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Autore: bulmasanzo    19/05/2015    1 recensioni
Questo è ciò che succede se in una notte d'estate una fanwriter decide di non seguire più la trama.
Extra de: La 'meravigliosa' avventura.
Raccolta di one shot, tutte rigorosamente prive di un finale.
Possibilità di nonsense e di cross over.
Genere: Commedia, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Rosalinda
Note: Cross-over, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un uomo di circa trentacinque anni è seduto compostamente di fronte a uno schermo formato maxi, collegato a un gigantesco telescopio, su cui si susseguono le immagini di posti meravigliosi. Non ha bisogno di alcun telecomando, la ricezione lì è telepatica, è il pensiero che la attiva.

Passa in rassegna tutti i luoghi che in qualche modo gli ricordano la propria vita. Brooklin, Sorrento, Venezia... poi va oltre, verso l'esplorazione di quelli selvaggi ed esotici, quelli che spesso molti si ripromettono di visitare almeno una volta nella loro esistenza.
Il mondo reale è così vasto e affascinante e lui avrebbe voluto girarlo di più quando si trovava lì. Deve purtroppo accontentarsi di questi viaggi virtuali, per non dire mentali.

Ma Mario non ha rimpianti, perché la sua scelta, seppur di sicuro qualcuno la definirebbe discutibile, lo ha portato a trovarsi insieme a quella che ormai è la donna della sua vita.
C'è un consistente numero di persone, nel mondo che ha lasciato, le quali hanno avuto modo di conoscere la sua grande impresa, la sua avventura definita 'meravigliosa', ma forse non si sono mai effettivamente resi conto di quanto essa sia stata ardua da superare.

Mario pensa a suo fratello e compagno di avventure Luigi. Da poco ha scoperto che si è unito in matrimonio a una donna che sarebbe dovuta diventare regina... non prima che lei rinunciasse al proprio trono per stare con lui. Troppo grande sarebbe stato lo scandalo, altrimenti. Non che a Daisy questo importi, ma i suoi genitori devono sicuramente essere dei tradizionalisti.

Pensa anche a se stesso, alla Pusa, alla principessa, alla quasi dea che adesso gli è accanto, e si compiace della propria vita, che tanto buona è stata con lui, concedendogli il premio più grande a ricompensa della sua audacia e del suo altruismo.
A volte non se ne sente quasi degno, perché l'ha incontrata in conseguenza di uno sbaglio.
Ma si è rivelato essere l'errore migliore che avrebbe mai potuto commettere.
Come sempre, quando gli sovviene alla memoria la sua Rosalinda, Mario non può fare a meno di sorridere come un ebete. È l'amore che lo rincitrullulisce.

Così, c'è chi, ignaro della sua cotta per l'angelica deità, adesso lo chiama Super Mario, chi specula sulla sua immagine, chi sviluppa videogiochi basati sulla sua storia. Mille e mille titoli che non fanno altro che riprodurla all'infinito, sempre uguale, di base, eppure ogni volta arricchita con qualcosa di nuovo. Un mondo completamente inventato da attraversare, un episodio creato ad hoc per essere percorso, un nemico che in realtà non è mai stato incontrato. Più un centinaio di minigiochi, per lo più dedicati al mondo dello sport, che non c'entrano nulla con lui e che pretendono di attribuirgli abilità che lui nemmeno si sogna di avere, ma che ugualmente si vantano di portare il suo nome sulla copertina.

Solamente Mario sembra sapere come sia andata veramente. C'è pure chi si è convinto che, dopo aver liberato la famosa principessa dal drago fiammeggiante che l'aveva catturata, Mario l'abbia sposata. C'è perfino qualche artista che ha immaginato per loro dei figli che non esisteranno mai nel 'canon' del suo universo.

La realtà è ben diversa. Nella realtà, anche Peach ha un altro uomo.

Mario non lo ha mai incontrato personalmente, ma lo ha visto attraverso quello schermo che lo separa costantemente dalla realtà. Si chiama Haru, un tipo dall'aria insignificante a vederlo, delicata, poco virile, per di più dai non poco improbabili capelli verdi, ma che comunque è un principe. Il classico principe azzurro affascinante per cui tutte le donne darebbero un rene. Inevitabile che sposi una principessa. E senza aver dovuto muovere un dito per salvarla!
Ma, a quanto sembra, questa non è propriamente una regola inviolabile.

Questo però non lo sa nessuno, seppur l'osservatorio, per quanto galleggiante nello spazio aperto e fisicamente distante da quella che chiameremmo civiltà, sia anche dotato di WiFi.

