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Autore: Goran Zukic    16/05/2015    1 recensioni
Qualcosa sta cambiando…si sente nell’aria, si respira nella vita di tutti i giorni, ma nessuno se ne rende conto. La vita va avanti come sempre, ma sta per arrivare qualcosa, qualcosa che cambierà tutto, che renderà ogni cosa diversa e che porterà Equestria in una dimensione quasi dimenticata, sepolta da tempo nei peggiori ricordi della storia. L’armonia che regna su Equestria sta per essere disintegrata, preparatevi ad un viaggio nel mondo di Twilight e le sue amiche, nella più grande e pericolosa avventura della loro vita e che segnerà l’alba o la fine di tutto ciò che noi conosciamo.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Discord, Le sei protagoniste, Nuovo personaggio, Princess Celestia, Twilight Sparkle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un' estate dopo

“Fai attenzione con quei chiodi Twilight” le disse Octavia, mentre dipingeva con la vernice rossa una tavola di legno davanti a sé.
“Tranquilla Nadia, il mio corno ha tutto sotto controllo” replicò Twilight sorridendole, mentre batteva con attenzione il martello sui chiodi.
La straniva ancora, nonostante fosse passato un po’ di tempo, di chiamarla Nadia, ma Octavia le aveva detto che qui la conoscevano con quel nome e Twilight non ci aveva indagato troppo, anche perché Octavia non aveva la minima intenzione di raccontarle il motivo.
“Sei sicura di poterti fidare, Nadia, io non lo farei. Piuttosto chiedi a uno, decisamente più capace” disse allora una voce sotto di loro.
Erano infatti sedute sopra un’alta piattaforma a ricolorare le assi di legno delle case.
“E dovrei chiedere a te, Idrozoa? Vai a lavorare che è meglio” rispose Octavia.
“Forse è meglio. Non mi saluti frangetta?”
“No” rispose secca Twilight “Gira all’argo e ti tiro addosso una dozzina di chiodi”
“Non scaldarti, zuccherino…non credo comunque che sarebbe una scelta saggia, potresti colpire dei bambini”
Un chiodo gli passò accanto all’orecchio e Idrozoa riuscì a sentire lo spostamento d’aria passargli proprio a lato del volto, prima di sentire il rumore del ferro cadere sulla strada.
Idrozoa fissò Twilight, sorpreso e quasi spaventato, mentre lei con sguardo beffardo, sorrideva maliziosamente e continuava a battere col martello.
Erano passati ormai tre mesi da quando era venuta a Porto Criniera, un estate era passata e ora anche quella stava per finire.
Tre mesi in cui molte cose erano cambiate, tre mesi in cui Twilight era cambiata, da quel giorno di inizio estate in cui aveva pianto, non era più la stessa unicorno.
Da allora nemmeno una lacrima era scesa e la sua nostalgia, le sue paure e la sua malinconia erano via via scemate con il vento primaverile, per lasciare spazio al calore dell’estate.
Col tempo aveva imparato a farsi rispettare in paese, senza perdere il controllo, solo rimanendo sé stessa, offrendo il suo aiuto e aiutando i suoi nuovi concittadini.
Aiutava i pony nel raccolto della frutta, nella pesca delle alghe, nella manutenzione degli edifici e più volte era stata invitata nella piccola scuola di paese a insegnare ai bambini argomenti come la matematica o la scienza.
In questo processo Octavia era stata fondamentale, l’aveva sempre sostenuta, aiutata e accompagnata nel suo ingresso nella piccola società di pescatori di Porto Criniera.
Le aveva insegnato a cucinare e avevano cucinato insieme per il compleanno di Locke, insieme educavano la piccola Lightbeam, avevano vinto un torneo di carte durante i giochi di mezza estate e anche il torneo di pingpong e quello di karaoke.
