Memories
Memories, memories, memories.
In this world you tried
Not leaving me alone behind
There's no other way.
I prayed to the gods let him stay.
The memories ease the pain inside,
Now I know why.
Il Dottore rimase in silenzio.
Sapeva che era perfettamente
inutile, dato che portava al collo la chiave di percezione[1], ma
nelle sue vicinanze cercava di prestare più attenzione possibile.
Si sentiva a disagio, come se stesse
spiando, anche se, allo stesso tempo, non riusciva a stare lontano da Donna.
Non voleva lasciar andare il suo
volto amichevole e la sua figura, così piacevolmente adattabile alla propria.
Nonostante fossero così diversi.
Gli mancava Donna. Così tanto.
La osservava ogni giorno, da quando
si svegliava a quando il suo fidanzato la
riaccompagnava alla porta di casa sua, dandole il bacio della buonanotte.
Un moto di disgusto invadeva ogni
volta la sua parte del cervello più egoista: avrebbe voluto che Donna fosse
solo sua, in qualunque senso. Che gli
fosse fedele, che lo aspettasse
sempre.
Nel tempo e nello spazio.
Un pensiero lo attraversò
fulmineamente:“E adesso, cosa siamo diventati?
Tu non mi ricordi. E io posso solo
osservarti.”.
Mentalmente, non poteva fare a meno
di rimproverarsi: se si fosse accorta di qualcosa?
Era tecnicamente impossibile, certo.
Però poteva sempre arrivare una
minaccia aliena (o qualunque altra cosa che potesse spingerlo a svelarsi). Avrebbe
potuto notare un dettaglio qualsiasi sulla vita extraterrestre o su lui stesso.
Avrebbe potuto ricordare, e lì
sarebbe stata la fine.
La fine per lei.
All of my memories keep you near.
Ma lui ricordava tutto.
Avrebbe ricordato anche per lei.
Le corse, i battibecchi da coppia
sposata che agitavano l’aria che li separava, i suoi capelli rameici e le sue espressioni
esilaranti quando non capiva.
Tutti i suoi ricordi l’avrebbero
tenuta viva dentro di sé, ora lo capiva.
Quante vite, quanti anni, quanti
rimpianti.
Forse, in un futuro molto remoto,
Donna Noble si sarebbe aggiunta anonimamente alla lista delle persone che erano
state con lui, ma che un brutto giorno non lo erano state più.
Anonimamente.
Anonimamente.
Il Dottore contrasse istintivamente
tutti i muscoli del suo volto al pensiero di quella parola, così semplice e
allo stesso tempo così distruttiva.
“Io non piango. Mai.”.
Non doveva dimenticare Donna Noble.
Non voleva mai farlo, ma a volte succedeva.
In silent moments,
Imagine you here.
All of my memories keep you near,
Your silent whispers, silent tears.
Made me promise I'd try
To find my way back in this life.
Se lei avesse saputo, probabilmente
non avrebbe voluto averlo lì.
A guardarla, osservarla continuare
in quel modo la sua vita.
In quale modo, poi?
Il Dottore si rimproverò ancora,
questa volta per aver pensato che Donna fosse stata veramente felice solo al
suo fianco.
Ma se fosse stato veramente così?
Se l’avesse lasciata sola, ad una
vita di noia e grigiore?
Si ricordò che poteva morire al suo
solo ricordo.
Sospirò mentre, finalmente, le
lacrime solcarono il suo volto stanco.
E lei era lì, a due spanne da lui.
Proprio lì davanti, poteva vederla,
nonostante il nebuloso strato umido che schermava i suoi occhi.
Lo stava guardando.
Dovette illudersi, ingannarsi per
non notare che lo sguardo di Donna non era sulla sua figura, ma che la stava
attraversando.
Si allontanò a passi veloci.
Non si era mai sentito così
trasparente.
I hope there is a way
To give me a sign you're okay.
Reminds me again it's worth it all
So I can go home.
Come poteva sapere se stava bene?
La sua brillante Donna. Con una
mente troppo grande per il suo lavoro e il suo fidanzato.
Una mente così bella.
Come poteva riconoscere la felicità
sul suo volto?
Conclusosi l trentaduesimo giorno di osservazione (di contemplazione), il Dottore rientrò nel TARDIS.
Senza alcuna emozione dentro, solo
il vuoto più totale.
Lo prendeva ai cervelli, ai due
cuori e ai polmoni.
Un vuoto gelido.
Non voleva lasciare andare Donna.
No, no.
Per favore.
All of my memories keep you near.
In silent moments,
Imagine you here.
All of my memories keep you near,
Your silent whispers, silent tears.
Together in all
these memories
I see your smile.
La vedeva sorridere sempre, quando
era con lui.
O magari roteare gli occhi.
Ma c’era un sorriso.
Era un sorriso che la sua figura spandeva ovunque.
Il sorriso era il suo stato d’animo.
All the memories I hold dear.
Darling, you know I love you
till the end of time.
Amore.
Amore.
Lui amava Donna?
Sì, la amava.
L’avrebbe amata fino alla fine del
tempo.
All of my memories keep you near.
In silent moments,
Imagine you be here.
All of my memories keep you near,
Your silent whispers, silent tears.
All of my
memories...
Il Dottore si avvicinò ai comandi e
tirò una leva, pronto a partire.
L’angelo
dell’autrice
Mi sentivo triste a mancare su EFP come autrice per così
tanto tempo, quindi mi sono forzata a scrivere un po’.
Poi mi sono fatta prendere.
Spero vi piaccia, ladies and gentlemen che magari state
passando di qua per caso. Vi ringrazio se recensirete la mia storia, la
metterete fra preferiti e/o ricordate, ma anche se la leggerete con piacere e
basta ;)
Da svidanya, guys.
[1] ringrazio le ragazze del
gruppo Feisbùc We Are Still Not Ginger, che mi hanno suggerito qualcosa. Non
sapevo come chiamarla, visto che il nome non è specificato, così mi sono
arrangiata così.