Per qualche ragione, è proprio Peach quella che è appena comparsa sullo schermo. Mario non ha scelto di vederla, forse però pensando a lei ha inconsciamente avuto voglia di sbirciare ciò che stava facendo in quel momento. La vede in uno studio -deve essere per forza il suo, a giudicare dalle pareti inevitabilmente rosa- con un'aria indaffarata in volto, un barattolino di colla e uno di brillantini in bilico in una mano e le forbici in un'altra.

Non ha il tempo nemmeno di chiedersi a cosa le servano che una voce alta, calda e lievemente adirata si leva dietro le sue spalle: “Ehi, chi stai guardando?”

L'idraulico si gira leggermente, inquadrando la figura alta e magra e dalle curve gentili di sua moglie.

La ragazza, dai capelli di un biondo perlaceo che le seminascondono gli occhi di ghiaccio, tiene in braccio uno Sfavillotto addormentato, alias una specie di stellina grassoccia, cui fa da mamma.

Se non le avesse occupate, terrebbe le mani a pugno sui fianchi, segno della sua palese irritazione che in alternativa emerge dal suo sguardo, un cuore dolce e caldissimo ma con la superficie congelata. Paradossale nella sua concretezza.
"Non essere gelosa, tesoro" le sorride con un certo imbarazzo. La gelosia non è propriamente un sentimento che si addice a lei, ma si tratta pur sempre di una femmina, dopotutto. Le femmine, si sa, sono sospettose per natura. Hanno bisogno di conferme continue dal proprio uomo.
"Non lo sono" gli assicura difatti lei, anche se i suoi occhi stanno dicendo che se quella ragazza nello schermo fosse poco vestita magari lo sarebbe, o almeno è ciò che Mario coglie.

Fa sparire in fretta l'immagine di Peach, non gli importa poi così tanto di curiosare nella sua vita.

Non lascia che la fantasia inizi a divagare, le spiega tutto in parole povere, che si era trovato a pensare a lei per puro caso. Mario non ha mai avuto segreti con Rosalinda. E non ce li può avere. A volte si immagina che, se lo volesse, potrebbe pure leggergli nella mente.

Gradatamente, il viso della Pusa da corrucciato com'è si rilassa e arriva anche a mostrare a propria volta il suo sorriso, quello che Mario adora, quello che lo ha fatto innamorare.

A volte i conflitti, le paranoie, le discussioni possono essere evitati semplicemente con la sincerità.
Mario è sempre ben lieto di ritrovare, dopo uno dei brutti attimi di turbamento purtroppo non rari sul volto lunare della sua donna, quell'espressione di umile calma e di serenità che l'ha sempre contraddistinta, come se nessuna catastrofe in tutto l'universo potesse turbarla, come se il suo animo aleggiasse ben al di sopra di tutte quelle inutili sciocchezze umane, ma non vuole cascare nella solita banalità di dirle ad alta voce quanto la ami e quanto sia bellissima, anche perché lo avrà fatto tante di quelle volte che teme di scocciarla, a un certo punto.

Mentre si chiariscono, un toad con la capoccia a pois verdi sbuca fuori da dietro lo schermo gigante che poco prima Mario stava guardando. "Ecco fatto, signora Mario, sono trentacinque monete" dice in tono distratto asciugandosi le manine sporche di polvere con una salvietta.
L'idraulico lo guarda confuso. Lo indica con sguardo interrogativo. Non s'era nemmeno reso conto che ci fosse qualcun altro in casa.
"È il tecnico" spiega Rosalinda "Ha apportato una modifica al telescopio applicandovi il teletrasportatore, in modo da poter raggiungere materialmente i luoghi che prima potevano visitarsi solo in maniera virtuale. Funziona ovviamente solo quando dall'altra parte c'è installato un portale. Così puoi raggiungere i posti in cui vuoi andare... in una frazione di secondo."

Un attimo di incredulità viene immediatamente sostituito dell'accettazione totale di questa bizzarra verità. Mario ormai è così avvezzo a stranezze di questo genere da non potersene stupire più.

"Ed è per te" rivela la donna "So, come mi hai appena dimostrato, che ci sono tante cose che vorresti vedere dal vivo, e tante persone che vorresti riabbracciare... così ne avrai la possibilità."

