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Autore: Sora_ale    18/05/2015    4 recensioni
Tratto dal testo:
"La foresta, silenziosa, isolata, riparata da sguardi indiscreti, il luogo perfetto per chi vuole trascorrere del tempo da solo, senza essere disturbato. Artù lo sapeva bene..."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La foresta, silenziosa, isolata, riparata da sguardi indiscreti, il luogo perfetto per chi vuole trascorrere del tempo da solo, senza essere disturbato. Artù lo sapeva bene, ecco perché, dopo l'ennesimo litigio col padre, prese il cavallo e corse a rifugiarsi in quel labirinto di alberi a lui molto familiare. Il solo splendeva in cielo, ma solo pochi raggi riuscivano a filtrare la rete di rami e foglie che sovrastava la testa del principe. Cavalcò senza una meta ben precisa per diverse ore. Il sentiero era ben noto al futuro Re di Camelot, avrebbe potuto percorrerlo anche ad occhi chiusi se non fosse per un piccolo dettaglio che Artù reputò insignificante: una piccola frana aveva interrotto il cammino segnato. "Posso costeggiarla facilmente" pensò il biondo, ma più si addentrava nel cuore della foresta, più si rendeva conto che il suo orientamento vacillava, che il sole stava ormai calando e portando via con se l'unica fonte di luce che permetteva ad Artù di vedere più distante di un palmo dal suo naso. Non era di certo preparato per potersi accampare, non aveva coperte, non aveva cibo, ma cosa più importante, non aveva il suo servitore con se; ma non poteva fare altrimenti. Raccolse un po' di legna secca, accese un fuoco e vi si rannicchiò vicino, in previsione del freddo che, di li a poco, avrebbe aleggiato su tutta la foresta.

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Era stato stupido, troppo stupido a lasciare che Artù corresse via, verso la foresta, da solo. Non l'aveva seguito, non era corso dietro di lui quando il padre l'aveva praticamente cacciato dalla sala da pranzo. No, Merlino era rimasto li, a guardare il suo futuro Re allontanarsi velocemente. Sapeva però dov'era andato; era un'abitudine di entrambi rifugiarsi nella foresta quando non si voleva intorno compagnie indesiderate. Fu forse per questo che, quando vide la notte incombere, decise di prendere anche lui un cavallo e andare a cercare quella testa di fagiolo che non era tornato al castello. 

