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Autore: Aine Walsh    18/05/2015    5 recensioni
Mi chiamo Augustus Waters, ho diciannove anni e sono NEC ormai da un bel po’ di tempo. La mia ragazza, invece, lei non ce l’ha fatta ed è annegata nei suoi stessi polmoni esattamente come annega dopo un naufragio chi non sa nuotare. Somigliava molto alla Natalie Portman di V per Vendetta. Ora il suo corpo giace in fondo all’oceano e all’inizio ho cercato di strapparla via dal mare dell’oblio, ma più mi muovevo e più venivo trascinato alla deriva. Così ho smesso di affannarmi e aspetto di affondare insieme a lei.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Augustus 'Gus' Waters
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dietro alle stelle
 
Sono uscito di casa prima di cena e non sono ancora rientrato. Ho semplicemente detto ai miei genitori di non preoccuparsi, che andavo da Isaac e che probabilmente sarei rimasto anche a dormire lì. Isaac ha accettato di coprimi e non mi ha chiesto altro, non stavolta.
Mi sono chiuso la porta alle spalle, ho percorso qualche metro e ho spento il cellulare. Nelle ultime settimane tutti non hanno fatto altro che assalirmi con domande sempre più idiote. Odio questi interrogatori, odio i toni compassionevoli con cui mi si rivolgono.
Come stai?, Va tutto bene?, Vuoi parlarne?.
Sto male, va tutto male, non voglio parlarne.
Ho bisogno di stare solo, veramente e totalmente solo almeno per qualche ora. Ho bisogno del silenzio necessario per ascoltare i miei pensieri e per dare un apparente senso a tutto quanto.
Hazel Grace è morta da tre mesi e io non mi sono ancora deciso ad andare avanti con la mia vita. Del resto, come potrei? Non ce l’ho nemmeno più, una vita.
I signori Lancaster si sono trasferiti e adesso vivono da qualche parte nel New Jersey; hanno tirato su una fondazione e sono molto impegnati ad aiutare altri ragazzi. Credo che lavorare sodo li aiuti a non farsi sopraffare dal dolore.
Io non lavoro, non studio, non gioco più con Isaac e non leggo nemmeno le avventure del sergente Max Mayhem: fisso il soffitto e dormo. O dormo e fisso il soffitto. E penso tanto, Dio se penso tanto, a volte sembra che la testa stia per scoppiarmi. E magari scoppiasse, mi dico, così potrei raggiungere Hazel. Ma invece il mio cervello resta sempre lì, i miei pensieri si dissolvono e devo ricominciare da capo.
Mi chiamo Augustus Waters, ho diciannove anni e sono NEC ormai da un bel po’ di tempo. La mia ragazza, invece, lei non ce l’ha fatta ed è annegata nei suoi stessi polmoni esattamente come annega dopo un naufragio chi non sa nuotare. Somigliava molto alla Natalie Portman di V per Vendetta. Ora il suo corpo giace in fondo all’oceano e all’inizio ho cercato di strapparla via dal mare dell’oblio, ma più mi muovevo e più venivo trascinato alla deriva. Così ho smesso di affannarmi e aspetto di affondare insieme a lei.
I genitori di Hazel non hanno ancora messo in vendita la casa; mi hanno lasciato una copia delle chiavi e mi hanno detto di passare di lì a dare un’occhiata, di tanto in tanto e se ne avessi avuto voglia. Non l’hanno detto esplicitamente, ma so che l’hanno più fatto per me che per paura che qualche ladro si intrufoli dentro.
Infilo la chiave nella toppa, faccio scattare la serratura e varco la soglia del salotto. C’è odore di chiuso, mancano alcuni mobili e gran parte del resto è impacchettato o coperto da lenzuola. Non sono più ritornato da quella famosa ultima settimana buona, l’ultima che Hazel Grace non ha passato sofferente e quasi immobile su un letto d’ospedale. Mi costringo ad andare avanti e a non posare gli occhi su nulla. Esco in giardino e mi sdraio, l’erba alta mi copre quasi completamente. La finestra della camera di Hazel è chiusa, la guardo e mi aspetto che il suo viso vi faccia capolino; non il viso emaciato e scavato degli ultimi tempi, ma quello sveglio, allegro e un po’ paffuto per via del cortisone che aveva quando l’ho conosciuta. Che aveva quella volta che siamo andati al parco, che aveva ad Amsterdam, che aveva dopo che finivamo di fare l’amore.
Hazel Grace sapeva che l’amavo e che l’amerò ancora e sempre, poco importa che la sua granata sia esplosa e che mi abbia preso in pieno. Se il Genio dei Desideri fosse un vero genio, non desidererei di riavere Hazel qui con me perché non potrei sopportare di vederla di nuovo schiava e vittima del suo corpo: desidererei di conoscerla in un’altra vita, una vita senza cancro, per costruire insieme un nuovo infinito.
L’alba è impaziente e non sa aspettare, arriva quasi in un battito di ciglia, e il chiarore del cielo spazza via le stelle di questa lunga notte di fine estate.
Chissà dove sei, Hazel Grace. Per quanto ne so potresti davvero cavalcare un unicorno arcobaleno, anche se ammetto che mi piace pensarti nascosta dietro alle stelle. Sono belle, luminose e irraggiungibili, sono il luogo perfetto per te.
Mi tiro su a sedere, mi alzo e vado ad appoggiarmi contro la colonnina del portico. Lascio che il mio sguardo corra per tutto il giardino, gli occhi indugiano un po’ lì dove prima stava quella nostalgica altalena un po’ pedofila.
Fa abbastanza strano pensarlo, Hazel Grace, ma quell’ubriacone di Peter Van Houten una cosa giusta l’aveva detta: non c’è vita dopo. E che senso hanno adesso le mie metafore?
Infilo la mano nel taschino della giacca, ne tiro fuori un pacchetto e infilo la sigaretta in bocca.
Ti metti la cosa che uccide tra i denti e le dai il potere di farlo.
L’accendo. 

 
Don't let me drown... 

Ho fatto le corse per scrivere questa storia e probabilmente sarebbe potuta venire meglio, ma me la portavo dentro da così tanto tempo e ho approfittato del primo momento libero per scriverla. Poi vabbeh, sono stata investita da un treno chiamato TRISTEZZA e ho faticato a terminarla.
Però eccola qua, in qualche modo.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare e diciamo che l'idea che mi ha ispirata l'ho trovata girando su Tumblr: Hazel Grace muore e un depressissimo Gus fuma quella famosa sigaretta.
Non so se vi siano storie simili nel fandom, in ogni caso mi scuso e giuro solennemente di non avere buone intenzioni non aver scopiazzato nessuno.
Ultima cosa prima di andare: ho immaginato che la stroria di Hazel e Augustus durasse un po' di più, e ho gonfiato l'età di quest'ultimo di qualche annetto rispetto al film.
Bene, non ho altro da aggiungere... Vi ringrazio per aver letto e spero di non avervi fatto venie voglia di buttarvi sotto il primo autobus che passa (?) Non scrivevo da un po' e ho perso la mano (?).
Se volete potete trovarmi qui, in questo gruppo che gestisco con la mia migliore amica :)
Ancora grazie per l'attenzione,


A.

 
  
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