Le domande non servono, ma per via della sua natura curiosa, opta per la meno strabiliante: "E lui ci lavorava mentre lo usavo?"
"In tutta sicurezza, Mr Mario" gracchia il toad con la tipica voce acuta che a quanto pare è comune a tutti gli esponenti di questa singolare razza. Sorride, e a Mario non può fare a meno di ricordare i suoi vecchi amici.
Il ricordo di Yvan e Wolley, la coppia di toad che lo ha accompagnato nella sua avventura, evoca irrimediabilmente anche quello di Yoshi, il piccolo dinosauro che li ha materialmente trasportati. Si accorge di avere una disperata voglia di rivederli tutti quanti, anche Peach e Daisy. E Luigi, ovviamente.

Li vorrebbe sul serio ritrovare tutti quanti, stringerli, parlare con loro, farsi prendere in giro, farsi una bella spaghettata tutti insieme e ridere, ridere raccontandosi aneddoti divertenti, perché, semplicemente, sono state loro le persone più importanti della sua vita. E più di ogni altra cosa, vuol presentare loro la sua amatissima Rosalinda, soprattutto vuole farla conoscere a Luigi che non ha mai avuto il piacere di vederla.

"Amor mio..." esita quando il tecnico se n'è andato e son rimasti soli.
"Quando esordisci in quel tono dolce vuol dire che stai per chiedermi qualche cosa." sospira Rosie battendo divertita le ciglia.
"Oh, ma no, ma no, giuro! Voglio solo dirti che sei davvero molto gentile e cara a darmi questa possibilità." continua lui "Per me ha un grande significato, perché dimostri di fidarti di me e non sai quanto lo apprezzi. Magari, se non mi conoscessi, potresti -dico, potresti- pensare che io ne approfitti per andarmene con qualche altra donna che non sia tu..." Peach non sarà più sullo schermo, ma è naturale che si riferisca a lei

"Non è questo ciò che mi preoccupa" la moglie sembra scandalizzata, ma in verità la sua sviolinata l'aveva già insospettita e il tono si fa affannoso "L'unica cosa di cui ho davvero paura è che una volta tornato nel mondo da cui provieni, tu ti accorgessi di voler restarci per sempre."
"Ma no... " cerca di interromperla senza successo.
"E avresti ragione, eppure so che ti manca così tanto, hai rinunciato a così tante cose della tua vita per seguirmi che io non avrei il coraggio di dirti di no..."
"Ma tu sai che io non lo farei mai!" la rassicura in fretta. Sul suo viso stavano tornando le ombre di quella misera esistenza solitaria che aveva dovuto sopportare di vivere per secoli prima di incontrarlo. Non vuole, non vuole assolutamente che si intristisca di nuovo, perché sa che non se lo merita. La sua felicità è la cosa che più gli sta a cuore. Lo sa benissimo di amarla sinceramente.

Le prende la mano libera, stringendogliela con ardore, e alza la testa verso di lei perché vorrebbe baciarla. Vorrebbe dirle 'ehi, stai tranquilla, sono qui e non me ne vado', ma lei ha alzato lo sguardo e la sua bellezza mesmerica in quel momento è talmente perfetta da affascinarlo al punto di togliergli le parole.

Deve accontentarsi di assicurarglielo comunicandoglielo con gli occhi, confidando nella sua consapevolezza che essi siano limpidi e onesti. Come sono sempre stati e di cui mai dovrà dubitare.
Lei approfitta di questo contatto per mettergli tra le braccia il piccolo Sfavillotto.

Mario non si risente per il bacio mancato e lo accetta prendendo a cullarlo, ormai è come se fosse lui il papà, in questa famiglia inusuale.

L'ordine familiare è così ricostituito. Quello che Mario non sa è che tra poco avrà sul serio occasione di utilizzare il congegno di teletrasporto che è stato appena installato.


 


 


 


 

Peach sta ritagliando e decorando uno per uno dei deliziosi cartoncini rosa. Sono degli inviti personalizzati al ricevimento per il suo fidanzamento ufficiale.

Sono tre, sono speciali e sono gli unici per cui ha preferito non affidarsi al centro stampa del regno di cui si è servita per tutti gli altri. In questi ha voluto metterci un tocco personale.

Uno è per il signor Luigi Mario + signora, da indirizzare a New York city, dove la squisita coppia abita da quasi due annetti ormai.
Già, come vola il tempo! Sembra ieri che ha ricevuto la chiamata inaspettata di Daisy, mezzo inopportuno a dir poco per un annuncio tanto importante, per mezzo della quale l'ha informata del grande evento.

