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Autore: Lunete    17/05/2015    2 recensioni
Tutta la storia di Dragon Age: Awakening raccontata da un punto di vista un po'...peloso!
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – La fame è il miglior motivante

 

Rumori molesti e insistenti mi disturbarono nel momento clou della mia giornata: il sonnellino serale. Aprii gli occhi pigramente e mi rigirai a pancia in su, attendendo pazientemente i grattini che mi erano dovuti. Ma quelli non arrivarono, anzi! Al loro posto arrivarono delle urla provenienti da qualche angolo remoto della fortezza, mettendo in serio pericolo la salute delle mie delicate orecchie. La curiosità prese il sopravvento, così decisi di indagare: mi affacciai nel cortile e vidi che gran parte degli abitanti del castello era impegnata a farsi uccidere da alcuni mostri grigi e puzzolenti. Benedetta gente, non poteva scegliere un altro momento per farsi squartare se non durante il mio riposino?!
In quel momento uno scalpitare di zoccoli si aggiunse ai rumori molesti, annunciando l'arrivo di diversi destrieri, tutti tirati a lucido.
«Regina Aledis! La fortezza è sotto l'attacco dei Prole Oscura!» esclamò un soldato, che si era inginocchiato di fronte ai nuovi arrivati.
Dunque quella era la Regina di cui tutti parlavano, l'eroina che aveva ucciso l'arcidemone ponendo fine al Flagello. Certo, non pensavo fosse così equina. L'umana che stava sopra alla Regina rispose al suo posto, cosa che ritenni alquanto sconveniente; fossi stato io al posto della regnante, l'avrei punita senza indugio.
«Da dove sono arrivati?»
«N-non lo sappiamo Vostra Altezza, sono apparsi dal nulla!» rispose il soldato.
Sua Altezza Equina ed il suo seguito proseguirono verso il cortile interno, quello, per intenderci, dove stavano avvenendo gli squartamenti. Gli umani scesero dai destrieri, legandoli ad una staccionata; era a dir poco un oltraggio nei confronti di quelle nobili creature, ma forse qui la gente aveva usanze un po' strane. Certo, ad Orlais, Paese da cui provenivo, l'Imperatrice non avrebbe mai permesso che la trattassero così. Gli umani appena arrivati ebbero la meglio sui mostri puzzolenti e salvarono gran parte della gente; vidi a terra l'uomo che solitamente si occupava di cibarmi, così decisi di reclamare uno spuntino, visto che il mio sonnellino era stato così fastidiosamente interrotto. Ma nonostante i miei miagolii insistenti, quello non accennava ad alzarsi, anzi, continuava a guardarmi con occhi spalancati, rimanendo immobile sopra una pozza di liquido rosso. Aspetta, mica era sangue quello? E se era sangue forse voleva dire che era inesorabilmente deceduto? Mi voltai rapidamente verso gli umani che avevano combattuto fino a poco tempo prima e vidi che stavano filando velocemente verso la fortezza. Decisi di seguirli: d'altronde, visto che non avevano salvato il mio servitore, avrebbero dovuto occuparsi loro del mio sostentamento d'ora in avanti.
Quando li raggiunsi pensarono bene di sbattermi il portone sul muso: quale impudenza, stolte creature!
Alzai gli occhi e vidi che c'era una finestra aperta al primo piano, così mi arrampicai in un albero lì accanto ed atterrai graziosamente sul davanzale. Dentro la stanza era buia, ma sembrava tutto tranquillo ed in ordine, cadaveri a parte. Zampettai verso le scale, con l'intenzione di raggiungere gli umani, ma trovai la via fastidiosamente sbarrata da corpi sanguinolenti; non volevo certo imbrattarmi il mio manto splendente di roba rossa ed appiccicosa! Saltai sul corrimano e da lì raggiunsi le travi del soffitto, da dove osservai pigramente gli umani mentre combattevano con quei cosi grigi. Proseguii lungo le travi fino a raggiungere la stanza adiacente, dove un mago stava arrostendo un nemico, che si aggiunse alla pila di cadaveri sparsi attorno a lui. Proprio mentre l'arrosto cadeva a terra, nella stanza irruppero gli umani, che frenarono con poca grazia di fronte al mago.
Quest'ultimo alzò le mani e disse «so che può sembrare sospetto, ma vi giuro che non sono stato io!».
Il suo modo di mentire così naturale e sciolto mi fece capire che era l'umano più sveglio tra di loro, quindi decisi che lui sarebbe stato il mio servitore preferito.
Comunque l'umana che aveva parlato al posto della Regina, una morettina con capelli lunghi e occhi azzurri, lo squadrò dall'alto in basso prima di chiedergli «e voi chi sareste?».
Il mago s'inchinò a lei e rispose «mi chiamo Anders, mia Regina».
Regina? Ma non era stata legata fuori in cortile la Regina? O forse...oh. Beh, che ci volete fare, a volte anche le creature perfette come me possono commettere degli errori!
Poco più tardi agli umani si unì anche un nano, che puzzava terribilmente di alcol ed esibiva una zazzera di capelli assurdamente arancioni; da come sventolò la mano, con fare fin troppo allegro e gioioso, capii che doveva conoscere piuttosto bene la Regina.