Erano diventate grandi amiche, nonostante Octavia non volesse raccontarle per quale motivo fosse fuggita da Canterlot per nascondersi a Porto Criniera, cosa a cui Twilight non dava ormai troppo peso, dato che anche lei aveva i suoi segreti personali, che non avrebbe mai raccontato a nessuno.
Potevano contare l’una sull’altra, si supportavano a vicenda e soprattutto non erano più sole.
Grazie a questa amicizia e alla nuova grinta che la aveva dato, Twilight era riuscita a ottenere il rispetto della comunità e l’accettazione come cittadina, nonostante non avessero dimenticato la sua origine capitolina e non mancavano di sottolinearlo ogni volta che capitava l’occasione.
Tuttavia non si mostravano ostili e se lo facevano, lo facevano solo perché era loro abitudine farlo, non per disprezzo o odio nei confronti di Twilight.
Anche con Locke i rapporti si erano fatti meno tesi, non avevano parlato molto dal loro ultimo diverbio, ma si rispettavano, si facevano cenni di consenso quando si incrociavano per strada e spesso si erano trovati a lavorare insieme per la città, cooperando in maniera ottimale.
Non solo Twilight però era cambiata anche Ivan che si era integrato nella comunità, talmente tanto che quasi era irriconoscibile.
L’armatura era appesa al muro della sua camera da molto tempo ormai e ora era uno stallone nuovo di zecca, meno severo, meno rigido e molto più aperto e gioioso.
Lavorava ora come pescatore, muratore, all’occorrenza postino ed era molto amato dalla gente, soprattutto dalle signorine che potevano stare ore a fissarlo mentre si allenava sulla riva del mare o mentre sollevava i sacchi di cemento per costruire un nuovo granaio o una nuova abitazione.
Anche con Twilight il rapporto era cambiato e possiamo dire che, anche se non si potesse ancora definirli amici, erano molto vicino ad esserlo.
Ivan non sottolineava più la sua posizione di superiorità e il suo ruolo di custode e la considerava ora una sua pari, tanto che non avevano più litigato se non per finire con un abbraccio o una risata e non avevano più tirato fuori l’argomento riguardo il motivo per cui erano lì.
L’unica pecca nel piacevole cambio di vita di Twilight era il rapporto con Idrozoa, non che le interessasse particolarmente la sua amicizia, anzi avrebbe preferito cacciarsi un candelotto di dinamite in gola che essere amica di Idrozoa, ma il fatto che l’unicorno di mare continuasse a infastidirla non la lasciava indifferente, avrebbe voluto strangolarlo con i suoi zoccoli.
Il cambiamento però non si era proiettato solo sulle sue amicizia e i suoi rapporti con gli altri pony, ma soprattutto nel suo stato d’animo.
Non era più confusa, non aveva più paura, sembrava che tutte le inquietudini che aveva prima dell’estate fossero svanite, che tutti i pensieri confusi fossero stati presi e gettati nel cestino dei rifiuti senza pensarci.
Non che avesse dimenticato il suo passato, ma aveva deciso di non pensarci più, di vivere la sua vita nel presente, come aveva imparato a vivere a Ponyville anni prima, ora poteva tranquillamente imparare a vivere su questa isola, sfruttando anche la sua maggiore esperienza nei rapporti personali, rispetto a quando era stata mandata via da Canterlot.
Il libro che tanto l’aveva interessata, incuriosita, ma soprattutto confusa, stava ora chiuso nella sua bisaccia, sotto il suo letto, lontano da occhi indiscreti, ma lontano anche dai suoi, visto che in tutta l’estate non aveva letto neanche una riga.
Non le interessava più la verità, sapeva che sarebbe ripiombata ancor più nell’oblio della sua depressione che ora non esisteva più e che non voleva più che tornasse.
Non aveva più pensato a Princess Celestia, a Justhought, a Discord, niente contava più, ora che era qui e una nuova vita era iniziata.
“Bisogno di una mano Twilight?” chiese un pegaso dal manto lilla e la criniera biondo-cotonata.
