finché un giorno, lei non viene a conoscenza di un segreto, che avrebbe distrutto il suo matrimonio.. e l’uomo che ama più della sua vita.
Decisa a far in modo che lui non scopra mai la verità, fugge lontano, lasciandosi alle spalle la sua vita da favola, ormai andata in pezzi.
Ma suo marito non è del suo stesso parere: lui è determinato a non perdere la donna della sua vita, a qualunque costo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve! Questa è la prima volta che pubblico una storia in questo Fandom. Mi chiamo Priscilla, ho 22 anni e, la storia che sto pubblicando, era gia stata pubblicata da me nella sezione Romantica; tuttavia, per sbaglio, l'avevo cancellata e adesso ho deciso di modificarla e di inserirla qui. ( per vostra sfortuna ahah ^^ ).
La storia trae spunto da un piccolo libro che lessi tempo fa, di cui non ricordo il titolo.
Spero che il prequel della storia vi piaccia: fatemi sapere se vi interessa il seguito o meno.
Pubblicherò una volta alla settimana, nel weekend.
Grazie e buona lettura. <3






<< Sei mia Kagome e lo sarai per tutta la vita  >> mi dice roco all’orecchio, facendo scendere mille brividi lungo il mio corpo.
<< Il solo pensiero che tu possa essere di un altro uomo, mi manda il sangue alla testa.. preferirei spararmi, piuttosto che vederti con un altro che non sono io >> mi dice, baciandomi irruento, mentre i nostri corpi si fondono alla perfezione e le sue braccia muscolose stringono il mio corpo al suo, come se volesse inglobarmi dentro di sé.
<< Sei mia Kagome >> questa volta il tono sembra rabbioso.
L’immagine diviene pian piano sfocata, ma sento le sue parole che continuano a ronzarmi nella testa.
<< Sei mia..  ti troverò ovunque tu sia.. e te la farò pagare per il tuo abbandono. Perché tu sei mia moglie! Mia moglie! >>
<< No! >>
Un grido strozzato esce dalle mie labbra, mentre madida di sudore mi siedo scompostamente sul letto sfatto.
Mi guardo intorno, costatando che sono sola, nella mia camera da letto, con la sveglia che segna le sei del mattino.
Lentamente porto le gambe al petto e le circondo con le braccia, come per avvolgermi da sola in un abbraccio rassicurante.
Era un sogno.
Uno stupido sogno.
Un altro stupido sogno.
Quanti ne ho fatti, da quando mi trovo qui?
Beh, ho perso il conto, in effetti.
Respiro profondamente, aspettando che l’angoscia provocatami dall’incubo, abbandoni il mio corpo.
Lui non è qui.
Lui non mi ha trovata.
Non ancora almeno.
Ma non è tipo da arrendersi e soprattutto non ama farsi prendere in giro, in particolar modo dalla donna che è stata sua moglie per meno di un anno.
Scuoto la testa e una ciocca di capelli copre il mio viso triste.
Ero stata una sciocca a scappare così, senza prima avere un piano preciso in mente.
Mio marito è un uomo di potere, un ricco miliardario giapponese che ha influenza e conoscenze in varie parti del mondo. E’ ridicolo credere che lui non riuscirà a trovarmi.
Ma forse, non mi avrebbe cercata.
Forse l’orgoglio, non gli avrebbe permesso di venire a cercarmi.
Scendo dal letto e mi avvicino alla finestra, guardando il paesaggio ancora buio al di fuori, illuminato solo dalla luna e da qualche sporadico lampione.
Inuyasha… è un uomo così duro, così freddo e spietato negli affari. Eppure, quando era con me, era un'altra persona: gentile, dolce, premuroso; mi trattava come fossi di pregiato cristallo.
Eravamo cosi innamorati..così felici.
Sento l‘angoscia impossessarsi del mio corpo e il dolore acuto della solitudine e della tristezza, avvolgermi completamente.
Lo amo così tanto..
<< Smettila Kagome! Basta recriminare! >> sgrido me stessa, mentre la mia voce si perde tra le pareti della stanza così spoglia e silenziosa.
Piangermi a dosso non serve a niente.
E’ finita. Chiuso.
Più di un mese fa, proprio in nome del mio amore per lui, sono fuggita via e da allora, non è cambiato nulla.
Devo solo resistere.
Devo convincermi che il vuoto che sento prima o poi sparirà.
Devo riuscirci se voglio continuare a vivere....
..a vivere senza di lui.
Una vita senza Inuyasha.
 
