I’ll tell you
my sins, so you can sharpen your knife.
[ Spoiler
quinta stagione Game of Thrones.
Multicouples. What if? R+L=J. ]
Sfida:
1. Scegli un personaggio, una coppia o un fandom.
2. Apri la tua cartella di musica e seleziona
la modalità di riproduzione casuale e fai partire.
3. Scrivi una drabble-flashfic
che sia collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della
canzone per terminare la drabble: inizi con l’inizio
della canzone e finisci quando finisce, niente esitazioni! Non importa quanto
scombussolata è la tua drabble.
4. Scrivine 10, poi pubblicale.
#1. You’re the antidote
to everything (Roslin Frey/Robb
Stark);
Le iridi grigiastre di Roslin incontrarono quelle azzurre del Re. Esse parevano
scavare a fondo in quell’esile corpo, mai sfiorato da nessun’altro fuorché la
mano forte che ora la stringeva, avvicinandola a sé dopo ogni passo compiuto
verso il tavolo imbandito a festa. Robb Stark non aveva abbandonato il fianco della nuova moglie
nemmeno per un istante, talvolta permettendo alle proprie dita di scivolare
lungo la vita sottile, allontanandola dal resto dei festeggiamenti, richiamando
la sua attenzione, bramando conoscerla nonostante inizialmente avesse storto il
naso di fronte a quell’unione, come un bambino viziato.
Baciò il dorso della
mano piccola e calda di Roslin Frey,
mentre il padre Walder a capo del tavolo sollevava il
calice, felice forse che, finalmente, una delle proprie figlie avesse sposato
un buon partito – il Re del Nord, nientemeno.
Robb sorrise per la prima
volta dopo giorni, esattamente come aveva fatto quando Roslin
s’era tolta il velo, rivelando il più dolce volto che il ragazzo avesse mai
scorto nella sua breve vita. Quando la trascinò accanto a sé, sentendo il suo
calore, non pensò al numero delle truppe che suo padre gli avrebbe offerto, ma
a quanto sarebbe stato piacevole affondare in lei e farla propria, per sempre.
#2. And you take my breath
away (Jaime Lannister/Brienne di Tarth);
Brienne non imprecava mai, nonostante avesse passato
gran parte della propria vita circondata da uomini rozzi e bifolchi. Ciò non
era cambiato nemmeno in tempi di guerra – non che lei amasse quegli anni,
eppure riusciva finalmente a sentirsi utile
in qualche modo.
Jaime Lannister, dal canto
proprio, invece, imprecava un sacco. La bocca dello Sterminatore di Re era
ricolma di parolacce e lodi di morte a chiunque tagliasse loro il cammino, e Brienne si limitava a roteare gli occhi non vista,
infastidita da quel modo di fare da signorina viziata.
La prima volta che imprecò, Brienne
di Tarth, desiderò aver trattenuto il fiato.
Ritrovarsi a poco più d’una spanna dal volto di Jaime
Lannister non avrebbe dovuto agitarla, ma disgustarla
– eppure imprecò, facendolo sogghignare.
«Mai avuto un uomo tanto vicino?» Le aveva detto, e se Brienne ne avesse avuto la voce, l’avrebbe trafitto con le
proprie parole. Invece sollevò il mento, superandolo con una spallata dolorosa,
e ancora Jaime imprecò.
Questa volta, Brienne sorrise
soddisfatta.
#3. I know
that goodbye means nothing at all (Arya Stark/Gendry
Waters);
Quel ragazzo aveva un gran brutto caratteraccio. Si arrabbiava
con facilità, ed invece che sbottare contro gli altri, rimaneva burbero con le
spalle incurvate e i capelli sporchi a coprirgli gli occhi oscurati.
Thoros di Myr aveva visto
molte volte Gendry ridere, lo infastidiva quasi,
però, vedere sempre correre quello sguardo da cucciolo sperduto verso i cespugli
quand’essi si muovevano, come se sperasse di vedere la sua piccola lady tornare da lui. Che ingenuo idiota, pensava,
tracannando altro vino e sporcandosi la barba rossiccia.