"Abbiamo fatto una pazzia" aveva esordito con il suo solito tono allegro dall'altra parte del telefono. Ma la linea era un po' malandata -sfido, da un mondo all'altro è più di un'intercontinentale!- e non l'aveva sentita ridacchiare.
Così si era spaventata, aveva pensato che avessero avuto intenzione di commettere qualche gesto avventato. A pensarci bene, non si era sbagliata poi di molto.

"Adesso dovrai smettere di chiamarmi principessa" aveva spiegato Daisy, e anche se la ricezione era uno schifo, adesso si sentiva benissimo che stava letteralmente sghignazzando mentre parlava "Perché sono diventata la signora Mario!"

Peach ricorda di essersi sentita le ginocchia di gelatina.
"In che senso?“ aveva chiesto, ma la risposta era ovvia, stava solo cercando di prendere tempo per dare modo al suo cervello di disincepparsi.

"Nel senso che abbiamo preso i suoi, gli abbiamo detto di farci da testimoni e ci siamo trascinati in una cappella. Senza pretese, senza invitare nessuno e senza avvisare nessuno. E ci siamo sposati!"

Aveva taciuto per quasi un minuto intero, tanto che Daisy aveva pensato che fosse svenuta e si era messa a sbraitare.
Ma Peach non era svenuta, piuttosto le stava per venire un infarto.

"Congratulazioni" era infine riuscita a biascicare con un filo roco di voce.
Dal tono di Daisy, aveva intuito che non era quella la reazione che si era aspettata.

Peach cerca di non distrarsi pensando al proprio cuore che nel medesimo attimo in cui si è spezzato ha iniziato a traboccare di gioia per l'amica, gioia sincera che al momento non era riuscita a esprimere, mentre compila con cura l'invito.

Il motivo per cui il suo cuore si è spezzato è che avrebbe voluto poter dire anche lei con così tanta nonchalance di essere diventata la signora Mario... Ma ciò non è stato possibile.

Mette dei cuoricini al posto dei puntini sulle i del nome di Luigi, spera così di trasmettere loro un minimo del suo amore.

Il secondo invece è per i signori Yvan Bucken Berry e Wolley Ala Gold, da spedire presso l'Isola Delfina in cui sono scappati. Dopo tante indagini a vuoto è finalmente riuscita a rintracciarli, in realtà ha avuto successo solo perché sono stati loro stessi a mandarle una cartolina, chiedendole di rassicurare gli altri e di non cercarli.

Però lei li invita lo stesso, vuole sorprenderli e deliziarli, ci tiene sul serio a conoscerli. Non accetta che se ne siano andati via prima che potesse dare anche a loro il dovuto ringraziamento per il suo salvataggio. Non crede proprio che le possano dire di no.

E l'ultimo è per Mario. Destinazione: le stelle.

Peach resta pensierosa, quasi esita, c'è una specie di rabbia che le esplode tra le dita e che le fa calcare un po' troppo la penna sulla superficie del cartoncino mentre traccia con precisione minuziosa e con una calligrafia impeccabile accanto al suo nome un '+ famiglia'.

La famiglia che ha trovato lontano dal Regno dei Funghi, la famiglia che non si è voluto costruire insieme a lei.

"Lo invito alla mia festa di fidanzamento" si ricorda "Vuol dire che anche io sono stata in grado di trovare la felicità della mia vita, anche senza di lui. Che l'ho dimenticato e che posso sopportare senza batter ciglio la vista di lui, mano nella mano con la sua meravigliosa consorte e pure di quel marmocchio sbrilluccicoso..."

La mano di Peach trema, causando un'imperfezione microscopica e quasi invisibile alla fine della parola 'famiglia'.
La osserva strizzando gli occhi per aguzzare la vista. Non vuole imprecare, si limita a mordersi il labbro inferiore dall'interno.
Quell'invito deve essere assolutamente perfetto. Non esiste che Rosalinda si accorga che c'è una insignificante macchiolina a turbare l'ordine maniacale con cui lo ha redatto.

Peach strappa il cartoncino in due. Non contenta, ne fa tante striscioline e le lancerebbe in aria se questo non le facesse improvvisamente ricordare del comportamento isterico che ha tenuto quando era ancora imprigionata nel castello di Koopa e trattata come un animale incatenato.
"Mantieni la calma" si impone "Mantieni la calma e la dignità" prende un respiro profondo e si accinge a ritagliare un nuovo cartoncino per ricominciare da capo.
Stavolta chiude la mente, come quando fa yoga. Non fa errori.

