Film > Troy
Ricorda la storia  |      
Autore: xXBREAKTHERULESXx    17/05/2015    1 recensioni
- Il giorno è arrivato. Con estrema lentezza rivesto le nuove armi che hanno concepito per me. Aspetto Ettore davanti alle mura di Troia. Ho dato ordine ai miei soldati di non intervenire. L’unico ad ucciderlo devo essere io.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Achille
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un ricordo lontano - La conquista di Ilio
 
Sospiro guardando il sole tramontare. L’acqua del mare ha assunto una tenue colorazione dorata. Mi sporgo cauto, immergendo la mano nell’acqua. Ormai è passata una settimana da quando mi hanno chiamato a combattere contro Troia. Sono consapevole che questa sarà la mia ultima battaglia, ma è stata una mia scelta. Immerse nella penombra scorgo le sagome delle altre barche. Dopo qualche minuto di affannosa ricerca trovo la barca di Ulisse. Le mie labbra si curvano in un sorriso divertito. Il re di Itaca è proprio dietro di me e, anche se non riesco a vederlo, sono certo che mi stia osservando. I miei occhi si soffermano sui miei compagni di armi e su Patroclo, mio cugino. Mi avvicino a lui e lo abbraccio teneramente. Le mie labbra incontrano le sue in un bacio dolce e casto. I miei occhi si chiudono mentre poso la mia testa sul suo petto.

-Ragazzi, venite a vedere! Un grido euforico mi giunge alle orecchie. Imprecando, apro gli occhi restando abbagliato dai raggi del sole. Alzo lo sguardo. E’ l’alba e nel cielo non è presente una sola nuvola. Sbadigliando mi alzo dal giaciglio di paglia che mi fungeva da letto e mi sporgo dalla nave. In lontananza vedo una città protetta da mura colossali. La voce di Patroclo, ormai sveglio, conferma quello che sto vedendo. –Siamo a Troia, cugino!- mormora. Nella sua voce c’è eccitazione, non vede l’ora di combattere la sua prima battaglia. Una smorfia di dolore sostituisce lo stupore iniziale. E’ così presto per perderlo definitivamente…Le grida dei miei Mirmidoni sembrano destarmi da queste riflessioni. –Mio re…ma quella è…!- -Si!- rispondo mentre i mei occhi si illuminano –quella è Troia!-

Quando le navi si fermano sulla morbida sabbia della costa, mi rendo finalmente conto di essere arrivato a destinazione. Con un agile salto tocco terra e, sorridendo a Patroclo, lo invito a fare lo stesso. Il resto del giorno lo impiego a sistemare l’accampamento, montare la tenda e lucidare le mie armi. Quando giunge la sera, mi addormento esausto.

Ormai sono parecchi anni che assaltiamo Troia. Se devo essere preciso, questo è il decimo. Le mura di quella maledetta città sembrano invalicabili. La battaglia di oggi sembra però aver dato qualche frutto. Distruggendo il tempio di Apollo, abbiamo fatto schiave tutte le sue sacerdotesse. Adesso si trovano nelle tende degli uomini, ed essi sono liberi di usarle a proprio piacimento. Anche io ne ho una, Briseide, ma la tengo prigioniera più per dovere che per piacere. Un messaggero mi raggiunge di corsa e mi consegna una lettera. Le mie labbra assumono una smorfia di disprezzo non appena vedo la firma in fondo al documento. Agamennone. Un pallone gonfiato che, per mia sfortuna, sono costretto a servire. La lettera parla di una certa Criseide. Il padre, promettendo un ricco riscatto, è venuto a chiedere la sua liberazione. E per questo stupido problema, Agamennone ha convocato l’assemblea dei re. Problema che avrebbe potuto risolvere facilmente da solo, senza l’aiuto degli altri. Entro nella tenda per ultimo. I re sono tutti seduti in cerchio, silenziosi. Mi siedo accanto ad Ulisse e aspetto. Prende la parola Agamennone esponendo il suo problema. Non vuole restituire Criseide, ma nel frattempo la peste infuria da qualche giorno ormai sul nostro accampamento, facendo strage di animali ed uomini. I miei occhi si soffermano su Calcante che, alzatosi in piedi, spiega al re il motivo della peste. Come avevo previsto, Agamennone si arrabbia. Ha paura di perdere la propria autorità rimanendo senza bottino di guerra. Mi alzo i piedi di scatto irritato dal suo comportamento. –Sciocchezze!- sussurro con voce gelida. – Mio re, quando espugneremo Troia ti offriremo doni ancora più grandi. Ma dovrai restituire Criseide al padre ed aspettare la nostra vittoria- mormoro restando in piedi. Agamennone non accetta la mia proposta, anzi, decide di prendersi Briseide, la MIA schiava. Non dico niente, lasciando che gli uomini si introducano nella mia tenda per prenderla. Di lei non mi importa molto ma il mio orgoglio di re, ferito, medita vendetta. –D’accordo Agamennone. Tieniti pure Briseide. Ma io non combatterò più per te- Questa volta grido, incapace di trattenermi. Esco dalla tenda a testa alta, come un re dovrebbe fare.