Gendry non ribatteva mai quando gli altri lo prendevano
per i fondelli, chiamandolo ragazzo innamorato. Si limitava a battere il ferro
più forte, imprecando con le parolacce che aveva imparato a Fondo delle Pulci.
Alcune di esse le aveva insegnate ad Arya. Potevano
anche chiamarlo idiota, tuttavia Gendry sapeva che
quell’addio dato alla ragazzina non valesse un cazzo. Si sarebbero rivisti, anche se la speranza era roba per i
disperati.
#4. You
see her when
you close your eyes (Eddard
& Lyanna Stark);
Unitamente al rumore dei tuoni che cadevano dal cielo, Eddard Stark poteva distintamente
udire il clangore del ferro impregnare l’aria fredda di Grande Inverno. La
tempia era tuttavia imperlata di lucido sudore, il quale colava lentamente
lungo il corpo addormentato. All’interno di quel concerto di suoni, uno più
surreale dell’altro, una risata s’elevava al punto tale da distrarre il lord.
Il nome che portava il volto sorridente era uno soltanto, ed Eddard allungò la mano, per sfiorare ancora una volta quei
capelli corvini – per sussurrarle che Jon stava bene, come promesso.
Ciò che il signore toccò, tuttavia, fu il vuoto. Sino a
quando, almeno, la mano di Catelyn non si chiuse
intorno alla sua, portando silente le nocche alle labbra, ed attendendo che il
suo tant’amato marito placasse la propria agitazione, riconoscendo nel suo
sguardo adombrato e lucido la protagonista del suo ennesimo sogno.
#5. Will you still love me when I’m no longer young and beatiful (Sansa Stark/Jon Snow)
Jon sfiorò l’epidermide morbida, risalendo con il
tocco leggero dei propri polpastrelli sino ai seni sodi della donna, udendone
il riso malizioso. Quando sollevò lo guardo, gli occhi di Sansa brillavano e le
gote arrossate parevano persino più ardenti dei lunghi capelli sparsi sul
cuscino.
Desiderò baciarla, ammirare quelle labbra inturgidite e
sentire il fiato spezzato contro di sé, dovuto ai movimenti del proprio bacino.
Una nenia piacevole quella vita in cui insieme erano caduti, dalla quale Jon faticava a distaccarsi. Allontanarsi da Sansa per
attendere qualsivoglia richiesta della Regina o dei nobili di Grande Inverno. L’adorata
moglie continuava a ripetere quanto fosse necessario che il popolo vedesse in
lui un Lord a cui rivolgersi, quanto importante fosse che si fidassero di Jon – e l’uomo obbediva, tornando da lei la notte, cullato
dalla risata, dal volto splendido, dal corpo morbido.
Si issò su di un gomito, fermando il palmo della mano sul
ventre ancora piatto. Presto avrebbe attraversato una florida montagna con le
carezze delle proprie mani, udendo un altro battito nel corpo di Sansa.
Avrebbe amato entrambi, incondizionatamente, per tutto il
resto della propria vita.
#6. If
I lay here. If I just lay here,
would you lie with me and just forget the world? (Shireen Baratheon/Rickon Stark)
Shireen ora aveva quasi quindici anni e Rickon non posava mai il proprio sguardo sulla parte di
volto sfigurata. Non perché lo disgustasse, ma i profondi e dolci occhi marroni
lo attraevano più di qualsiasi altra cosa, e sentiva lo stomaco contrarsi
quando l’ammirava sorridere a lui e per lui soltanto.
Inizialmente, non era stato felice. Ricordava le ferite sulle
braccia di Sansa, le parole misurate di Jon, le
proprie lacrime – temeva che l’avrebbero lasciato solo, ancora una volta. Tuttavia,
con il tempo, Rickon aveva imparato a conoscere
quella ragazzina brutta, e tal aggettivo non risuonava più tra le sue stanze,
non urlava più alcunché a riguardo, accettando i fiori con i quali Shireen costruiva corone, per poi posarle sulla testa di Rickon.