Prende i tre inviti tra le mani e li rimira, contenta del proprio lavoro. Impone il sigillo reale su ognuno di essi. Li richiude in tre buste che aveva precedentemente indirizzato e affrancato.

"Toadette" chiama, e la damigella servile e paziente arriva subito "Porta queste al postino e fa' in modo che non si perdano assolutissimamente! Per favore!" aggiunge, non si deve dimenticare mai la forma di cortesia, in modo che un ordine divenga una graziosa richiesta, come un bruco che si mette un paio di ali variopinte per evitare di essere schiacciato da chi lo trova orripilante.

La ragazza toad esce con una riverenza dalla camera per eseguire. Uscendo, si scontra con qualcuno che invece sta entrando.

"Bella principessa!“ esclama il nuovo arrivato entusiasta "Ti vengo a dare la tua razione quotidiana di abbracci!“
"Tesoro mio dolce!“ urla lei felice correndo tra le sue braccia. Era proprio quello di cui aveva voglia, anche se ancora non lo sapeva.
E si trova la faccia tutta leccata affettuosamente.

Non si è certo dimenticata del tenero Yoshi, ma adesso lui vive a corte con lei, quindi fargli un invito scritto non avrebbe moltissimo senso.
"Partiti?“ le chiede.
"Proprio adesso" conferma “Ho appena mandato Toadette a portar loro gli inviti!"
"Evviva!" esulta il dinosauro "Quindi ci riuniremo tutti insieme un'altra volta!“
“Sì, ma ti avverto che non sarà una festa di fidanzamento in grande stile come siamo abituati da queste parti... sarà una cosa informale."

Yoshi frena gli entusiasmi e d'improvviso mette su un faccino triste e un'aria da cane bastonato.

"Ma non preoccuparti, la torta ci sarà lo stesso!" lo rassicura schiacchiandogli l'occhiolino "Ho intenzione di farla alta tre piani e di usare le dolci bacche che crescono nella tua terra per farcirla."

La tristezza sparisce all'istante dal muso di Yoshi, il quale decide di sforare il dosaggio giornaliero raccomandato dai dottori di abbracci alla sua dolce e amatissima principessa.


 


 


 


 

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Siamo in una delle case sul cui citofono c'è scritto che ci abita la famiglia Mario, nel mondo Reale, qualche tempo dopo la scena che avete appena letto.

Nel corridoio di fronte al bagno c'è la nostra ex principessa dei fiori Daisy -in abiti casual, gonna jeans tagliata al ginocchio, maglietta gialla a righe e le famose Converse nere di cui tutti si ricordano fin troppo- che saltella tutta eccitata come una bambina cui è stato promesso un pomeriggio alle giostre.

"Voglio abbracciarla in un abbraccio supermegaiperstritolatore!“ urla. Non sta proprio più nella pelle dalla gioia di tornare dalla sua amica del cuore Peach.

Suo marito, inginocchiato sul pavimento, nasconde un sorriso bonario e divertito sotto i baffi, sempre curati e sempre scurissimi come il caffè, senza neanche un filo d'argento a impreziosirli.

Hanno ricevuto la lettera con l'invito giusto il giorno precedente e Luigi si è immediatamente messo al lavoro per collegare il tubo che li porterà comodamente da casa loro fino al Regno dei Funghi. Loro non hanno il teletrasporto di Rosie e nemmeno ne sospettano l'esistenza.
Solo una cosa c'è che potrebbe smorzare gli entusiasmi dell'impaziente signora Mario.

"Te lo chiedo ancora: sei sicuro che non ci sia un altro tubo che puoi usare?” chiede questa, sperando in una risposta diversa da quella che ha ricevuto prima.
“Te lo dico ancora: sì.” risponde pazientemente lui "Non ce n'è uno più grosso di questo e poi è l'unico che posso manipolare senza che ci facciano una multa."
"Che sarà mai una multa!” si stringe nelle spalle la ragazza "Potevi usare il tubo della fontana che c'è al parco, quello scommetto che era più grosso!"
"Col mio misero stipendio non posso certo rischiare" sorride Luigi "Quegli spilorci dei tuoi non ti hanno lasciato nemmeno un minimo di dote..."
"Ah! AH! AH! Ci mancherebbe!" Daisy fa la risata forzata apposta "Ringrazia che non ci hanno defenestrati!"

Luigi continua a conversare tranquillamente con sua moglie mentre smanetta con la chiave inglese, non è minimamente in imbarazzo per questo argomento. Non più, ormai.