Twilight si girò di scatto e dopo averlo visto, arrossendo copiosamente, rispose timidamente: “No…grazie comunque Kenneth”
Lui si inchinò sorridendole e si allontanò volando in modo aggraziato.
Octavia, notando lo sguardo ammaliato di Twilight, le batté gli zoccoli davanti alla fronte, ridestandola.
“Ti piace quello?” chiese Octavia confusa e sorpresa.
“E’ così bello” rispose Twilight, senza spostare la vista dal volo del pegaso.
Octavia fece una faccia schifata e le disse: “E’ così…teatrale e pieno di sé, come fa a piacerti uno così?”
“Ha gli occhi color del mare”
Octavia batté ancora le mani per svegliarla di nuovo dal suo sogno ad occhi aperti.
“Ci manca che ti metti a sbavare, proprio ora che stiamo per finire”
Stavano infatti ridipingendo il legno delle case, dato che quella sera si sarebbe celebrata la festa di benvenuto all’autunno.
I pochi pegasi della città, erano infatti tre, era da giorni che si impegnavano a lasciare il cielo sopra Porto Criniera libero da nebbia, che non li aveva abbandonati nemmeno d’estate e tutti si stavano impegnando per mettere a nuovo la città.
Ivan ad esempio stava costruendo, insieme ad altri pony, il palco per i festeggiamenti e tutti i banchetti per il cibo, Idrozoa puliva le alghe appena pescate, Lightbeam e gli altri puledri raccoglievano i fiori per le ghirlande e Twilight e Octavia erano state incaricate di rinnovare parte delle abitazioni.
“Ho capito che è affascinante, ma non conta solo l’aspetto, conta anche il suo carattere e Kenneth Tudor è un idiota egoista” diceva Octavia contrariata.
“Ehi! Non insultarlo! E’ così elegante, un vero cavaliere, così gentile, cortese, il fidanzato ideale” replicava Twilight estasiata al solo pensiero.
Aveva lo sguardo talmente assorto nel volo elegante del pegaso che si tirò una martellata sullo zoccolo, causandosi un dolore notevole.
“Ben ti sta” le disse Octavia ridendo di gusto, mentre Twilight gemeva di dolore.
I preparativi per la festa procedettero in armonia e ordine nel paese, tanto che per il primo pomeriggio tutto era pronto.
Ivan, con in spalla due assi di legno, passò loro accanto, salutandole, costantemente seguito dalle solite due o tre giumente.
Twilight e Octavia stavano tornando a casa, per concedersi un meritato riposo prima della festa di quella sera quando Mortimer, il traghettatore, fece il suo ingresso in città con passo spedito e con il volto segnato dallo shock.
Il vecchio pony dal pelo marrone-verdognolo si incamminò velocemente verso la piazza e la sua figura non passò inosservata tra gli abitanti nelle vicinanze, raramente infatti il vecchio traghettatore si spostava sulla terra ferma e il suo arrivo era un curiosa sorpresa.
Twilight lo osservò con curiosità, la sua figura curva ed esile si muoveva veloce, facendosi spazio tra i materiali per i preparativi della festa.
Arrivato proprio davanti alla fontana, con qualche pony che già gli si era avvicinato, iniziò a gesticolare animatamente, cercando l’attenzione della gente.
Twilight si fece strada tra la folla fino a quando la voce roca di Mortimer non le fu a portata di udito.
“E’ tornato! L’ho visto! E’ tornato!” diceva a gran voce il traghettatore, con espressione spaventata, ma anche molto misteriosa.
Twilight notò che il timore di Mortimer si propagò tra la gente tutt’intorno che, con espressioni di shock e spavento, si iniziava ad agitare chi parlando animatamente con il vicino, chi rimanendo a bocca aperta e chi, come Twilight, rimanendo scettico e confuso.
“Quello che dici non ha senso, traghettatore. Come può essere tornato?” disse una voce, sopra le altre, la voce di un pony dal manto giallo e la criniera verde.