Decisa a scacciare questi pensieri tristi, comincio a prepararmi per il lavoro: faccio una rapida doccia, indosso un paio di jeans e una canotta azzurra e scendo in cucina a fare un’abbondante colazione.
Più tardi, mentre mi dirigo a piedi verso la tavola calda dove lavoro, guardo il cielo azzurro e inspiro il profumo di erba e fiori che impregna l’aria.
L’estate è ormai alle porte e.. questa sarebbe stata la mia prima estate da donna sposata.
Presto infatti, saremmo dovuti partire per la Grecia, per goderci un mese di sole in completo relax e invece..
La mia felicità è volata via..
 
Spingo la porta a vetri dell’ingresso ed entro nell’accogliente locale.
Quando sono arrivata qui, in questo paesino sperduto, lontano dal caos frenetico della città, mi è sembrato di aver trovato un paradiso… avevo pensato di fuggire all’estero, ma alla fine la tranquillità di questo posto, aveva lenito un po’ il dolore che sentivo nel cuore e, proprio quando i pochi soldi che avevo portato, avevano cominciato a scarseggiare, la mia vicina di casa mi aveva chiesto se avessi bisogno di un lavoro.
Myoga, il proprietario, era suo fratello e cercava una nuova ragazza per il suo locale.
Avevo accettato di buon grado il lavoro: primo perché almeno non sarei stata costretta a prelevare nulla dalle carte di credito di Inuyasha.. e poi perché lavorare mi avrebbe tenuta occupata e mi avrebbe impedito di pensare ai miei problemi.
La mattinata vola via in un attimo, mentre mi appresto a servire caffè e cornetti caldi ai clienti e, a pulire i tavoli sporchi.
Verso l’ora di pranzo poi, il locale diventa caotico: molti uomini in pausa da lavoro, si fermano per uno spuntino veloce, prima di ricominciare a lavorare.
 
Mentre riempio due scodelle di minestra fatta in casa, per due anziani signori, penso che questo è il genere di lavoro che mio marito non penserebbe mai che io facessi, visto il mio curriculum: quando ci eravamo conosciuti ero una giovane organizzatrice di eventi e mi era stato dato l’incarico di occuparmi del matrimonio di Sango No Taisho, affascinante fotomodella e sorella di Inuyasha.
Quell’incarico era stato del tutto inaspettato, vista la mia poca esperienza, ma il mio capo, una donna sui cinquant’anni gentile e aperta, mi aveva incoraggiata.
<< Io ho troppo lavoro da sbrigare e tu sei molto qualificata cara. Sei assolutamente preparata per occupartene, ne sono sicura >>.
E cosi, con entusiasmo, mi ero dedicata a quell’incarico e quando avevo incontrato la famosa Sango, per discutere con lei dei dettagli del matrimonio, l’avevo vista arrivare accompagnata dall’uomo più bello che avessi mai visto.
Incantata a guardarlo, avevo lasciato cadere i vari fogli con le idee per il matrimonio e, imbarazzatissima per la figura fatta, mi ero affrettata a raccogliere tutto.
Mentre ero chinata a terra, avevo scorto le mani grandi e gentili del bellissimo uomo che avevo osservato come una scema, che mi aiutavano, per poi porgermi educatamente i fogli.
In imbarazzo mi ero scusata e li avevo invitati ad accomodarsi.
Provando ad ignorare lo sguardo magnetico di lui, avevo preso ad illustrare le mie idee per il matrimonio, cercando di regolarizzare il respiro e di concentrarmi sul progetto, piuttosto che sull’uomo che sedeva davanti a me,con la sua bellissima fidanzata.
<< Trovo le sue idee fantastiche. Mi ha decisamente convinta! >> disse Sango entusiasta, sorridendomi e mettendo in mostra una dentatura perfetta.
<< Tu che ne pensi Inuyasha? >> aveva detto lei, interpellando l’uomo silenzioso al suo fianco.
<< Se va bene a te, per me non ci sono problemi >> aveva ribattuto lui tranquillo, guardandomi.
<< Bravo il mio fratellino! Sa, lui si è offerto di pagare il matrimonio, quindi se non ha problemi lui, chi sono io per lamentarmi >> aveva detto lei, facendomi l’occhiolino.
<< Fratellino? >> avevo ribattuto io incantata e lui, mi aveva sorriso porgendomi la mano: << Sono Inuyasha No Taisho, signorina Higurashi. Avrei dovuto presentarmi prima in effetti >>  aveva detto, sorridendo come un divo e quando avevo stretto la mano nella sua, avevo capito che ero ormai perduta.
In seguito, lui mi aveva confessato di essersi innamorato di me, appena aveva incrociato il mio sguardo e stava pensando ad un modo per invitarmi ad uscire, senza sembrare troppo sfacciato.
Ripensare a questi momenti mi fa provare una stretta al cuore che non riesco ad allentare: Inuyasha ha sempre detto che eravamo due anime gemelle, nate per incontrarsi e stare insieme.
Io gli avevo sempre creduto e avevo pensato che saremmo stati insieme, felici, per sempre.
Eppure..
 