Quando i genitori di Daisy hanno capito le intenzioni della figlia, la scenata che hanno fatto è stata a dir poco ridicola.
La regina prima aveva finto un mancamento e poi si era messa a strillare come un'invasata che sua figlia doveva certamente essere pazza o vittima di un incantesimo, mentre il re se avesse potuto mettere le mani addosso a Luigi gli avrebbe fatto diventare tutti e due gli occhi più neri dei suoi baffi. Voleva addirittura farlo arrestare, ma naturalmente Daisy non glielo aveva permesso.

In quel frangente, i due futuri sposi che ancora non avevano nemmeno deciso che si sarebbero sposati si erano guardati in faccia, entrambi sconcertati e mortificati dalla loro reazione.

Adesso la prendono sul ridere e non è raro che scappino battute a volte pure pesanti sull'accaduto, battute che ridicolizzano i due sovrani e che spesso partono proprio da Daisy.

Ma è una facciata. E in fondo sanno benissimo entrambi di esserne rimasti terribilmente delusi.
Il fatto che si siano sposati così di fretta è stata tutta una ripicca. Anche se Daisy non lo ammette e dice di averlo fatto nella speranza che vedendo quanto si amano avrebbero potuto arrendersi e accettare la situazione.

Ma, alla fine, bisogna vivere e lasciar vivere... Daisy continua a dire che non le interessa più nulla di aver perso il suo titolo e Luigi la asseconda.

Deve tenersi buona sua moglie, spera solo che non si penta mai della sua scelta. Il dubbio ogni tanto gli viene, anche per via dell'odiata insicurezza di fondo che purtroppo ha sempre fatto parte del suo carattere.
Per fortuna non sembra che Daisy sia una che fa le cose senza esserne assolutamente convinta. Ha un carattere troppo deciso perché si possa dubitare di questo, eppure Luigi ha paura che un giorno si svegli e trovi lei che si prepara le valigie e lo accusa urlando e piangendo di averle rovinato la vita...

"Ti prego, però almeno non diciamolo a nessuno che siamo passati da lì!“ implora la ragazza.

Luigi dà l'ennesimo strattone e finalmente il tubo verde di collegamento esce fuori dalla tazza del water.

"Facciamo che io non lo dico se tu non lo dici" propone, alzandosi e andando a lavarsi le mani.

Daisy fa una specie di piroetta su se stessa e, lanciando un sospirone, si lascia cadere in avanti a peso morto, ma prima di finire a terra si aggrappa a lui posandogli le braccia sulle spalle e trascinandolo giù con sé.
Per la sorpresa, Luigi si lascia sgusciare dalle mani la saponetta che parte in aria come un razzo a propulsione.

"Ma... mi devi fare prendere un infarto?" la accusa sbalordito cercando di reggerla. Luigi è consapevole che la donna che ha sposato a volte ha dei comportamenti bizzarri -per non dire da folle- ma dopo due anni di vita insieme non è ancora riuscito ad abituarvisi.
"Sono solo contenta che andiamo da Peach" ride lei, e gli schiocca un bacio sulla bocca succhiandogli le labbra con gusto prima che possa avere il tempo di dire qualsiasi cosa.

"Per punizione adesso dovrete infilarvi voi per prima dentro la tazza del regal cesso" la condanna dopo essersi liberato.
Lei sbuffa "Pensavo che il galantuomo che siete mi avrebbe portata in braccio"
"In due non ci entriamo, c'è spazio per scendere solo uno alla volta" le spiega, aspettandosi il broncio e la protesta che dovrebbero arrivare un secondo dopo.

Invece, sulla faccia di colpo bianchissima della ex-principessa ci sono le tracce di un inspiegabile trasalimento.

"Daisy? Che c'è, tutto a posto?“ si allarma Luigi.
"Sì, sì, ho solo... Insomma, mi fa schifo l'idea di entrare là dentro!"
"Ma va? Non si era capito."
"Ma visto che tu sei un cavaliere di 'sta gran ceppa, mi tappo il mio adorabile nasino e mi tuffo per prima! Ci si vede giù" mentre ancora sta parlando si arrampica sul bordo del tubo e si lancia, proprio come se fosse sullo scivolo dell'acquapark. Luigi scoppia involontariamente a ridere pensando a questo.

"Finalmente un po' di pace" sospira poi ironicamente una volta che si è assicurato che sia sparita.