“Quello che dice Santos è vero. Non si fa vedere da così tanto tempo…e poi così all’improvviso…” esclamò allora una unicorno dal manto azzurro e la criniera blu.
Intanto le voci cominciavano ad accavallarsi l’una con l’altra, chi per esprimere il proprio timore, chi per esprimere contrarietà.
Twilight si guardò intorno, non sapeva a cosa Mortimer e gli altri alludessero, non sapeva il motivo della paura che era salita nel villaggio e si sentiva leggermente fuori luogo.
Le voci si fecero tutte molto alte, Mortimer cercava di spiegarsi, ma nessuno ormai lo stava a sentire, era scoppiato il pandemonio, ora i pony discutevano l’uno con l’altro in maniera animata e caotica.
“Octavia, sai cosa sta succedendo?” chiese Twilight all’amica che, come lei non sembrava comprendere a pieno la situazione.
“Non ne ho idea” rispose confusa Octavia.
Idrozoa era il più animato del gruppo, discuteva con una pegaso, dalla criniera elettrica e con un pony con un folto paio di baffi bruni, ma Twilight non poteva sentire cosa stesse dicendo, riusciva solo a comprendere il suo nervosismo, dato che le sopracciglia erano inclinate e molto spesso arricciava il naso.
Ivan, dall’altra parte del gruppo, ascoltava frustrato le lamentele di Gloria, una pony azzurra dalla criniera biondo lucente che gli stava appiccicata, con sguardo sconsolato ed espressione annoiata, sembrava potesse colpirla con qualcosa da un momento all’altro.
La voce roca di Mortimer cercava di ergersi sopra le altre, ma alla fine cedette al dolore della sua gola e smise di provare a prendere a ricevere l’attenzione degli altri.
“Sono davvero noiose questo genere di situazioni, non trovi?” chiese a Twilight una voce dolce e cortese alle spalle della giovane unicorno indaco.
Twilight si girò e la sua espressione di noia e confusione mutò completamente: La bocca si spalancò in un timido e teatrale sorriso a trentadue denti, le guance e gli zigomi arrossarono e diventarono porpora e gli occhi si fecero luccicanti come abbagliati da un bagliore di energia.
Octavia si girò e i suoi occhi fecero un giro completo dell’orbita iridale, per poi sospirare di contrarietà e voltarsi di nuovo verso Mortimer.
Davanti agli occhi di Twilight c’era Kenneth: era bellissimo, aveva la criniera di un biondo lucente che si illuminava al sole, pettinata in un alto e affascinante ciuffo composto, il sorriso, così luminoso che avrebbe fatto concorrenza a Colgate, gli occhi blu, stupendi e luminosi quanto gli altri elementi del viso, il manto lilla lucido e pulito e come cutiemark una rosa gialla.
Twilight stava sorridendo e sembrava un misto tra una pazza e un’ebete, ma non ci faceva caso, i suoi occhi erano tutti per lo splendido pegaso biondo.
“E’ tutto ok?” chiese lui con una voce soave, poetica e degna di un doppiatore professionista.
A Twilight uscì un versetto acuto e annuì timidamente, prima di accorgersi che il suo comportamento era a dir poco inquietante.
“No, calmati Twilight, non lasciarti prendere dall’ansia” pensava lei “E’ così bello…ti prego sollevami e portami via da questa bolgia, salvami, portami lontano, sulla nave dei sogni e li baciami…”
Octavia le batté gli zoccoli davanti alla faccia e Twilight si risvegliò dal sogno ad occhi aperti, arrossendo di nuovo.
“Stavi cominciando di nuovo a sbavare” le disse lei senza il minimo incoraggiamento o gioia.
“Grazie” replicò Twilight.
“Allora ce l’hai la voce. Pensavo che fossi diventata come Mortimer, ma come potevo pensarlo, una unicorno così bella e attraente” le disse allora Kenneth.
