Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: black_eyes    16/05/2015    0 recensioni
[Questa storia partecipa al contest One sho(r)t-circuit organizzato dalla pagina Amici della Mangusta!]
Sebastian e il suo coming-out verso amici e parenti.
Saprà amare se stesso nonostante tutto?
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un'altra OS, completamente diversa. POOOOOR MY LITTLE BAS ç_ç
Sono sadica, niente da fare ...
Buona lettura!


Sebastian era sempre stato un amante della bella vita e non era mai stato un pessimista anche se, durante un breve periodo della propria vita, era caduto in un baratro da cui fu difficile risalire.

"Maman," disse entrando in cucina e deglutendo lentamente. "Je peux vous parler un instant?"

Sybille Smythe alzò gli occhi dai fornelli sui quali stava cucinando e si pulì le mani nel grembiule; nonostante il suo aspetto mostrasse un'eleganza al di sopra della media era sempre stata presente nella vita del figlio. "Oui, mon cœur." Sorrise rivolgendosi al suo unico figlio. "C'è qualcosa che ti preoccupa Sebastian?" Gli chiese vedendolo ancora sulla porta della cucina.

Il ragazzo scosse il capo e si avvicinò al tavolo su cui si era seduta sua madre. "Cosa ne pensi dell'amore? Secondo te cos'è l'amore?" Alzò gli occhi verdi sulla donna che corrugò la fronte e lo fissò dolcemente.

"Amare è lasciarsi cadere," disse inizialmente prima di continuare "è fidarsi di chi ti sta attorno e dirgli qualunque tuo segreto." Sorrise malinconicamente, "Anche quelli più difficili da capire, perché sai che l'altra persona non ti tradirà mai."

Sebastian annuì e deglutì prima di stringere le mani sopra al tavolo in legno. "Quindi se io fossi diverso mi vorresti bene lo stesso?"

"Sebastian," Sybille gli prese le mani teneramente "tu sei mio figlio, ti vorrò sempre bene."

Il giovane ragazzo si morse il labbro inferiore e abbassò lo sguardo sulle proprie mani ormai martoriate "credo di essere gay, mamma." Inspirò aria e continuò a parlare velocemente. "Le ragazze non mi piacciono, non mi fanno nessun effetto; invece i ragazzi mi fanno sentire ... strano."

Si coprì il volto con le mani. Era da troppo tempo che teneva questo masso in fondo al cuore e ora che se ne era liberato non sapeva come sentirsi. Sperava solo di non aver deluso sua madre, dato che era stata più che paziente con lui.

Sybille si lasciò cadere contro lo schienale della sedia, sembrava imbarazzata o leggermente confusa, ma non arrabbiata o delusa. "Mi aspettavo molto peggio a dir la verità. Lo sai che qualunque cosa accada tu sei e sarai sempre mio figlio." Parlò lentamente soppesando le parole una a una, come se le stesse studiando per non dire frasi errate. "Non c'è nulla al mondo che mi allontani da te, neanche il fatto che tu ti senta attratto da altri ragazzi." Alzò le spalle "quindi ... cosa vuoi per cena?" Chiese facendo ridacchiare il giovane ragazzo.

Le ore passarono tranquille e Sybille si comportò come se nulla fosse accaduto, come se Sebastian non le avesse detto niente, come se la loro conversazione non fosse mai avvenuta.

Ma quella sera, appena Henry Smythe, entrò dall'uscio, il giovane Smythe si sentì come risucchiato dalla felicità. Doveva parlare anche con suo padre, anche se ciò significava rischiare di essere odiato.

"Père ..." sussurrò Sebastian quando notò suo padre sedersi al tavolo in cucina "je peux te parler?"

"Oui, dites-moi tout ce que Sebastian." Gli sorrise accondiscendente, indicandogli la sedia.

"Io ... ehm ... volevo dirti una cosa importante." Si inumidì il labbro inferiore "su di me." Specificò guardandolo con gli occhi spalancati e totalmente terrorizzato per quello che avrebbe potuto dirgli.

Inspirò ed espirò un paio di volte prima di buttare fuori quel peso, che per metà era già stato alleviato dalla conversazione con sua madre.