Ha calcolato che per l'attraversamento ci vogliono esattamente tre minuti e sedici secondi.
Ha giusto il tempo per rilassarsi un attimo e leggere in pace una notizia del giornale che per colpa di Daisy non riesce mai a godersi in santa pace. Si schifa per l'ennesimo aumento delle tasse, poi si infila anche lui nel tubo.

Quando i suoi piedi toccano il suolo ha lo stomaco sottosopra. Non è stato un viaggio così comodo come si era aspettato.
Daisy è di fronte a lui, di spalle e china, sembra in preda alla nausea.

"Amore" le dice, anche se lei detesta essere chiamata così "Ti senti bene?“

Lei si volta e la sua faccia è di un colorito verdastro che fa paura “Sto una favola, non si vede? Sono passata dal tubo di scarico in mezzo alla lordura a velocità folle, mi sono sentita mancare l'aria per i tre minuti più dannatamente lunghi della mia vita mentre tu ti leggevi il giornale in tutta tranquillità -Sì lo so che lo hai fatto!- e adesso mi sento alla grande!" sorride in modo per niente convinto.

Poi si piega in due e sembra che stia per vomitare.

Luigi se lo era aspettato. Si è infatti attrezzato con i sacchetti per il mal d'aria che mettono in dotazione negli aerei e gliene offre uno, ma lei lo respinge.
"Non ne ho bisogno, sono resistente, io" si vanta, facendo le smorfie.

Solo allora Luigi si preoccupa di appurare se siano effettivamente arrivati alla destinazione giusta.

Sorride, riconoscendo il giardino del castello di Peach, dove due anni fa c'è stato il ricevimento per tributare un esagerato riconoscimento a Super Mario e ai suoi compagni che hanno salvato la principessa.
La statua in bronzo dell'eroe è ancora lì, colossale, posta nel mezzo di uno dei quadrati incorniciati di rose.

"Ciao, bellezze!" dice qualcuno alle loro spalle. Si voltano per ritrovare una vecchia conoscenza.
"Wolley!” esclama Luigi sinceramente stupito "Ci siete anche voi!”

Il toad giallo gli salta senza preavviso in braccio ridendo di gran cuore "Certo, perché no? Siamo stati invitati!" strepita con la sua vocetta stridula che tanto non era mancata ai timpani delicati di Luigi.
Yvan compare un secondo immediatamente dopo dietro di lui.

"Avevamo espressamente richiesto a Peach di lasciarci in pace nel nostro angolo di paradiso" racconta sinteticamente "E invece lei ci disturba con questo invito scritto a mano e Wolley mi si attacca in testa ché vuole venire a tutti i costi finché non cedo. E vabbè"
"Arte della persuasione, si chiama" ghigna Wolley in modo adorabile.
"No, si chiama sfinimento!” lo contraddice il toad blu.

"Abbiamo un sacco di cose da dirci!" esclama Daisy tra le risate generali che hanno scosso il ritrovato gruppetto.

A questo punto Wolley la guarda in faccia e il suo sorriso si allarga a dismisura, gli occhi gli brillano, spalancandosi di una gioia in crescita. “Di quante settimane sei?” le chiede emozionato.

Luigi sgrana gli occhi. Daisy ammutolisce di colpo. Yvan fissa le loro reazioni e si sente in imbarazzo. "Wolley..." esita. Le guance gli si infiammano.

Daisy deglutisce "Ma di cosa stai parlando?” balbetta.

"Aspetti un bambino, no?" fa il funghetto convintissimo, senza minimamente togliersi di dosso quell'aria felice da pischello che ha appena visto la slitta di Babbo Natale "Era questa la novità! Noo?"
"Wolley!” adesso Yvan lo sta praticamente rimbrottando. Lo prende da parte.
"Che c'è?” fa lui, confuso.
"Mi sa che questo non lo aveva ancora detto a Luigi!" gli bisbiglia in un orecchio.
"Davvero? Ma lui come ha fatto a non accorgersene? Non lo vede il suo viso? Non lo vede che è più serena? Che è più bella?”
"Fa' un passo indietro e riattiva quell'unico neurone che ti ritrovi!"

Wolley tace per qualche secondo, dando al proprio cervello il tempo di riconnettere tutte le unità di rete...