Piaceva persino a Cagnaccio. Permetteva loro di poggiare le
teste contro il corpo prominente, cullandoli e proteggendoli dal mondo esterno
alle loro dita segretamente congiunte, e Rickon
percepiva il proprio respiro divenire affannato, nonostante Shireen
gli indicasse semplicemente le stelle.
Si sarebbero presto sposati, e Rickon
si domandò perché non subito. Shireen profumava di
buono e da sempre aveva giocato con lui – sembrava quasi, talvolta, che i suoi
fratelli fossero tornati.
Rickon era felice.
#7. Don’t get too close,
it’s dark inside (Arya Stark/Gendry Waters);
Le sue mani erano coperte di calli.
Non appartenevano più alla Lady che sua madre in passato
aveva desiderato, ma ad una guerriera. Arya guardava
il proprio riflesso nello specchio, domandandosi chi delle persone incontrate
in passato avrebbe mai potuto riconoscerla.
Fu Gendry il primo ad accorgersi di
lei, all’entrata controllata giorno e notte di Grande Inverno, un farsetto di
lana e dei bei pantaloni – abiti diversi da quando lo aveva abbandonato, eppure
così bello da toglierle il fiato. Sansa e Jon avevano
stretto il suo esile corpo tra le lacrime, Rickon
pareva non avesse nemmeno idea di chi fosse la ragazza con la spada sottile. Si
fidò di lei soltanto quando Nymeria avanzò,
permettendo a Cagnaccio e Spettro di annusarla.
«Sei cresciuta,» le aveva detto Gendry,
durante uno degli allenamenti. Sansa non se ne lamentava più, accarezzava la
propria pancia e le sorrideva, scaldando il cuore di Arya
laddove il freddo aveva permeato per troppo tempo.
Talvolta si trovava a domandarsi se anche lei, un giorno,
avrebbe avuto gli occhi luminosi di sua sorella quando Jon
la osservava, credendo che nessuno li vedesse. Si domandò se la stretta allo
stomaco che Gendry le faceva provare, quando le
sfiorava un braccio o le tirava una ciocca di capelli, fosse da stupidi o
pericolosa.
Se lo domandò persino quando la baciò nelle scuderie, dopo
averlo buttato a terra per aver parlato di sentimentalismi, ed Arya desiderò cacciarlo – era pericoloso, avvicinarsi alle
ombre. Eppure strinse più forte il suo farsetto di lana, perché, dopotutto, per
troppo tempo era rimasta sola.
#8. I’ve become so numb I can’t feel you there
(Sansa Stark & Tyrion Lannister);
Enormi occhi blu che ricordavano quelli dei Tully, ora osservavano la scena di fronte a loro come se
una patina di nebbia li ricoprisse, occludendo la vista allo scempio compiuto
da Joffrey. Le piccole mani di Sansa non tremavano
più, né Tyrion sentiva il bisogno di stringerle –
quella fanciulla dall’eterea bellezza pareva rifuggire la realtà, confinandosi
in un’alta torre che solo un prode cavaliere sarebbe mai riuscito a scalare. Ironico
come pensasse a tali sciocchezza, tuttavia gli sembravano pensieri che a Sansa Stark – Lannister, gli suggerì una malvagia voce – sarebbero potuti
piacere.
La mano del ladro venne tagliata con un colpo secco della
spada. Persino Cersei ebbe il pudore di scostare lo
sguardo, forse pensando a Jaime, mentre Sansa rimase
con gli occhi ancorati sul moncherino, silenziosa e glaciale.
Quando Joffrey si voltò verso di
loro, Tyrion ammirò il sorriso malvagio spegnersi, la
consapevolezza che Sansa avesse predetto un suo ordine non lo aggradava. Eppure,
non trovò altre parole da dire, e questa volta Tyrion
le afferrò la mano.
«Sei più intelligente di quanto pensassi.»