Ormai sono parecchi giorni che non metto piede sul campo di battaglia. hanno fatto di tutto per farmi rientrare, mandando perfino Ulisse a discutere con me della faccenda. Ma niente. Sono irremovibile. I Troiani stanno vincendo ma a me non interessa. Sono ancora adirato per il comportamento di Agamennone. Apro gli occhi svogliatamente e mi alzo in piedi. E’ da tanto che non combatto ed il mio corpo pare meno atletico di prima. Delle urla di incitamento e di gioia giungono alle mie orecchie. -Achille è tornato! -Achille è tornato in guerra per noi! I miei occhi stupiti vagano per la tenda alla ricerca di una possibile spiegazione dell’accaduto. Mi avvicino al posto dove appoggio la mia splendente armatura dorata. Non c’è. Finalmente capisco. Disperato, mi rintano in un angolo dell’accampamento, le mani tra i capelli. Patroclo…Fingendosi me guidava gli Achei! Ma sapevo già che non sarebbe uscito vivo da quella battaglia. Ma il mio cuore nega l’evidenza. Deve tornare vivo! Al tramonto il corteo di soldati si ferma alla mia tenda. Le loro voci arrivano debolmente al mio orecchio. Corro fuori dalla tenda e abbraccio il corpo insanguinato di Patroclo. I soldati si allontanano lasciandomi in pace. So già chi è stato ad ucciderlo. Ettore, principe Troiano. Mi alzo in piedi e giuro davanti al corpo di mio cugino che l’avrei vendicato. Domattina sarà la battaglia che deciderà le sorti della guerra. Ed io sarò in prima linea, pronto ad uccidere Ettore.

Il giorno è arrivato. Con estrema lentezza rivesto le nuove armi che hanno concepito per me. Aspetto Ettore davanti alle mura di Troia. Ho dato ordine ai miei soldati di non intervenire. L’unico ad ucciderlo devo essere io. Finalmente il principe Troiano esce dalle mura ma, accorgendosi della mia presenza, inizia a scappare lontano. Lo inseguo come un falco insegue la sua piccola preda. Percorriamo tre volte il perimetro di Troia prima che lui si fermi. Lo guardo, i miei occhi carichi di odio si immergono nei suoi, spaventati ma decisi. Mi diletto della paura, della sua sofferenza…Iniziamo a combattere, ogni mio colpo è carico di forza e rabbia. La mia lancia si spezza ma la sostituisco subito con un’altra. Ettore, invece, decide di difendersi con la spada. Pessima scelta. La punta della mia asta penetra facilmente nella sua carne, facendolo cadere. Ormai gli restano pochi minuti di vita, ma lui li spende per maledirmi. Non lo ascolto. Sono consapevole che la mia morte è vicina. Afferro il corpo di Ettore e, dopo averlo legato al mio carro, lo trascino nella polvere, tra i sassi, scempiando quel corpo un tempo possente.

Sono passati alcuni giorni da quando ho ucciso Ettore. L’accampamento tace, come aspettando un mio movimento. Riposo nella mia tenda, al riparo dagli sguardi inquisitori dei soldati. Un fruscio di stoffa mi sorprende. Il tempo di voltarmi, trovo Priamo, re di Troia, intento a baciarmi la mano. Ammetto di aver inizialmente provato stupore e paura ma adesso sono solamente disorientato dal suo comportamento. Inizia a parlare e, ricordando mio padre e Patroclo, unisco le mie lacrime ed i miei lamenti ai suoi. Mi chiede di restituirgli il corpo del figlio e, dopo un’intera discussione, accetto. Faccio lavare il corpo dalle mie ancelle e resto a guardare il re allontanarsi dal mio accampamento, diretto a Troia. Ormai la mia fine è vicina, ma l’affronterò con decisione e coraggio, fiero di essere morto per qualcosa di così importante. Chissà, forse verrò ricordato anche dopo la mia morte. Forse scriveranno storie su di me…Ma adesso resto immobile a fissare l’alba. Domani sarà il mio ultimo giorno. Domani assalterò Troia.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Troy / Vai alla pagina dell'autore: xXBREAKTHERULESXx