“Uccidimi ora, Dio, uccidimi” pensò Twilight dopo aver fatto un altro versetto acuto e essere arrossita terribilmente.
“Grazie” riuscì alla fine a dire la unicorno, mentre il sorriso di Kenneth stava per ipnotizzarla di nuovo nei suoi campi elisi personali.
“Voliamo insieme, stallone bianco, per te pregherei Celestia di farmi diventare un alicorno, giuro…e insieme voleremo verso gli arcobaleni, verso l’orizzonte e nuovi mondi e…”
Questa volta non fu Octavia a fermare il suo vortice di pensieri, ma una voce ben più forte e severa.
“Silenzio! Che siete una mandria di bisonti?! Senza offesa John”
“Figurati Locke” rispose un bisonte.
Locke si era alzato arrampicato sul gradino della fontana e aveva urlato con voce forte per prendere l’attenzione della gente e porre fine al delirio.
“Siate civili e ascoltiamo ciò che il nostro Mortimer ci deve dire” disse allora Locke gelando i presenti con lo sguardo.
Il traghettatore si schiarì la voce, provata e stanca dallo sforzo precedente e iniziò a parlare: “Whisper Crowd è tornato”
A quel nome molti tra la folla emisero urla di sorpresa e paura.
“Cosa te lo fa dire, Mortimer?” gli chiese Locke confuso e curioso.
“L’ho visto, con questi occhi” rispose lui indicandosi le pupille scure “Stavo navigando al largo, quando ad un tratto, proprio mentre la nebbia si era fatta più fitta, ecco che è comparso il suo veliero”
“Non poteva essere uno scherzo della nebbia?” chiese lo stesso pony che aveva parlato prima, Santos.
“No, era vero, con la unicorno dorata a prua, le vele rosse e le sue dimensioni imponenti” rispose Mortimer con tono spaventato.
A quelle parole tutti si ammutolirono e iniziarono a parlare l’un con l’altro a bassa voce, perfino Locke si era bloccato ed ora stava pensando a come comportarsi e prender questa informazione.
Twilight si girò e guardò Kenneth che non sembrava particolarmente interessato, aveva l’espressione annoiata, ma quando notò lo sguardo di Twilight il suo viso tornò nel consueto sorriso ammaliante e lei non riuscì a non fare lo stesso sorriso ridicolo e a evitare che ritornasse rossa in viso.
“Convoco il consiglio degli anziani” esclamò Locke.
A quelle parole tre pony uscirono dalla massa: il pony con i baffi di prima, una pony vecchia, dalla pelle rosa pallido e uno color terra dalla criniera marrone-dorato.
Twilight non riusciva a capire, non sapeva chi fosse questo Whisper coso e non sapeva perché la gente lo temesse così.
“Octavia, sai di chi stanno parlando?” chiese Twilight all’amica.
“Non ho idea, perché non chiedi al tuo…amico?” rispose un po’ stizzita Octavia che rimase quasi impassibile.
“Sei arrabbiata con me?”
“No, perché?”
“Allora sei gelosa?”
Octavia si voltò verso Twilight con occhi di brace e le disse: “Gelosa di quello? Piuttosto mi farei investire da un ippopotamo”
Twilight rise e si voltò verso Kenneth, ora molto meno timida e ansiosa di quanto fosse prima.
“Kenneth, sai per caso di chi stanno parlando?” chiese Twilight sorridendo e arrossendo.
Il pegaso fece uno strano movimento del capo che mosse il suo ciuffo verso l’alto, creando uno splendido effetto di luce con i raggi solari.
Twilight rimase a bocca aperta con gli occhi sgranati.
“Un antico pirata, credo, ma se è esistito non viene qui da anni…io non ci credo” rispose lui con tono annoiato e privo di interesse.
“E’ pericoloso?”
“A quanto dicono sì. Vieni a prendere un gelato?”
Twilight rimase spiazzata da quella richiesta e rimase con gli occhi aperti per circa cinque secondi prima di riuscire a rispondere e a rendersi conto di quello che Kenneth le aveva chiesto.