<< Tutto bene cara? >> a risvegliarmi è la voce di Myoga, il proprietario del locale, che mi guarda preoccupato.
Fin da quando sono arrivata qui ha sempre avuto un atteggiamento protettivo nei miei confronti. Dice sempre che potrei essere sua figlia e che gli dispiace vedermi triste.
Lui ha intuito da subito, che c’era qualcosa che non andava in me, ma non ha mai domandato nulla. Si è limitato a dirmi che se avevo bisogno di qualcosa potevo parlargliene e io l’ho ringraziato di cuore.
È un uomo fantastico.
<< Si tutto bene. Sognavo ad occhi aperti.. lo sai come sono fatta >> dico facendo un sorriso che sembra tranquillizzarlo.
<< Se sei stanca, puoi fare una pausa, dopo che hai servito quelle minestre. Il caos sembra essersi arrestato >> dice indicando la sala, meno gremita rispetto all’ora precedente.
<< Tranquillo, va tutto bene. Pulisco qualche tavolo e poi mi fermo per uno spuntino >>.
Messe le minestre e un cestino di pane su un vassoio, mi dirigo verso il tavolo e, mentre servo i piatti ai due anziani signori, che mi sorridono per ringraziarmi, sento il campanello suonare, segno che un altro cliente è appena entrato.
Mi volto per accoglierlo con un sorriso, come sempre, non avendo alcun presentimento su quanto sta per accadere.
<< Ciao, Kagome >> la voce del nuovo arrivato è calma e controllata, ma i suoi occhi sono gelidi ed inespressivi..
<< Inuyasha >> mormoro io senza fiato, mentre sento il sangue defluire dal viso e le gambe tremare vistosamente, incapaci di reggere il peso del mio corpo.
Avvertendo la mia confusione, si avvicina velocemente e mi spinge a sedermi su una sedia li di fianco.
Una strana ondata di gioia mi pervade e irrazionalmente vorrei gettarmi tra le sue braccia, baciarlo e dirgli che mi è mancato da morire.
Ma poi, l’assurdità della situazione si delinea nella mia mente e penso di essere sul punto di svenire.
 
<< Non capisco perché sembri così sconvolta; infondo lo sapevi che ti avrei trovata prima o poi.. era solo questione di tempo >>
<<  Inuyasha.. >> ripeto io frastornata.
Pronunciare il suo nome è l’unica cosa che riesco a fare. Il mio cervello sembra paralizzato, incapace di formare un solo pensiero coerente.
<< Sono proprio io >> ribatte lui, facendomi alzare lo sguardo per fissare bene il suo volto bellissimo, ora teso in un’espressione fredda e dura, come se fosse stato scolpito nel marmo.
Lo stesso sguardo che aveva nel mio sogno…
 
<< Adesso alzati e andiamo >>
<< Che cosa? >> chiedo io guardandolo incredula. Che intenzioni ha?
<< Ho detto alzati! >> risponde con sguardo glaciale.
L’espressione sul suo viso in un'altra circostanza mi avrebbe terrorizzata, ma con quello che sta accadendo sembra quasi che il mio corpo si rifiuti di provare emozioni.
Vedo una coppia di fidanzatini parlottare tra loro, poi il ragazzo si fa avanti, portandosi di fianco a me.
Non avrà più di vent’anni ed è decisamente spaventato.
<< Qualche problema signorina? Vuole che chiami qualcuno per caso? >>  mi chiede, guardandomi negli occhi con sguardo preoccupato.
<< No io.. >> cerco di rispondere, ma vengo fermata dalla sua voce:
<< Ragazzo, torna dalla tua fidanzata e non immischiarti in faccende che non ti riguardano.. >> dice sbrigativo, senza lasciare neanche per un attimo il mio sguardo.
<< Senta, è evidente che questa signorina non desidera parlare con lei... » tenta nuovamente il giovane, ma Inuyasha gli impedisce di continuare il suo discorso solo con la forza malevola del suo sguardo…
Nonostante tutto però, non riesco ad impedirmi di  provare ammirazione per il ragazzo che, nonostante sia sbiancato in viso, rimane fermo dov'è.
<< Torna al tuo posto, se non vuoi che ti costringa io a farlo >>  aggiunge mio marito.
<< Ora basta >> dico, rialzandomi in preda alla rabbia.
Adesso sta davvero esagerando!
 << Non infierire su di lui. È tutto a posto >> dico poi al ragazzo, con sguardo rassicurante: << Vada al suo tavolo e si goda la cena con la sua fidanzata. >>
<< Ne è certa? >>
 Per un attimo il giovane sembra combattuto fra il sollievo e il senso della cavalleria, infine il primo sembra avere la meglio. Mi rivolge un ultimo sguardo, prima di tornare al suo tavolo.
 
