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Autore: sophiejworld    15/05/2015    7 recensioni
[SwanQueen] Post 4x22\23.
{ Dal testo:
“No, non ti avvicinare. Ti prego.” mi sussurrò spaventata, allungando le mani verso di me per intimarmi a non fare un solo passo “Cosa vuoi, Regina?”
“Mi sei mancata” confessai di botto, rendendomi conto solo dopo di ciò che avevo appena detto.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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"Feet don’t fail me now,
take me to the finish line. 
All my heart, it breaks every step that I take,
but I’m hoping that the gates,
they’ll tell me that you’re mine."






Passi leggeri e felpati interrompevano il silenzio e la quiete di quella foresta.
Così come il rumore dei miei pensieri.
Troppo rumorosi per non essere sentiti, troppo numerosi da essere contenuti dentro la mia testa. Soprattutto da quando lei mi aveva salvato.
Soprattutto da quando lei non c’era più.

Mi fermai in una piccola radura, sentendo il vento gelido solleticarmi le guance e farmi rabbrividire, ma non mi importava.
Niente aveva più importanza da quando Emma era scomparsa.
Inghiottita dall’oscurità che sarebbe dovuta appartenere a me, non a lei.
Ma il suo essere testarda ed il suo autodefinirsi la Salvatrice l’aveva portata a sacrificarsi per, ancora una volta.
Stupida idiota moralista, pensai tra me e me, schiudendo le labbra per lasciare uscire un minuscolo sospiro.

Abbassai lo sguardo verso la mia mano, stringendo il pugnale tra le mani e leggendone il nome inciso artisticamente sopra.

Emma Swan.

Così, col pugnale in mano ed il cuore che batteva all’impazzata pronunciai quelle poche e semplici parole.
Perché la voglia di rivederla era qualcosa che mi aveva divorato lentamente in quelle ultime settimane.
Perché forse, dall’attimo in cui lei era saltata nell’oscurità per me, l’avevo capito.
Io, Regina Mills, mi ero innamorata di Emma Swan.
Mi ero innamorata di quel disastro ambulante.
E nell’attimo in cui l’avevo capito, lei non c’era più.
Forse era proprio questo il mio destino, perdere le persone che amavo di più al mondo.
Daniel, mio padre ed infine Emma.

“Oscuro, io ti invoco” dissi a bassa voce, complice il nodo in gola ed il respiro mozzato, che mi impedivano quasi di parlare.

Mi guardai intorno, sperando di scorgere quella chioma bionda e quei due occhi verdi che mi avevano ipnotizzata sin dal primo istante, ma tutto ciò che riuscì a scorgere furono gli alberi secolari dinanzi a me.
Quindi riprovai, di nuovo.

“Signore Oscuro, io ti invoco” pronunciai per la seconda volta, provando ad alzare il volume della voce e leggendo mentalmente più e più volte il nome inciso sulla lama.
Ma non riuscì a scorgerla nemmeno questa volta.

“Emma, dove diamine-“ ma non ebbi il tempo materiale di finire la frase, non stavolta “Emma.”

Il mio cuore perse qualche battito nell’istante in cui me la ritrovai davanti.
Avevo dimenticato quanto fosse bella.
Avevo scordato cosa si provasse a perdersi in quegli occhi dello stesso colore della speranza.
Solo che stavolta quel verde immenso era contaminato.
Contaminato da quel demone interno che la divorava, logorava, uccidendoti lentamente e senza che tu te ne accorga.
Costringendoti a passare una vita all’ombra di te stesso.
Annientando tutto ciò che hai di buono.

“Hey, Regina.”

La sua voce fu come un balsamo per le mie orecchie.
Quanto avevo sognato di risentirla solo io potevo saperlo.
Avrei desiderato stringerla, baciarla fino a farle perdere il fiato.
E invece rimasi immobile di fronte a lei.
Il pugnale in una mano e la speranza nell’altra.

“Perché mi hai evocato?” chiese lei dura, fredda, quasi glaciale, facendo sobbalzare il mio cuore per l’ennesima volta.

“Sei scomparsa.”

“Ho avuto una valida ragione, Regina.”

“Lo so…”
conclusi io quasi sconfitta.

Vederla lì, così fredda, così sconfitta mi ricordò me stessa.
Mi ricordò la Regina Cattiva che ero stata un tempo e che adesso era scomparsa per sempre.

Mi avvicinai di un passo, ma Emma fece l’opposto, allontanandosi da me ancora una volta.
Come se non volesse farmi del male.
E infondo la capivo, forse più di tutti.

“No, non ti avvicinare. Ti prego.” mi sussurrò spaventata, allungando le mani verso di me per intimarmi a non fare un solo passo “Cosa vuoi, Regina?”

“Mi sei mancata” confessai di botto, rendendomi conto solo dopo di ciò che avevo appena detto.