Sansa abbassò lo sguardo su di lui, non sorrise di fronte al
complimento. «Ti ringrazio, mio signore.»
#9. Lost
and insecure, you found me (Jon Snow/Sansa
Stark);
Il sangue tra le gambe di Sansa lo fece sentire male.
Ricordava la ragazzina che un tempo avrebbe fatto di tutto
per un matrimonio felice, con un cavaliere d’alto rango, ora martoriata e donna
di fronte ai propri profondi occhi grigi. Persino le lenzuola erano pregne del
sangue, eppure Sansa si sollevò, gattonando sul materasso di piume ed
allungando una mano verso di lui.
Quando lo sfiorò, quasi timorosa e con le palpebre socchiuse,
Jon desiderò rubarla come una bruta e portarla
lontana da lì – da qualsiasi sguardo, qualsiasi menzogna, qualsiasi dolore.
«Padre?» Domandò, la voce tremante, mentre i polpastrelli
accarezzavano la barba ispida. Jon ebbe un tremore
nell’udire tale parola, riconoscendo la patina di lacrime che probabilmente
occludeva la vista di Sansa. Si abbassò su di lei, felice di notare come la
fanciulla non si ritrasse, scuotendo il capo.
Strinse la piccola mano nella propria. «Sono Jon.»
Gli di Sansa parvero sgranarsi e Jon
temette, per un istante, che le sue urla avrebbero riempito le sale di Grande
Inverno e che qualcuno sarebbe accorso a separarli. Si diede dello sciocco
quando le tremanti braccia di Sansa lo strinsero, attirandolo a sé, ed un
singulto le sfuggì dalle labbra.
«Jon, oh Jon.»
La strinse a propria volta, affondando il volto nei capelli
ancora profumati, e inspirandone appieno l’odore. Presto avrebbe sceso le scale
per affrontare la giustizia dovuta alla fanciulla che ora era ancorata a lui,
forse in eterno, ma ora – ora lasciò che Sansa lo tenesse a sé, piangendo e
ridendo sul mantello nero, e baciando le sue guance come un tempo avrebbe fatto
soltanto con un eroe.
#10. Never
let me go (Stark siblings);
I piedi di Sansa erano freddi contro la gamba di Robb ed il ragazzo esalò una lamentela colorita,
costringendo Jon a ridere sommessamente, schiacciato
dal peso di una Arya addormentata sul proprio petto.
Le due bambine erano corse da loro, quando i primi lampi avevano squarciato la
radura sinistra, ignorando la possibilità che Lady Stark
potesse trovarle in quelle posizioni inappropriate.
Arya s’era ben presto addormentata, cullata dalle
storie di Jon, mentre Sansa ancora tremava, stretta
nell’abbraccio di Robb – il suo cavaliere, per quella
notte, nonostante ancora non avesse la barba.
«Promettete che non lo direte ad Arya
quando si sveglierà,» mugolò piano, i grandi occhi blu pieni di lacrime. Robb e Jon si guardarono per la
durata di un istante, prima d’annuire, sentenziando tale promessa.
Probabilmente per renderla felice, Robb
si alzò dal letto e si inginocchiò, facendo crepitare un sorriso sulle labbra
di Sansa. Jon trattenne una risata, guadagnandosi un
calcio dalla piccola Arya.
«D’ora in poi, ti proteggerò sempre, Lady Sansa della casa Stark.»
Sansa ridacchiò, eppure, allungò la piccola mano perché Robb la baciasse. Guardandola in quegl’occhi, Jon capì quanto sul serio avesse preso quella promessa e fu
felice che Robb non fosse un bugiardo.
N/a: troppo felici? Diavolo, sì!
Alcune sono spoiler della quinta stagione. La nona rappresenta
un possibile sequel alla storia attuale tra Ramsay e
Sansa – disgustosa, se posso permettermi di dirlo.
Io queste coppie le shippo tutte.
(L) Mancherebbero giusto Drogo e Daenerys, ma non ne
ho la forza.
Un bacio.