RaBBiA
In una
notte buia e tempestosa una vecchina gracile gracile si avvicinava al vecchio ospedale che si
trovava a pochi isolati a casa sua...
con le ciabatte ingiallite e stantie che puzzavano di
gatto aprì la vecchia porta
scricchiolante all'entrata si trovò davanti ad un buoi atrio...il
citofono accanto all'entrata suonava a vuoto e un vento strano ed agghiacciante
entrava della finestra chiusa
Sentì
una voce gentile e sottile che si ripeteva sempre più dolce e febbrile
in ogni angolo.
Non capiva
le sue parole, sembravano un sussurro indefinito che graffiava le pareti con il
suo avvicinarsi una figura tetra, rarefatta e smilza, camminava ondeggiando con
una calma e lentezza che la vecchina la prese per una sua coetanea contenta,
quasi dimentica del motivo della visita, si avvicinò alla vecchia... era
già sicura di poter chiedere aiuto e magari sentirsi in pace...la vecchia sentì all'improvviso delle terribili
urla alle sue spalle e la voce davanti a lei che con calma sembrava suonare le
note più stridenti di un violino.
Si
affrettò ed all'improvviso la vista l'abbandonò e nel completo
buio si accorse di essere aggrappata al suo vecchio tre piedi.
Quel
vecchio terribile tre piedi.
Il sangue
le succhiava le vene che sentiva terribilmente attaccate ed avide di vita.
Ora in
loro scorreva solo terrore
Cercò
di muoversi verso la figura.
La il tre piedi strusciava il pavimento.
Sembrava
bloccato e la sua pressione saliva, la sua paura crepitava nei suoi movimenti
convulsi e sgraziati.
niente
non accadeva nulla. non si
muoveva!
NON SI
MUOVEVA!!!
Non si
sentiva così agitata da anni.
Tremava ed
ancora una volta in vana speranza.
Mentre le
urla gravi piene e agghiaccianti la rincorrevano spinse con violenza il bastone
a tre piedi
e finalmente si spostò in avanti.
la speranza albeggiò per un istante.
Invano. Perchè
nel momento in cui alzò i vecchi occhi vitrei si ritrovò di
fronte il volto scarnificato di un corpo nudo e lacerato. Le si mozzò il
fiato...cosa era? cosa era?!
Perché…perché… perché? Perché!?
non c'era più nulla se non il tremore delle sue
mani, aveva lasciato il tre piedi.
Cadde, e
senti nitido per un istante il dolore della mascella rotta al'impatto con il pavimento
il sangue vecchio e quasi stantio le riempì la
bocca
Voleva
sputare ma non ci riusciva, il dolore della dentiera inficcata
nella mascella superiore le martellava in cranio. E quasi si dimenticò
delle urla.
Perché
non era rimasta casa? Perché si era mossa?!
Uno
stridore accanto a lei le diede la lucidità.
Iniziò a tremare, a ricordare, dove aveva sentito quell'urlo..quel rumore quello stridio insopportabile..
Iniziò
a piangere rabbiosa cercando di ritirarsi in piedi ma uno scarpone le
schiacciò la mano facendole torcere le budella dal dolore.
<
e loro ridevano, insani blasfemi come quel giorno
,come quel giorno.
<
<< moriraiiiii >>
La
vecchina abbassò l'altra mano verso il fianco alla ricerca di qualcosa
cosa cercava?
La litania
di morte continuava e le due ombre si erano tramutate in due manichini fatti di
carne e sangue. Si avvicinarono a lei con le loro bocce spente e le grida
traboccanti e odiose.
<
<
gli occhi della vecchietta non erano più vitrei
ma rossi, rosso sangue
e mentre uno dei due manichini si contorceva davanti
a lei con il coltello si tagliò la mano dal polso
e con lo stesso coltello tagliò la gola della
donna di fronte
iniziò a straziare i corpi con violenza
sporcandosi di sangue e con un sorriso sadico in volto
AaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaH!!!
urla strazi e gemiti
fine
"CRONACA DI
UNA VECCHITTA IDROFOBICA"
L’avevo
scritta un po’ di tempo fa…
Molto
confusa come storia…
TeSaR
Mi
dispiace di non aver ancora aggiornato le altre storie… appena
avrò tempo posterò…