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Autore: Uta Fantasy    17/05/2015    0 recensioni
Questa storia ha per protagoniste tre personaggi di mia invenzione: Uta Fantasy, Coraline, Tiffany.
E' triste, lo so, ma l'ho scritta un anno fa e avevo voglia di pubblicarla. Buona lettura.
Dal testo:"Uta non disse niente; non volle dire niente.
Si limitò ad assistere al lugubre e triste spettacolo a cui lei stessa aveva fornito le marionette.
I passi di una melodia maledetta e incomprensibile li avrebbero guidati per sempre, anche quando ormai sarebbero stati completamente logorati, e divorati del tutto."
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Doll's Hell. The Puppet.

Camminava. Non era agitata.
Camminava lenta; sapeva dove andare. Quel posto non la confondeva come faceva con gli altri.

Lei era già assoggettata.

Arrivò in uno spazio ampio e scuro, come il resto d'altronde. Il Cuore del Male, questo era in nome del ciondolo che teneva sempre al collo, sì illuminò e al centro della sala comparvero quattro persone: un'adolescente, una ragazza, una giovane donna e un ragazzo.
Uta avanzò.

- Coraline! - Chiamò.

Dal un punto in cui il tessuto che ricopriva le pareti si alzava, si udirono dei passi. Sapeva già a chi appartenevano.
Nell'oscurità si potè intravedere una ragazza, o una bambola; oppure entrambe le cose.
Indossava un abito marrone un po' strappato, ricco di toppe di ogni forma; le scarpe erano color ruggine e le calze a righe colorate, alte fino alle ginocchia. Sulla testa c'erano delle specie di orecchie di stoffa scarlatte, e i suoi capelli erano grigio-argento con le punte nere e rosse... I particolari più strani erano la placca di cuoio con un bottone cremisi sull'occhio sinistro e i suoi arti molto simili a quelli di una bambola.
Non era tanto lei a preoccuparla però, ma ciò che si trovava sulla sua spalla.

Piccola e di pezza poteva sembrare, ma quell'essere non era niente di tutto ciò.

La sua pelle era livida e i suoi capelli grigio-spento; dalla testa spuntavano due minuscole corna, e dalle spalle pendevano un paio di ali da insetto verdognole striate di nero. La bambola di pezza indossava un piccolo vestito color sangue, i suoi occhi erano bottoni del medesimo colore e la sua bocca era stata cucita.
Nessuno avrebbe potuto mai immaginare cosa fosse davvero.

Il demone dell'Inferno in una bambola; i quattro corpi erano per lui.

- Be.ne. Che .b.el re.g..alo.. -Anche se si trovava in un luogo che le dava energia, aveva ancora difficoltà a parlare e a muoversi.
Uta non disse niente; non volle dire niente.
Si limitò ad assistere al lugubre e triste spettacolo a cui lei stessa aveva fornito le marionette.

Coraline, questo era il nome con cui il demone voleva essere chiamato, scese dalla spalla della sua schiava e i corpi si sollevarono. Mille fili si materializzarono e scesero dalle pareti di quel luogo infernale, conficcandosi nelle loro carni e arrivando fino alle loro anime che ormai non gli appartenevano più. Sorde grida si udirono in tutta la grande stanza; le quattro vittime vennero assoggettate, i pensieri soppressi e le vite spezzate.
Si alzarono piano, ormai vuoti di ogni cosa; iniziarono a muoversi, spinti da una forza stregata. I quattro fantocci, sostenuti da fili di oblio, avevano incominciato a danzare seguendo una musica maledetta e inudibile, per nutrire e compiacere la creatura che li aveva ridotti allo stato di marionette.
I passi di una melodia maledetta e incomprensibile li avrebbero guidati per sempre, anche quando ormai sarebbero stati completamente logorati e divorati del tutto.

Conclusa la trasformazione, la stanza tornò come prima; o quasi.
- Possiamo andare. - Disse Coraline voltandosi.
- Bastarda... - Sussurrò Uta.
- Senti chi par.la. Prop.rio tu che..h.. -Tossì, e Tiffany, la schiava, le fece spazio.

Uta non potè controbattere; sapeva che la bambola aveva ragione.
Entrambe avevano ucciso e distrutto, ed era stata proprio lei a creare quel mostro, il quale la costringeva a portarle innocenti vittime; o se le sarebbe scelte da sola.
Era stata lei a stringere un patto con il Male, e ora era obbligata a sopportare tutto, senza poter emettere alcun lamento. Aveva il potere di distruggere, e se provava in qualche modo a creare, questa era la prova di cosa succedeva.

Il demone apparve sul suo trono, al centro del suo regno di dannazione e sangue. I suoi occhi erano scarlatti come ogni parete di quel luogo e il sangue delle sue marionette, così diversi da quelli di questi ultimi che invece erano grigi e spenti. Tali erano anche gli occhi dell'unica ragazza vestita di viola in quella sala.
Mai più un raggio di luce li avrebbe illuminati.

Mai più.

Angolino Autrice.
Da dove è uscita questa one shot? Non ne ho la più pallida idea.
L'ho scritta circa un anno fa, e ho paura che se la rileggo potrei avere gli incubi stanotte. I tre personaggi sono le mie OC, e volevo sottolineare che in certi casi, per Coraline, ho usato sia il maschile che il femminile apposta: il demone dovrebbe essere maschio, ma è intrappolato nel corpo di una bambola (femmina).
Non so che dire, spero di non essere stata troppo un disastro (ci giurerei XD) e ringrazio chi ha letto. Saluti! :)
Uta.

   
 
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