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Autore: Billie Edith Sebster    18/05/2015    1 recensioni
Castiel non l'avrebbe abbandonato. Il pensiero prese forma nella sua mente come se piccole fiamme arancioni stessero bruciando una sottile coltre di ingenuità, lasciando scoperta quella certezza che data per scontata, esisteva intrappolata al limite della comprensione di Dean. Nel suo buio maledetto, nella sua pazzia da assassino, lo realizzò con disarmante lucidità. Castiel non era solo uno di quelli che amava. Era quello che amava.
[...] Dean si immaginò di baciarlo, mentre il suo corpo ancora lottava fra i due impulsi più tenaci che si fossero mai dati battaglia nella sua testa.
SPOILER 10X22 [Destiel] (ambientata nella decima stagione, ma nella descrizione della fic non c'è l'opzione, sorry)
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dean stava fissando Castiel. La mano gli formicolava da impazzire, e se il suo cuore batteva, allora andava troppo forte perché potesse percepire le singole pulsazioni. Forse il marchio l'aveva ucciso, per questo non sentiva il sangue rombargli nelle orecchie.

Gli mancava, quel suono. Gli mancava il rumore tipico del mare intrappolato in una conchiglia che sciabordava con energia in un suono appena ronzante, ma corposo e denso come una colata di miele. Era così che si ricordava l'essere... umano. Era una verità fatta di colori, sapori, sensazioni. Era tutto così variegato, una volta. Tutto così imprevedibile, così sorprendente che se ne rendeva conto troppo tardi. Nel suo corpo ora giaceva un buco nero vuoto e prorompente, che si allargava a macchia d'olio creando l'inibizione e l'assenza più totale.

Dean, no... – Castiel afferrò il suo polso mentre stringeva la cravatta a strisce (dannazione, fottuto pennuto, mi piaceva di più l'altra!), esercitando una piccola pressione con i polpastrelli nel vano tentativo di arrestare la sua corsa che finiva nelle braccia dell'inferno. Lo fissò implorante, con i suoi occhi blu, i capelli impastati di sangue, il viso tumefatto con rivoli scuri che si diramavano fino al colletto della camicia. Ma in mezzo a quella devastazione, le sue iridi brillavano fulgide, di preghiera, di determinazione.

Sono quello che ti guarderà assassinare il mondo.

Tutti quelli che ami. Eccetto me.

Castiel non l'avrebbe abbandonato. Il pensiero prese forma nella sua mente come se piccole fiamme arancioni stessero bruciando una sottile coltre di ingenuità, lasciando scoperta quella certezza che data per scontata, esisteva al limite della sua comprensione. Nel buio maledetto, nella sua pazzia da assassino, lo realizzò con disarmante lucidità. Castiel non era solo uno di quelli che amava. Era quello che amava.

Castiel c'era sempre stato. In ogni sua scemenza, in ogni sua versione una più rincoglionita dell'altra, era sempre arrivato quando più ne aveva bisogno. La verità era che non lo considerava più un fratello da tanto. Lo fissò ancora, la mandibola stretta sino al dolore fisico.

Ce l'hai in pugno, ammazzalo. Il marchio di Caino pronunciò nella sua testa quelle parole servendosi della sua voce, con spietata chiarezza.

I suoi muscoli fremettero per la smania di sentire la lama affondare e tagliare la carne, l'odore di altro sangue, il liquido rosso che si riversava nelle sue mani.

Non era mai stato così combattuto.

La cosa che però lo spiazzava di più, era che fino a quel momento, quando si trattava di Castiel, del suo angelo, quando cercava di comprendere le profondità del paradiso che non avrebbe mai raggiunto costrette nei suoi occhi, era sempre stato indeciso se baciarlo, o non fare nulla e basta.

Ora che si trovava nel bel mezzo di una disputa fra il baciarlo e l'ucciderlo, con il marchio che gli scuoteva la testa ordinandogli di farlo fuori, si sentiva costernato.

E sentiva anche di star per cedere, sentiva che i muscoli non avrebbero retto, che la parte di lui abbracciata allo spirito del padre degli assassini cercava di ottenebrare crudelmente quella debole luce che vedeva in fondo al buco nero.

Cercò di immaginarsi di baciarlo realmente, di muovere le labbra contro le sue, di sentirlo mugolare di piacere nel far collidere le loro lingue, di affondare le mani nei suoi capelli e di gettare via la lama angelica per cingergli le spalle, per sbottonargli la camicia ed assaggiare la sua pelle. Il pensiero si disegnò nitidamente mentre ancora il suo corpo lottava fra i due impulsi più tenaci che mai si fossero dati battaglia nella sua testa.

Poi, all'improvviso, il corpo di Cas cessò di muoversi, divenendo inerme e freddo, un cadavere esanime e privo di vita con gli occhi spenti e velati dalla cenere dei morti. Quel piccolo salvavita svanì di botto, il freddo colpì le sue ossa, la bocca si piegò in una smorfia di rabbia e spietatezza, la mano ricaricò il colpo mentre la sua voce gli diceva hai visto, non c'è altro destino. Farà un male straziante, ricordi?

La lama affondò nelle pagine del libro, che risuonò di carta perforata, assassinata lì, la copertina squarciata. Dean sentiva tremare tutto, il buco nero si allargò assalendolo come una bestia bisognosa di omicidio e piacere del sangue fra le dita.

Castiel ebbe un piccolo spasimo. E Dean, semplicemente, se ne andò, troppo stanco per impedire al marchio di sibilare un “la prossima volta non ti mancherò” che fece scendere la temperatura nella stanza e nel suo corpo.

Castiel rimase fermo, immobile. Attese che l'uomo uscisse lasciandolo solo. Poi, per la prima volta nella sua millenaria vita da angelo*, permise alle lacrime di scendere di lato, di staccarsi dalla sua anima, di bagnargli il viso, sperando che oltre ad acqua salata portassero via anche quel dolore dilaniante che lo stringeva in un'oppressione fatta di demoni. Demoni che sapevano nuotare meglio di lui, e che lo affogavano.

 

 

 

 

 

*Mi spiace dovervi informare che non mi ricordo se Cas abbia APERTAMENTE pianto altre volte prima. Abbiate pazienza, sono quasi le undici...

IL PERTUGIO DI YALA, ASPIRANTE SUICIDA.

E fu così, che la prevedibilissima Yala decise che per distrarsi doveva assolutamente scrivere qualcosa di diverso da nazisti stronzi come la mia prof di filo e di imbecilli innamorati (andatela a cercare sul mio account se vi va, per chi la stia leggendo sono rimasta un po' indietro (ma va')).

Gli imbecilli innamorati ci sono lo stesso, tranquilli. Accidenti a Supernatural che ha risvegliato la parte più sdolcinata e fottutamente malinconica di me.

Baci bacioni, bimbi belli!!

   
 
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