Vidi Emma sgranare gli occhi, forse per la sorpresa, forse perché mi reputava pazza.
Ma era vero, mi era mancata e me n’ero resa conto solo adesso.
Feci un altro passo in avanti e abbassai il pugnale, tentata di lasciarlo cadere a terra e fiondarmi su quelle labbra rosee appena schiuse per la sorpresa.

“Cosa?”

“Mi sei mancata”
ripetei ancora una volta, sicura di averla stordita ancora di più con le mie parole. Eppure, ciò che successe dopo, stordì anche me.

Non me ne resi conto subito, la mia poca lucidità me lo impedì.
Ma nell’attimo in cui sentì le morbide labbra di Emma sulle mie capì.
Le ero mancata pure io.
E probabilmente, non ero l’unica pazza a vedere quello come una specie di rapporto malsano.
Come un qualcosa che avrebbe distrutto psicologicamente entrambe.

Indietreggiai lentamente -sovrastata dal corpo di Emma- fino a quando la mia schiena non sentì il duro e freddo contatto della corteccia di un albero.
Fu allora che riuscì a percepire la paura.
La percepì da come si mosse, da come le sue mani sfiorarono i miei fianchi e da come la sua lingua si intrecciò possentemente alla mia lasciandomi a malapena il tempo di realizzare il tutto.
Perché quel bacio fu qualcosa di distruttivo.
Uno scontro tra lingue e denti.
Uno scontro che nessuna delle due avrebbe mai vinto.
Ma tutto ciò che riuscì a fare fu ricambiare quel primo prepotente bacio.
Cadendo in balia di quei sentimenti che avrebbero distrutto entrambe.

In quell’istante tutti i miei pensieri svanirono.
Non esisteva più Robin.
Niente più Zelena incinta.
Nessuna relazione che ostacolasse la nostra felicità.
Solo io ed Emma.

I denti di Emma si chiusero attorno al mio labbro inferiore, tirandolo appena, facendomi ansimare. Mescolando dolore e piacere contemporaneamente.

Poi tutto svanì improvvisamente.
Le sue labbra.
La sua lingua.
Il suo sapore sulle mie labbra.
Tutto.

Ma in compenso la sentì afferrarmi il polso destro, quello dove tenevo il pugnale, e stringerlo talmente forte da farmi male.

“Emma, mi stai facendo male!” dissi provando a liberarmi dalla sua presa, ma invano. Lei restava sempre la più forte, lo era sempre stata.

Mi accarezzò una guancia e senza che me ne accorsi mi sfilò il pugnale dalle mani, lasciando scivolare una mano dietro il mio collo e baciandomi un’ultima volta.
Un ultimo, meraviglioso bacio.
Uno di quelli dolci, pieni d’amore.
Uno di quelli che mi fece capire che la mia Emma era ancora lì, da qualche parte e aspettava solo di essere salvata.

“Mi dispiace…” la sentì mormorare sulle mie labbra con un filo di voce.

E poi, nell’attimo in cui io riaprì gli occhi, lei scomparve in una nuvola viola, lasciandomi lì, da sola.
Come se non fosse successo niente.
Come se io fossi niente.

Le gambe mi cedettero improvvisamente e senza accorgermene mi ritrovai seduta a terra, con la schiena poggiata a quell’albero e le lacrime a scorrermi silenziosamente sulle guance, bagnandomi il viso.
Per un secondo temetti di sentire il mio cuore frantumarsi in migliaia di piccoli pezzetti, ancora.

Mi aveva usata per il suo scopo e poi mi aveva gettata via come se nulla fosse.
Per un secondo, un solo stupidissimo secondo, la mia speranza si era trasformata in qualcosa di reale e concreto, ma poi lei aveva distrutto tutto, di nuovo.
E forse, la mia unica maledizione era quella.
Essere usata come una bambola da tutti e soffrire, forse più di tutti.
La mia unica maledizione era amare Emma Swan.


 
"Don’t make me sad, don’t make me cry
Sometimes love’s not enough when the road gets tough".

{ Lana del Rey - Born to die.

N.D.A. 
Bene, bene, bene, dopo questa one shot (nata in origine come una flashfic) mi ritroverò mezzo fandom SwanQueen sotto casa :') 
Scherzi a parte, non mi aspettavo di scrivere così di getto questa mini one shot, ma dopo aver visto una foto su una pagina SwanQueen mi è partito il pallino dello scrivere. 
Eee venendo alla one shot.... beh, Emma che sfrutta Regina è davvero crudele (forse perchè io sono crudele? muahahahah) e sì, Regina che piange mi spezza il cuore, ma tenente conto che mentre la scrivevo ascoltavo canzoni come 'Demons' degli Image Dragons, 'Born to die' di Lana del Rey e 'It's all coming back' di Celine Dion, quindi lascio intendere a voi. 
Oltretutto sto constatando di avere un certo feeling per l'angst, devo levarmelo subito dalla testa mi sa.
Bene, detto tutto questo mantra, spero che la one shot vi sia piaciuta :3 
Per qualsiasi cosa, non esitate a dirmelo. 
A presto!
-Sophie.






 
   
 
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