"Sono gay papà. Io ..." non riuscì a dire altro perché suo padre si alzò dalla sedia e lo indicò schifato.

"No! È uno scherzo di cattivo gusto questo! Tu!" Lo fissò dall'alto verso il basso. "Tu Sebastian Smythe, tu non puoi essere gay!" Ringhiò con disprezzo. "Sei solo uno scherzo della natura. Non sei mio figlio."

Sebastian rimase paralizzato al sentire quelle parole, ciò che temeva di più al mondo si era appena manifestato davanti ai suoi occhi: suo padre non lo reputava più suo figlio e si sentiva spezzato.

Sybille gli pose una mano sulla spalla "Henry, lasciami dire che sei solo un bigotto del cazzo. È sempre tuo figlio, dovresti saperlo che siamo tutti umani e l'amore non è una scelta."

Il padre di Sebastian rise sguaiatamente "Questa cosa dell'essere gay passerà. Lui sta vivendo solo una fase." Disse a voce alta. "DEVE essere così."

"No!" Urlò Sebastian "Io sono così. Non è una fase, io sono gay, e amo un ragazzo che è nella mia classe." Scosse il capo "Questa cosa non passerà e SO di non essere pazzo o malato."

Solo in quel momento Henry Smythe socchiuse le labbra e fissò con occhi spalancati, il suo unico figlio, con un'espressione che lasciava trapelare orgoglio ed un leggero shock.

Sybille gli sorrise carezzandogli la testa "Perfetto. L'importante è che tu riesca ad accettare te stesso." Fissò suo marito "Cambia la mentalità perché solo gli idioti non ripensano e non si rimettono in gioco." Sibilò inarcando un sopracciglio.

 

Il giorno dopo Sebastian si presentò nella scuola pubblica che frequentava, quello era il suo ultimo anno, e quindi la sua ultima possibilità di dire tutto quello che provava a Joseph.

"Ehy Joe!" Lo salutò battendogli una mano sulla spalla.

"Ciao Bas. Allora, prima domanda: sei riuscito a fare l'esercizio di francese che ci ha dato quell'amore della signorina Valois?" Gli sorrise "Seconda domanda: dato che so che tu sei un genio e ci sei riuscito, me lo faresti copiare?"

Sebastian rise a quelle frasi e scosse il capo "Spiacente non sono così intelligente, quella donna è un mostro ... e comunque volevo dirti una cosa" deglutì fissandosi attorno "Tu ... tu mi piaci Joe. Ma davvero tanto." Balbettò diventando rosso.

"Bas ... dimmi che stai scherzando, ti prego." Non appena Smythe scosse il capo, fece un passo indietro. "Tu sei gay ..."

Sebastian tentò di avvicinarsi all'altro ragazzo "Sì, ma sono il tuo migliore amico. Sono sempre io!"
"Oh no!" Sbottò Joseph "Tu sei solo uno schifo di freak, sei un'anomalia. Stai lontano da me!"

Il cuore di Sebastian si sgretolò in una frazione di secondo.

Quelle parole, quella frase e soprattutto quell'espressione disgustata lo fecero sentire umiliato, così mise un piede dietro all'altro e scappò da quel posto, da quei sentimenti. Cercò di correre più forte che poteva per raggiungere casa sua velocemente.

Non voleva mai più sentirsi così. Aveva provato ad aprire il suo cuore, ma aveva ricevuto in cambio solo disprezzo e scherno da parte del suo migliore amico, colui che avrebbe dovuto capirlo meglio di chiunque altro.

Quel giorno Sebastian Smythe si fece una promessa che avrebbe mantenuto per molti anni: giocare con chiunque, vivere la vita degli altri come se fosse un gioco da usare e poi da buttare via.

Perché se tu fai soffrire per primo, nessuno può farti del male.


NON ODIATEMI CHE SONO COCCOLOSA! CoffQuantoUnCactusCoff
Grazie che leggete, e grazie che non mi avete ancora tagliato la testa ... siete degli ammmori! <3 (e io sono paracula)
Andate qui e salvate la nostra bella Mangusta!
https://www.facebook.com/pages/Amici-della-mangusta/1378973422420798?fref=nf 

grazie a http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=47793 per il betaggio

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: black_eyes