Kenneth si esibì in uno dei suoi sorrisi affascianti e abbaglianti.
Twilight annuì e insieme si allontanarono dalla piazza.
“Adesso non saluta nemmeno” esclamò Octavia, contrariata, ma non riuscì a non trattenere una risata, cadendo quasi a terra dal dolore addominale causatole dal divertimento.
I due si incamminarono verso la gelateria e presero due gelati: Lui, aroma di violetta e crema, lei, pistacchio e camomilla, gusti verso i quali Kenneth aveva mostrato un certo disgusto.
Kenneth, dopo averle offerto molto cortesemente il gelato, la portò sotto un salice, l’albero più bello e romantico di Porto Criniera, tanto che ad ogni passo che facevano Twilight viveva un nuovo sogno ad occhi aperti.
Arrivati sotto il salice, si sedettero a terra, ascoltando il suono del mare e guardandosi negli occhi, quelli blu di lui e quelli viola di lei.
Twilight lo guardava estasiata, mai era stata così innamorata di qualcuno, anzi mai era stata innamorata, troppo studio, troppi libri, troppe avventure, non aveva mai avuto il tempo per certe cose.
Ma ora, con una nuova libertà scoperta a Porto Criniera aveva scoperto anche questo sentimento ed era una sensazione che amava.
Le piaceva tutto di lui, oltre all’aspetto era gentile, un vero cavaliere, era disponibile, coraggioso e la gonfiava di complimenti in continuazione, con lui si sentiva come un principessa.
“Ti devo dire una cosa, Twilight” le disse allora lui, con tono così seducente che le orecchie di Twilight iniziarono a diventare rosso pomodoro, i suoi zoccoli iniziarono a tremare, i suoi occhi ad aprirsi e chiudere velocemente.
“Oh mio Dio…ora mi bacia…cosa?...come si fa? Dovevo ascoltare il consiglio di quell’editore e comprare Orgoglio e Pregiudizio. Dannata la mia erudizione!” pensò Twilight con il cuore che batteva incessantemente.
Twilight si protese verso di lui, con le labbra aperte leggermente e gli occhi chiusi, pronta a ricevere il bacio che già si era immaginata un migliaio di volte.
“Mi presenti Nadia” disse quindi lui e gli occhi di Twilight si spalancarono, come se la corda di un violino si fosse spezzata proprio nel bel mezzo dell’esibizione.
“Come?” chiese Twilight, il cui tono si era fatto malinconico e quasi supplichevole.
“Hai capito. La tua amica, quella con il manto grigio chiaro. E’ così sexy, con degli occhi viola bellissimi…” iniziò a dire lui.
“Anche io ho gli occhi viola” sospirò delusa Twilight.
“…Dei capelli morbidi pettinati in una frangia raffinata e meravigliosa…”
“Anche io ho la frangia” il suo tono si era fatto ora, molto vicino al pianto.
“…E poi, quel suo fascino e quella sua bellezza nobile, così principeschi, degni di una pony di Canterlot…” continuava lui.
“Anche io sono di Canterlot” ma questa volta il tono non era più triste e avvilito era colorato di rabbia e ira.
Prese il suo gelato che le era quasi colato, tanto calore aveva emanato prima, e lo frantumò nel ciuffo di Kenneth che urlò come una femminuccia.
“Oh mio Dio! Il mio ciuffo! Come hai osato!? Ingrata infame!”
“Ah. E sarei io l’infame, vedi di non incrociare mai più il mio sguardo con quel tuo sorriso da idiota e quei tuoi capelli da spaventapasseri…così belli…Che sto dicendo! Vaffancanterlot stronzo!” gli disse allora lei e uscì furiosa, ma soddisfatta e carica di adrenalina da sotto le fronde dell’albero.
“Ehi! E Nadia non me la presenti?” chiese ancora lui, ma Twilight era già lontana.
   
 
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