Si addentrò nella foresta e seguì il sentiero velocemente. Non fu difficile capire perché il principe si fosse probabilmente perso quando vide la frana e le impronte illuminate dalla luna piena lasciate dal cavallo del disperso. Le seguì passo passo fino ad arrivare all'accampamento improvvisato del giovane Artù. Il fuoco era ormai spento, solo qualche brace ardeva ancora, senza però emanare calore. Vicino ad esso, una figura rannicchiata tremava terribilmente. Merlino lo riconobbe subito, Artù era lì, indifeso e congelato, e sembrava non avesse bisogno altro che di calore. Il mago si precipitò dal biondo e lo avvolse con una coperta. Questo immediatamente si svegliò e si allontanò di scatto, puntando la spada contro il nuovo arrivato.
-Artù! Sono io, Merlino! Io vengo a salvarvi dal freddo e voi mi accogliete così?- Lo fermò subito il moro. 
-Merlino? Che ci fai qui? Come mi hai trovato?- Chiese stupito il principe. 
-Ve l'ho detto, sono qui per salvarvi dal freddo, dai banditi e dai lupi. Ho seguito le tracce, anche un bambino avrebbe potuto trovarvi.- rispose.
-Non avevo bisogno del tuo aiuto.- lo rimproverò Artù, stringendosi nella coperta e tremando ancora.
-Allora questa posso anche riprendermela.- Merlino fece per tirare la coperta via dal suo possessore, che però la stringeva forte. 
-Assolutamente no!- rispose il biondo, avvolgendovisi ancora di più.
-E' tardi adesso, dormiamo, domani all'alba torneremo a Camelot.- sentenziò Artù, sdraiandosi su un fianco.
-Certo, c'è solo un problema. Abbiamo una sola coperta, e si dia il caso che è proprio quella che stringete voi con tanta fermezza.- comunicò il giovane moro avvicinandosi al principe.
-Merlino, sei un idiota! Sai che stai venendo nella foresta di notte e porti con te solo una coperta?! Sei il peggior servitore del mondo.- Artù sollevò la coperta, come per invitare il mago a stendersi vicino a lui. Merlino non se lo fece ripetere due volte, subito si sdraiò di fianco al biondo, dandogli le spalle e coprendosi con parte della coperta. Artù era rivolto verso la schiena di Merlino, la coperta piccola costringeva i due a stare vicinissimi l'uno all'altro, in un contatto di corpi imbarazzante.
-Merlino... Grazie di essermi venuto a cercare.- disse dopo un po' il principe.
-Ero sicuro che vi foste perso, siete una testa di fagiolo dopotutto.- ridacchiò il giovane mago.
Artù diede una leggera pacca sulla spalla a Merlino, come per rimproverarlo, lasciando poi la mano poggiata sulla spalla del ragazzo magrolino. Un silenzio profondo calò, interrotto solo da qualche gufo e dai respiri leggeri dei due ragazzi.
Passò qualche minuto e dei brividi di freddo percorsero i corpi dei giovani, impedendo loro di prendere sonno. Dopo poco Merlino si decise, prese la mano dell'amico poggiata sulla sua spalla e la fece scorrere delicatamente fino alla vita, per poi tirarla dolcemente a se fino a portarsela sul ventre, così che Artù lo abbracciasse; intrecciò le sue dita con quelle della mano del principe, chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal calore de corpo del compagno a contatto con la sua schiena. Artù si sentì avvampare, il contatto dei loro due corpi, anche se vestiti, lo faceva impazzire. Di colpo strattonò il corpo esile del servitore, fino a farlo girare verso di se. Si trovarono uno di fronte all'altro, le punte dei nasi in contatto, il chiarore della luna che illuminava appena i loro occhi ormai adattati al buio, che si specchiarono rispettivamente in quelli dell'altro, il braccio di Artù che cingeva la vita di Merlino, stringendolo a se. Nei loro occhi si accese una scintilla di desiderio. Le loro labbra finalmente si unirono in un bacio appassionato che entrambi bramavano da tempo, ma che mai avevano avuto il coraggio di dare. Sentivano entrambi le loro erezioni crescere attraverso i pantaloni. La mano di Artù si insinuò sotto la maglia di Merlino, accarezzando e graffiando delicatamente la sua pallida schiena. Il mago lo imitò, torturando un capezzolo del suo padrone. Il freddo era sparito, i loro corpi avvampavano di passione sotto il candore gelido della luna che illuminava appena le due figure che si amavano e si univano in un unico corpo, un unico desiderio, un unico sentimento. Tutto era lontano da loro, lì, nella foresta deserta. Persino i gufi erano distanti quella notte, i due amanti erano in un altra dimensione, noncuranti di nessuno, distanti dal mondo, solo il principe Artù ed il mago Merlino.
Quella notte i due si amarono follemente, in una dolce danza che venne interrotta dai primi raggi di sole che, entrambi, avevano sperato di non vedere mai. Rimasero abbracciati finché il sole sorse quasi del tutto, poi, simultaneamente, come se fossero collegati, si alzarono e si rivestirono, costretti a dirigersi di nuovo a Camelot, costretti a tornare nel mondo vero, dovevano abbandonare quella dimensione che era solo loro, quella notte che mai avrebbero dimenticato, ma di cui mai più avrebbero parlato.

Angolo dell'autrice: Salve a tutti! Sono felicissima di pubblicare questa FF finalmente, è un sacco di tempo che ne avevo voglia, ma ho il brutto vizio di scrivere sempre su un quaderno e di scocciarmi poi a trascriverlo u.u lo so, sono pigra. Comunque spero di aver reso bene quello che c'era nella mia testa quando l'ho scritta, mi dispiace di non aver descritto la scena hot in modo decente ma, abbiate pietà, è la prima FF a reating arancione che scrivo (inizialmente era rosso, poi una lettrice mi ha fatto notare che in effetti poteva benissimo essere anche arancione, grazie! ) e mi sembra un grande passo in avanti xD detto questo, ringrazio tutti quelli che leggeranno e recensiranno questa FF, un bacio a tutti! (come sono affettuosa oggi).                               
  
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