Continuarono ad ammazzare mostri grigi per quello che mi sembrò un tempo infinito, facendomi spazientire: insomma! Quando pensavano di servirmi la cena?!
Decisi quindi di adottare la tecnica “dammi-da-mangiare-o-stramazza-al-suolo”, ovvero m'infilai tra le gambe degli umani, miagolando insistentemente; quelli però non badarono alle mie proteste, poiché una degli umani urlò «Rowland!» e si precipitò al fianco di un tizio morente. Il tizio tossì, sputacchiando sangue dappertutto e quasi raggiungendomi con qualche goccia (io soffiai per sottolineare la mia disapprovazione), quindi cominciò a blaterare cose insensate, del tipo che all'improvviso quei mostri grigi si erano messi a parlare; gli umani sembrarono non credergli più di tanto e questo mi fece capire che forse c'era ancora qualche speranza per la loro specie.
Finalmente raggiungemmo l'esterno, il mio naso sensibile non poteva più sopportare l'odore che stagnava all'interno della fortezza, un mix letale di sangue, putrido ed esseri umani.
Ovviamente non feci in tempo a rilassarmi e godermi la brezza serale, dato che uno di quei tizi grigi ci aspettava con fare minaccioso all'estremità della terrazza in cui ci trovavamo. Il mio stomaco brontolò per protesta, anche se non saprei dire se era più per la fame o per l'ennesima zaffata di putrido che arrivò alle mie narici. Comunque il tizio grigio cominciò veramente a parlare, confermando quello che l'umano morente andava blaterando poco prima, cosa che fece alquanto scandalizzare il gruppo dei miei servitori. Infatti si lanciarono all'attacco in men che non si dica: forse perché l'essere grigio aveva una voce particolarmente sgradevole? O forse perché stava puntando un pugnale alla gola del siniscalco della fortezza? Poco importava, quel che m'interessava veramente era che si sbrigassero a nutrirmi!
Mi lisciai il pelo, attendendo pazientemente il termine dell'ennesima carneficina, ma quelli pensarono di finire il nemico proprio nel bel mezzo del mio bidet. Tutti sanno che in quella posizione è impossibile guardare ciò che succede intorno! Quando risollevai lo sguardo dalle mie parti intime, scoprii con orrore che gli umani erano spariti e accanto a me giaceva la testa del tizio grigio parlante, che mi fissava con quegli occhi vitrei e ripugnanti. Bleah!
Mi affacciai sul bordo della terrazza e vidi che alla fortezza erano arrivati altri umani, i quali stavano intrattenendo ancora il gruppo dei miei servitori. Balzai nel cornicione sottostante e proseguii fino a toccare elegantemente terra, raggiungendo così gli umani raggruppati davanti al cancello. A quanto pare si stavano perdendo di nuovo in chiacchiere futili, come, ad esempio, decidere la sorte del mago di nome Anders. Insomma gente, volete proprio eliminare l'unico elemento intelligente fra di voi?! Per fortuna la Regina era del mio parere e cercò di far valere le proprie ragioni, discutendo con un tizio in armatura ed un ridicolo ciuffo di peli biondo miele in testa. Alla fine lei ebbe la meglio, così inviò Anders, il nano pel di carota e l'altra umana verso la fortezza, mentre lei rimase con il tizio in armatura. E ora chi avrei dovuto seguire?! Alla fortezza di sicuro ci sarebbe stato del cibo per me, ma non era detto che mi prestassero le dovute attenzioni; d'altra parte la Regina era pur sempre la Regina, se mi avesse notato avrebbe potuto farmi portare la cena semplicemente schioccando le dita. Giusto?
Rimasi ai piedi della Regina Aledis, miagolando come un matto e strusciandomi ai suoi piedi. Che cosa umiliante, io costretto a strusciarmi ai piedi di un'umana per avere del cibo! Oltretutto non servì a nulla, dato che l'umana in questione era troppo impegnata a sbacciucchiarsi con il tizio dal ciuffo biondo per prestarmi attenzione.
L'atmosfera si stava facendo decisamente troppo melensa peri miei gusti, così decisi di affrettarmi e seguire l'altro gruppo, che però mi aveva già distanziato parecchio: ero quasi riuscito a raggiungerli, quando questi mi sbatterono il portone della fortezza sul muso. Di nuovo. Ma stavolta sapevo già come entrare: alzai lo sguardo verso la finestra del primo piano e la trovai...chiusa. Emisi un basso brontolio, ma non c'era nessuno attorno a me che avrebbe potuto badarci. Che razza di servitori mi ero scelto?! Dovevo assolutamente punirli! Mi arrotolai davanti all'entrata: avrei aspettato pazientemente che uscissero. Oh, eccome se lo avrei fatto!

Note dell'autrice:
Salve a tutti! Ho deciso di pubblicare anche questa long che mi frullava in mente
già da un po'! Spero solo di riuscire a destreggiarmi bene tra Elionor, Dahlia e
Ser Pounce-a-lot! XD Scrivetemi pure i vostri commenti/critiche/osservazioni
ecc...io non mi offendo di certo! A presto!
Baci <3
Lunete

 

   
 
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