<< Cosa vuoi, Inuyasha? >> chiedo, costretta ad alzare il viso per guardarlo, sovrastata dalla sua statura.
<< Sai esattamente cosa voglio, dunque non fingere di non capire. >>
Non replico, guardandolo come avrei guardato uno sconosciuto.
Perché in realtà quel viso trasfigurato dall'ira per me appartiene a uno sconosciuto. Lo avevo visto comportarsi in modo cinico e beffardo, ingaggiare competizioni professionali con crudele decisione, ma mai perdere il controllo.
Ora, invece, i suoi occhi ambrati mandavano lampi e il suo atteggiamento era decisamente minaccioso: dettagli imprevisti e inquietanti, che mi spaventavano.
Non ero affatto preparata a questo suo aspetto.
<< Vieni con me di tua spontanea volontà o vuoi che ti porti via di peso? >>
<< Non posso venire con te, io lavoro qui e il mio turno non è ancora finito >> ribatto io, cercando una via di fuga a questa situazione.
<< Certo che puoi ed è esattamente quello che farai. >> mi riprende lui, implacabile.
<< Stai solo sprecando il tuo tempo... Io tanto non tornerò indietro >> affermo, cercando di trovare un modo per mandarlo via.
Non sono pronta.
Non ce la faccio ancora ad affrontarlo.
Ho avuto troppo poco tempo per prepararmi..
<< E chi ti ha chiesto di farlo? Non crederai davvero che ti riprenderei con me dopo quello che hai combinato? Non crederai che m'importi ancora qualcosa di te? Perché per crederlo dovresti anche ritenere che io sia un idiota e fidati, non lo sono affatto >> sottolinea lui, la voce tagliente come una lama di un coltello.
<< Ma voglio parlare con te, e voglio sapere dov'è lui. Hai capito? Voi due vi siete
meritati una lezione che difficilmente potrete dimenticare >> sbraita, perdendo quasi il controllo.
Lui?! Ma di cosa parla?
<< Dov'è lui?! >> ripeto io con tono incredulo, ormai consapevole di aver
perso completamente il controllo della situazione << Lui chi? >> domando ancora, cercando di capire di che cosa sta parlando.
<< Non provare a raggirarmi >> mi dice serio, facendo scattare la sua mano in avanti per afferrarmi un braccio: << Sono giunto al limite della sopportazione >>.
Non ho scelta.
Devo assolutamente assecondarlo.
 Sul viso di lui è stampata la stessa determinazione che gli aveva permesso di fare fortuna nel mondo dell'alta finanza, trasformandolo in un multimilionario a soli trentacinque anni, l'età che aveva quando l’ho conosciuto, un anno e mezzo fa.
La sua inflessibilità è leggendaria, così come la sua capacità di ottenere sempre quello che vuole.
Dunque sì, avrei dovuto parlare con lui e a quel punto prima lo affrontavo, meglio sarebbe stato per tutti.
<< Chiederò a Myoga il permesso di assentarmi >> replico alla fine, indicando la porta della cucina << è il mio datore di lavoro, devo avvertirlo >> spiego, vedendo il suo sguardo scocciato.
<< Va'>> dice abbassando la mano e liberando il mio braccio dalla sua morsa.
<< Ti concedo esattamente sessanta secondi. Non un secondo di più cara, altrimenti vengo e ti porto via di peso >> minaccia, prima di sparire dalla porta d’ingresso, lasciandomi al centro della sala, immobile, ancora incredula per ciò che è accaduto.
E capisco che i problemi per me.. sono solo iniziati.




Autrice:
Grazie a chi ha letto la storia.
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate e se vi incuriosisce! 
Un bacio e alla prossima!

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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