"Aaaaaahhh!" strilla. Si volta "Scusa, scusa, doveva essere una sorpresa? Mi spiace tanto!"
"Non fa niente" Daisy sbuffa "La novità... vera… era che, pensate un po', ci siamo sposati" tenta di cambiar discorso.
"Sul serio? Che bello! Anche noi!” esclama subito Wolley "Cioè, non ancora, ma Yvan mi ha finalmente fatto la proposta e abbiamo fissato la data per questa estate, perché lui ha 'sto sogno della cerimonia sulla spiaggia, solo che a me non piace perché butteranno in aria il riso e si imbratterà tutto..."
"E sii un po' romantico"
"Non c'è niente di romantico nel dover raccogliere uno per uno dei chicchi di riso tra la sabbia! Non si inquinano i paesaggi naturali!"
“E chi l'ha detto che li dobbiamo fare lanciare per forza, santo cielo!”
“Ma è tradizione!”

"Congratulazioni“ li interrompe Daisy "E... chi di voi due si vestirà di bianco?“

Luigi fissa sua moglie "Ma sul serio?“ borbotta. Vuole dirle, non puoi mica lasciar cadere il discorso così!

"Allora, ehmmm" si arrende la ragazza sospirando e schiarendosi la voce "Non ho la minima idea di come Wolley lo abbia capito, forse ha dei superpoteri, ma ti giuro che te lo stavo per dire. L'ho scoperto... Da pochissimo."
"Già?” alza un sopracciglio.
“Dall'inizio della settimana. Ti ricordi quando sono andata dal dottore perché mi ero sentita male dopo che eravamo andati in quel ristorante e mi ero sfondata di frutti di mare? Beh, dalle analisi non era una intossicazione alimentare come credevamo... Ero già di due mesi. Okay, l'ho detto."

Wolley si mette le manine sulle guance "Un bimbo, che meraviglia. Ohhhh mannaggia, quanto ti invidio!" strilla e le abbraccia la pancia ancora inimmaginabilmente piattissima.

"Comunque, ehm, cosa facciamo ancora qui, siamo gli ospiti d'onore, entriamo o no al castello?“ propone Yvan, percependo il disagio di Luigi.

Questi è rimasto in silenzio tutto il tempo mentre Daisy spiegava la situazione imbarazzata, ha lo sguardo fisso di fronte a sé, come se non riuscisse a credere a quello che ha appena sentito. Dire che è incredulo non renderebbe al meglio l'espressione attonita che gli s'è stampigliata sulla faccia.

Poi però per fortuna si riscuote visibilmente.
Un sorriso gli si allarga lentamente sulla bocca mentre mormorando ripete "Che storia!"

"Non c'è niente da fare" dice poi col volume della voce normale e il tono che sembra a un tempo rassegnato, divertito, spaventato, euforico "Con te non ci sarà mai niente di normale”

Daisy non se lo aspetta e caccia un urlo quando con uno scatto la afferra per la vita, la solleva in braccio, la fa volteggiare. È colpita dal fatto che stia ridendo sul serio. Che quella che esprime sia gioia vera.

"Dovevi dirmelo prima, brutta scema, è così importante che dovevi per forza aspettare?"
"Sei... felice?” gli chiede timorosa.
“Ma stai scherzando! Certo! Questa sarà una notizia che oscurerà completamente Peach e il suo fidanzamento con il principe pinco pallino!”

Daisy scoppia a ridere di gran gusto e di sollievo, scalzando via con questo gesto la tensione che ha segretamente covato da quando ha scoperto il suo nuovo stato -in realtà da ancora prima, quando lo sospettava soltanto-, si abbracciano strettissimi, ridono insieme, sentono i loro cuori battere forte, consapevoli che tra loro ce n'è già un terzo, incerto e minuscolo, ma presente, che si sta lentamente sviluppando.
"Ero convinta che saresti svenuto" dice lei, lottando contro la commozione, non sarebbe da lei mettersi a piangere, ma è da un po' che si sente più sensibile. Lui scuote la testa, senza smettere di ridere "Lo pensavo anch'io" rivela.

"Aaww, ma quanto sono carucci" fa Wolley osservandoli con tenerezza. Poi afferra con un gesto brusco la mano di Yvan causando una protesta, ma se ne infischia e se la mette sugli occhi "Guarda, ho le lacrime!“ grida. Ha ceduto lui a quello cui Daisy sta cercando di resistere.

E Yvan per tutta risposta alza gli occhi al cielo.


 


 


 


 


 


 

Spazio autrice: Ragazzi, se leggendo trovate degli errori nel testo, per piacere, segnalatemeli. Nello scorso capitolo ce n'erano e non me lo avete detto! Cattivi! Cooomunque. So benissimo che questo capitolo è frammentario e corto... ma ultimamente ogni volta che mi metto lì per scrivere il mio cervello se ne va in vacanza. Se volete commentate, se non volete... patate.

  
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