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Autore: whinydreamer    18/05/2015    5 recensioni
Gaia è iscritta al secondo anno di università nella città dove è nata e cresciuta: Napoli. La sua vita è tranquilla: suo padre ha una pescheria, sua madre fa la casalinga e suo fratello invece cerca di sfondare come cantante neomelodico.
Angelo proviene da Milano: ha alle spalle due meravigliosi genitori adottivi che l’hanno amato e viziato, incoraggiandolo nella sua passione per la scrittura e una laurea in scienze della comunicazione.
Le loro vite si incrociano quando, nella città di Partenope, il chiarissimo professor Esposito obbliga i suoi frequentanti, tra cui Gaia, a seguire un ciclo di seminari sulla narrazione e l’editoria, invitando tra gli ospiti Angelo, da poco salito sul piedistallo dei giovani autori più acclamati con il suo ultimo bestseller.
Dal primo capitolo:
«Scenda!» aveva alzato la voce, per poi sghignazzare «Credo di avere qualcosa che le appartiene!»
Quella voce maschile mi arrivò ovattata, ma vidi con la coda dell’occhio che sventolava in una mano qualcosa la cui corsa non si era fermata nelle corde o negli stendibiancheria dei miei vicini.
«Arrivo subito!» risposi, precipitandomi giù dalle scale, senza far caso a chi fosse il malcapitato.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Pois ~ Prologo

“Stai cambiando nickname. Sei davvero sicura di volerlo fare?”
Così recitava la finestra aperta sul monitor, evidenziando un tasto blu in rilievo sullo sfondo bianco. Sospirai affranta non appena cambiai nickname per l’ennesima volta. Ormai era una mia peculiarità, un tratto distinguibile diventato il mio cruccio da sei mesi a questa parte. Ogni nome mi stava stretto e così come non accettavo più il fragolina1518 che mi ero fermamente appioppata a quindici anni, nemmeno il ga_forever dei diciott’anni mi soddisfaceva più. Da quel momento ormai erano passati tre anni in cui la mia vita digitale era del tutto scemata. Non un tweet, non un post, né un topic né qualsiasi altra cosa che avesse accompagnato la mia adolescenza.
Perché mai, vi chiederete?
Un po’ perché non avevo avuto tempo, un po’ perché non avevo nulla da dire e un po’ perché mi ritrovavo in una di quelle fasi di cambiamento che, essendo la sottoscritta un tipo particolare, aveva occupato ben tre anni della mia misera esistenza. Tre anni in cui avevo faticato, cercando di migliorarmi come persona e come essere vivente. Tre anni di lotte, pianti e di scelte sbagliate pagate a caro prezzo sulla pelle.
Avevo perso i miei cosiddetti amici in questo processo. Mi ero ritrovata piuttosto con dei colleghi universitari con i quali prendevamo il caffè insieme e scambiavo due chiacchiere ma nulla più. Mi ero ritrovata sola, in una parola.
Inoltre non ho mai avuto una storia seria. Anzi, a dirla tutta non ho mai avuto nemmeno una storia – ad eccezione per il mio rapporto di dipendenza verso la nutella e del mio amore sviscerato per i libri. Mi si fermava il respiro non appena una parola, una frase o una qualsiasi citazione da una storia letta faceva capolino nella mia mente, riempiendomi di tante emozioni meravigliose, di quelle che non avevo mai provato in prima persona ma solo attraverso l’amore verso i miei adorati libri. Era uno sfarfallio nello stomaco, un respiro mozzato o la testa assorta in una fantasia inspiegabile che riempiva inaspettatamente i miei pensieri, spesso facendosi percepire anche al tatto o all’udito. Quando quelle parole prendevano vita nella mia realtà, io sapevo di aver letto troppo, di essermi persa nel mio paradiso di carta e di aver esagerato con quelle frasi che tanto amavo e bramavo.
Segretamente, in cuor mio speravo che prima o poi una delle mie adorate storie mi avrebbe stravolto la vita. Ancora non potevo immaginare quanto, magnanimamente, il destino avesse ascoltato le mie preghiere.









 
Note:
Non avevo il coraggio di pubblicare qualcosa di mio da una vita ormai. Il periodo in cui scrivevo sembra così lontano e così difficile da recuperare...
Stranamente, contro ogni mia aspettativa e buonsenso, ho deciso di riprovarci, nella speranza di riacquisire un po' di quella sicurezza che tanto mi manca. Non mi aspetto miracoli chiaramente, quindi abbozzo questa storia così, senza grandi pretese e senza attese. Giusto per tornare "in pista", per recuperare un po' di quelle emozioni che ho perso negli ultimi anni.
Mi auguro che qualcuno di voi abbia la pazienza giusta e la pazzia necessaria per accompagnarmi in questo viaggio!

 
Al prossimo, primo, vero capitolo,
MissDidichan
   
 
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